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Autore: freeedom    06/02/2012    3 recensioni
Una storia un po'romantica, un po' assurda, un po' divertente che vede come protagoniste Alison, Lisa e Ryden, tre amiche che si conoscono alla St.James School. Si ritrovano alla mercè di insegnanti fuori di testa, amici totalmente impazziti e strani avvenimenti che cambieranno le loro vite per sempre.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO II

tutti vorrebbero essere lei.

 

Sono in macchina assieme a mia madre e Lisa. Tanto per cambiare, fuori c'è un vento polare. Non potrei essere di umore più laconico mentre ci dirigiamo verso la St. James School, mentre invece mamma e Lisa sembrano spaventosamente in vena di chiacchiere. La donna che mi ha partorita che dovrebbe essere per me d'esempio e sostegno ha appena finito una dettagliata descrizione su quella volta in cui, durante il primo anno di liceo, è stata parte di un menage a trois (vi prego, non chiedetemi altro), mentre Lisa, che ora ha i capelli neri come il petrolio, disquisisce allegramente da ormai dieci minuti sulle sue sopracciglia.

''..credo che dovrei rifarmele, magari assottigliarle un po'. Tu che ne pensi Ali? Si si, me le faccio. Anzi, hai la pinzetta a portata di mano? Quasi quasi me le faccio adesso''.

''Una volta quando avevo la vostra età mi sono fatta le sopracciglia a mani nude usando la colla vilinica'', se ne esce mia mamma, in tono spensierato in modo preoccupante.

Non può essere vero.

O si?

 

Ad ogni modo, pur di mettere fine alla conversazione, estraggo le pinzette dalla mia trousse per il trucco e le passo a Lisa, che comincia subito ad estirpare peli a velocità supersonica, senza neanche usare uno specchietto. Le farei notare che se se le strappa in questo modo le rispunteranno uguali a quelle di Mr. Magorium, ma sono davvero trooooppo stanca per compiere una buona azione.

 

 

''OH MIO DIO! OH MIO DIO!''

Le urla di Lisa mi risvegliano dal sonno in cui il dolce rombo dell'automobile mi aveva fatta precipitare.

''Zitta Liese'', bofonchio, ancora in dormiveglia.

''GUARDAMI ALISON! GUARDAMI IN FACCIA!''

La guardo in faccia ed in men che non si dica scoppio a ridere come un'invasata. Le sue sopracciglia sono una cosa talmente orribile da risultare indescrivibile. Una è curva e, se possibile, più folta di prima, mentre l'altra è sottilissima e praticamente triangolare.

''STAI ZITTA ALISON! STAI ZITTA O APPENA ARRIVIAMO A SCUOLA TI GIURO CHE FACCIO VEDERE A TUTTI LA TUA MAGLIETTA DI BILL KAULITZ!''

Mi costringo a tacere, ma ho ancora le lacrime agli occhi dal gran ridere. Lisa per una buona volta sembra aver perso la sua irrefrenabile parlantina e si tiene una mano sulla fronte piagnucolando ininterrottamente. Non ha tempo per darsi una sistemata, dal momento che siamo arrivate a scuola. Salutiamo mia madre senza rimpianti (credetemi, non vederla per un quadrimestre intero non potra essere che un sollievo) e, munite delle nostre valige e di mappe della scuola, ci dirigiamo verso il cortile principale, dove ci sarà il ritrovo per gli studenti del primo anno. E' veramente un istituto enorme, composto da una decina di edifici giallognoli. Stando alla mappa, quello in centro, il più grande di tutti, è l'edificio pricncipale, con le aule, la segreteria ed i laboratori scolastici. Poi ci sono tre dormitori, quello maschile, quello femminile e quello del personale scolastico. Altri quattro palazzi ospitano la mensa, la palestra, la piscina coperta (!) e la palestra di arrampicata. Gli ultimi due contengono la biblioteca e l'auditorium. Dietro alla palestra ci sono campi da calcio, basket, e tennis e c'è addirittura una pista da minigolf. C'è un prato ENORME con il parco avventura (spero sinceramente che l'arrampicata sia presa più alla leggera di quanto non sembri: sono totalmente negata per questo genere di sport). C'è addirittura una pista da atletica leggera.

''Questa scuola è enorme'', mi sussurra Lisa, un po' intimidita e sempre con una mano scrupolosamente posata sulla fronte.

''Già. E poi, quanta gente!''

Infatti, oltre a noi, una folla enorme affluisce verso il cosiddetto cortile principale, che si scopre essere un praticello spelacchiato con alcune panchine in pietra. Io e Lisaci guardiamo attorno. Ci sono UN SACCO di bei ragazzi. Ma davvero un sacco. I nostri compagni delle medie erano un clan di sfigatelli convinti che avere i baffi e puzzare di sudore fosse il top del fascino, da dove son saltati fuori questi strafighi che si lasciano alle spalle scie infinite di colonia?!

''I ragazzi sono tutti così.. così..''

''PERFETTI'', completa Lisa, con gli occhi sgranati. Si è persino dimenticata dello stato in cui sono le sopracciglia, le braccia le pendono inerti lungo i fianchi mentre guarda praticamente con la bava alla bocca un moro alto circa sette metri ed assolutamente fuori dalla sua portata.

''Lisa guarda guarda guarda! Quei due vengono verso di noi!''

Strattono Lisa come una pazza e le indico due ragazzi belli da far paura che sei incamminano nela nostra direzione. Comincio ad andare in iperventilazione.

''Non ti preoccupare. Li dobbiamo soltanto salutare con sicurezza, così crederanno che in un passato non troppo remoto siamo state molto popolari. Poi ci presentiamo, facciamo amicizia coi più fghi della scuola e arrivederci Roma!''

''Liese, non sono convinta che sia una così buona idea e poi..''

''CIAO!''

Troppo tardi. Lisa saluta i due con un grande agitamento di mani e di braccia. Loro non sembrano troppo convinti e si scambiano occhiate perplesse, ma si avvicinano ugualmente verso di noi.

''..ci conosciamo?'', chiede il più alto, un ragazzo con gli occhi azzurri come il mare ed i capelli un po' mossi, biondo castano e dall'aspetto setosissimo.

''No, ma pensavo di poter rimediare ora'', esclama Lisa, e scoppia in una risatina da oca attorcigliandosi una ciocca nera attorno all'indice. Oh santo cielo. L'altro ragazzo, che è il più bello che abbia mai visto in vita mia (ricci marroni, occhi verdi, sentochestopersvenire), aggrotta la fronte.

''Liam'', si presenta. ''Lui è Max e noi dobbiamo andare''.

E senza una sola parola di più prende per il braccio il suo amico e lo trascina via.

''Un successone Liese. I miei complimenti''.

''Mi domando se non ci abbiamo ripensato per via delle mie sopracciglia''.

 

Ci giriamo verso la direzione dove le due bellezze soprannaturali sono sparite e ci accorgiamo che, mentre Liam sta un po' in disparte, Max si è fermato a parlare con una ragazza. Sorride allegramente, ride di gusto, parla ininterrottamente. Con un brivido di gelosia guardo la ragazza.

''Lei ha assolutamente tutto. Niente è difficile se sei come quella lì''.

La ragazza in questione è a dir poco uno splendore. Capelli sottilissimi, mossi, lunghi, di un colore naturale castano chiaro che normalmente giudicherei banale, ma su di lei mi sembra magnifico. Occhi grandi, grandi, veramente grandi, color del mare. Fisico impeccabile, anche se è un po' minuta. Vestita benissimo (anche se un pochino leggera per questa temperatura) ha due piedini minuscoli che calzano un paio di ballerine blu che le stanno benissimo. Sembra che faccia tutto nel modo giusto. Sorride nel modo giusto, si muove nel modo giusto, è impeccabile ed aggraziata.

''Come vorrei essere lei'', sussurro a Lisa.

''Figurati'', replica lei. ''Scommetto che è un'oca''.

Eppure non riesco a fare a meno di invidiarla.

 

Mi distrae una voce gracchiante che sembra provenire da un'altoparlante nascosto chissà dove.

''Buongiorrrrrno rrragazzi!'', gracchia, con una erre marcatamente arrotata. ''Sono la vostrrrra prrrreside, benvenuti nel liceo St.James! Orrrra vi potrrrrete sistemarrrre nelle vostrrre camerrre. Ritirrrerrrrete le chiavi in segrrrreterrria. Le camerrrre sono da trrrre o cinque perrrsone. Appuntamento alle dieci all'auditorrrrium. Diverrrrtitevi, ohohohoh!''

Lisa mi guarda, io la guardo.

''Se questa squilibrata è una preside, questa scuola certamente è un manicomio''.

 

Chiavi: ritirate.

Abbiamo ottenuto una stanza da tre. Io e Lisa eravamo già sicure di essere nella stessa camera (lo avevamo specificato nell'iscrizione), ma non ci aspettavamo di dover convivere con una terza inquilina, che è una certa Ryden Melville. Mentre arranchiamo su per le scale (ovviamente la nostra camera è al milionesimo piano) con le valige appresso, ne parliamo animatamente.

''Magari.. sarà.. una secchiona!'', ansima Liese, che non si può certo definire una tipa sportiva.

''Almeno potrebbe farci i compiti. No, sicuramente sarà una stramba da far paura, o un'oca insopportabile. Qual'è il nostro numero di stanza?''

''321''.

''Guarda, siamo arrivate''.

Effettivamente, una porta con il numero 321 in ottone si staglia davanti a noi. Armeggio un po' con la serratura, ma non riesco ad aprire.

''E dai.. apriti..'', borbotto, ma non ci riesco.

 

Improvvisamente, qualcuno spalanca la porta dall'interno.

''Ciao!'', esclama con voce squillante la suddetta persona.

Spalanco gli occhi per lo stupore: davanti a me c'è una ragazzina minuta, con capelli perfetti, grandi occhi espressivi, un enorme sorriso stampato in faccia ed incantevoli ballerine blu ai piedi.

 

 

 

 

Ciao! Buongiorno! Sono sempre io, Matilde!

Spero che questo capitolo sia un po' più bello del primo, si introduce un personaggio importante a cui sono molto affezionata :3 Inoltre scusate per la noiosa descrizione della scuola, serve solo per farsi un'idea di com'è strutturata l'ambientazione dell'intera stroia :)

I miei ringraziamenti vanno in particolare alle 25 persone che hanno visualizzato la mia storia (non me l'aspettavo *-*) e allasplendida scrittrice che mi ha letta, aggiunta nelle seguite e perfino recensita! Ti ringrazio di tutto cuore. Mi piace molto scrivere su questo sito, è davvero una bellissima esperienza.

Arrivederci e abbracci :)

  
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