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Autore: lovesbook    06/02/2012    2 recensioni
Questa storia sarà del tutto inventata ma mi baserò su fatti che la Rowling ci ha raccontato nei suoi libri.
Spero vi piaccia.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il mio sguardo si spostò verso la finestra: fui attratta dal picchiettare delle gocce sopra il davanzale.
Per un attimo, decisi di chiudere il libro e di iniziare ad approfondire l'argomento.
Accesi il mio pc portatile e incominciai a navigare sul web.
"Severus Piton", scrissi.
Cliccai sul primo sito e mi ritrovai la sua foto come sfondo: pelle bianca e capelli color nero corvino. Rimasi con gli occhi fissi sul suo volto per una decina di secondi. Il suo sguardo mi era molto familiare, come se lo avessi già visto da qualche altra parte, il problema è che non riuscivo a ricordare dove.
Provai ad andare indietro nel tempo, ma niente mi riportava a lui.
Col mouse, arrivai fino in fondo alla pagina e vi era una scritta molto piccola, quasi indecifrabile. Misi lo zoom al massimo e lessi: "Severus Piton è stato ucciso da Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.."
"Chi!?" pensai.
"..alias Lord Voldemort".

Ad un tratto sentii un rumore e, a dir la verità, mi spaventai come non mai. Ero presa da quelle foto, da quella storia, e sembrava che fossi entrata in un mondo magico a cui non avevo mai dato tanta importanza.
Leggendo quelle notizie, una cosa era pur certa: nella mia testa si formularano migliaia di domande e se continuavo a leggere ciò che era scritto sul web, esse si sarebbero triplicate.
Per questo spensi il mio pc e ripresi il libro.


"Le spighe di grano sono sempre pronte ad accogliermi"

..Ero davvero così cattivo?
Perché avevo lanciato quell'incantesimo!? Cosa mi era preso!?

La situazione mi era sfuggita di mano, ma quando me ne resi conto era troppo tardi.
Non sapevo se l'avrei più rivista; se avrei più ammirato quei capelli rossi, quel suo bel viso.
Mi allontanai dall'albero e mi sedetti per terra, tra le spighe di grano.
Per tutto il tempo non feci altro che riflettere su ciò che avevo combinato. I miei pensieri furono accompagnati dal fruscio del vento che rendeva l'atmosfera ancora più malinconica.
Quando il sole sparì tra le colline e il cielo era di color blu cobalto, capii che dovevo ritornare a casa.
"Probabilmente i miei genitori mi stanno aspettando" pensai.
Ma mi sbagliavo.
Quando feci ritorno nella mia dimora, notai un bigliettino attaccato davanti alla porta: "Severus, figliolo, siamo molto occupati e non potremo tornare a casa per cena. So che te la caverai, sei un bambino molto intelligente". La scrittura era quella di mia madre, ma non rimasi affatto stupito. Non era la prima volta che restavo da solo.
La porta era già aperta; entrai e mi misi a letto.
Non avevo fame, né sete; volevo soltanto infilarmi sotto le coperte e immergermi in un sonno profondo. "Almeno non pensavo all'accaduto".
Quando mi risvegliai, erano le sette del mattino.
Volevo ritornare al campo per vedere se Lily sarebbe venuta assieme a sua sorella.
Il mio obiettivo era quello di chiederle scusa.
Per questo mi alzai dal letto e una volta lavato e vestito, mi diressi al campo dorato.
Mentre uscivo di casa, mia madre mi chiese dove stessi andando, ma non la risposi.
Una volta arrivato, mi sedetti e aspettai le due bambine. Il tempo scorreva lentamente e i raggi del sole si facevano mano mano più "violenti".
Erano le dieci passate, quando iniziai a sentire alcune voci. Mi alzai di scatto e portando una mano sopra gli occhi, cercai di vedere chi ci fosse.
Le voci diventavano sempre più vicine e quando mi girai scorsi una bambina dai capelli rossi.
La felicità si impadronì del mio corpo quando capii che era lei. Le andai incontro e quando mi vide fece due passi indietro.
«Non aver paura, voglio soltanto chiederti scusa per come mi sono comportato ieri» dissi con voce tremante.
Lily si voltò per guardare Petunia. Non sapeva se perdonarmi o no.
«Non so ancora cosa ci faccio qui, con due esseri anormali. Vado a raccogliere le spighe di grano e poi le porterò alla mamma!» disse con tono altezzoso, Petunia.
Mentre vedeva sua sorella andar via, Lily mi guardò e mi disse con occhi lucidi: "Io ti perdono".
Al suono di queste parole, il mio cuore si riempì di gioia.
«Vieni, ti faccio vedere un panorama spettacolare» risposi.
La portai dall'altra parte del campo, e assieme ci stendemmo per terra ad ammirare le colline soleggiate.
«Come ti chiami?» mi domandò.
«Severus, Severus Piton. E tu?»
«Lily Evans» rispose.
«Sai, secondo me tua sorella è invidiosa»
«Non è vero, Severus»
«Lei non è una maga. E' una babbana!»
«Mia sorella ha sempre detestato coloro dotati di poteri magici. Come ben hai potuto sentire, ci considera dei mostri. Ma non importa!»
Decisi di cambiare discorso. Non volevo provocare altri danni.
«Ti piace il panorama?» chiesi.
«Molto!» disse, sorridendo. «Potresti dirmi che ore sono? Mia madre non vuole che faccia tardi» continuò.
«Non ho un orologio. Però basta guardare la posizione del sole! Ad esempio adesso è mezzogiorno!» le spiegai.
«Mezzogiorno? Come vola il tempo,Severus»
«Sai, mio nonno mi ripeteva sempre che il tempo scorre molto velocemente quando sei con le persone che ami.»
  
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