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Autore: FunnyPink    06/02/2012    14 recensioni
La mia storia, mi dispiace ma non ho saputo trattenerla mi è venuta e ho dovuto scriverla, le parole sono uscite con vita propria.
Edward e Bella sono destinati a incontrarsi, lei non ha avuto una vita facile, vive per strada, neanche lui ha conosciuto subito la felicità, ma l'ha trovata grazie e a Esme e Carlisle, ma quando entrerà nella sua vita Bella...
Sono umani, sono giovani, cosa hanno da perdere, tutto e niente!
Dal -Capitolo 10-:
-Dopo qualche secondo la sua voce mi arrivò agli orecchi
"aiutami, ti prego, Edward, aiutami"
Crollò, le sue gambe cedettero, e sentii, il suo peso scivolare giù, le feci forza sul suo corpo tenendola, in un attimo mi ero chinato, e le avevo passato un braccio dietro i ginocchi, la sua testa stava appoggiata di lato al mio braccio, senza forze, ma sveglia, sentivo il respiro e lievi gemiti
"Edward, ti prego"
"ci sono io, non ti preoccupare ci sono, io, ti aiuto io"-
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ciao benvenuti e ben ritrovati al tg delle.... Ok sto delirando ma il freddo mi è entrato proprio addosso e i neuroni, quei pochi rimasti, stanno giocando ancora con la neve. Dopo tutto ciò sono felice di aver visto ornare qualcuno di noi, mi stavo preoccupando, e un saluto a i nuovi che ogni tanto mi dicono qualcosa, è un piacere come sempre, fare la vostra conoscenza. Ok adesso la smetto di blaterare tanto non ve ne frega,

ci vediamo giù.









Pov Bella







NON E' VERO!”

urlai con tutta me stessa, tanto da tremare.

In verità non stavo tremando per aver urlato troppo, stavo tremando perché avevo paura di aver paura, un concetto un po' complesso forse, ma non volevo essere come mi stavano -accusando-...anzi mi stava.



Era iniziato come un discorso tranquillo, in cui Edward mi proponeva una gita in città per fare qualche acquisto e rimanere a cena fuori. O almeno sembrava innocuo, perché secondo me Edward immaginava qualcosa...lui sapeva già che avrei preferito rifiutare adducendo qualche scusa, più o meno banale, forse non avrei dovuto rifiutare visto che sapevo che forse il suo era un test, ma in parte avevo rifiutato proprio per questo perché lui voleva provare qualcosa, invece io volevo stare con lui, magari anche lui voleva stare con me, ma perché a cena fuori e perché quel ristorante si era rivelato in Main street. Coincidenza? Per la mia mente no, e scommetto che anche il cervello intelligente di Edward avesse calcolato quella stessa via dove ci siamo incontrati la prima volta per provocarmi, non volevo e non mi piaceva.

Lo avevo accusato di essere la sua cavia, di volermi portare a spasso solo per vedere se tolleravo ancora questa città.

Ero stata cattiva lo so, ma lo pensavo in parte era vero, lui si era sentito accusare ingiustamente e avevamo preso a litigare, fino a che i miei toni non erano saliti molto.

Ma ti senti quando parli?”

secondo te voglio farti fare da cavia? Non sei certo un topo da laboratorio, sei la mia ragazza per Dio e pensavo volessi uscire un po'”

certo perché noi andiamo sempre a fare shopping e a cena in Main Street”

No che non ci andiamo, ma proprio per questo volevo andare cafona”

cafona? Cafona lo dici a tua sorella” al quel punto gli era scappata una risatina, il che mi aveva ancora di più innervosita

non ridere stronzo, quando ti fa comodo sono ancora tua sorella”

no che non lo sei Bella...che cazz- questa cosa è assurda, non vuoi venire a New York va bene ok, peccato che ci sei dentro, in ogni caso non voglio testare nulla, volevo solo portarti a cena”

certo e avresti scelto”

ma cavolo è una fissa questa è uno come un altro...non ricordavo nemmeno che fosse una via importante, conosco un ristorante li ci sono stato una volta con una persona”

non voglio sapere dove sei stato con le tue ragazzine”

ehi ma che cazzo centra”

Bella senti cancelliamo tutto, che mi stai facendo incazzare di brutto”

ecco bravo vai...”

ma si può sapere che hai? Hai il ciclo forse, ti ho offesa, volevo uscire, basta, a te non va ok finiamola qui e non la tiriamo per le lunghe, basta, stop, punto e non mi accusare più, neanche io ci sto a farmi trattare così”

non ti sto trattando...ok ho il ciclo ma non conta nulla, dimmi che è vero che magari in parte, volevi vedere se il discorso di Jasper l'altro giorno era vero” sospirò pesantemente alzando le braccia al cielo come a chiedere un aiuto divino...una cosa che mi dava sui nervi

si, ok contenta? Volevo vedere se venivi, adesso che te l'ho detto non vieni lo stesso, rimaniamo qua? Perché il fatto che tu stia lamentandoti di questo test che vorrei farti, mi convince solo che tu hai paura di New York, tanto per intenderci”

tu...tu”

Hai paura di questa città da quando è successa la storia con Newton”

non è vero non è cambiato nulla”

allora hai paura da prima, da quando quella folla rincretinita ti ha assalito”

che cazzo dici no”

secondo me si”

vuoi aver ragione in tutti i modi, mi fai incazzare”

ma ho ragione, e poi sei già incazzata”

certo e parlarmi così mi farà scazzare, ovviamente” rispondo sempre acida alzandomi per la decima volta, finora non avevo fatto altro che alzarmi dal letto e risedermi, lui invece rimaneva in piedi, il volto quasi di pietra e solo pochi sorrisi, ma tutti completamente ironici.

Ok forse mi ero già alzata storta per il ciclo e il mal di pancia, ma lui aveva torto.

hai paura...è normale avere paura, anche io Ho paura...ho paura ad attraversare la strada, ho paura delle chiamate durante il lavoro, ho paura che arrivi un ladro, di essere rapinato, ho un sacco di stupide paure, ho paura anche dei ragni contenta? E tu hai paura di New York”lo disse scandendo le parole a un tono duro accusatorio e li che sboccai urlando

NON E' VERO!”

urlarlo più forte non lo fa sembrare più vero”

ZITTO”

ehi che succede qua moderat-”spuntò dalla porta della mia camera la testa di Jasper serio, l'ultimo che volevo vedere lui e le sue idee ...non avevo paura di New York, c'erano solo dei ricordi che non volevo vivere per ovvie ragioni ma non era una cosa generica, preferivo la città, non sono una fifona io non scappo, non fuggo porca...

levati dalle scatole”risposi lapidaria

Jasper esci subito” rispose altrettanto duramente Edward

ehi calmini state inondando la casa di grida”rispose

è una cosa tra me e lei quindi levati dai coglioni” ripeté lui e finalmente eravamo d'accordo

a parte che il discorso è venuto fuori con me”

Jasper non è il momento fuori...anzi questa è la mia camera quindi fuori tutti e due ho mal di testa” Edward dilatò gli occhi, guardandomi tra lo stupito e l'incazzato, Jasper era appena uscito sbuffando

bene, ti lascio la tua camera”

bene” ripetetti “tra poco scendo a cucinare”risposi più calma

non ti scomodare lo faccio io”

Ed era vero che avevo il mal di testa, e bello forte, urlare e discutere ad alta voce non aveva che peggiorato la situazione.

Mi gettai all'indietro distendendomi sul materasso, osservai il soffitto, cercando qualcosa da fare. Optai per un libro, forse leggere mi avrebbe distratto, calmato e rilassato. Mi alzai di scatto, provocandomi un bel capogiro, e rimasi seduta fin quando la stanza non si fermò, allora mi alzai prendendo il mio libro dalla copertina nera in cui erano presenti le mie mani. Lo fissai un attimo e mi portai al segnalibro.

Dopo un'oretta che stavo leggendo squillò il telefono.

pronto”

Bella buona sera disturbo?”

ciao Fulvio, no stavo leggendo non disturbi”

ti chiamo per la storia di quel libro”

che coincidenza stavo proprio leggendo quel libro”

ahaha brava ragazza, comunque hai l'autorizzazione della casa editrice per rispondere ai fan, ti pregano però di non fare interviste, qualcosa tipo twitter sarebbe perfetto...ti do il loro indirizzo così lo inserisci come following”

io non ho twitter non so nemmeno come funziona”

sveglia devi essere tecnologica Bella, iscriviti e saluta i fan”

ma non so come-”

si impara...se ho imparato io”

tu hai twitter?”

certo io ho facebook, twitter e tutta la tecnologia possibile, uno importante come me...”

perdona se ho dubitato” lo sentii ridere

comunque basta che ti iscrivi con un nickname riconoscibile qualcosa tipo Twilighthands o del genere, e poi cerca questo indirizzo che ti darò e lo aggiungi ai following ossia ai seguiti e mandi un messaggio privato così che ti possono aggiungere ai Follower cioè chi ti segue, ti risponderanno e magari farti pubblicità”

ma veramente io non voglio pubblicità”

nessuno sa che faccia hai Bella, mica ti vedranno in volto, non credo lo sappiano nemmeno quelli della casa editrice, però per loro è pubblicità e poi ci sono un sacco di ragazzine e tanti adulti curiosi di farti domande, tu se non sai rispondere improvvisi o ti neghi...vedrai quanti seguiranno il tuo indirizzo provaci”

quindi se mi iscrivo nessuno saprà...”

nessuno”

e non possono risalire alla mia mail?”

non si vedrà la tua mail, la gente scriverà delle cose a te e potrebbero arrivarti come notifica sulla tua casella di posta ma scriveranno solo sul social network”

Fulvio stai usando un po' troppi termini tecnologici insieme, follower, following, social network”

E' twitter ha i suoi termini, come “tweet” sono i messaggi, detti anche cinguetti, visto che il simbolo è un uccellino, retweet, vuol dire copiare un messaggio qualsiasi e mostrarlo ai tuoi follower, magari qualche messaggio carino, o qualcosa con cui sei d'accordo, io ho retwittato un sacco di complimenti sul tuo servizio fotografico del dépliant, e ci sono diversi giornali autorevoli.”

credo di essermi persa a cinguetti...” lo sentii ridere ancora, mentre io ero confusa

dagli un'occhiata va bene? E aggiungi anche me mi raccomando, poi impari facendo pratica, e comunque c'è il FAQ”

aaaah basta stop stop, non dirmi nessun altro termine o non capirò una mazza”lo fermai prima che cominciasse

ahaha sei davvero simpatica” si oggi in particolare pensai sarcastica “adesso ti lascio devo aggiornare anche facebook e poi ho delle chiamate da fare

ti lascio alla tua tecnologia, quando sarai risucchiato tipo tron non venire a chiamarmi però”

promesso, ciao Bella alla prossima, che spero sia presto”.

Sentii bussare alla porta proprio mentre stavo salutando Fulvio

avanti” ne apparve Edward, era serio e il suo tono formale mi disse che ce l'aveva ancora per prima

scusa se interrompo la chiamata, dove hai messo lo strumento per tritare il prezzemolo?”ci pensai su

era solo Fulvio, l'ho usato ieri è possibile che sia ancora dentro il lavastoviglie, non l'ho scaricato oggi”

ok...”fece per richiudere

aspetta!...hai, ti serve il computer?”

no sto cucinando, puoi prenderlo sta in camera mia, ma tra mezz'ora poco più si mangia”

ok”

ok”

Due ghiaccioli sarebbero stati più caldi di noi.

Presi lo stesso il computer e mi misi a cercare di capire come funzionava twitter.

La cena fu particolarmente silenziosa, ne io ne Edward aprimmo bocca, ma non fu questo a darmi noia quanto le occhiate di Alice che vagavano da me e lui, come se stesse guardando un dibattito...ma dato il nostro silenzio era solo irritante.



Finite le mie mansioni tornai in camera mia, finii di guardarne il funzionamento, e feci qualche ricerca su google, si parlava davvero di me, insomma delle mie mani, qualcuno diceva bene, qualcuno male, qualcuno le aveva già taroccate. Così feci come mi aveva detto Fulvio, insomma quasi...feci un nuovo indirizzo mail, non si sa mai, e mi iscrissi a twitter con il nome suggeritomi, poi trovai la casa editrice e fulvio stesso, mandando un messaggio a tutti e due, neanche un'ora dopo entrambi avevano twitterato il mio indirizzo come “le mani della copertina di twilight” e mi arrivarono una lunga serie di follower una di seguito all'altra non so se fosse normale. Fioccarono anche i messaggi dove mi chiedevano il nome, se fossi una modella, se fossi una fan, quale dei protagonisti preferissi e diversi complimenti per le mie mani, una di questi mi chiese che tipo di crema per le mani usassi per avere questa pelle.

Mi scappò letteralmente da ridere perché non ricordavo di aver mai usato una crema per le mani in vita mia e lo scrissi. Proprio mentre stavo ridendo, la porta si socchiuse, ne apparve la testa di Edward, si stupì di vedermi ridere, e aggrottò anche le sopracciglia

ho fatto come ha detto Fulvio e mi sono iscritta a twitter vogliono sapere qual'è la mia crema per le mani”

oh...interessante peccato che non la usi”

no infatti è assurdo”

già”

beh...io ero solo venuto a darti la buonanotte”

Alle sue parole congelai sul posto, guardandolo...beh stranita, perché ero stranita, mentre lui sembrava a disagio.

Perfetto, ci mancava solo questo, si è offeso ed adesso dorme in camera sua.

bene...buonanotte” ripeté guardando sempre a terra stavolta, non riuscivo a crederci che lo stesse facendo davvero, era per ripicca?

Spiccicai a malapena un balbettato

'n-notte”prima che la porta si richiudesse.

A quel punto non sapevo che fare, mi guardai attorno e in un attimo la stanza mi parve più buia e più grande

Voleva dimostrarmi qualcosa? aspettava che dimostrassi quanto fossi debole? Io non ero debole, e non avevo paura!

Mi misi il pigiama e mi infilai sotto le coperte, il computer a farmi compagnia sulle gambe.



L'ultima volta che avevo controllato l'orario erano le 1:00 di notte, e ancora ricevevo dei messaggi e ancora stavo cercando di rispondere a tutti.

Quando ebbi risposto a tutti aimè fissai la sveglia ed erano le 3.

Non sapevo se pensare che fossero già le 3 o ancora le 3.

Spensi finalmente il computer. E provai a distendermi, magari sarebbe arrivato il sonno.

Ma l'unica cosa che feci fu osservare il soffitto e fissare una crepa nell'angolo, continuare a controllare la sveglia, l'ultima volta aveva segnato le 4:03 incredibilmente forse sfinita dovevo essermi addormentata, quando aprii gli occhi, sobbalzai sulle coperte scure, e mi volsi trovai la sveglia segnare le 6:11.

Troppo presto, ma la consapevolezza che non avrei dormito mi spinse a sedermi nelle coltri accendere la lampadina e il computer. Avevo ricevuto altri messaggi con mio stupore venivano dall'Europa.



Scesi giù quando sentii movimento nel corridoio, porte chiudersi e aprirsi.

Non lo avrei mai ammesso ma stavo soffrendo di solitudine.

Trovai Alice salita su una sedia per prendere un pacco di cornetti troppo in alto.

La aiutai, e misi il caffè nel filtro lasciandolo uscire per tutti come ogni mattina.

Come stai sei un po' pallida, ti senti bene?”

Si va tutto bene, non ho dormito benissimo”

hai parlato poi con Ed-”

no e Alice per favore...” le lascia intendere che non doveva immischiarsi

pochi secondi dopo scese Edward seguito da Jasper.

buongiorno” dissero, mi trovai davanti Edward, ci fissammo un attimo negli occhi, provai ad abbozzare un sorriso, ma ne uscì una smorfia, stesso copione per lui. Gli lasciai spazio e finii la colazione seduta a tavola, ben presto Alice corse via. Jasper prese una borsa in cui teneva dei fogli e si incamminò verso l'ingresso, Edward perse tempo, me lo trovai ancora davanti volevo dire qualcosa ma non seppi che cosa dire.

Cosa si aspettava che confessassi, che dicessi di avere tutte le colpe?

buona giornata” mi uscì, triste, brutto, formale

anche a te” rispose di rimando, sospirando pesantemente e uscendo con Jasper, visto che avevano lo stesso turno.



Chiusa la porta, ascoltai lo scricchiolio dei sassolini con le ruote, e allora mi lasciai andare in vari modi, corsi in salotto gridando di rabbia e frustrazione, afferrai un paio di cuscini scaraventandoli dall'altra parte della stanza e presi a cazzotti lo schienale. Salii in camera sua e stessa cosa feci col suo letto, finché ansimante non mi ci abbandonai sopra. Solo allora lo rifeci, rimisi a posto anche il mio, controllai camera dei ragazzi e scesi giù, pulii i pavimenti di cucina e salotto, e poi mi rimisi al computer, i miei follower erano triplicati, ma stavolta l'entusiasmo era decisamente minore, mi tenne però occupata, non pranzai e feci finta di nulla quando passarono le una senza che io mettessi niente sotto i denti. Edward non chiamò, papà aveva avuto il turno di notte e avrebbe dormito quasi tutta la giornata, Rose aveva il bambino ammalato e forse anche lei stava dormendo visto che la notte non dava pace.

Ascoltai la casa perfettamente silenziosa e troppo grande.

Io sono forte” mi dissi da sola pronunciando le parole ad alta voce come se avessero più valore, non dovevo convincermi io lo ero, potevo e avevo già affrontato i miei mostri.

Si”

bene, vuole una dimostrazione” andai dritta all'ingresso, presi l'elenco telefonico e trovai ciò che mi serviva, perfetto.



Stringevo meticolosamente le labbra le una contro l'altra nella speranza forse di non vomitare, o forse di non gridare all'autista -Torni immediatamente da dove sono venuta!- che da quando ero partita avevo una gran voglia di pronunciare.

Per tenere occupata la mente intanto stavo snocciolando epiteti davvero poco carini e sicuramente diffamanti contro quello stronzo, era uno di questi, del mio ragazzo.

Ne stavo inventando di nuovi e di davvero carini che avrei sicuramente ripetuto a lui in persona, se fossi riuscita a dischiudere le labbra ovviamente.

La frenata un po' brusca di questo incompetente di autista mi risveglia avvertendomi che siamo arrivati.

Ci siamo! Pago l'uomo senza spiccicare mezza parola e sforzando il mio corpo esco dal mezzo.

L'uomo se ne va via quasi sgommando, davvero pessimo.

C'è gente attorno a me il classico viavai di persone che varca il pronto soccorso ogni giorno, tutte incappucciate dal freddo che da stamani sta gelando l'America, senza portare però ancora la neve.

Si stava bene a casa, al calduccio, con una bevanda calda in mano, si stava bene al sicuro e io mi sono intestardita di voler venire, di voler dimostrare...ancora una volta mi svuoto mentalmente di epiteti carini, e visto che ormai ci sono darò questa dimostrazione.

Dimostrazione che riuscirei più facilmente a fare se riuscissi a mettere in fila un piede dopo l'altro e camminare dritto. Le gambe sono pesanti e i piedi dei macigni.

Io sono forte, io ce la faccio, New York non mi fa paura” ancora un volta provo a ripeterlo ad alta voce, per quanto possa essere alto il mio singulto che ne esce, ma è l'unica cosa che riesco a pronunciare.

Forse non sono così forte come penso non ho ancora fatto mezzo passo, un'auto imbocca velocemente questa strada, arrivandomi quasi addosso all'improvviso, mi spavento e lui suona, obbligandomi a spostarmi e a compiere i primi passi da quando sono arrivata. Poco più in là quella strada...

Non la guardo, non ci penso, ho un obiettivo solo e tanto vale che sono che vada da Edward. Mi mordo il labbro, voglio muovermi ma non ce la faccio e mi odio, perché io non sono debole, non sono così, stringo allora anche i pugni infilando le unghie nel palmo

cazzo” strillo pronunciando le prime parole comprensibili.

Faccio un passo, poi un altro e faccio forza contro di me, come se mi stessi costringendo, come se facessi violenza sul mio istinto, volto il viso stavolta e guardo quella strada, e mentre imbocco quella che mi porterà da Edward, mi escono delle lacrime.

Strizzo gli occhi strofinando la manica del giubbotto per toglierle, sarò un panda adesso.

Due, tre, quattro passi in un paio di minuti, a rilento mi sforzo, di nuovo un mezzo, un'ambulanza che arriva da questa strada mi obbliga a muovermi di lato spostandomi dal mezzo di strada.

Devo togliermi di qui il più in fretta possibile, è allora che invece del passo indeciso, parto a camminare velocemente rasente il muro, con i polpastrelli che sfregano il muro, sporco e ruvido come un cieco che ha bisogno di un appoggio per seguire la via.

E' a tre metri dalle prime ambulanze che finalmente rallento.

E' tutto come la scorsa volta, manca esattamente la stesso mezzo dal parcheggio, e sempre sullo stesso si sta lavorando per fare non so cosa.

E' come un grosso e doloroso deja-vù.

Cammino perdendo tutta la fretta e il vigore, infilandomi tra due mezzi, mi accorgo di non essere ben salda in terra quando la suola della mia scarpa striscia sull'asfalto. Capisco di star mordendomi il labbro solo quando provo veramente dolore. Camminando continuo a toccare intorno a me qualsiasi cosa, quasi dovessi avere sempre un appoggio, il che non è affatto una cattiva idea perché potrei cadere da un momento all'altro.

Le mie parole mantra, sono un eco debole nella mia mente “Io sono forte, io ce la faccio, New York non mi fa paura” le ripeto più che abitudine, perché mi rendo conto di AVERE paura, ma di non volerla. Non la voglio io sono Bella, io sono quella che guarda sempre avanti.

Quando varco la soglia della porta per la seconda volta nella mia vita, credo di poter dire di stare davvero male. Il fatto di non aver nessun appoggio attorno a me peggiora tutto.

Avanzo di qualche passo incerta guardandomi attorno

ma che cosa...” sento pronunciare non lontano da me

Mi volto e nello stesso momento qualcuno che sta uscendo dal famoso corridoio alza lo sguardo incontrando me e il mio sguardo, è allora che vedo il suo stupito e gli occhi allargati, lo vedo correre e venirmi in contro, si ferma a un passo, da me, sembra allungare una mano per afferrarmi, esserne tentato ma non farlo, non so se per paura

Isabella, che ci fai qui?”

B-black” balbetto tanto da accorgermi solo adesso di stra tremando “J-jacob dove...dov'è lui”

E' qua...” si volta come a cercarlo con lo sguardo allungando il collo ma senza spostarsi di qui, la mano sempre protesa indecisa se farlo o no.

CULLEN...EDWARD!” grida improvviso e io trasalo quasi sollevandomi da terra.

Nello stesso punto dove era apparsa la figura di Jacob quando l'ho vista, appena svoltato dal corridoio, appare la sagoma familiare di Edward.

Anche lui trasale al grido, e anche lui stupito accorgendosi della mia figura corre velocemente verso di me, solo che a differenza di questi quando mi raggiunge, mi afferra subito stringendomi con forza.

E' allora che trovando finalmente un appoggio forte, più stabile dei piedi smetto di tremare convulsamente.

Bella!” pronuncia il ragazzo, passando una mano dal mio collo, alla fronte, mi scosta i capelli, mi accarezza il braccio, mi guarda interamente come a verificare che sia io e che sia del tutto intera, senza ferite.

Che hai fatto, che succede, perché sei venuta fin qui, potevi chiamarmi” snocciola, la sua espressione quasi da panico.

Io...”

stai bene?” ripete stavolta limitandosi solo a questo

si, si” ripeto solo, anche se vero solo in parte insomma si fisicamente non ho nulla tranne, nausea, tremore e fiacchezza.

che è successo Bella?”

niente, niente stanno tutti bene” rispondo piano ma lui mi sente, Black si allontanato di qualche passo ma sta sempre qua fissandoci, forse si aspetta che succeda qualcosa ed Edward abbia bisogno di lui, più in la e più lontano sono sicura che ce ne sono altri di sguardi

Allora che ci fai qua”

Io volevo, io...” ingoio il magone e pronuncio cioè che volevo dirgli, che la mia voce e il mio stato però rendono quasi vane

Io sono forte, io ce la faccio, New York non mi fa paura”

E sei venuta fin qua per dirmelo”

si”

Bella...”

New York non mi fa paura” ripeto come un disco, cerco di imprimere un pizzico di decisione alle mie parole

lo che sei forte” ripete stavolta con più gentilezza, e portando una delle sue mani sulla mia guancia

Io volevo vederti” dico stavolta, cambiando finalmente le mie parole e spinta dal suo tono affettuoso, lui mi risponde sorridendo, chinandosi verso di me a baciarmi la fronte e regalandomi del fuoco per riscaldarmi l'animo

anche io volevo vederti amore” ripete con più calore “ma non dovevi venire fin qua da sola, tra l'altro sei venuta in taxi?”

si”

Si guarda attorno distogliendo lo sguardo da me, il suo vaga da Black a qualche metro, alla stanza fino a un orologio molto grande sopra il muro, sarebbe in servizio.

Devi...devi lavorare sto disturbando forse è meglio se-”

no” afferma bloccandomi

non andartene” fa presa sul mio fianco spingendomi avanti verso il fondo della sala, verso dei divani, un passo riesco a farlo bene, quello dopo quasi inciampo, non sono ancora solida a terra, e il fatto che sono stata in equilibrio fino ad adesso è pressoché un miracolo.

Mi fissa fermandosi, e faccio un'espressione addolorata.

E' tutto ok...un attimo che... ah!” urlo, quando improvvisamente la terra manca sotto i miei piedi, sollevati da Edward che mi ha appena preso in braccio. Mi prende e mi porta fino sul divano, in precedenza occupato, che credo sia stato svuotato al nostro arrivo, non ho coraggio di guardarmi attorno, di vedere quelle facce, staranno pensando chissà cosa della ragazza mezza matta di Edward, magari si ricordano di me e stanno provando pietà. Nel momento che alzò lo sguardo per fulminarlo, anche gli ultimi che provavano pietà staranno pensando che sono matta.

Non dovevi ce la facevo” lo rimprovero, lui sorride e ridacchia

lo so, ho solo accorciato i tempi” mi ri-bacia la fronte “tu sei forte” mi dice, e sembra quasi che ci creda, magari se lo ripete ancora baciandomi mi convinco anche io.

Non dovevi dimostrarmelo Bella, so di essere troppo...protettivo con te, so che sei più forte di quello che penso, magari sono io quello che ha paura di perderti, sei stata sfortunata tesoro, ho sempre paura di perderti girando appena lo sguardo, esagero sempre scusami”

No scusami tu sono io che sono testarda, sono una testona, non voglio essere una debole, i deboli periscono per strada e qualche volta devo ricordarmi di abbandonare gli artigli adesso, soprattutto con te, avevi ragione”

anche tu avevi ragione”

diciamo che ce l'avevamo in parte tutti e due”

si ho un po' paura di questa città”ammetto

non è la città di per se, tu hai paura dei tuoi ricordi...ma cazzo sei arrivata fin qui, io non ce l'avrei mai fatta...mai, davvero”

ho perso parte della sicurezza che credi che io abbia”

io non credo niente, io lo so che sei forte”

il fatto è che quando siamo partiti, la consapevolezza di allontanarmi ha fatto ricordare tutto...tante cose brutte tutte assieme, lasciarmele alle spalle e mandarle in ferie mi ha alleggerito un po' ma ritornandoci, dopo che ne avevo preso così coscienza chiaramente è stato...è stato” scossi la testa non riuscendo a spiegarmi del tutto

riesco a comprenderlo Bella, non lo so ma riesco a comprendere cosa stai cercando di dirmi, un po' mi spaventa, devi affrontarlo un po' per volta, tutto assieme ti sta schiacciando”

si, ok lo faremo assieme un po' per volta. La prossima volta però me lo dici che non ti voglio a giro da sola, stai ancora tremando?”

no credo di no, ma non mi sento benissimo”

ok...” lo vedo guardarsi attorno “Jacob” chiama, il ragazzo è sempre qualche passo da noi, sembra il maggiordomo in attesa di un ordine come se avesse saputo che prima o poi sarebbe servito

posso chiederti un favore, non è che potresti portare a Bella qualcosa di caldo? un tè magari”

certo vado subito” mi sorride e sparisce, aggrotto le sopracciglia

ma è sempre così adesso?”

no, un po meglio si ma non così, credo sia tu a fargli questo effetto, forse si sente protettivo...basta che non si faccia strani pensieri” conclude guardando dove è sparito

come minimo prova pietà”

no non credo”

Un uomo con il giaccone e il cappello di lana in testa si sta avvicinando, credo venga da fuori, è il primo di tutti quelle persone che ci prova, li ho visti andare e venire e ho sentito degli altoparlanti anche se non ci ho prestato per niente caso

Edward”

Danilo, sei tornato, tu...voi non vi conoscete, lei è Isabella, lui è Danilo un mio Collega, è il migliore qui dentro” stringo la mano all'uomo di cui mi ha parlato molto, lui mi sorrise, è piccolo e sembra fragile, è anche anziano, ma gli occhi sono vispi e vivi

felice di conoscerti finalmente”

anche io Edward mi parla di te”

spero bene, parla anche tanto di te, la donna che è riuscita a domarlo” scherza, e rido divertita, non è che proprio andasse domato, è sempre stato perfetto

uh si sono io” provo a rispondere alla battuta, anche Edward se la ride, attirandomi a me e baciandomi i capelli

beh lo hai fregato proprio bene, eh ragazzo si vede proprio che sei un caso perso, ma complimenti è proprio una bellissima ragazza e siete una bellissima coppia”

grazie” ripetiamo insieme

Ecco qua Isabella, ho trovato della cioccolata calda, credo sia meglio ancora del tè” esclama Black tornando

grazie Jacob, si è decisamente meglio”

mmmmh” sento mugolare deliziato dall'odore il mio ragazzo, sorrido

ne vuoi un po' golosone?”

no è tua bevila”

andiamo, altrimenti mi punterai la tazza tutto il tempo” Danilo e Black ridono e lui, ne prende davvero un sorso

buona è? Lui e la cioccolata sono un binomio”dico ai due

Oh lo sappiamo alle macchinette manca sempre perché la finisce lui”

non è vero!” protesta

si” dicono invece di nuovo insieme, allora sbuffa quasi fosse scocciato.

Parliamo, dopo la raggiunta tranquillità, stiamo bene...sto bene, con lui, tra le sue braccia e con gli altri che si sforzano di farmi ridere, dimentico dove sono e che cosa ho vissuto a pochi metri nell'altra stanza.

Quando infine fissa nuovamente il grande orologio, lo vedo sospirare.

Senti è meglio però se torniamo a casa ormai”

ma tu sei con Jasper”

verrà a prenderlo la sua ragazza per una volta, noi andiamo dai”

sei sicuro di poter uscire?”

vai vai ragazzo tornate a casa” avvisammo allora Jasper che risultò allarmato all'inizio.

Una volta a casa sospirai trovandomi nel familiare tepore

non dovevi venire fin laggiù”disse abbracciandomi in vita e avvicinandomi a se

lo so, ma mi sentivo...volevo dimostrarti che avevi torto, ma ho fatto un po' un casino”appoggiai la fronte nel suo collo, alzai il volto solo per baciarlo sul mento e poi riportarmi sul collo. Strofinò il volto sul mio

non devi dimostrarmi nulla, e non è successo niente”

ti ho fatto scappare da lavoro”

che sarà mai...potrei pensare di passare questo tempo assieme alla mia fidanzata, vieni” mi prese per mano e mi portò su nella nostra camera.

Ci baciammo facendoci prendere dalla ritrovata affinità, in verità mai sopita, solo allentata momentaneamente, fu bello sopra tutto questo farsi cullare e curare dai suoi baci, sul volto, sul collo sulle labbra. Ci abbandonammo a baci e carezze, e senza che me ne rendessi conto eravamo distesi entrambi sul letto senza la maglia, le mie dita stavano accarezzando la sua schiena, mentre lui vezzeggiava la mia pelle della pancia attorno alla cicatrice col il naso, scatenando piacere e brividi.

Quando le sue dita calarono fin alla vita e sentii i polpastrelli sotto il bordo dei pantaloni sentii il mio corpo avere un singulto, un accelerazione del battito cardiaco e una sensazione meno piacevole, un disagio mai provato con le sue mani.

no, ti prego Edward non-”

shh shh calma che succede”

io non, scusa non mi va”

ehi calma tesoro va tutto bene...stai tremando, non dobbiamo mica fare qualcosa che non ti va, è tutto ok tesoro, volevo solo vezzeggiarti un po' ma se ti dispiace...”

no non mi dispiace” dissi sospirando, stavo tremando davvero?

tranquilla amore è tutto ok” aveva preso ad accarezzare il mio volto dandomi tanti piccoli baci, che mi era preso? Era la creatura più buona del mondo

scusa”

Bella non è che ora visto abbiamo fatto l'amore, dobbiamo rotolarci nelle lenzuola ogni volta che abbiamo due minuti” rispose prendendoci in giro, sorrisi per come lo disse era ironico, e sicuramente non eravamo noi così vogliosi, visto che da quando eravamo tornati non ci eravamo più uniti in quel modo “ma esistono anche altri modi per coccolarsi e so che a te piacevano particolarmente”

Feci in modo di togliere i miei e i suoi pantaloni e intrecciare le nostre gambe mentre io stavolta vezzeggiavo con suo piacere il suo bellissimo corpo.

Alla fine decisi anche di renderlo partecipe della storia di twitter, dopo esserci rimessi le felpe seduti nel tepore del letto e portatile sulle gambe, gli mostrai che cosa avevo fatto e tutti i fan curiosi che mi ero guadagnata con suo sommo stupore, e anche mio visto che erano cresciuti ancora, mi aiutò anche a scrivere ad alcuni...più che altro donne, rispondendo. Non era pratico del sito e gli spiegai a grandi linee cosa avevo scoperto, e decidemmo di fare un account nostro 'Edward&Bella' sdolcinato ma per l'uso che ne facevamo noi era una cosa carina. Quando tornarono i ragazzi ci facemmo trovare in salotto, con ancora il computer in braccio, Edward rispondeva ai miei messaggi, si disconnetteva e poi si riconnetteva nel nostro, si stava divertendo a trovare programmi, siti e personaggi da seguire, sembrava...anzi era proprio un bambino col suo gioco nuovo.



Tutto filò liscio e dormire tornò facile con lui accanto, cinque giorni dopo eravamo di nuovo all'aeroporto, stavolta tutti assieme, una valigia in due, che per assurdo mi faceva tanto piacere condividere come coppia, e una con i regali di tutti e per tutti che nei giorni precedenti con shopping di gruppo avevamo acquistato, non senza il terrore di deludere qualcuno, almeno da parte mia.

All'aeroporto io ed Edward sequestrammo Sam e cominciammo a girare per i negozi, amava le vetrine luccicanti, piene di lucine e decorazioni, ogni volta che vedeva un'immagine o un pupazzo di babbo natale si agitava tutto, emettendo dei versetti squisiti e puntualmente entrambi scoppiavamo a ridere. E poi rideva...rideva, con quelle guanciotte tonde che avevo voglia di mordere come mele mature. Lo facemmo saltare e volare più volte in aria, anche se voleva camminare, ovviamente sempre con un dito nostro nella sua manino visto che non aveva tanto coraggio di lasciarsi andare. Per l'occasione gli avevano comprato un paio di stivaletti di cuoio e una felpa con l'interno in pile ed era proprio un tipetto.

Voleva vedere qualsiasi cosa adocchiasse, e si gettò di proposito sul labrador di un poliziotto che faceva controlli, abbracciandolo come fosse uno dei suoi peluche, era così a suo agio mentre il cane lo annusava tutto in faccia.

ci scusi” dicemmo all'uomo in divisa, preoccupati di ave interrotto nel suo lavoro di perquisizione

no non si preoccupi, vostro figlio è davvero coraggioso hanno quasi tutti paura del cane, che comunque vi assicuro è docile”

veramente è nostro nipote, e comunque lo vedo che è docile sta ripulendo il viso a Sam” ridemmo, si chinò in ginocchio e io con loro, accarezzando il cagnolone che aveva un muso tenerissimo. Sam sorrideva entusiasta nonostante il viso tutto umido.

ma guardati, dovremmo dire ai tuoi di comprare anche un cane vero?”

lui fece si con la testa come se avesse capito, era uno dei primi gesti insieme a no che aveva imparato.

Quando tornammo dagli altri ragazzi, trovammo Jasper ad ascoltare della musica mentre Alice stava giocando con il touch screen del cellulare probabilmente era su internet, mentre Emmett e Rose erano in piedi qualche passo più addietro, erano abbracciati, Rose stava completamente appoggiata al corpo di Emmett che aveva la testa chinata tanto da poggiare la fronte a quella della moglie, erano molto teneri sembrano una coppietta di fidanzatini, o di neo-sposi. Quando Sam li vide rilasciò un “gà -maama” un quasi mamma la parola migliore che riusciva a pronunciare.

Ehi tesoro” esclamò lei stessa, staccandosi dal marito, che invece si chinò sui talloni aprendo le braccia come invito, Sam accelerò il passo cogliendo l'invito del padre, ma tenendo sempre un dito di Edward, a circa un metro e mezzo dall'arrivo, lo vedemmo staccarsi dal dito per avere le manine libere e volare nelle braccia del padre trotterellando impacciato, sia io che Edward ci stavamo già chinando a prenderlo per una possibile caduta quando aveva mollato la presa, ma quando arrivò invece dritto dal padre, cominciammo ad esultare, io stessa gridai entusiasta.

ha camminato, Sam hai camminato, Rose! Rose hai visto? ha camminato sul serio questa volta, non puoi dire di no” Aveva già preso in braccio il campione sollevandolo e riempiendolo di baci insieme alla madre, io e i ragazzi invece stavamo esultando come allo stadio, applaudendolo, lui rideva tranquillo inconscio di cosa avesse appena fatto.

Il volo fu tranquillo, ma dovemmo fare scalo e cambiare.

Arrivati a Port Angeles e varcate le porte degli arrivi trovammo Papà in prima fila.

Fui super entusiasta di vederlo, tanto da piombare su di lui prima di tutti

papà” gridai

piccola mia come stai?”

adesso bene” mi baciò sulla fronte e ancora una volta mi piacque farmi vezzeggiare, anche Alice saltò in bracciò al padre dopo di me, tutti lo abbracciamo come se fosse molto tempo che non ci vedevamo. Ero così assorta dalla visione di papà che non mi ero accorta subito della presenza accanto a lui, e presa ancora dall'entusiasmo abbracciai anche Charlie, lo sceriffo, che fu entusiasta e rispose con affetto ai miei e gli altri saluti.

Papà prese in braccio il bimbo dopo averlo spupazzato tutto, gli avevamo appena detto che aveva camminato, e ci incamminammo verso le auto.

Papà aveva il seggiolino in cui fu sistemato il bambino, e insieme a lui salirono i ragazzi

Carlisle ricordami di aiutarti più spesso, ho la macchina carica di bellissime donne” lo prese in giro facendoci ridere

marpione, la prossima volta chiamo Sue” fece finta di arrabbiarsi l'altro, erano proprio una coppia quei due assieme.

Arrivati a casa, scaricammo tutte le valigie dai bagagliai portandocele dietro fino alla soglia. Già qui fuori si respirava aria natalizia, la neve, le decorazioni e le lucine accese creavano un'aria da cartolina.

complimenti papà sei stato bravo con le decorazioni”

si beh ho solo rimesso le cose come erano l'anno passato, avessi dovuto progettarle avrei fatto una gran confusione”

Risero facendomi intendere che papà non aveva il senso estetico si Esme o Alice.

Girò la chiave nella toppa, ma non aprì la porta subito, inizialmente credetti che avesse dei problemi ma poi disse

allora ragazzi la sorpresa la troverete già oggi a casa, quindi senza indugi...” spalancò per farci entrare tutti, mentre trascinavamo i bagagli. Inizialmente non riuscii a vedere niente di anomalo.

ciao ragazzi” la voce attirò i nostri sguardi al divano dove una figura piccola stava seduta poggiandosi alla spalliera, con le gambe lungo tutto il divano e la coperta indiana sopra queste.

MAMMA” gridammo di gioia, di ritrovarla finalmente nel suo e nel nostro ambiente familiare.

Era fantastico, mamma era a casa per natale, saremmo stati proprio tutta la famiglia.

Sentii Charlie ridere di gusto alla nostra reazione disordinata, nella quale tutti volevamo abbracciarla, ma ci tocco solo un pezzo di lei, e una parte di uno di noi.











Ciao a tutti.

Bene siete stupiti? Spero di no insomma come tutte le coppie anche loro LITIGANO. E' stata una cosa un po' stupida in effetti entrambe volevano dimostrare una cosa, Edward che lei avesse paura, e lei invece che non l'avesse, ma che fosse solo disagio e niente più. Lei si impunta non volendo ammetterlo neanche a se stessa, e lui organizza uscite strategiche diciamo, proprio in main street, forse la via che meno avrebbe spaventato la ragazza, ma solo il fatto che lui lo avesse fatto per uno scopo la irritava. Insomma qualche volta bella è un po' bambina, qualche volta lui è troppo impuntato con le sue teorie. Personalmente non c'era bisogno che lui si mettesse già in testa di fare questi esperimenti, ma lei l'ha presa una scusa per rigirare la frittata. E avete letto come è andata entrambi troppo orgogliosi si sono a malapena parlati e hanno dormito divisi, e dormito è un parolone anche per Edward ve lo assicuro. Bella fortunatamente trova svago in qualcosa che la tiene impegnata. La storia delle mani, vi avevo già detto che c'è davvero chi ne parla e questa tipa è diventata quasi famosa sul serio? Si? Allora mi spiace se mi ripeto. E beh la storia di twitter è simpatica alla fine. Io non ci capivo niente, e sinceramente ancora capisco la metà delle cose soprattutto con le sigle :P però diciamo che riesco ad avere anche notizie interessanti nei link annessi, il mio comune twittera pure sull'allerta meteo...professionali. Voi lo usate? Io non molto, uso più facebook ma come detto prima, ogni tanto si trova info interessanti.

Tralasciando questo...Bella testona, come abbiamo appurato va a lavoro da Edward, e diciamo nonostante abbia paura ha un bel fegato, e decisamente tanta forza di sfidare così il suo adorato ragazzo. Viene comunque accolta bene e tutto finisce per il meglio stavolta, tanto che si trova a suo agio con Black e Danilo. A casa fanno pace, ne dubitavate? E alla fine ripartono! La sera del 23 dicembre. Permettetemi il momento in cui Sam cammina, in ricordo di un momento eccezionale per me, quando mia nipotina si staccò dal divano compiendo i suoi primi passi con me. *me emozionata*.

Ok la sorpresa non è stata una grande sorpresa, insomma lo avevate capito tutti praticamente, ma insomma vogliamo mettere un natale tutti assieme? Il primo che Bella festeggerà davvero.

Per qualsiasi cosa chiedete

A presto Fp

   
 
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