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Autore: Evan88    14/09/2006    15 recensioni
Sembrava la solita serata in Sala Comune con Grattastinchi che sonnecchiava accanto al camino ed una montagna di compiti arretrati che raggiungeva un’altezza quantomeno inquietante dalla sua posizione regale al centro del tavolo.
Ma poi, all'improvviso, accadde l'imprevisto!
Come dovranno comportarsi, adesso?
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SOLO UN BACIO, CHE SARA’ MAI..!
Terza Parte.


“Don’t tell me you can’t love me-you can-you must-why, Emily” his eyes had met the moonlit brilliance of hers for a moment “you do”
(Lucy Maud Montgomery)



- Piangeva –
- Chi? –
- Lei –
- Oh… -
- Perché, Harry!? Non ci capisco più niente! –
- Se voi foste due persone normali e io capissi qualcosa delle faccende di cuore avrei un consiglio molto ovvio –
- Non sono faccende di cuore. Sono faccende di amici –
- E io e Neville presto ci sposeremo –
- Già, abbiamo appena fissato la data –
- Non siete d’aiuto!

***

Era mezzogiorno e a Weighting Street le cose sembravano essersi stabilizzate: una risoluta tapparella grigia sbarrava la finestra che quella notte aveva tenuto svegli i passerotti di tutto il circondario con la sua luce intermittente.
In quella, quando ormai si credeva di aver raggiunto un consolidato accordo pacifico tra l’abitazione e il mondo esterno, tutta la casa rimbombò del suono squillante del campanello d’ingresso. Hermione ringhiò nel suo letto.
- ..aaattimo! – sbadigliò.
Con gli occhi appannati dal sonno scivolò fuori dal letto, incespicò per le scale e raggiunse con passo poco convincente l’ingresso. Sbirciò dallo spioncino e aprì velocemente la porta.
- Buongiorno papà! – fece un sorriso un po’ storto. E poi aggiunse a voce più bassa: -
..dormivo –
- Perdonami tesoro, sono passato a prendere degli strumenti, scappo via subito –

La ragazza arrancò traballante verso il divano, dove sprofondò quasi ancora prima di averlo raggiunto.

- Ma non vi fanno dormire a Hogwarts? –
- Mmmmhhhh… -
- Hermione? –
- Scusa. E’ perché ho studiato, papà –

L’uomo le si avvicinò e le depose un bacio sulla fronte, sorridendo mentre le scompigliava i capelli. Aveva gli stessi capelli assurdi di sua madre e dal suo punto di vista di padre e marito orgoglioso erano assolutamente deliziosi.

- Non ho cinque anni, pa’… -
- A presto, cucciola! La mamma arriva tra una mezz’oretta, dille di cuocere il polpettone se ti ricordi –

E la porta si chiuse dietro di lui.
- Stupida donna! – proclamò Hermione ad alta voce rivolta al lampadario – Chi credevi che fosse, il signor Darcy per chiederti di sposarlo? –
Ma in fondo, mugugnò mentalmente, a lei un semplice “scusami” ora sarebbe bastato. Ah, come ti fanno cadere in basso, certi uomini!
E comunque una Lady Catherine de Bourgh per casa sarebbe stata piacevolmente scenografica.

Si era appena riacciambellata sul compito divano azzurro del salotto quando il campanello suonò di nuovo con malagrazia.
Ben arrivata, Lady Catherine! Fatto buon viaggio?

Si alzò di nuovo e raggiunse la porta abbandonando l’idea dello spioncino - quelle erano cose che si facevano quando non si aveva un’enorme massa di riccioli davanti agli occhi e non c’era l’urgenza di comunicare alla propria madre quanto tremendo sarebbe stato cucinare del polpettone il 2 di luglio.
- Non mi piace il polpettone, mam’ – esordì aprendo.
- Beh… si, lo so –

E davanti a lei, così prevedibilmente da suonare persino incredibile, c’era Ronald Weasley con fare corrucciato e (oh, dolce rivincita!) due terribili occhiaie.
In preda al panico e seguendo l’istinto, Hermione gli richiuse dritta la porta in faccia.

Ma cosa sto facendo!?

Velocemente si costrinse a mettere mano alla maniglia e a riaprire l’uscio, mettendo fuori il naso con circospezione (giusto per controllare che in fondo non si trattasse del postino, argomentò a sé stessa).
Ma era Ron. Quel Ron. E non si era mosso di un millimetro… anche se adesso sembrava leggermente irritato.
E lei aveva su il pigiama di Bambi di quando era piccola (quelli decenti erano ancora tutti nel baule di Hogwarts!) e le ciabatte gialle: le si poteva dire qualunque cosa quando indossava quelle ciabatte, la rendevano completamente impotente. L’ultima volta che era stata sorpresa con quelle addosso, Ginny era quasi riuscita a convincerla a preparare un infuso d’amore per Michael Corner…

- Ciao –
- Ciao –

Sta guardando il mio pigiama, so che lo sta guardando!

- Bel pigiama –

Aha!

- Ron, l’estate scorsa ti ho visto con addosso la maglietta di Teddy Bear… -
- I nostri più tremendi segreti! – scherzò lui. Ma Hermione aveva un’espressione talmente funerea che la professoressa Cooman avrebbe implorato per prendere lezioni da lei.


- Non volevo farlo, Hermione –
- Si, me l’hai detto –
- No, non quello. Voglio dire che mi dispiace di averti detto quelle cose –
- Lo spero – Ron strinse i pugni. Merlino, quant’era irritante quella ragazza! Risponderle a tono era il minimo che avrebbe fatto!
- Hai ragione – Beh, in fondo l’aveva sempre vinta lei… volta più, volta meno…
- Lo so! –
- Insomma, Hermione, io sono qui per scusarmi! –
- Mi hai detto delle cose tremende! –
- Non le volevo dire! Dico sempre cose tremende quando sono arrabbiato! Come ti sentiresti tu se baciassi una ragazza che poi non ti dice nemmeno se era d’accordo!? Mica l’ho fatto per l’aria che tira, sai, ma se ti ha dato fastidio potevi dirmelo subito invece che stare lì a fare il gioco del silenzio! E ieri ero arrabbiato con te, volevo proprio tenerti il muso e dirti tutto il male possibile, ma poi tu hai pianto!
Hermione alzò una mano verso di lui, come se volesse sfiorarlo. Poi sembrò ripensarci e gli indicò vaga il salotto.
- Non… restare sull’ingresso –

Entrarono entrambi, Ron con le orecchie più rosse che mai che si guardava in giro come se l’avessero trasportato di botto in un sequel di Pronti a morire dove lui interpretava senz’altro Kid, lo scemo della situazione.
Da quando Harry gli aveva fatto vedere quel film pensava proprio che ci fosse una certa assonanza di fondo tra lui bistrattato da Hermione e l’eroe che perisce inutilmente per una causa persa.

- Io aspettavo che mi dicessi qualcosa e invece sei scappato in dormitorio – accusò già meno convinta.
- Ma io… ti ho baciata io! Almeno parlare toccava a te! E poi tu parli sempre, sai sempre cosa è meglio, capisci sempre qualunque cosa, tu sei Hermione! – mormorò Ron orripilato dalla mancanza di comprensione della ragazza. Lui aveva già preso l’iniziativa, era stato eroico!

Si sentiva vagamente preso in trappola ed era pienamente convinto della propria innocenza (anzi, Hermione era decisamente in torto, come si faceva a non capirlo!) ma poi la guardò e suo malgrado sospirò. Era piccola e afflitta lì davanti a lui e sentiva che se non avessero chiarito quella cosa non l’avrebbe più guardato in faccia. Non valeva la pena di umiliarsi un pò pur di farsi perdonare da lei?

- Avevo paura che non volessi essere baciata… - esitò - …da me. Quando l’ho fatto pensavo che non mi avresti parlato mai più, che non saremmo più stati amici e io voglio che mi parli, Hermione! Per quanto tu sia dannatamente insopportabile almeno metà delle volte che apri bocca! – no, forse quello doveva ometterlo… - E allora ti ho detto, beh hai capito, quello che ti ho detto –
- Mi hai detto che ti ha fatto schifo baciare una ragazza con capelli così – Che frase idiota. Ma in fondo indossava le ciabatte gialle!
Ron si morse le labbra per trattenere un sorriso. Le ragazze a volte si fissavano davvero su cose assurde.

Hermione, non mi piaceresti nemmeno la metà di quanto mi piaci se non avessi quegli orribili capelli…

- Beh, vedendo come sei conciata adesso comincio ad apprezzare come ti stanno di solito –
- E hai detto che saresti saltato addosso a qualunque ragazza ci fosse stata lì vicino a te! –riesaminò velocemente Hermione, perché, ciabatte a parte, qualcuno doveva pur cogliere il nocciolo della situazione.
- TU SEI L’UNICA CHE VOGLIO BACIARE, SEI L’UNICA ACCIDENTE DI RAGAZZA CON CUI VOGLIO STARE O FARE L’AMORE, LO VUOI CAPIRE!? –

Hermione respirò. All’improvviso non le sembrava nemmeno più di essere lì in salotto a fare un interrogatorio a quel meschino, ridicolo, meraviglioso ragazzo. Si sentiva bene. E non le importava più nulla.

- Allora d’accordo. Io sono disponibile – sorrise maliziosa. – Per la prima cosa, intendo, quella che hai detto per prima! – precisò precipitosamente.
Si mosse lei, prima ancora che Ron riuscisse a capacitarsi di non aver appena ricevuto un pugno sul naso o qualcosa di simile in risposta a ciò che aveva appena detto. Come se l’avesse fatto migliaia di volte (ma nulla che non ci si potesse aspettare dalla studentessa più brillante di Hogwarts) passò le braccia attorno al suo collo e chiuse gli occhi.
E successe. Successe che Hermione si sollevò sulle punte dei piedi e che Ron si chinò di scatto verso di lei: due nasi totalmente ignari si scontrarono con forza formidabile abbastanza da fare rimbalzare le due teste e sciogliere l’abbraccio.

Si guardarono e risero, risero come non ridevano da giorni, risero per una completa sciocchezza che solo poche ore prima li avrebbe lanciati nel baratro dell’imbarazzo Risero aggrappandosi l’uno all’altra finchè la pancia non fece loro male e finchè Hermione non commentò, un po’ divertita e un po’ delusa:
- Vedi, allora! E’ il Fato, non vuole questo bacio! –

Lui la riprese tra le braccia con uno spirito d’iniziativa che fino a quel momento si era solo sognato e stava per compiere finalmente il fattaccio quando nell’ingresso si sentì chiaro il rumore di una porta che viene meticolosamente accostata e dei passi di una donna in punta di tacchi.
Si staccarono velocemente.

- Ciao mamma, Ron… oggi si ferma a pranzo! –
- Ronald, che piacere vederti, bisognerà davvero che ti cucini qualcosa per ringraziarti di quello che fa tua madre tutte le estati per la mia ragazza! Ho giusto da scaldare il polpettone, suo padre lo adora… Che ne dici, ‘Mione?-
- Oh, a lei non piace! – Hermione sorrise tra sé.
- Beh, già, mi inventerò qualcosa allora, se mi date una mano! –

Stavano già seguendo la signora Granger in cucina (sembrava inappropriata davanti ai fornelli almeno quanto Hermione a cavallo di una scopa) quando la ragazza commentò, in modo leggero, come se pensasse ad altro:
- Ah, Ron, per quella cosa di prima: pensi che il Fato potremo anche ostacolarlo questo pomeriggio? –
- Si, direi di si! Sono sicuro che stavolta ci riuscirà benissimo –

Mrs Granger li guardò incuriosita.

- Di cosa state parlando? –
- Oh, cose di Hogwarts, mamma, niente di importante! -


* THE END *

…prima che la scrivessi, la scena mi sembrava molto meglio di come sembra adesso=__=’’
Però sono tutta euforica lo stesso perché è la prima volta che finisco una storia a più capitoli! (glissando sapientemente sul fatto che in realtà sia una one-shot divisa in tre, naturalmente) ..considerando che ho persino aggiornato velocemente! (di solito i miei capitoli stagionano per mesi... con ECC sto scrivendone uno da.. hum.. maggio? xD)

Sono davvero molto contenta che vi sia piaciuta! Generalmente sono il tipo che ai commenti ci tiene parecchio, di solito cerco di leggere tra le righe e mi invento sottintesi ingiuriosi :P
Per esempio, Sara the myth, mi hai fatto venire l’angoscia da la fine-non-piacerà-a-nessuno xD
Grazie a tutte^^
Alla prossima! Ecchan
  
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