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Autore: madeforsykes    06/02/2012    0 recensioni
Decise di entrare. Nathan era da solo, su una poltrona in un angolo, con in mano un bicchiere. Probabilmente uno dei tanti che si era scolato, guardando lo stato dei suoi occhi verdi. Bella amava quegli occhi, ma non era preparata a vederli così. Anzi non era preparata a vederlo in quello stato. Se proprio doveva andare male, almeno voleva poggiare un’ultima volta le labbra sulle sue, tanto poi, se ne sarebbe andata.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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And if I fall my heart holds on to you;


«Ehi quella mi sembra un’insegna gialla! Ci siamo!» affrettarono il passo e caricarono le valigie su un taxi completamente bianco sotto l’attento sguardo del proprietario e si avvicinarono urlando «all’aeroporto!»
L’uomo dall’aspetto trasandato salì in macchina e sempre in silenzio continuò a guidare verso l’aeroporto.
«Fanno 34 e 50»
«Ecco a lei.» disse irritata Bella.
«Parla solo per chiedere soldi quello?!» esclamò una volta scesa dal taxi.
«Non lamentarti e corri!» rise Chanel. Col fiatone e quasi completamente svestite si presentarono al banco prenotazioni.
«Salve! Volevamo sapere se erano disponibili due posti turistica per Londra.»
«Siete fortunate ne sono rimasti soltanto tre! Il volo parte fra quarantacinque minuti ecco.» disse gentilmente la ragazza porgendo i biglietti.
«La ringrazio» incalzò Chanel porgendo le loro carte di credito. ‘’Almeno non sapremo quanto diavolo abbiamo speso ’’ bisbigliarono. I quarantacinque minuti volarono al check-in. «Ti rendi conto della pazzia che stiamo per fare?»
«Sì ed ancora non ci credo!» squittì di felicità Bella.  

Varcarono il portellone dell’aereo sedendosi rispettivamente  nei posti B-16 e H-27. Non erano vicine, ma stavano andando a Londra!  L O N D R A!  Bella si addormentò quasi subito con le cuffie dell’i-pod nelle orecchie mentre Chanel era presa da un libro che stava leggendo. Le due ore e mezza di viaggio non sembrarono neanche essere cominciate.  E in men che non si dica erano a Londra. Recuperarono le valigie, ma per un momento rimasero estasiate dalle voci degli inglesi.
«Okay ora troviamo un taxi che ci porti al nostro albergo e poi usciamo! E’ solo mezzanotte grazie al fuso orario.» disse entusiasta Chanel.
«Aspetta aspetta. Quale Hotel?» Bella aveva gli occhi completamente dilatati.
«Quello che naturalmente ho controllato io mentre eravamo in volo! Eccone uno! Corri!» Continuò Chanel.
Entrambe si fiondarono nella direzione del taxi giallo e caricarono le valigie. Ora veniva il momento di sfruttare tutto l’inglese che conoscevano.
«Salve, può portarci al Palace Trim Hotel?»
«Certamente!» Le due ragazze si affacciarono dal finestrino ammirando i lampioni e le classiche ma rare cabine telefoniche rosse.
«Siamo arrivati! Fanno 15 sterline.» «Grazie!» disse Bella consegnando i soldi cambiati all’aeroporto.
«Andiamo alla reception dai sbrigati!» strillò Chanel.
«Okay arrivo!» rispose stizzita la bionda.
«Salve volevamo sapere se avevate una camera libera?» La vecchietta le guardò da sotto gli occhiali a luna e con uno sguardo maligno chiese
«una?».
«Si una.» rispose irritata Bella.
«Ecco a voi. Fanno 10 sterline al giorno compresa la colazione.»
Le due ragazze biascicarono un  grazie e corsero nella camera. Aprirono la porta, dando vita ad una visione un po’ lugubre, ma non ci badarono. Lanciarono le valigie in un angolo, presero due vestiti molto corti, scarpe col tacco, borsetta  e si cambiarono. Si truccarono velocemente e poi si avviarono per le vie di Londra.
«Ma dove stiamo andando?» chiese spazientita Chanel.
«Ancora un po’ e ci siamo.»
«Non che non mi fidi, ma onestamente, non sei mai stata a Londra, come diavolo sai d..»
«Eccoci!» La interruppe la bionda. Un’enorme scritta rossa e lampeggiante le sovrastava. The Ministry Of Sound.
«E’ il locale più famoso di Londra.» esordì Bella lasciando a bocca aperta l’amica.
«Mentre eravamo sull’aereo mi sono presa la briga di prenotarci due biglietti per entrare.Come vedi non sei l’unica che sipreoccupa » a questa affermazione Isabella schioccò un occhiolino all’amica.  
Si avvicinarono al bodyguard che freddamente disse ‘’nome?’’.
«Isabel Smith. Due biglietti.» 
«Potete passare.» e con l’enorme mano tolse la corda rossa che bloccava l’accesso lasciando sbalordita l’enorme folla che cercava di entrare.
«Hai mentito sul tuo nome Isa?»
«Diciamo che ho omesso di dirgli il mio vero cognome» sdrammatizzò la ragazza. Appena  entrata, il suo sguardo si posò su un ragazzo sul palco, che stava suonando il pianoforte e cantando. Indossava un giubbetto di pelle marrone ed un cappello bianco come la maglietta della NY.
«E’ bizzarro vedere in una discoteca uno che suona il pianoforte!» sghignazzò Chanel. Ma Bella non la stava ascoltando. Era come estasiata dalla voce del ragazzo e si avvicinò lasciando la ragazza in piedi come un salame.
«Chanel?»
«Sì Isa?»
«Credo di essermi appena innamorata!» disse quasi sbavando.
La mora alzò lo sguardo e scrutò il ragazzo al pianoforte. «Non è male. Perché non vai a parlarci dopo che ha finito di cantare?»
«Ma sei scema? Non mi cagherà mai.»
Nel frattempo il ragazzo aveva smesso di suonare. Fece un debole inchino mimando un grazie e scese dal palco. Si sedette al bar.
«Un applauso al ragazzo! Ed ora andiamo avanti con la serata karaoke!» strillò un uomo dall’aspetto molto curato.
«Isa ho appena visto il padre dei miei figli, ti dispiace se..»
«Vai pure!» rise Isabella vedendo l’amica avvicinarsi ad un ragazzo moro, alto e magro.
‘’Okay Isa fatti forza. Vai li e siediti vicino a lui. Almeno gli starai a meno di trenta centimetri. Meglio di niente.’’ Pensò tra sè e sè.  Si mosse sinuosamente fino allo sgabello accanto a quello del ragazzo.
«Posso o è occupato?» chiese timidamente Bella.
«E’ tutto tuo.» rispose il ragazzo facendole l’occhiolino.
«Io sono Nathan comunque. Piacere.» le tese la mano e le sorrise.
«Io mi chiamo Isabel ma preferisco Bella.» La ragazza appoggiò la mano su quella di Nathan che con delicatezza la baciò da perfetto gentiluomo.
«Hai una bellissima voce Nathan.» ruppe il ghiaccio la ragazza.
«Grazie Bella.» Pronunciò l’ultima parola con particolare malizia. Le guance della ragazza avvamparono.
«Non sei di queste parti vero? Lo deduco dal tuo accento» disse Nathan con poco tatto.
«Ehm infatti sono Italiana.»
«Davvero? Amo le ragazze italiane.» le schiocco un altro occhiolino.
Okay era chiaro. Ci stava forse provando?
  
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