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Autore: koukla    05/02/2012    4 recensioni
Faceva insolitamente freddo quell'inverno e la neve era arrivata anche a Tintagel, piccolo paesino della Cornovaglia dove Ron e Hermione stanno trascorrendo gli ultimi giorni delle vacanze di Natale.
Non tutto però andrà come previsto: un "incidente" inaspettato stravolgerà i piani della giovane coppia.
Per fortuna, grazie all'aiuto della saggia nonna di Hermione e all'arrivo dell'intero Clan Weasley ogni cosa si risolverà nel migliore dei modi.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Weasley, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Le premier Cri'
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  Sono tornata! :) Devo ammttere che io stessa sono stupita per il fatto di essere di nuovo qui con una nuova storia; l'idea è venuta all'improvviso e ho iniziato a scrivere senza che me ne rendessi conto. In realtà, non avrei proprio dovuto farlo - avendo un esame da preparare - però è stato più forte di me: dovevo mettere nero su bianco ciò che avevo in mente. La storia si collega, in qualche modo, a "Il Magico Miracolo della Vita" e a "A Wedding's Tale" ma può essere letta indipendentemente senza alcun problema. Beh, That's all Folks!  - almeno per il momento - ... Quindi buona lettura!!! ;)

 

Inconvenienti all'ora del tè

 

 A Charme, che mi ha dato, senza saperlo, l'ispirazione per questa storia.

 

 

Faceva insolitamente freddo quell'inverno e fuori nevicava ormai da parecchie ore.

Dei grossi e soffici fiocchi cadevano al suolo, andando ad alimentare la spessa coltre bianca che già copriva ogni cosa.

L'atmosfera era ovattata e silenziosa e il candore della neve brillava alla fioca luce dei lampioni; sebbene fosse ancora presto, il buio era già arrivato.

Hermione lanciò un'occhiata distratta alla finestra dello studio, per poi tornare al suo lavoro a maglia.

Adorava Tintagel.

Adorava quella casa.

E adorava sua nonna.

Fin da quando era bambina, Hermione aveva sempre amato trascorrere le vacanze in quel villaggio della Cornovaglia che, non per niente, era considerato il luogo in cui erano nati e vissuti il leggendario Re Artù, la sua bella moglie Ginevra, il fedele Lancilotto, i valorosi Cavalieri della celebre Tavola Rotonda e l'imperscrutabile Mago Merlino.

Se nel corso della sua infanzia aveva accolto con curiosità e con piacere le storie legate a questi mitici personaggi, considerandole, in ogni caso, non dissimili dalle fiabe che le raccontava la nonna, da adulta si era dovuta ricredere: come Strega aveva scoperto che le figure di Merlino e Morgana celavano molto più che semplici leggende.

E poi Tintagel era anche il paese natale di sua nonna Isabel.

La donna, una volta andata in pensione, si era allontanata dal traffico e dal caos di Londra, ritirandosi nella quiete della antica e solida dimora di stampo vittoriano che apparteneva alla sua famiglia da circa un secolo.

Era lì che, quell'anno, Hermione, Ron e la piccola Rose stavano trascorrendo gli ultimi giorni delle vacanze di Natale.

Certo, in quel periodo, all'inizio di gennaio, non potevano certamente godere delle salutari passeggiate sulle scogliere d'ardesia oppure dei bagni nelle acque smeraldine della costa, però l'atmosfera rimaneva comunque impagabile.

Le strette stradine a picco sul mare permettevano una vista mozzafiato dell'Oceano Atlantico che si infrangeva sugli scogli sottostanti e poi il Castello medievale del villaggio, completamente ricoperto di neve, aveva qualcosa di magico.

Come quand'era bambina, Hermione amava trascorrere del tempo nello studio della casa, le cui pareti erano interamente coperte di librerie, colme fino all'inverosimile di ogni sorta di libro.

Era lì che si trovava quel pomeriggio, in compagnia della nonna che, sulla poltrona accanto alla sua era intenta a leggere una favola a Rose, seduta sulle sue ginocchia, mentre il pigro gatto Artù ronfava davanti al caminetto acceso.

L'aria della stanza era impregnata dell'odore dei libri, quell'odore di carta, di inchiostro e di passato che mandava Hermione in estasi.

C'era solo un altro luogo che era stato in grado di darle la stessa sensazione di benessere e rilassatezza: la Biblioteca di Hogwarts.

Hermione si accomodò meglio sulla poltrona di pelle, accarezzando il suo prominente pancione.

Non riusciva a trovare una posizione comoda: la schiena le doleva più del solito e dei fastidiosi crampetti al basso ventre l'avevano accompagnata da quella mattina.

Sospirò pesantemente quando una fitta più forte delle altre la costrinse ad abbandonare la copertina che stava sferruzzando.

“C'è qualcosa che non va cara?” le chiese prontamente Isabel, alzando gli occhi dal libro.

“Oh, nulla di cui preoccuparsi nonna. Semplicemente, questo birbantello non sta mai fermo e non mi da un attimo di tregua. Rose era molto più calma.” rispose sorridendo incoraggiante.

In realtà, non si sentiva affatto tranquilla; mancava così poco al termine della gravidanza e quei doloretti erano segnali che non preannunciavano nulla di buono.

Se solo Ron fosse stato con loro!

Invece era dovuto correre al Ministero per un'emergenza e non sarebbe tornato prima di un'ora.

Hermione cercò di tranquillizzarsi, riprendendo il suo lavoro a maglia.

Aver passato un anno della sua adolescenza sferruzzando bitorzoluti e sformati cappellini per gli Elfi Domestici di Hogwarts aveva dato i suoi frutti; ora, grazie ad un po' di allenamento e ad i preziosi consigli di Molly, era diventata piuttosto brava.

Nel frattempo, l'orologio sul camino batté cinque rintocchi e due quarti, l'ora perfetta per il tè.

Da quando era a casa con la nonna, Hermione si era abituata ai piccoli riti e alle consuetudini che scandivano la vita dell'anziana signora.

“Direi che è arrivato il momento per una bella tazza di tè, tu cosa ne dici?” domandò Isabel mentre chiudeva il libro di fiabe di Rose, che si era appisolata.

Hermione sorrise tra sé, prima di rispondere: “Sono assolutamente d'accordo. Faccio io però, tu resta qui.”

Così dicendo, si alzò a fatica dalla poltrona, stregò i ferri affinché continuassero autonomamente la copertina colorata che stava imbastendo e si diresse in cucina per mettere il bollitore sul fuoco.

 

 

Isabel accarezzava dolcemente la testolina rossa di Rose, docilmente accoccolata al suo petto.

Quella bambina assomigliava terribilmente a Hermione, a Jean e, di conseguenza, anche a lei.

Era buffo come alcuni tratti fisici e caratteriali potessero tramandarsi così rimanendo pressoché immutati.

Indubbiamente la bambina aveva molto in comune anche con Ron e con l'intero clan Weasley, ma per alcuni aspetti era identica a loro.

Era allegra, curiosa e molto attenta.

A volte Isabel si era trovata quasi in soggezione di fronte a quel paio di enormi occhi azzurri che la scrutavano con interesse.

La bambina osservava il mondo intorno a sé con sguardo accorto e scrupoloso, come se volesse catturarne ogni dettaglio.

Continuando a cullare Rose, Isabel si fermò a guardare le numerose foto che coprivano la parete sopra il caminetto, quasi tutte ritraevano Hermione.

Era incredibile pensare che la sua unica nipotina fosse già diventata mamma.

Isabel ricordava ancora perfettamente il giorno della sua nascita, nella prestigiosa clinica londinese dov'era nata anche Rose.

Era la stessa storia che si ripeteva, da una generazione all'altra.

Rimuginando su questo, per poco non si accorse di Hermione che, con una mano sul pancione, era entrata di corsa nella stanza.

Si bloccò davanti a lei e trafelata esclamò: “Nonna mi si sono appena rotte le acque!”

 

 

 

   
 
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