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Autore: jas_    06/02/2012    28 recensioni
«Visto che le piace così tanto fare l’insegnante, credo che non le dispiaccia se dovrà dare ripetizioni di matematica a Malik che non ha ancora preso una sufficienza dall’inizio dell’anno» osservò Miss Barely, con uno strano sorriso dipinto sul volto, come se fosse fiera dell'idea che aveva appena avuto.
«Sta scherzando spero!» sbottai alzandomi di scatto dalla sedia.
Avrei dovuto spendere il mio prezioso tempo a spiegare a quello lì, che si atteggiava come se fosse Dio sceso in terra, perchè qualcunque numero moltiplicato per zero facesse, appunto, zero?
Pensai tra me e me indignata.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lanciai un’occhiata furtiva all’orologio mentre me ne stavo spaparanzata sul divano sotto due coperte di plaid e con il mio gatto in braccio che mi faceva le fusa.
Erano le 16.00 di sabato pomeriggio e di Zayn nemmeno l’ombra. In realtà non gli avevo comunicato a che ora avremmo dovuto incontrarci e nemmeno dove, ma quelli erano futili dettagli che avrebbero rovinato la mia uscita di scena degna da Oscar.
Cambiai pigramente canale cominciando a fare zapping fino a quando non mi fermai su MTV, stavano trasmettendo Jersey Shore, ecco, un programma adatto al quoziente intellettivo di Elise, pensai, quando suonarono al campanello.
Appoggiai con cautela Giuliano – il mio grosso gatto arancione – sul tappeto prima di scostare a malavoglia le coperte e alzarmi. Mi diressi alla porta con lo stesso entusiasmo che avrebbe un uomo che cammina verso la morte prima di sbirciare dallo spioncino e vedere la faccia di Zayn - leggermente gonfiata dalla lente - guardarsi intorno.
Tolsi la sicura e aprii la porta osservandolo per alcuni secondi prima di partire all’attacco.
«Ti sembra questa l’ora di arrivare?» gli domandai indignata indicando l’orologio appeso alla parete del salotto.
Lui entrò senza troppi complimenti alzando le spalle, «avevo altre cose da fare» rispose poi, mantenendo una certa calma.
«Sì certo!» sbottai cominciando a gesticolare – cosa che facevo quando ero particolarmente alterata, «eri occupato a giocare a nascondino sotto le coperte con quell’altra là» mi lasciai scappare, prima di tapparmi la bocca pentendomi amaramente di ciò che avevo detto. Mi ero sbilanciata troppo.
Zayn alzò un sopracciglio trattenendo un ghigno, «perché, gelosa?»
Ammutolii immediatamente e sentii il viso andarmi in fiamme, come osava essere così sfacciato con me? Certe cose non doveva neanche pensarle.
«Ti piacerebbe» borbottai dirigendomi in salotto e prendendo in braccio Giuliano che, ovviamente, non si era ancora mosso da dove l’avevo appoggiato pochi minuti prima.
Mi diressi in cucina abbassando l’acqua del tè che mia mamma aveva premurosamente messo sul fuoco quando le avevo detto che sarebbe arrivato un ragazzo a fare ripetizioni.
«Allora» cominciai sedendomi, «tira fuori i libri che cominciamo.»
Zayn non si mosse, rimase lì con le mani in mano ad osservare la casa.
«Spero tu abbia qua i libri» lo ammonii seria, ma pensandoci bene quando ero andata ad aprirgli lui era a mani vuote.
Non rispose.
«Spiegami bene una cosa» cominciai allora, «sei venuto qui a fare ripetizioni senza libri? E su cosa studiamo? Sui tovaglioli?» gli domandai retorica.
Il ragazzo alzò le spalle indifferente, odiavo quell’atteggiamento che stava assumendo, come se fosse lui a fare il favore quando in realtà ero io.
«Scusa, tu i libri non li hai?»
Allora la lingua non gliel’aveva mangiata quella lì, pensai.
Aprii la bocca per ribattere ma stranamente non uscì niente.
Abbandonai il gatto sulla sedia prima di dirigermi in camera a prendere i libri senza, ovviamente, evitare di insultare Zayn durante tutto il tragitto cucina-camera, camera-cucina.
Quando tornai lo trovai ad accarezzare Giuliano che sembrava trovarsi a suo agio con le coccole di Zayn. Strana cosa, pensai, solitamente quel gatto non amava essere toccato dagli sconosciuti, se qualcuno che non fossimo io o i miei genitori osava prenderlo in braccio cominciava a lagnare – non a miagolare – ininterrottamente fino a quando non veniva lasciato in pace.
Storsi leggermente il naso prima di appoggiare bruscamente i libri sul tavolo, facendo sussultare Zayn che non si era accorto della mia presenza.
«Come si chiama?» domandò alludendo al gatto che teneva in braccio.
«Giuliano» risposi secca mentre il rumore delle pagine del libro che sfogliavo rompevano il silenzio.
Notai con la coda dell’occhio Zayn annuire in silenzio mentre solleticava con due dita la testa del gatto, come ero solita fargli anch’io.
«Come il gatto di “Kiss Me Licia”?» domandò poi.
Smisi di sfogliare le pagine alzando lo sguardo e notando Zayn che mi osservava in attesa di una risposta.
Annuii disinteressata prima di porgergli il libro.
«Meglio cominciare subito che prima iniziamo, prima finiamo, prima tu prendi la sufficienza nel compito e prima la smetto di aiutarti» dissi tutto d’un fiato.
Zayn annuì silenzioso, almeno su una cosa eravamo d’accordo, pensai.
«Allora» esordii, «non so se lo sai, ma stiamo facendo lo studio delle funzioni in matematica. Quindi direi di partire dalle cose basilari come la ricerca del dominio e del codominio dal grafico.»
 
Lanciai un’occhiata disperata all’orologio, le lancette segnavano le 18.50.
Appoggiai la testa sul tavolo allo stremo delle forze, come se avessi passato le due ore precedenti a spaccare sassi piuttosto che a spiegare a Zayn quattro cretinate di matematica che a me venivano quasi automatiche.
«Finito» disse Zayn, porgendomi il foglio scritto con una calligrafia disordinata ma, grazie al cielo, ben leggibile.
Osservai in silenzio ciò che aveva fatto annuendo ogni tanto, palesemente sorpresa dei progressi che era riuscito a fare in un solo pomeriggio, nonostante la fatica che avevo fatto.
«Quanto fa la radice quadrata di quattro, scusa?» chiesi ad un certo punto.
Zayn ci rifletté su alcuni secondi, «due, no?»
Gli lasciai alcuni istanti per pensarci ancora su, «sicuro?» lui annuì convinto.
«Fa più o meno due!» gli spiegai indicandogli il punto in cui aveva commesso l’errore, porgendogli il foglio.
Zayn osservò ciò che aveva scritto annuendo lentamente mentre notavo i suoi occhi andare da una parte all’altra del foglio.
«Ora basta, ti prego» lo supplicai stiracchiandomi sulla sedia.
«Era ora!» esclamò lui, facendo lo stesso.
«Come va ragazzi?»
La voce squillante di mia madre mi fece tornare composta all’istante, era rimasta via per due ore, non poteva starsene lontana ancora un po’? pensai.
«Bene..» borbottai cominciando a mettere a posto i libri che erano aperti sul tavolo.
«Ma.. tesoro!» esclamò indignata lei, ignorando completamente la mia risposta, seguii il suo sguardo fino a quando non arrivai al pentolino colmo d’acqua che era ancora lì dove l’aveva messo lei. Ecco spiegato il motivo del suo alterarsi.
«Ma non hai offerto il tè al tuo amico» continuò.
Uno, lui non è mio amico e due, «mi sono dimenticata», il che era vero.
Zayn si alzò dalla sedia imbarazzato, «è meglio che vada» disse poi. Annuii imitandolo, meno tempo passava con mia madre meglio era, quella donna si faceva delle paranoie inutili che causavano interrogatori interminabili che mi dovevo subire.
«Non vuoi fermarti a cena?» gli chiese lei, mostrando uno dei suoi migliori sorrisi.
«No!» esclamai io senza riuscire a trattenermi.
Mia madre si voltò di scatto nella mia direzione non fulminandomi soltanto con lo sguardo ma incenerendomi proprio. Zayn sghignazzò sommessamente, probabilmente notando l’espressione spaventata che avevo assunto.
Io e mia madre non avevamo un bel rapporto, nonostante l’ammirassi avevo un certo timore per quella donna che sembrava più un generale che una mamma. In un certo senso non la biasimavo, aveva dovuto crescermi  praticamente da sola a causa del lavoro di mio papà che lo costringeva a passare più tempo in giro per il mondo che con la famiglia. Nonostante le risorse finanziarie non ci mancassero, la situazione in cui ci trovavamo non era delle migliori.
«No signora, grazie per la proposta ma devo andare», fortunatamente Zayn declinò gentilmente l’offerta, nonostante glielo avessi praticamente ordinato con lo sguardo credo che anche lui non volesse fermarsi, e non lo biasimavo. Si sarebbe sentito sicuramente un pesce fuor d’acqua, imbarazzato, e non avrebbe nemmeno avuto il coraggio di stuzzicarmi alla presenza di mia madre, cosa che avrebbe reso la cena molto più noiosa.
Lo accompagnai all’uscita, sorridendogli falsamente mentre aprivo la porta.
«Non credo che ci sia bisogno di continuare questa farsa» ridacchiò lui, mettendosi le mani in tasca.
Alzai un sopracciglio scettica, non capivo a che cosa si riferisse.
«Andiamo, ho notato il tuo cambiamento di atteggiamento quando è arrivata in cucina tua madre, o dovrei chiamarla generale?»
Mi irrigidii immediatamente sentendo quelle parole, più passavano i minuti, più acquisiva confidenza e più faceva commenti sconvenienti, cosa che mi turbava assai.
Tralasciando il fatto che avesse assolutamente ragione, mi dava fastidio  il suo atteggiamento da “so tutto io”.
«Non è vero» borbottai incrociando le braccia al petto e abbassando la testa arrabbiata, proprio come si comporterebbe una bambina viziata che fa i capricci.
«Ah no?» mi provocò lui, avvicinandosi pericolosamente.
Alzai con riluttanza gli occhi incrociando quello sguardo ipnotizzante.
Il cielo cominciava già ad imbrunirsi e all’orizzonte si poteva ancora vedere il sole che tramontava, dipingendo il cielo di strane sfumature che andavano dal rosso intenso ad un arancione chiaro.
Grazie a quei giochi di luce i suoi occhi sembravano più vivi di quanto mi erano sembrati alcuni giorni prima, quando mi aveva parlato in corridoio. Solitamente gli occhi belli erano quelli chiari, che non avevano un colore preciso, ma i suoi.. per quanto mi infastidisse Zayn non potevo negare che avesse gli occhi più belli che avessi mai visto.
«Non provarci con me, Malik, io non sono una di quelle Elise che si sciolgono con un tuo solo sguardo come un ghiacciolo al sole» ribattei infastidita indietreggiando. Peccato che mi dimenticai del gradino che c’era davanti alla porta di casa mia e mettendo il piede nel vuoto, caddi disastrosamente per terra.
Zayn mi osservò sbalordito per alcuni istanti prima di scoppiare in una fragorosa risata.
«Che cazzo ti ridi?» strillai infastidita, «aiutami ad alzarmi, piuttosto!»
«Oddio.. Scusa.. Ma..»
Ormai quel ragazzo era partito per la tangenziale, non riusciva a mettere insieme una frase di senso compiuto ed era troppo intento a reggersi la pancia con una mano, piegato letteralmente dal ridere, per aiutare una povera fanciulla in difficoltà, che sarebbe stata la sottoscritta.
Lo osservai infastidita, dalla mia posizione alquanto vicina al suolo prima di tirargli un calcio ben assestato sullo stinco.
Le sue risate cessarono immediatamente per essere sostituite da un urlo di dolore.
«Ti sta bene!» gli rinfacciai fiera di me stessa, «ora aiutami ad alzarmi che sono più goffa di un bradipo» gli ripetei, porgendogli la mano.
Zayn esitò alcuni secondi prima di aiutarmi ad alzarmi.
Ad essere sincera mi doleva un po’ il fondoschiena, povero lui, aveva dovuto sopportare tutto il mio dolce peso oltre che alla botta.
«Stai bene?» si preoccupò di chiedere Zayn guardandomi leggermente preoccupato, annuii sicura passandomi una mano tra i capelli, leggermente imbarazzata.
Mi sembrava troppo bello che non avessi fatto nessuna figuraccia in tutto il pomeriggio, e la giornata non poteva concludersi se non così, pensai.
«Allora, cosa dicevi a proposito di “quelle Elise”?» mi domandò Zayn, pronunciando le ultime due parole mentre mimava delle virgolette con le mani.
Alzai le spalle con nonchalance guardandomi in giro per guadagnare tempo, «ho chiamato una categoria di ragazze come lei, dovresti renderglielo noto la prossima volta che la senti, potrebbe esserne felice.»
Zayn aggrottò le sopracciglia leggermente confuso, avevo detto qualcosa di troppo complicato per la sua arretratezza mentale, probabilmente.
«Non credo sia esattamente un complimento» osservò poi, corrucciato.
«Ma dai?» dissi sarcasticamente prima di scoppiare a ridere.
Durante quelle poche ore che avevamo passato insieme era riuscito a farmi ricredere sulla sua intelligenza che, se prima pensavo fosse paragonabile a quella di un topo poi l’animale si era trasformato in una gallina ma con quell’affermazione del tutto inappropriata mi era ricaduto in basso.
«Scusa se non seguo i tuoi discorsi contorti!» cercò di difendersi.
Feci per replicare ma in quel momento gli squillò il telefono.
«Ciao Elise» disse senza troppo entusiasmo, «certo, sono da te alle nove» aggiunse prima di chiudere la chiamata e rivolgersi a me.
«Devo andare – indicò il telefono – le donne mi reclamano.»
Annuii ben poco convinta da quella sua affermazione, «ci vediamo a scuola» dissi secca prima di appoggiare la mano sulla maniglia della porta per tornare in casa.
«Aspetta!»
Zayn mi bloccò, «tu non fai niente questa sera?» domandò poi.
«Dipende a cosa ti riferisci con fare niente» replicai.
Se intendeva stare sul divano a farmi fare le fusa da Giuliano mentre guardavo uno dei tanti dvd che avevo, beh, allora era fare niente.
Lui si strinse nelle spalle, «non so.. Vai a qualche festa, esci con qualcuno?»
Alzai un sopracciglio scettica, mi stava chiedendo se.. avevo un ragazzo?
«Non ti interessa» squittii prima di chiudermi la porta alle spalle con un tonfo secco.
Perché Danny Zuko dei poveri si interessava a certe cose?

 

***


HO PRESO SEI IN MATEMATICA, DIO ESISTE. AHAHAHAHA
Non potevo festeggiare in un modo migliore di aggiornare una fan fiction in cui la mia amata matematica c'entra molto (#sarcasm).
Noto con piacere che a molte di voi è piaciuto il personaggio di Amanda per la sua esuberanza. Diciamo che volevo una protagonista diversa dalle solite "perfettine", ecco spiegata la scelta di Adele.
Altra cosa, il gatto Giuliano è esistito veramente fino all'anno scorso, poi è morto di leucemia ma vi giuro che era IDENTICO a quello di Kiss Me Licia AHAHAHA
Non sono sicura che quel cartone sia conosciuto anche in Inghilterra ma, come vi ho detto, questa storia dovete prenderla un po' alla leggera uù
Spero che vi piaccia comunque, perché io la adoro.
Fatemi sapere che ne pensate, nel frattempo vi ringrazio per le recensioni dello scorso capitolo e chi ha aggiunto la storia tra le seguite/preferite/da ricordare.
Siete stupende,
Jas

 

   
 
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