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Autore: simovscalliope    05/02/2012    0 recensioni
E quando due persone si incontrano?
Puoi scegliere di viverla la tua favola, o tra le spalle del tuo principe, dimenticherai che dovrà arrivare anche la strega cattiva.
A noi però cosa interessa?
Loro si amano, lasciamo spazio alle favole.
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La seconda storia originariamente è stata scritta per un concorso, ma ahimè, non ho vinto nulla. Per quanto possa sembrarvi strano e tragico anche questo è un incontro tra due persone.
L'unica cosa che ho cambiato è stato il titolo, che prima era: "
Selene come la luna, Eros come l'amore".
Hope you enjoy.
Simo.



Chapter 2 - Selene/Eros


Selene sì, si chiamava Selene: proprio come la luna.

Gli occhi serrati si erano rifiutati di vedere, e ancora avevano paura ad aprirsi. Non aveva il coraggio di scoprire che un mondo intorno a lei ancora esisteva. Era molto più facile rimanere lì per terra e ripetersi che alla fin fine non faceva così freddo.
La convinzione era così forte che il cervello iniziava a crederci, ma di sicuro era solo qualche strana reazione che si stava azionando.
Probabilmente da un momento all’altro sarebbe anche arrivata a pensare che quei pugni non le avevano fatto male.
Quante bugie si sarebbe raccontata ancora?
Il freddo era vero, e anche il sangue che sgorgava dal naso.
Le orecchie avevano sentito insulti spargersi tutt’intorno ed entrarle dentro.
Nella mente invece rimaneva soltanto tanta polvere e tanto buio.
Selene era lì, schiena a terra e paura di respirare.
Non sapeva quanto tempo fosse passato, ma secondi o ore che fossero sembravano comunque troppi, e di forza per rialzarsi non ce n’era ancora.
Non aveva nemmeno capito cosa fosse successo, o come fosse successo.
Si era sentita tirare per i capelli e poi ricordava solo di aver sentito le ginocchia piegarsi. Ad occhi chiusi si era lasciata ferire, e col naso ancora le sembrava di sentire l’odore forte dell’alcol. Ricordava solo di aver sentito una mano calda e sudata sfiorarle il collo, e ricordava anche i brividi. 
Dopo c’era sicuramente stato rumore, e altro dolore, ma lei non ricordava. I cinque sensi avevano deciso che non imprimere quella scena nei suoi ricordi sarebbe stata la cosa migliore da fare, e forse lo era stato per davvero. 
Mosse prima un mignolo, solo per accorgersi che ancora poteva farlo, e molto tempo dopo si convinse ad aprire gli occhi.
Tutto quello che riuscì a vedere era il buio e i colori scuri lievemente schiariti dalla luce di un lampione lontano. Sentì un forte odore di marcio e di sangue, e focalizzò davanti a lei un cassonetto della spazzatura che le bloccava la visuale.
Pensare di alzarsi era una follia e ne era certa, ma non vedeva altre soluzioni.
Si mise in piedi con tutta la forza che non aveva, e cercò di capire dove fosse. 
Si guardò intorno, cercando vie di fuga, ma da lì non si poteva scappare da niente, perché l’orrore ormai l’aveva tatuato in mente.
Vide per terra la sua cintura scintillare illuminata dalla luce fioca dei lampioni.
Mise la sua mano all’altezza della vita, e oltre a sentire dolore si accorse che il suo jeans era aperto, e lei sapeva che non poteva essere così.
Dov’era il testo exit?
Non c’era voluto molto perché si accorgesse che quel gioco non faceva per lei.
Selene non era mai stata brava a piangere, pensava che ci servisse una predisposizione naturale. Il massimo che riusciva a fare era lasciare gli occhi inumiditi, ma mentre era immobile a fissare quello che le avevano fatto, le lacrime scendevano, e pesavano.
Violenza gratuita, quello era stato.
Qualcuno si era permesso di privarla di qualcosa che le apparteneva, e lei non riusciva a pensare.
Non lei, non la ragazzina ingenua che credeva nell’esistenza della felicità.
Ma le convinzioni spesso franano, Selene. 
In quel momento ricordò la delusione quando da bambina scoprì che Babbo Natale non esisteva.
Poteva fare di tutto, ma niente sarebbe bastato per dimenticare, o anche solo per capacitarsi di quello che era successo.
La risposta invece era ovvia: doveva chiedere aiuto, doveva urlare. Peccato però che quando hai il cervello pieno di macerie, le risposte si trovino sotterrate dai calcinacci.
Anche se c’avesse provato non sarebbe uscito niente dalle sue labbra spaccate. Già solo a pensari le costole si facevano spietate e si vendicavano per il trattamento ricevuto.
Passò il braccio sulla bocca per levare il sangue di torno, e sentì tutto che bruciava.
In quel momento Selene necessitava di due altre orecchie che ascoltassero quello che aveva da dire, di due occhi da fissare ai quali raccontare tutto con uno sguardo solo, di una bocca che pronunciasse soltanto parole di conforto, e di un cuore che riuscisse a darle tutto l’amore che aveva perso.
Il silenzio cadde giù quasi come se non ci fosse mai stato.
Una ragaza, forse una donna, che urlava nella notte, solo lei che riusciva a sentire le sue grida.
Non ce l’avrebbe fatta a reggere tutta la situazione per altro tempo, e infatti bastarono pochi secondi perché cadesse a terra, sbucciandosi ulteriormente le ginocchia.
Chiuse gli occhi sperando che nessuno l’avrebbe più obbligata a riaprirli.

Per sua fortuna gli occhi si riaprirono, e una volta risvegliata, Selene, era più forte di prima. Solo che ancora non gliel’aveva detto nessuno.
Il suo corpo non poggiava più sul grezzo dell’asfalto, ma era su un letto.
Dopo troppo buio ora gli occhi riuscivano a vedere altrettanta luce.
Cercò di capire dove fosse, e gli occhi si trovarono ad ispezionare una stanza d’ospedale. 
Davanti a lei c’era qualcuno: era Eros, come l’amore.
Per lei però era ancora uno sconosciuto, e non poteva sapere che la notte precedente era stato lui a portarla dove si trovava in quel momento.
Eros doveva essersi accorto degli occhi aperti di Selene, perché subito si illuminò con un sorriso.
“Non ti conosco, ma i medici continuano a ripetere che sei una donna forte, e anche io lo penso, anzi, lo so, si vede dagli occhi”
La verità arrivò alle orecchie di Selene sotto forma di parole sussurrate, come una filastrocca dolce e imbarazzante allo stesso tempo.
Non c’era bisogno di rispondere ad una domanda che non c’era.
Sì, Selene era più forte.
E con un po’ d’amore, la luna avrebbe iniziato a brillare anche per lei. 

   
 
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