CAPITOLO 1
"Non condivido le cose che dici, ma difenderò
fino alla morte il tuo diritto di dirle."
(Francois Voltaire)
Ancora non sapeva perchè l'aveva fatto.
Ma ormai era successo, e non si poteva tornare indietro.
Avrebbe potuto saltare la lezione con un permesso di Madama Chips.
Ma era andato lo stesso per sfidare Piton.
Pessima idea.
La peggiore che potesse saltargli in testa.
Sapeva solo una cosa:
Tutto, ma proprio tutto, quel giorno gli dava fastidio.
Le continue occhiate disperate di Neville Paciock, che aveva paura di
essere interrogato, la seccante mano
destra di Hermione Granger, che scattava appena l'untuoso Piton faceva una
domanda...e poi c'era Ron Weasley, il suo migliore amico, che sbadigliava
cercando di non farsi vedere e fissava Piton con avversione ribelle.
Lo sguardo audace di Seamus Finnigan, che ogni qualvolta poteva, lanciava
occhiate di intesa a Calì Patil.
E naturalmente c'era lui.
Il personaggio d'elitè della crème della crème della
società magica.
Draco Lucius Malfoy.
Ogni cosa, ogni gesto, ogni sguardo fatto da lui, era un pretesto per
litigare.
I suoi capelli biondi e più lucenti dell'oro...lisci e
setosi...sembrano, anzi, erano cresciuti.
Ma per lui, il suo nemico, restavano sempre repellenti.
Il sorriso beffardo, non si estendeva oltre gli occhi gelidi e grigi.
L'aria altezzosa e nobile, di chi è abituato ad avere sempre la
pappa pronta.
Semplicemente repellente, appunto.
E poi ci sono i suoi compari.
Vincent Tiger e Gregory Goyle, che quest'anno, hanno imparato a
distinguere la mano destra da quella sinistra e hanno compreso l'uso delle
forchette e dei coltelli.
Per loro è stato un bel momento di gloria.
E poi c'è Lei...
L'odiosa, fanatica "bad girl", Pansy Carlinus Parkinson.
Detiene un primato record di ragazzi, ma è l'unica guardata con
invidia da tutte, per la sua torbida relazione con Malfoy.
E infine l'eroe per eccellenza.
Colui che osservava con aria annoiata tutti questi personaggi.
Di lui avrebbero potuto scrivere volumi e volumi di storia, come del
resto era gia stato fatto.
Le sue foto spiccavano su giornali che lui neanche conosceva...e
più cercava di sparire, più diventava visibile agli occhi del
mondo magico.
Harry James Potter.
I capelli neri e spettinati, facevano a pugni con la sua carnagione
bianca, colorita solo da due segni rossi sulle gote.
Gli occhi di un verde acceso, erano incorniciati da un vecchio paio di
occhiali vecchio stile.
Una cicatrice a forma di saetta, simbolo indiscutibile della sua
celebrità, spiccava sulla fronte.
Sebbene Harry, ci avesse appiattito sù la frangetta corvina,
restava comunque visibile.
"A quanto pare alcuni di voi..." stava dicendo Piton girando
per la classe con il solito sguardo omicida, "Non hanno ancora capito
l'uso più importante di alcuni...distillati semplici ed efficaci..."
Malfoy sogghignò all'indirizzo di Harry, che restituì uno
sguardo più che acido.
Lo scontro era iniziato.
"Tuttavia..." mormorò cupamente Piton, spostando gli
occhi verso Potter, "Ho deciso di concedere un'ultima possibilità,
ad alcuni sciocchi di voi...E...si!
mi riferisco anche a te, Weasley! Copiare i temi insieme a quello sfaticato di Potter, dalla signorina
Granger, NON è un metodo di studio adeguato..."
Uno scoppio di risa si levò dal lato dei Serperverde.
Harry naturalmente sapeva che un simile sgarbo da parte loro, era
più che giustificato.
D'altronde Piton era il Capo della Casata dei Serpeverde, per cui tutto a
loro, era concesso.
Ma se a ridere in quel modo arrogante, fosse stato un gruppo di
Grifondoro... la storia sarebbe stata sicuramente diversa.
Harry chiuse gli occhi, fiaccamente.
Si, quel giorno avrebbe fatto volentieri a meno di venire a lezione da
Piton.
E se ne sarebbe sbattuto, se Mocciosus,
come lo chiamava suo padre, avesse deciso di toglierli dei punti.
Tanto, a pensarci bene, Piton toglieva punti ad Harry sia quando stava in
classe, che quando mancava.
Ogni scusa era buona... come ricordava scrupolosamente
Ron.
Guardò pigramente l'orologio al polso.
15 minuti...solo 15 minuti di
agonìa.
Forse poteva salvarsi, stavolta.
Forse sarebbe anche riuscito a
divincolarsi da Malfoy, che in quel momento, non gli staccava gli occhi di
dosso.
"Pss...Ehi...Ehi, Potter!"
Forse...
Harry trattennè un imprecazione, e stando molto attento alle mosse
di Piton, si voltò a
guardarlo.
Malfoy era seduto accanto a Pansy Parkinson, che in quel momento, stava
tirando fuori una cosa rosa e molle dalla bocca.
Harry pensò, per un folle attimo, che si trattasse della sua
lingua, ma in realtà aveva solo incartato la sua gomma masticare.
Dietro al loro banco, erano seduti Theodore Nott e Blaise Zabini.
Anche loro guardavo in direzione di Harry, con un aria che il ragazzo non
sapeva come decifrare.
"Come vanno le cose, Potterino? Sicuro che non ti gira la testa?
Piton a volte, fa brutti effetti..."
Harry si era a malapena ripreso dalla figuraccia della gomma-lingua di
Pansy, quando impallidì nuovamente per la domanda di Malfoy.
Poi si accigliò all'improvviso.
"Bene, Furetto....e a te? Sei più pallido del
solito..."bisbigliò Potter, maligno.
"Cosa c'è? Tuo padre
ti fa....lavorare? E' per questo che ti strofini sempre l'avambraccio?"
Calmo...Harry....vai piano...
Il volto di Malfoy cambiò espressione. Per un folle attimo, Harry
pensò che si fosse come...rattristato...ma fu solo un impressione.
Guardò nuovamente l'orologio.
10 minuti...solo 10 minuti di
agonìa.
TO BE CONTINUED