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Autore: Fflang    06/02/2012    1 recensioni
Fare sesso per la prima volta e rimanere incinta,decidere di andare avanti come se niente fosse. La paura di non farcela, la voglia di lasciare tutto e tutti. La storia di un piccolo segreto destinato a diventare sempre più grande.
Le cose cambiano, a volte talmente in fretta che non ci accorgiamo di nulla... però dobbiamo essere pronti, dobbiamo essere pronti a pagare le conseguenze delle nostre azioni. Perché le persone nascono e muoiono, gli amori finiscono e il mondo va avanti.
Storia rimessa con questo nuovo account. :)
Genere: Commedia, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 7

 

PovCharlie

-Allora Charlie, quando avresti avuto intenzione di dirmelo?- mi domanda Matt sorridendomi cattivo e freddo. Lo fisso con le lacrime agli occhi. -Dirti cosa?- gli domando confusa. Lui ride cattivo. - Non sono un'idiota Charlie. Cosa credi che non l'avrei capito?! Dimmelo, cazzo!- urla prendendomi per le spalle. -Io non ho niente da dirti. Tu però forse avresti dovuto dirmi che ti saresti sposato.- urlò spingendolo via da me. Mi guarda infuriato e si avvicina velocemente a me stringendomi i polsi. -Già forse avrei dovuto. Ma tanto ormai non ha più importanza visto e considerato che la mia 'ragazza' aspetta un figlio da qualcun'altro.- mi dice freddo stringendo sempre di più. Inizio a piangere. [... se ami tuo figlio e se ami te stessa... farà di tutto per separarti da lui... non è la vita che volevo per me e per mio figlio...Scappa..].

Annuisco e lui si allontana da me. -Hai ragione, avrei dovuto dirtelo. Mi dispiace di averti tradito e mentito.- dico abbassando lo sguardo. Lo vedo alzare la mano per colpirmi ma si ferma. -Nonostante io ti odi, e tu non sai neanche quanto, non ho il coraggio di farlo.- sussurra guardandomi.

Si volta lentamente e inizia a camminare. -Mi hai deluso.- mi dice e poi sparisce su per le scale della metropolitana. Si allontana da me. Da noi. Lentamente inizio a scivolare per terra. Mi prendo la testa tra le mani e inizio a piangere. -Ti senti bene?- mi domanda un signore. Scuoto la testa senza dire una parola. -Vuoi che chiamo qualcuno?- mi domanda ancora. Scuoto la testa. -Hai dei genitori?- mi domanda. Annuisco. Papà. Tra un po' andrà via anche lui. -Vuoi che li chiamo?- scuoto la testa e cerco di alzarmi. Il signore mi aiuta a rimettermi in piedi. Lo osservo. È preoccupato per me. Sorrido. -Grazie. Adesso sto bene.- dico dandogli le spalle e iniziando a camminare. Accendo il telefono. 10 chiamate perse. 8 di Ian. 1 di Alex e 1 della mamma. Chiamo quest'ultima. -Tesoro dove sei? Stai bene?- dice la mamma terrorizzata dall'altra parte del telefono. -Verresti a prendermi?- le domando. -Certo, certo dimmi dove sei.- risponde velocemente mentre la sento aprire la porta di casa e salire in macchina -Sono alla stazione della metropolitana.- dico riattaccando il telefono. Mi siedo su una panchina e aspetto la mamma.

 

PovMatt

Sono sdraiato con Alex sul mio divano quando il mio migliore amico irrompe in casa come una furia e completamente bagnato. Alex mi fissa preoccupata e io ricambio con il suo stesso sguardo. Ci alziamo lentamente. -Io vado a casa e chiamo Charlie. Fammi sapere cosa è successo.- mi dice baciandomi e sorridendomi triste. Mi volto dopo aver chiuso davanti e mi ritrovo Ian davanti. È distrutto. -Amico, che ti è successo?- domando preoccupato. -Charlie.- dice freddo. -Che l è successo?- domando stranito dal suo tono. Si volta di scatto verso di me tirando fuori un foglio fuori dalla tasca dei jeans. Lo guardo. -Che cosa è?- domando. -Leggilo.- mi dice solo alzandosi e andandosene. -Test di paternità.- leggo ad alta voce. Leggo la risposta del referto. Negativo. Ian non è il padre del figlio di Charlie. Mi irrigidisco. Ian torna dalla cucina con una birra. -Che hai intenzione di fare?- gli domando. -Quello che avrei sempre dovuto fare. Quello che so fare bene. Lo stronzo.- mi risponde scoppiando a ridere. Scuoto la testa. Le cose stanno peggiorando. E troppo. Però se Charlie ha davvero mentito, posso solo stare al fianco di Ian come ogni amico farebbe. Lo abbraccio. -Allora dove andiamo?- gli domando. Mi sorride. -Tu resti a casa perché sei fidanzato. E io resto con te, perché credo di essermi preso qualcosa sotto il diluvio che c'è la fuori.- mi risponde scoppiando a ridere e io lo seguo a ruota. -Bene. Allora direi pizza e partita.- dico andando a buttarmi sul divano con il telefono seguito da Ian. Che per un piccolissimo istante si perde nel vuoto.

 

PovAlex

Corro come una disperata per le strade. Devo arrivare subito da lei. Busso ripetutamente alla porta per farmi sentire. Alyssa, la mamma di Charlie mi apre la porta con le lacrime agli occhi. -Alex, io non credo..- inizia a dire. -Non si preoccupi, mi ha chiamata lei.- le spiego così annuisce e mi fa entrare. Sto per salire ma mi ferma. -Alex, falla calmare. Non farla andare via.- mi dice triste. Annuisco e corro in camera sua. Apro la porta. Charlie e seduta per terra con in mano una foto. Entro lentamente, mi siedo al suo fianco e l'abbraccio. -Dovevo farlo? Capisci? Devo proteggerlo!- mi dice singhiozzando. -Charlie non capisco spiegami.- le dico scuotendola leggermente. Si alza in piedi e apre l'armadio tirando fuori una valigia. -Che stai facendo?- le domando urlando. -Devo andare via da qui.- mi dice infilandoci tutti i vestiti come capitano. Le prendo la testa tra le mani. -Charlie parlami.- le dico preoccupata. -Il bambino non è di Ian.- mi dice. Sgrano gli occhi. -Che vuol dire che il bambino non è di Ian??- le domando scioccata. -Quello che ho detto. E adesso se non ti dispiace, io farei i bagagli.- mi dice fredda. -Spiegami perché l'hai fatto.- le domando senza guardarla. Non riesco a crederle. Non l'avrebbe mai fatto. E poi le parole di prima non mi convincono. -Perché sì.- mi risponde. Quello che temevo. -Mi dispiace Charlie. Io non ti credo.- dico fermandola per un polso mentre sta per uscire dalla porta. -Ti scongiuro, Alex. Lasciami andare.- mi supplica lei. Che sta succedendo? -No, se non mi dici subito cosa sta succedendo.- dico tirandola indietro e mettendomi davanti alla porta. Lei abbassa la testa. -Ho parlato con la madre di Ian. Mi ha detto che se amavo mio figlio e me stessa me ne dovevo andare. Perché, perché la vita con Lui non era sicura.- dice lievemente. -Charlie non è vero. Lui ti ama. Lo sai.- le dico abbracciandola. -Lo credevo anche io. Finché non mi ha urlato contro che gli avevo mentito e che il bambino non era suo. Alex capisci? Lui non si fida di me. E bastato così poco per allontanarlo da me, da noi. Non posso pensare più a me stessa, lo capisci, avrò un bambino. È lui la mia vita adesso.- mi dice. Rimango ferma immobile senza dire una parola. Sorride triste e mi abbraccia. - Ti voglio bene, amica mia. Davvero. Ma non posso restare.- mi sussurra al orecchio. Annuisco. -Dove andrai?- le domando. -Da un amico.- mi dice sorridendomi.

Scendiamo giù dalle scale. I suoi genitori sono lì ad aspettarci. -Hai proprio deciso allora?- le domanda suo padre. Lei annuisce e lo stringe forte. -Mi dispiace, papà...proprio adesso che..- inizia a dire ma lui la ferma. -Shh, hai fatto la cosa più giusta piccola. Stai facendo quello che ogni persona farebbe in questo momento.- lei dice lui accarezzandole la guancia. Charlie si volta verso la mamma e scoppiano entrambe in lacrime. -Mamma! Mamma!- dice lei piangendo e singhiozzando. Alyssa le accarezza i capelli. -Sarai una buona madre angelo mio. Sei forte. E questo non è un addio. Verremo a trovarti. Ci saremo sempre per

voi. - le dice lei sorridendole e asciugandole le lacrime. Suo padre prende la valigia e seguito da noi due la carica in macchina. Charlie sale in macchina e io la guardo. - Ti voglio bene scimmietta. Non te lo scordare. - mi dice lei sorridendomi. Sorrido anche io. -Io non mi dimentico. Però non lo fare neanche tu.- le dico piangendo. -Non posso dimenticarmi di mia sorella.- mi dice sorridendomi dolce. Annuisco e la macchina si accende. -Alex?- mi chiama mentre inizio a camminare. Mi volto. Mi guarda. -Non lo dire a nessuno.- mi dice triste. Annuisco. E il minimo che io possa fare. - Scusami.- mi dice. La guardo e scuoto il capo negativamente. Ma non mi può vedere ormai la macchina è già partita. Lei se n'è andata chissà dove, con il suo bambino, il bambino di Ian. Anche se lui non lo sa. Non lo deve sapere. E quindi neanche Matt lo deve sapere. Mi prendo la testa tra le mani. Come faccio a mentirgli? Come faccio a mentire al mio ragazzo?

 

PovCharlie

E' successo tutto così in fretta, amore mio devo amarti...o devo odiarti? Mi accarezzo la pancia. Papà posa la sua sulla mia e mi volto verso di lui. Mi sorride. -Andrà tutto bene.- mi dice. Annuisco e poggio la testa sulla sua spalla chiudendo gli occhi. Vorrei tanto che fosse vero. Vorrei davvero che andasse tutto bene. Papà mi scuote leggermente. Sono stanchissima e sono le otto di sera. Sospiro e mi alzo dirigendomi verso la zona d'imbarco. Mi volto e papà mi sorride alzando la mano in segno di saluto e annuendo. Sorrido e mi volto. Salita sull'aereo mi siedo al mio posto vicino al finestrino. Guardo fuori. La pioggia continua a cadere da ore. Mi manchi amore mio. Mi manchi di già e non sono ancora andata via. Sto male e non riesco a credere di averti perso per l'ennesima volta, l'ultima; il tempo passerà e ho paura che cancelli tutto...paura sì, ma forse anche bisogno. Sì, perché ho bisogno di dimenticarti. Non posso vivere attaccata al tuo ricordo. Non adesso che devo prendermi cura del nostro bambino. Quel bambino che non vedrai mai crescere. Ma è giusto così. È per il bene di tutti. Le persone compiono dei sacrifici per se stesse e per la propria vita. Io lo compio per te. Perché sei tu la mia vita. Tu e il nostro piccolo. Adesso mi odi, e fai bene. Sarà tutto più facile. Io non ti odio, non ci riesco. So che sarebbe più semplice. Non ti sei fidato di me. Forse hai anche un po' di ragione. È difficile lasciare il proprio mondo di colpo come hai fatto tu. Per me. Forse il nostro amore non era poi così forte come tutti credevano. Come io credevo. Da quando ti conosco ti vedo in ogni cosa bella che mi colpisce gli occhi. Sei un brivido che mi percorre da mattina a sera, sei il desiderio di vedere il mondo solo per potertelo raccontare, sei un bisogno continuo, la sete assurda dei tuoi baci, lo stupore di aver vissuto 17 anni senza conoscerti e la paura di vivere i prossimi senza più averti. Volevo ringraziarti per avermi insegnato a sorridere veramente, perché a te piaceva che lo facessi, e adesso, ogni volta che sorriderò a un amico, a una cassiera, ad un passante, a nostro figlio, lo farò col cuore perché in realtà sto sorridendo a te. Volevo che sapessi che mi hai fatto sentire la regina del mondo, perché eri il mio re. Adesso non sto più così male per averti perso, invece mi sento felice, ricca e unica, più di quelli che solitamente invidio per la loro serenità, perché il tarlo che mi rode, il sentimento che mi infiamma, il tormento che mi tiene sveglia…hanno tutti il tuo viso, le tue sembianze, e li adoro come adoro te. Da ora in poi dovrò essere forte, sarò una buona madre. Amerò mio figlio come amo te. Forse mille volte di più. E per questo ti dico grazie amore mio, grazie per avermi lasciato, anche se inconsapevolmente, il regalo più bello che avessi mai potuto desiderare.

Addio, Ian.

 

PovAlex

Entro in casa di Matt completamente fradicia sotto il suo sguardo divertito. -Buona sera pulcino.- mi dice scoppiando a ridere. Annuisco seria senza ridere. -Che succede?- mi domanda. -Come se non lo sapessi.- dico incazzata. -Charlie?- mi domanda. -Si Matt, la mia migliore amica. Sai è appena andata via. È appena salita su un dannatissimo aeroplano diretta chissà dove, da sola, con il suo bambino. Lontana dalle persone che ama, Dalla sua vita, che è di là nel tuo salotto.- inizio a dire sull'orlo delle lacrime. -E non fare il finto tonto con me, so benissimo che Ian è qui. E che ti ha detto tutto. Ma sai Matt, voi non sapete niente. Ne tu ne quel deficiente del tuo migliore amico sapete niente. Niente.- dico riprendendo la giacca. Apro la porta. -Dove vai?- mi domanda il mio ragazzo senza guardarmi. -Vado a casa mia.- dico fredda. Mi ferma per un braccio tirandomi verso di lui. -Alex, piccola, scusami.- mi dice. -No, Matt. Non c'è niente per cui ti debba scusare. Qui, c'è solo da capire. Chi mente e chi dice la verità.- gli rispondo. -Che vuoi dire?- mi dice. Scuoto la testa. -Vado a casa. Ci vediamo domani a scuola.- dico dandogli un baco sulla guancia e uscendo fuori sotto il temporale.

 

PovIan

-Hai sentito tutto?- mi domanda Matt tornando a sedersi al mio fianco. Annuisco. -Che voleva dire?- mi domanda. -Non lo so. Credo che mio padre abbia falsificato il test di paternità.- dico prendendomi la testa fra le mani. Matt sgrana gli occhi. -Ccosaa?- mi dice balbettando scioccato. Mi volto verso di lui tirando fuori il certificato. Gli indico un punto. -Questo non è il mio gruppo sanguigno e questo non è quello di Lei. A quanto pare mio padre non a pagato bene il suo schiavetto per fare il lavoro tutto intero.- sussurro buttando il foglio sul tavolino. -Quando l hai scoperto?- mi domanda. -Quando stavi parlando con Alex.- rispondo. -Va da lei.- mi dice posandomi una mano sulla spalla. -A quale scopo? Mi odia. E non la biasimo per questo. Non mi sono fidato di lei, la persona più importante della mia vita. Non mi merito il suo amore, non l'ho mai meritato. Sono un emerito coglione e lei, lei è semplicemente Lei, i suoi sorrisi sono i miei, le sue lacrime sono la mia morte, i suoi baci la vita.- dico iniziando a piangere. - E allora diglielo. Perché Ian, se c'è una cosa che so è che lei ti ama, e che non vede l'ora che tu corra dai lei a riprenderla per riportarla qui a casa.- mi dice Matt. Mi alzo di scatto. E corro verso la porta. -Dove vai?- mi urla dietro. -Da lei.- rispondo e basta. Matt corre alla porta. -Sei un idiota. Non sai neanche dov'è!- esclama. Rido. -Io no, ma la tua ragazza può scoprirlo!- esclamo correndo alla casa di fianco, quella di Alex.

Matt mi corre dietro ridendo come un deficiente iniziando ad urlare il nome della ragazza fuori dalla sua finestra.

 

Aspettami amore mio, sto vendendo a prenderti.

   
 
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