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Autore: Silvia write    05/02/2012    0 recensioni
Come poteva una semplice ragazza avere un ruolo tanto importante scritto nel suo destino, pur essendo all’oscuro di tutto?
Era forse per quello che era costretta a trasferirsi da Londra a Los Angeles con la madre?
Perché non le dava le risposte di cui aveva bisogno?
Questa è la prima storia che scrivo e pubblico, abbiate pietà!
p.s spero vi piaccia!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un ragazzo dagli occhi verde smeraldo se ne stava in disparte e guardava gli altri ragazzi con aria superiore. 
Appena notò  la presenza di Emma si voltò a guardarla, gli occhi verdi si accesero di una strana luce appena i loro sguardi si incrociarono .Emma in tutta risposta sussultò scossa da una sensazione inspiegabile mai provata prima, a sguardo basso si diresse su l’unico banco rimasto libero in prima fila.  
Dopo che la professoressa fu entrata e ebbe fatto l’appello scoprì che quel ragazzo si chiamava Nicholas.
Bel nome pensò, chi sa se era altrettanto una bella persona.
Non stava affatto seguendo la lezione , ma d’improvviso la voce della professoressa la riportò alla realtà.
“Nicholas, perché non fai fare un giro della scuola  alla nostra nuova studentessa?”
“Se lei è d’accordo, le farò volentieri da guida” rispose il ragazzo con una punta di speranza nella voce 
Emma alzò gli occhi sentendosi  chiamata in causa “Grazie mille, accetto. Mi sarà utile vedere l’intera scuola” disse con un sorriso imbarazzato.
“perfetto avete il mio permesso di saltare le lezioni per tutta la mattina” disse la professoressa soddisfatta.
I due ragazzi uscirono in silenzio dall’aula. Per rompere quell’imbarazzante silenzio Nicholas disse la prima scemenza che gli passò per la mente. 
“Quale armadietto ti hanno assegnato?”
“Undici” si limitò a dire la ragazza.
“Perfetto, io ho il numero dodici” rispose contento il ragazzo.
“Qui, c’è la biblioteca” disse Nicholas entrando in un’enorme stanza.
Era bellissima. Una stanza immensa piena di libri di ogni genere. Emma credeva di sognare. Aveva sempre adorato leggere, era come finire in un altro mondo.
“Fantastico verrò spesso qui. Adoro leggere e questa è la biblioteca più bella che abbia mai visto”.
Dopo che ebbero visitato l’intera scuola si recarono in un prato dietro l’imponente edificio, dove i ragazzi stavano durante la pausa pranzo o nelle ore libere. Nonostante fosse quasi novembre Emma indossava degli abiti leggeri, una maglietta di cotone azzurra, una gonna nera e un paio di ballerine basse. In quel periodo a Londra faceva sempre freddo e si sarebbe sognata un abbigliamento del genere. Il clima sempre bellissimo era una delle cose che amava di Los Angeles.
“Perché non mi racconti  qualcosa su di te? Oltre a sapere che ti chiami Emma e ti piace leggere non so altro” disse il ragazzo dagli occhi verdi guardandola intensamente.
“Non c’è molto da sapere. Sono nata a Londra e ho sempre vissuto lì, mio padre e morto quando io avevo due e ora mia madre ha deciso di trasferirsi qui per un motivo a me sconosciuto” rispose la ragazza con una naturalezza che sorprese Nicholas.
“E tu? Di te so a malapena il tuo nome”
Nicholas non sapevo se fosse il caso di dirle ogni aspetto della sua vita.
“Allora, ho sempre vissuto a Los Angeles, come credo tu abbia notato non mi integro molto nel gruppo, preferisco star solo che con quei ragazzi con cui non ho nulla in comune” Nicholas diceva la verità, ma non aveva detto tutto. Avrebbe aspettato il momento giusto.
“Ma adesso ci sono io” disse Emma guardandolo con i suoi enormi occhi marroni e sfoderando uno dei suoi soliti sorrisi, che Nicholas iniziava ad adorare.
“Finalmente”  disse  Nicholas sostenendo lo sguardo della ragazza. 
  
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