Capitolo 3
Da studenti a ladri
- Mi sembra una cosa
stupida, Harry – disse Hermione. – Perché
dovrei farlo? -
-
Perché devo capire.
-
Ma sei impazzito, allora?
-
Che aspetti, vai?
-
Ma la sicurezza magica è troppo avanzata.
-
Non preoccuparti, ci penseremo io e Ron.
Si
trovavano a Diagon Alley, era sera.
-
Harry, ma, io… - implorò Hermione.
Harry
non disse una parola e la spinse fuori dal mantello.
– Vai, vai.
Hermione
lo guardò rabbiosa per qualche secondo, poi si voltò e si avviò
verso la porta, dove un mago buffo dormiva su uno sgabello. Harry dalla sua
posizione vedeva benissimo i movimenti di Hermione. La ragazza si
avvicinò all’uomo sullo sgabello e lo oltrepassò
completamente, si avvicinò alla porta ed estrasse la bacchetta.
-
Alohomora – pronunciò a bassa voce. La porta emise uno scatto e
lentamente iniziò ad aprirsi.
Quando
fu aperta del tutto, Hermione si volto verso i due ragazzi invisibili e fece un cenno con la mano di venire verso di lei. Così,
Harry e Ron, iniziarono ad incamminarsi verso la porta della banca. Harry
aprì il mantello per far entrare Hermione sotto, e il trio entrò dentro.
*
Harry si liberò presto dalla dura
stretta della signora Weasley e strinse la mano del padre di Ron. Erano alla
Tana, la casa di Ron ed erano arrivati da poco con il Nottetempo.
-
Oh, Harry caro, fatti abbracciare – esclamò
la signora Weasley stritolandolo di nuovo.
- Salve,
s-signora Weasley – gemette Harry.
Entrò in cucina insieme agli altri e vide una ragazza carina con i capelli rossi che
leggeva un libro seduta al tavolo.
- Oh,
Ginny, ciao… - esclamò Harry arrossendo. Appena
un mese prima, era il suo ragazza. Ma in seguito alla
morte di Albus Silente, l’aveva lasciata per
paura che si mettesse in pericolo.
-
Ciao, Harry – disse Ginny, poi ritornò a fissare le pagine del
libro come se niente fosse.
-
Venite, ragazzi, sedetevi. Metto
subito qualcosa sul fuoco – disse la signora Weasley.
Dopo
pranzo, Harry, Ron ed Hermione, andarono in camera di Ron. Appena vi entrarono,
sentirono un grido acuto e videro Edvige planare sulla testa di Harry. Il
ragazzo l’accarezzo e l’appoggiò sull’armadio, poi si
sedette sul letto insieme agli altri due.
-
Bene, ragazzi – disse Harry. – Adesso dobbiamo vedere di scoprire il Tutèla ex Corpus cos’è.
-
Gia lo abbiamo cercato, Harry, te lo detto –
disse Ron. – Ma non ne abbiamo trovato traccia.
In
quel momento entrò la signora Weasley in camera. – Ragazzi,
sperò che più tardi mi diate una mano a
buttare via tutte le edizioni vecchie del Profeta. Arthur si è deciso.
– Detto questo, uscì.
-
Cosa voleva dire? – domandò Hermione.
-
Oh, niente di speciale. Mio padre, da quand’era ragazzo, conserva ogni
edizione della Gazzetta del Profeta. Pensate che ne abbiamo
più di mille nello sgabuzzino nel giardino.
-
Cavolo, più di mille ?! – esclamò
Harry.
Così,
quel pomeriggio, i tre scesero a dare una mano alla signora Weasley e al signor
Weasley. Entrarono nello sgabuzzino con delle grandi buste in mano. Appena accesero la luce, furono invasi da centinaia di
scatoloni rinchiusi in uno spazio enorme, ingrandito grazie alla magia.
-
Okay, ragazzi – disse la signora Weasley, -
dateci dentro.
Iniziarono
a prendere tutte le edizioni del Profeta e a metterle nella busta che ognuno
aveva. Mentre raccoglievano i giornali, la signora
Weasley esclamava: - Quanta robaccia. – Mentre il
signor Weasley diceva malinconico: - Quanti ricordi. – Prima di
gettare il giornale nella busta.
Ogni
tanto, Harry dava occhiate alle edizioni vecchie del
Profeta, riscontrando alcune volte, cose molto interessanti, come
l’inaugurazione del Ghirigoro, la salita al potere di Cornelius Caramell,
ex primo ministro, e anche i primi attacchi di Voldemort, come
l’uccisione di una signora molto ricca che possedeva immensi tesori ed un
elfo.
-
Ron, ma tuo fratello Bill dov’è, e Fleur?
– domandò improvvisamente Hermione.
-
È in Francia – rispose Ron, - a conoscere
la famiglia di Fleur. Ma torna fra qualche giorno.
-
Harry, mi passi quello straccio – disse Hermione ad
Harry. – Harry, hei, Harry.
Harry
alzò il capo. – Guardate qui. – Lo sguardo sul suo volto era
indecifrabile; sembrava di aver visto un fantasma. Lentamente passò il
giornale impolverato che aveva fra le mani ad
Hermione.
La ragazza lesse, Ron dalle sue spalle:
…La banca Gringott custodisce al
momento i più importanti segreti dei maghi Zomei appartenenti a
più di mille anni fa. Fra questi segreti ricordiamo anche quello della
Tutèla ex Corpus. Tutt’ora, questi
manoscritti, sono custoditi alla banca Gringott alla camera blindata di numero
sconosciuto…
-
Non è possibile – commentò Ron.
– Gringott, alla Gringott.
-
Maledizione – disse Hermione. – Non possiamo certo andare
lì, bussare alla porta, e dire “Mi scusi,
posso avere i manoscritti dei maghi Zomei?”
I
due guardarono Harry che ricambiò lo sguardo.
-
Ti prego, Harry, so a cosa stai pensando, ed è impossibile –
sussurrò Hermione ad Harry, quando la signora
Weasley fu ben lontana.
-
Dobbiamo entrare nella Gringott di nascosto – disse
harry, piano.
-
Che? – urlò Ron. – Ma sei impazzito?
Harry
scuotè la testa. – No, dobbiamo infiltrarci, questa sera.
*
-
Harry, tutto a posto? – disse Hermione.
Harry
ritornò in se togliendo qualsiasi altro pensiero dalla testa. –
Si, sto bene, non preoccuparti. Andiamo.
Camminarono
lungo il corridoio. Nonostante la banca fosse chiusa,
all’interno erano accese alcune lampade, così che era bene
visibile. Arrivarono in fondo al corridoio sempre con il mantello
dell’invisibilità. Si ritrovarono in un altro ampio salone con il
pavimento di marmo.
-
Dove andiamo? – domandò Ron.
-
Credo che sia di qua – rispose Harry indicando
destra. – Una volta sono venuto con Hagrid.
Il
trio camminò per un po’ a destra, poi Harry si
fermò davanti ad una porta. Alla sinistra della porta, e su tutta
la parete, c’erano centinaia di schedari che arrivavano molto in alto. Su
ogni schedario c’erano il contenuto di cinquanta camere blindate e, sul
manico di essi, vi erano riportati i numeri delle
camere.
-
Cavolo – disse Ron, - e adesso dove cerchiamo?
Harry
imprecò. – Non lo so, ma dobbiamo assolutamente trovarlo.
Muoviamoci.
Così
iniziarono la loro ricerca; aprirono prima gli schedari in basso e scovarono
all’interno. C’erano delle stanze che contenevano per la maggior
parte denaro, altre contenevano manufatti magici, pergamene sacre, lasciate li da secoli e senza mai essere stati più ripresi.
-
Guarda questo quanti soldi ha. Anche
più di te, Harry.
-
Ron, stai zitto – lo ammonì Hermione.
Ormai
avevano scovato in tutti gli schedari in basso, senza trovare traccia del
tesoro dei maghi Zomei. Passarono molti minuti, che si trasformarono in ore.
Avevo perquisito la maggior parte degli schedari, ed erano arrivati a
controllare quelli più in alto, usando una scala molto lunga, che
arrivava fino al soffitto.
Dopo
più di cinque ore (Ron si meravigliava ogni volta che vedeva una camera
piena di soldi), il trio si stanco e si sedette a
terra, appoggiandosi al muro.
-
Non ce la faremo mai – si lamentò Ron.
-
Credo che questa volta abbia ragione Ron, Harry – affermò
Hermione.
Harry
riflettè per un po’, poi fu colpito da una pedana al fianco della
porta che portava al carrello per le camere blindate. Si alzò e si
avvicinò. Sulla pedana c’era una pergamena, una piuma dorata ed un
contenitore vuoto. Come ipnotizzato, Harry prese la piuma e scrisse sulla
pergamena: Tesoro Zomeo.
Immediatamente,
sul contenitore vuoto, apparve una scheda. Harry e la presa e la aprì
leggendo: Antico Tesoro dei Maghi Zomei,
custodito nella camera blindata numero 943.
-
Cosa? E noi avremmo perso tutte queste ore quando avremmo potuto prendere la scheda in cinque
minuti? – disse Ron.
-
Andiamo – rispose Harry sorpassando la porta che
portava al carrello (dopo averla aperta con l’Alohomora).
Salirono
sul carrello.
Quando Ron salì, disse: - Harry, sei sicuro
di come funzionaaaaaaaaaaaaaaa…
Harry
aveva gia azionato una leva, e il carrello era
iniziato a scendere a grande velocità. Il trio emise un forte urlo. Mentre scendevano sempre più nelle profondità
della terra, Harry cercava di vedere i numeri delle camere blindate, ma era
tremendamente difficile; non riusciva a vedere tutti i numeri. Poi
guardò il carrello e vide una piccola pedana al centro, contrassegnata
da un contatore. Harry si avvicinò e selezioni sul contatore il numero
943 e girò nuovamente la leva. Questa volta il carrello rallentò,
anche se era ancora abbastanza veloce.
-
Accidentaccio – sussurrò Ron, quasi non riusciva a parlare.
Dopo
quasi mezz’ora, il carrello si fermò davanti alla
camera blindata numero 943. I tre ragazzi scesero e si avvicinarono alla
porta.
-
Bene – disse Harry. – Ron, ora tocca a te.
Ron
deglutì, poi prese da sotto il mantello una
bottiglietta con del liquido verde all’intero. Tolse il tappo e la
svuotò completamente all’interno della serratura, mentre diceva
fra se e se: - Questa pozione divoratrice di Fred e Gorge funzionerà di
certo.
Quando il liquido fu scomparso del tutto nella serratura,
Harry sentì l’interno della porta sciogliersi, divorato dalla
pozione. Con gli occhi arzilli, potette ammirare la porta blindata aprirsi
improvvisamente. I tre ragazzi si intrufolarono
all’interno, Harry aveva il mantello dell’invisibilità
gettato in una tasca.
L’interno
della camera era gigantesco ed inverosimile.
-
Cavoli – fu l’unico commento di Ron, mentre Harry ed Hermione
osservarono ad occhi aperti: la camera sprizzava fiamme dal profondo di una
rupe. Sopra la rupe, si innalzava un ponte di pietra
e, in fondo al ponte, c’era la cima di un altissimo pilastro di pietra
che partiva dalle fiamme. Sopra la cima del pilastro di pietra, c’era una
piattaforma con sopra delle pergamene dall’aria molto vecchia.
-
Sono i manufatto dei maghi Zomei – disse Harry.
– Io vado, li prendo e torno, voi restate qui. – Iniziò ad
avviarsi verso il ponte il mise un piede sopra.
-
Harry – lo avvertì Hermione. – Stai attento.
Harry
si voltò e le sorrise. – Non preoccuparti. – Poi riprese il
suo cammino sul ponte. Mentre camminava su di esso, si
sforzò di non guardare in basso, ma più si opponeva, più
la testa si abbassava. Vide le fiamme spaventose cuocere come una fornace il
ponte sotto di lui. Si affrettò ad arrivare dall’altra parte, e ci
riuscì. Senza degnarli di uno sguardo, afferrò i logori fogli di
pergamena appoggiati sulla pedana, e riattraverso il ponte.
Improvvisamente, come se venisse dal nulla, un urlo micidiale e
spaventoso, echeggiò nella sala. Come un fulmine, una figura
alata proruppe dalle fiamme e si appoggiò sul ponte, di fronte ad Harry.
Era
un drago.