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Autore: orkaluka    05/02/2012    1 recensioni
Quando dalle foreste di Hogwarts spariscono gli unicorni Melinda si offre volontaria per le ricerche, queste cominciano insieme a Ted e James, finiti, ovviamente, in castigo. Purtroppo però la questione non finisce qui, perché di fatti strani ad Hogwarts, quest'anno, ne accadono parecchi. Gli alleivi vengono attaccati da forze oscure e solo Melinda sembra in grado di percepire quando questi sono in pericolo. Tra amicizia, lealtà, magia e ovviamente avventura riusciranno Melinda, James, Rose, Scorpius e Al a sventare la minaccia che grava su tutti loro?
Siate clementi, é la mia storia non originale! Non sono affatto brava nelle presentazioni, quindi spero che vorrete dare almeno una sbirciata al testo XD
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 9 - Legilimens 

 

 In infermeria dopo pochi minuti erano arrivati vari professori e, ovviamente, la preside.

 “Potter, parla.”

 Disse la Mcgranitt, i due Potter cominciarono a farfugliare nello stesso istante, rendendo incomprensibile ciò che stavano dicendo, finirono tutti e due però con lo stesso nome.

“Melinda.”

Al che la Mcgranitt voltò la testa verso la ragazza e le chiese.

“Dammi la tua versione.”

 Melinda annuì e cominciò a raccontare.

“Ho fatto un sogno, ero nel corpo di Al e vedevo e percepivo ciò che gli accadeva. Sono corsa nel dormitorio maschile alla ricerca di James, perché sapevo che mi avrebbe aiutata. Ci abbiamo messo del tempo per trovarlo, ma alla fine ce l’abbiamo fatta.”

La preside la osservò a lungo.

 “Voglio tutti i dettagli.”

 Melinda allora cominciò a raccontare tutto quanto nei dettagli, tranne per alcuni fatti che lasciò in disparte: come la mappa e il passaggio segreto. Vide il tacito ringraziamento rivoltole da James con la coda dell’occhio.

 “Ora tocca a te giovane Potter.”

Al prese un respiro profondo e cominciò a parlare.

 “Stavo tornando dalla partita, con calma, perché volevo aspettare Scorpius. Poco prima di giungere davanti al portone del castello ho sentito un botto e poco dopo sono svenuto. Mi sono ritrovato nel campo di quidditch, non so bene come. Ero bloccato, completamente immobile, ho fatto l’unica cosa che mi suggeriva il mio istinto ho urlato mentalmente il nome di Melinda.”

 La preside interrogò anche James che diede la stessa identica versione di Melinda.

 “Non fosse stato per lei non l’avrei mai trovato, ha usato un Ominum revelio e un Finitem incantatem, insomma, a me non sarebbe mai venuto in mente.”

 Tutti gli sguardi si puntarono su Melinda.

 “Dove hai imparato quegli incantesimi?”

 Chiese il professor Zenit.

“In biblioteca, durante la mia punizione mi capita di leggere di alcuni incantesimi, cerco di memorizzare quelli che potrebbero servirmi in futuro.”

Scrollò le spalle leggermente, poi rivolse un’occhiata ai due fratelli, Al si era addormentato, doveva essere molto stanco.  Spine intervenne nella conversazione e disse.

“C’è anche la questione del come hai percepito Potter, hai una qualche spiegazione al riguardo?”

Melinda alzò un poco le spalle ancora e disse.

 “Ogni tanto capita che per sbaglio legga i pensieri delle persone che mi stanno intorno, senza farlo apposta. Con gli anni ho imparato, in un certo senso, a schermarmi, soltanto che certi pensieri mi raggiungo perché molto forti e non ci posso fare niente, non posso bloccarli.”

Gli insegnanti la guardarono sbigottiti.

 “Una legilimens naturale?”

 Domandò Spine. Melinda non aveva mai sentito la parola.

 “Potremmo velocemente verificare questo potere? Potresti dirci cosa stiamo pensando?”

Melinda sbuffò, lasciar passare i pensieri era doloroso, le costava fatica aprire quei muri che si era costruita con il tempo. Chiuse gli occhi e visualizzò nella sua mente le mura impenetrabili che non lasciavano passare nessun pensiero. Le abbatté con un unico, doloroso colpo, che le mandò subito una fitta alla testa. I pensieri delle persone presenti nella sala si riversarono nella sua mente. Le voci si sovrapponevano, rendendole il mal di testa ancora più penetrante. Si tappò le orecchie con le mani in un gesto involontario. Poi si concentrò sulla voce mentale di Spine.

 “…è impossibile. Insomma, una ragazzina così piccola, che sembra uno scricciolo, in grado di leggere le menti di qualcuno? Non ci credo, non ci voglio credere…”

Melinda pronunciò queste parole appena dopo averle sentite nella mente del professor Spine, lui sgranò gli occhi e lei passò al professore successivo, ripetendo i pensieri di tutti, parola per parola. Quando ebbe finito chiese.

“Posso smettere ora? Fa incredibilmente male.”

 La preside annuì, ancora un po’ scioccata dal potere strano della ragazzina. Melinda ricostruì quei muri che tenevano fuori i pensieri dei professori. Si sentì subito meglio, come se qualcuno le avesse dato una pastiglia per il mal di testa.

 “Come hai fatto a sentire Al comunque? Era lontano e avevi i tuoi schermi.”

Chiese James, che osservava Melinda con una nuova luce negli occhi.

 “Dormivo, quando dormo è come se tutte le difese in quel senso cadessero, per questo spesso vivo i sogni degli altri ed è per questo che Al ha potuto raggiungermi, i suoi pensieri erano fortissimi e le mie difese erano deboli, se fossi stata sveglia probabilmente l’avrei percepito come un ronzio all’orecchio e l’avrei ignorato.”

In quel momento venne spalancata una porta, entrarono nella sala due signori piuttosto giovani, che si gettarono ad abbracciare Al. Melinda approfittò della distrazione per sedersi su una sedia che trovò di fianco al letto. L’uomo, che immaginò essere il signor Potter, assomigliava in modo impressionante a James tranne per gli occhi, verdi quelli del più vecchio, azzurri quelli del più giovane.

“Harry, che piacere rivederti nonostante la situazione poco gradevole!”

Disse la preside Mcgranitt. Tutti gli insegnanti salutarono con rispetto quel ragazzo, nei loro occhi scintillava una luce strana, come di chi sta incontrando la sua celebrità preferita. Melinda si chiese cosa avesse fatto di così importante quell’uomo. La signora Potter si avvicinò a Melinda e le strinse la mano.

 “Grazie per quel che hai fatto, sono Ginny Potter, la madre di questi due scapestrati.”

 E carezzò la testa ai suoi figli. Melinda sorrise alla signora nello stesso istante in cui decise che le stava simpatica. Venne a salutarla anche Harry Potter che le strinse la mano. Si guardarono negli occhi per un momento che parve infinito.

“Questa ragazza ha lo stesso sguardo di Silente, quanti ricordi.”

Melinda aggrottò le sopracciglia, non era la prima volta che le dicevano che i suoi occhi somigliavano a quelli di un certo Silente, che era lo stesso uomo dipinto in presidenza.

“Non è la prima volta che me lo dicono, in che senso?”

Chiese al signor Potter.

“Hai lo sguardo di una persona che pensa molto, che ragiona. In più i tuoi occhi sono azzurri, come quelli del professore e questo aumenta l’effetto di somiglianza.”

 Melinda annuì, in quel momento finalmente capì, non le sembrava una brutta cosa. Sorrise al signor Potter che la ringraziò di aver salvato il figlio più giovane. L’infermiera decise che era il momento si scacciare via tutti, perché Al doveva riposare in pace, essendo debole a causa del freddo che aveva preso e dell’immobilità. La preside invitò tutti i professori e i coniugi Potter nel suo ufficio. James e Melinda si avviarono verso il dormitorio, ma la voce della preside li fermò.

 “Se non ti dispiace, Melinda, vorrei che tu venissi nel mio ufficio, ho un favore da chiederti.”

 La ragazza annuì, tanto un’ora in più o in meno di sonno da recuperare non faceva, oramai, differenza. 


Note dell'autrice

Capitolo corto ma denso, spero vi sia piaciuto! Purtroppo non ho molto tempo, devo studiare, per cui ringrazio velocemente tutti quelli che hanno letto la storia fino a qui e vi saluto con un grosso bacio! A presto Luka

  
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