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Autore: MrsLovett    05/02/2012    2 recensioni
Laura Kinney, alias X23, ne ha passate tante, forse troppe: nata in laboratorio e addestrata sin dalla più tenera età al combattimento è una vera e propria macchina da guerra. Le giornate passate in laboratorio e tra contratti di assassina sono finite, si profila una nuova vita davanti a sé.
Una vita che potrebbe iniziare allo Xavier Institute, insieme a Logan.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Logan/Wolverine, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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QUESTA STORIA SI E' CLASSIFICATA PRIMA AL "Contest Marvelicious" INDETTO DA Æthelflæd SUL FORUM DI EFP

Benvenuta a casa, Laura



Quello doveva essere un nuovo giorno. Era appena iniziato ma già lo odiava.

Quella doveva essere l'inizio della sua nuova vita e già lo odiava.

Quello doveva essere il posto in cui d'ora in poi avrebbe vissuto e già lo odiava.

Quelli dovevano essere i suoi nuovi compagni di squadra e già li odiava.

Non ci poteva fare niente, era nata così, o meglio, era cresciuta in quel modo, circondata da mura e cancelli di pietra, lontana da tutto e da tutti, men che meno dai suoi aguzzini.

Kimura era la prima persona che ricordava da quando ne aveva memoria e fu la prima che iniziò ad odiare profondamente... E continuava a farlo tutt'ora.

Poi si aggiunsero Rice e gli assistenti vari, i carcerieri, i medici, tutti rientravano nel cerchio d'odio che si era creata intorno, costruendolo man mano, con le proprie mani. Lo sentiva talmente parte di sé che ormai credeva che fosse nato con lei, qualcosa che era stato cucito insieme al suo essere, una fitta trama che era stata tessuta intorno alla sua anima.

Gli unici che avesse mai amato, sua madre e il suo sensei, erano morti, come tutti quelli per cui provava anche un accenno di simpatia. Tutti se n'erano andati, lasciando dietro di loro solo ricordi. Ricordi che diventavano dolorosi più di ogni altra punizione corporale, quindi cercava di liberarsene nell'unico modo possibile: iniziare a detestare anche loro.

Così i sentimenti, i legami, esili, eppure così stretti, venivano gettati via. E fu tutto come se nessuno di loro fosse mai esistito.

Ma se c'era una persona che proprio non riusciva a odiare era Lui.

Aveva tentato di uccidere colui che le aveva fatto il dono più grande, la vita, ma che allo stesso tempo l'aveva condannata alla sofferenza. Ci era andata molto vicina ma la gente trova sempre il modo di stupirti nei momenti meno opportuni: invece che pregare per la propria vita le aveva chiesto scusa per tutto ciò che le aveva causato. In quel momento qualcosa in lei si era frantumato: si era aperto uno spiraglio dietro il muro che la separava dal resto del mondo.

Lui che ora la stava fissando da sotto un cappello da cowboy; Lui che era lì fuori, sotto il solleone di mezzogiorno, ad aspettarla da chissà quanto tempo; Lui che non la odiava nonostante tutto quello che aveva fatto.

Non era la compassione che li univa ma qualcosa di più profondo che non si poteva esprimere a parole perchè era un misto di sensazioni. Erano due facce della stessa medaglia, che volesse ammetterlo oppure no.

E adesso che era lì davanti a Lui non sapeva cosa dire.

“Benvenuta tesoro”

Odiava anche i nomignoli, in particolare quelli mielosi, e avrebbe ucciso all'istante chiunque l'avesse chiamata in quel modo, ma per Lui avrebbe fatto un'eccezione.

Aveva un'aria trasandata: i capelli lunghi ricadevano disordinati sul volto, incorniciandolo come una criniera. Il tutto era accompagnato da folte basette da vagabondo.

Tuttavia quell'aspetto gli donava ed era in sincronia con il suo carattere: nessuno avrebbe mai immaginato Wolverine in giacca e cravatta, pettinato con cura a una cena mentre parlava di finanza o argomenti simili.

Indossava una maglietta grigio fumè anonima, larga ma abbastanza attillata da lasciar intravedere il fisico possente. Le piastrine militari da cui non si separava mai, luccicavano sul petto, quasi stessero lì a ricordargli il passato tormentato di cui ricordava poco o niente. Un paio di jeans logori, gli stessi che aveva indosso l'ultima volta che si erano incontrati, concludevano l'abbigliamento semplice.

Come se avesse intuito la risposta si mosse lentamente verso il taxi che l'aveva portata fin lì.

I tacchi degli stivali da cowboy ticchettavano sulla terra battuta, scandendo i secondi come un orologio. Allungò qualche banconota al conducente e, senza attendere il resto, tornò da lei.

“Vuoi che ti porti la borsa?” chiese porgendole una mano: voleva essere gentile.

In molti avrebbero apprezzato il gesto, ma quell'atteggiamento di falsa cortesia non faceva altro che irritarla. Lui non era così e lei lo sapeva benissimo.

“Non ce ne sarà bisogno.” disse decisa ma senza sembrare scortese. Prese il borsone da palestra e con uno slancio se lo sistemò sulla spalla destra. Meglio troncare i convenevoli sul nascere, altrimenti avrebbero passato una settimana o giù di lì comportandosi in quello stupido modo.

Se lui avesse capito le sue intenzioni o no non lo diede a vedere e continuò con la farsa.

“Benvenuta allo Xavier Institute, Laura.” disse aprendo il cancello.

Osservò il metallo luccicante dei battenti oscillare leggermente mentre veniva spinto, lasciando spazio a uno degli edifici più grandi che avesse mai visto. Nel frattempo il taxi se ne stava andando sulla strada dissestata, sobbalzando ogni qualvolta incontrava una buca.

Il vento che le scompigliava pigramente i capelli portava con sé non solo gli odori ma anche le voci chiassose di alcuni ragazzi che oziavano seduti sotto un albero un centinaio di metri più in là. Socchiuse gli occhi al bagliore del sole e insieme si incamminarono sul lungo viale che portava alla scuola.

“Sono dei bravi ragazzi, anche se a volte possono sembrare un po' invadenti. Ti ci abituerai presto.”

Annuì in modo quasi impercettibile anche se nutriva qualche dubbio nelle parole di Logan. Del resto, se si era abituato Lui, poteva riuscirci benissimo anche lei..

Le fece fare un tour della scuola: mostrandole la stanza che avrebbe occupato, le aule, i laboratori, i campi da baskett e quant'altro. Anche i professori sembravano delle persone a modo.

“Come hai fatto?” chiese ad un certo punto.

Lui la guardò con aria interrogativa.

“A vivere qui, intendo.” aggiunse.

Rimase attonito, non sapeva cosa rispondere. Poi dopo un attimo di riflessione disse “Flessibilità di adattamento.”

Laura inarcò un sopracciglio.

“Che c'è?”

“Aspetto la vera risposta.”

“E' questa la vera risposta.” bofonchiò Lui

“Non sei il tipo che da un giorno all'altro abbandona la vita da nomade e si stabilisce in una scuola. Una scuola per mutanti oltretutto.”

Logan scrollò le spalle “Non so come... E' successo è basta.”

“Sei sotto l'influenza psicologica di qualcuno?”

“Ehi per chi mi hai preso bimba?” ruggì.

Laura non ribattè: meglio non farlo innervosire.

“Forse ho solamente imparato a vedere le cose in un'altra ottica. Questo posto mi fa star bene, sembra quasi di vivere in...”

“In un mondo normale.” concluse lei.

Logan la guardò e annuì. Sul suo volto spuntò l'ombra di un sorriso che svanì immediatamente. “Nel caso dovessi avere qualche problema ricordati che io ci sono.”

Lo disse a bassa voce, in modo che solamente lei potesse udirlo.

Lei annuì e sempre sottovoce rispose “Me ne ricorderò. “

“Grazie” aggiunse.

Il sorrisetto ricomparve in faccia a Logan per un istante prima di scomparire di nuovo.

In fondo perché non essere gentili con lui? Pensò. Non era così burbero come se lo immaginava, e forse non aveva tutti i torti: quel posto faceva bene sia allo spirito che all'anima.

Alla fine si convinse che quella sistemazione non era tanto male come se la immaginava, anzi avrebbe potuto viverci tranquillamente, senza guardarsi le spalle ogni volta. Dopotutto se c'era riuscito Wolverine, perché non doveva riuscirci anche lei?

Sentiva che l'odio che provava inizialmente iniziava a dissiparsi, lasciandole una sensazione quasi di sollievo.

Benvenuta a casa, Laura. Si disse.



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Adoro X23! E' il mio personaggio preferito (ovviamente insieme a Wolvie <3) e sono sempre rimasta affascinata dal suo carattere e dal suo comportamento, forse perché in certe cose sono simile a lei.

Come si può ben capire questa storia si basa su X23 e anche sul fumetto 100% Marvel dedicato a lei intitolato “Bersaglio X” (che a furia di leggere e rileggere ho consumato le pagine). Non contenta del finale del fumetto ho voluto immaginare l'arrivo di Laura allo Xavier Institute (se ne è già stata scritta una versione perdonatemi perché non l'ho letta ^^”)

A metà del racconto ho inserito più volte la parola “lui” con la L maiuscola. Ho voluto far notare l'importanza che ha avuto, e continua ad avere, Wolverine per la ragazza.

Credo sia tutto, grazie per aver letto e se avete voglia commentate ^^

Un bacio, MrsLovett

  
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