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Autore: Cathy Earnshaw    06/02/2012    1 recensioni
Alcesti è una giovane donna orgogliosa e intraprendente. Vive con la madre e le tre sorelle minori nella ricca città di Darkfield grazie all'eredità lasciata loro da Sir Merthin, suo padre, Cavaliere scomparso in circostanze non accertate. Ma il vento sta per cambiare. La ragazza sta per intraprendere un viaggio sulle orme del genitore che la porterà a scoprire il potere della magia, il valore dell'amicizia e la forza dell'amore.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella notte non era una notte comune. La luna piena dava un’aria spettrale alla terra dei vivi… per non parlare di quella dei morti. Alcesti si era svegliata nel cuore della notte: aveva la strana sensazione di sentirsi chiamata da qualcosa o da qualcuno, e non aveva alcuna intenzione di ignorare quel segnale. Infondo, Alia era magica, no? Alzatasi, si era spinta nella direzione che il suo istinto le indicava, portandola verso il tetro cimitero della cattedrale, proprio al centro della città. La notte non era serena: a intervalli regolari, nubi sottili oscuravano la luna, dando ad Alcesti un forte senso di soffocamento. Era sola in una città sconosciuta in piena notte: perché non aveva paura? Il cancello solitamente chiuso del camposanto era spalancato, chiaro invito ad entrare. Ed eccola lì, a camminare tra lapidi di maghi e maghe deceduti da anni, secoli… nomi che neppure i loro discendenti ricordavano più. Quanti altri abitanti di Darkfield giacevano in quel luogo? Forse qualche suo antenato riposava lì… I nomi si susseguivano sulle lastre di marmo: Hornett, Crome, Blessed, Smith… Improvvisamente apparve un’ombra. Un’ombra scura si aggirava in quel luogo di morte, un fantasma forse?
Alcesti sapeva che avrebbe dovuto andarsene, ma la forza magnetica dell’ignoto glielo impediva. Il fantasma si muoveva velocemente. Lei lo seguiva silenziosa da lontano. Il lungo mantello nero frusciava tetro contro ai marmi. Faceva venire i brividi. Sembrava però non si accorgesse della folle ragazzina dietro di lui. Dopo aver percorso tre quarti del cimitero, il fantasma si arrestò senza preavviso davanti ad una lapide. Alcesti si fermò poco lontano, senza nascondersi. L’attrazione per quella misteriosa figura era inevitabile. Si avvicinò lentamente alla lapide, fermandosi a pochi metri da lui, che percependo la presenza si irrigidì, per poi voltarsi lentamente… e rivelare che non si trattava di un fantasma, ma del Principe Kysen!
Alcesti rimase impietrita: aveva già avuto modo di mettere alla prova la pazienza del Principe, per constatare che era molto, molto limitata, ed era palese che lei non avrebbe dovuto trovarsi lì, e stava invadendo la sua privacy. Contro ogni aspettativa, Kysen sembrò sollevato. I suoi muscoli contratti per la tensione si rilassarono vistosamente. Le fece cenno di avvicinarsi. Lei esitò, poi obbedì. Quando fu a meno di un metro da lui, tra i bagliori altalenanti della luna poté notare quanto il suo pallore spettrale fosse attraente. La lasciò a bocca aperta. La voce profonda la riportò alla realtà:
- Perché sei qui?-
Non le aveva mai dato del tu.
- Mi… mi chiamavano…-
Gli occhi di ghiaccio del Principe fissi nei suoi, così vicini, le davano i brividi. Doveva distrarsi. Si voltò verso la lapide, oggetto dell’attenzione del fantasma, e leggendo il nome inciso sul marmo i vari tasselli del puzzle cominciarono ad andare al loro posto: Hannah Taylor, la ragazza presa a ostaggio e uccisa da uno straniero proveniente da Darkfield sei anni prima. Ares gliene aveva parlato. Ora capiva l’ostinata diffidenza di Kysen nei suoi confronti.
- Era la tua ragazza?-
- Siamo stati insieme una sola volta. Mia madre e Ares non l’hanno mai saputo-.
- Continueranno ad ignorarlo, Principe-.
Kysen sembrava assorto. Improvvisamente le strinse un polso e, con trasporto, le disse:
- Prega con me, questa notte!-
Il suo sguardo era così penetrante che Alcesti ebbe paura. Era pazzesco pensare di trovarsi in piena notte, sola, in un cimitero, e di incontrarvi l’affascinante erede al trono… Non avrebbe mai potuto rifiutare. Annuì, così il Principe estrasse da una bisaccia che portava sotto il mantello un calice d’oro costellato di rubini nel quale versò vino e latte. Alcesti conosceva quel rito: si praticava anche a Darkfield. Kysen bevve un sorso dal calice, poi lo porse alla ragazza, che ne bevve a sua volta. Il restante contenuto venne poi versato sul terreno davanti alla lapide della giovane, recitando preghiere e invocando le anime dei defunti. Il rito era molto suggestivo compiuto in piena notte. Richiese circa mezz’ora, e Alcesti cominciava ad avere freddo. Nella fretta di uscire aveva indossato solo il suo mantello bianco sopra alla camicia da notte. Notando che tremava, Kysen le disse:
- Hai freddo? Vieni, ti accompagno al castello. È pericoloso uscire di notte di questi tempi-.
Camminarono in silenzio fino al cortile scuro del grande palazzo. Qui, Kysen la salutò con un inchino e scomparve nella notte. 
   
 
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