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Autore: Silvia write    01/02/2012    1 recensioni
Come poteva una semplice ragazza avere un ruolo tanto importante scritto nel suo destino, pur essendo all’oscuro di tutto?
Era forse per quello che era costretta a trasferirsi da Londra a Los Angeles con la madre?
Perché non le dava le risposte di cui aveva bisogno?
Questa è la prima storia che scrivo e pubblico, abbiate pietà!
p.s spero vi piaccia!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Come poteva una semplice ragazza avere un ruolo tanto importante scritto nel suo destino, pur essendo all’oscuro di tutto?
Era forse per quello che era costretta a trasferirsi da Londra a Los Angeles con la madre?
Perché non le dava le risposte di cui aveva bisogno?
 
Aveva 15 anni, lì aveva una vita, andava a scuola, aveva degli amici, ma, più importante, a Londra c’èra la tomba di suo padre, morto quando lei aveva solo 2 anni. Era ignara della causa, ma sapeva che non era stata una malattia o qualcosa di simile a portarglielo via.
 
Ora, su un aereo, con un bagaglio ricco di ricordi e aspettative, sorvolava l’oceano, diretta a Los Angeles, diretta verso il suo destino.
 
Dopo 17 ore di volo, finalmente arrivarono nella loro abitazione. Una casa costruita più o meno negli anni ’50. Un tempo lì abitavano suo nonno e sua nonna, prima della nascita di suo padre e prima che questi si trasferissero a Londra.
Era grande e davvero  graziosa. L’esterno era di un rosa opaco, con un enorme giardino tutto intorno. All’interno erano alternati dei mobili antichi con un divano e dei quadri in stile moderno nel soggiorno,  riarredato  qualche anno prima, mentre le stanze da letto era state lasciate proprio come prima.
Emma  la trovò fantastica, nonostante fosse tanto vecchia si mescolava perfettamente con le case moderne della metropoli.
 
La mattina seguente Emma si dovette svegliare presto, avrebbe affrontato il primo giorno nella sua nuova scuola.
“Grazie mille mamma, ci vediamo stasera” disse Emma a sua madre, dopo che questa aveva parcheggiato di fronte al portone della scuola.
“Passa una bella giornata tesoro, e non temere, sono sicura che ti farai presto degli amici”. Emma adorava sua madre, era sempre tanto dolce e premurosa.
 
La campanella stava per suonare, e per evitare di essere travolta da una marea di studenti, si diresse direttamente verso l’aula 115, quella di inglese, dove avrebbe svolto la sua prima lezione.
 
In classe c’erano già dei ragazzi, ma uno colpì particolarmente la sua attenzione.
  
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