La notte
si sostituì alla sera.
E la luna che pallida risplendeva nel cielo celeste scuro
ora illuminava un intenso cielo nero carbone e cosparso di una spruzzata di
stelle luminose. Sul terrazzo del'albergo, un
biondino dagli occhi nocciola fissava quel sereno firmamento, limpido, privo
persino di nubi.
Sospirò, passandosi una mano tra i capelli chiari.
Chi cavolo era quella strana bambina vista quel pomeriggio?
Dannata mocciosa impicciona..
Digrignò i denti, e tremò impercettibilmente.
Sentì uno strano peso all'altezza del cuore, e la mano volò rapida a cercare la
bustina che conteneva la droga. Ne prese un pò e
cercò di prepararsi una canna, ansimando, quando la porta che conduceva alla
terrazza si aprì cigolando e lui fece sparire tutto nella sua tasca, alla
velocità di un razzo.
- Ciao Joey... Non sapevo che fossi qui..-
Mormorò una voce dolce.
- Scusa, vado via subito...-
Fece, girandosi. Lui le afferrò un braccio.
- Aspetta..!-
Lei lo fissò con gli occhi verdi come foglie fresche, sorpresa.
Lui ricambiò quello sguardo, ma arrossì subito imbarazzato e chinò il viso
rosso come le fiamme di un caminetto.
- Resta.. se vuoi...-
Mormorò, senza fissarla negli occhi.
La ragazza sorrise dolcemente, fissando quel ragazzo che gli
dava un così forte senso di pace.
Così puro, così schietto, così....
...Dannatamente solo...
Come lei...
Si sedette sul pavimento di granito polveroso di sabbia, coprendo le gambe
chiare e snelle con la gonna lunga e bianca.
Sorrise.
-Dimmi Joey.. Raccontami un pò...-
E l'alba arrivò.
Arrivò per un giovane egiziano dai capelli neri e biondi, che si svegliò al fianco del ragazzo che amava.
Sorrise, gli schioccò un sonoro bacio sulla guancia, per
svegliarlo, e poi, augurandogli il buongiorno, si avviò verso la cucina
dell'albergo, per fare colazione.
Arrivò anche per due giovani sulla terrazza di quell'albergo,
abbracciati stretti, che si erano addormentati l'uno tra le braccia dell'altra dopo
aver passato la notte a raccontarsi e asciugarsi lacrime d'orgoglio, amore e
dolore. A dividere l'uno con l'altra se stessi e le proprie
emozioni.
Arrivò anche per tre amiche che si ritrovarono per fare colazione.
Arrivò anche per una persona seduta una poltrona elegante, al piano superiore
di quell'edificio, dopo aver passato la notte intera
al computer di Seto Kaiba.
-No, no, ragazze...-
Fece, con voce speziata.
- Non è ancora il momento di trovare la soluzione al gioco...-
Ridacchiò, con voce mielata e una mano scosse i lunghi capelli.
- Anche se, quando arriverà, non si potrà più tornare indietro...-
Sorrise.
E la combinazione in linguaggio binario partita da quel computer andò a
circolare alla ricerca del virus.
-Tama-chan!-
Urlò una ragazza dagli occhi blu.
-dai, scendi!-
La moretta scese le scale sbadigliando.
-Arrivo, arrivo... Non fare casino..-
Sbottò lei, arricciandosi una ciocca di capelli scuri con un dito.
-Uhm, io voglio il caffè con chili di latte
condensato... E QUELLO CHE COSA E'???????-
urlò Fuuma, indicando un fagotto polveroso che si
muoveva appena, buttato malamente su una poltrona.
-Un sacco?-
Domandò Tama, curiosa. Si avvicinò al
"sacco", e alzandone un lembo con due dita ne mostrò il contenuto...
Ovvero una ragazza di 15 anni, coi capelli neri e gli
occhi blu, che le fissava mugolante.
-Ciiiiiiiboooooo....ç_____ç-
-MARIA?!?!!?!? E DA DOVE VIENI????-
-Dal deserto...ç___ç mio dio sono arrivata solo ieri sera...ç____ç-
-°_° Poveretta.. Dai vieni, facciamo colazione insieme...-
-Ciiiiiboooooo....*çççççç*-
-=.="""-
Fecero
tranquillamente colazione insieme, sedute intorno al
tavolino rotondo dalla tovaglia bianca, passandosi la marmellata, il pane e i
biscotti, e fissando sbalordite Fuuma che insisteva
nel mettere sei barattoli di latte condensato nel caffè.
-Uhm, ma Ichigo e Fianna che fine hanno fatto?-
Chiese Maria.
-Ah, Fianna nn lo sappiamo
ancora.. Magari lei è l'unica a non essere arrivata qui..-
-Ichigo è al piano di sopra...-
-Bonggionno... Pecchè
parlate di me?-
Chiese una vocina infantile, alzando una manina chiara per cercare una tazza
vuota sul tavolo.
-Oh, Ichy-chan, ti sei svegliata?-
Sorrise Tama, prendendola in braccio e facendola
sedere sulle proprie ginocchia.
La bambina sbadigliò un paio di volte e si strofinò gli occhioni
color cannella con i pugnetti chiusi, biascicando
poche parole tra uno sbadiglio e l'altro.
-Uhm.. Shi.. ma... Yawn... Mi sembra di non aver dormito... Yawn.. per niente... mhwan...-
Miagolò, stringendosi al petto di Tamara.
-Zia Tamy, ho sonno...-
Biascicò, accoccolandosi sul suo grembo, e strofinandosi gli occhi color
cioccolato, immersa nell'enorme maglia dei Green Day prestatagli da Fuuma.
Maria fissò sbalordita la ragazzina.
-No... Non ditemi che quella è la mia senpai perchè
non ci credo...-
Mugolò, con gli occhi azzurri sgranati.
Tamara invece annuì.
-YAAAAAAAAAAAAAAAAAHHH!!-
Urlò Maria, indicando spaventata la piccoletta, che
si risvegliò di soprassalto.
-Chi è? O.O Chi va là?!O.O-
Saltò su la piccoletta, tornata bruscamente dal mondo dei sogni.
-Ma vaff...>.<""-
Borbottò, quando si accorse che era stata Maria a
urlare.
-No..Non ci credo.. O_O-
-v.v Credici invece...-
Rispose Fuuma, dandole una pacca sulla schiena.
A quel colpo, Maria cadde dalla sedia.
-O.O Mari, sei viva? O.o-
Seto Kaiba si diresse
fischiettando verso la sua camera privata.
Non era mai stato così di buon'umore.
Ma si sa, con Yami...
Sorrise, arrossendo vagamente, e aprì la porta della sua camera.
Trovò il computer acceso, e posato sula sua scrivania
di noce.
-Ma chi cavolo...-
Borbottò, sorpreso.
Si diresse verso il tavolo, e raggiunse lo schermo, leggendo i dati segnati in MS_DOS.
-No.. NO DANNAZIONE!-
Sbraitò, volando a correggere quegli errori nel server.
Niente,ogni comando lanciato veniva rifiutato.
Mentre lanciava l'ennesimo input, l'immagine della sua
mano destra si distorse leggermente, emettendo uno strano ronzio e invertendo i
colori.
Si coprì il viso con la mano sinistra.
-Chi diavolo vuole distruggere il nostro mondo...?-
Un sospiro.
-... E per quale motivo..?-
-Ciao ragazze!-
Trillò una voce allegra.
Fuuma si voltò stupefatta, seguita da Tamara e Maria.
-Fianna..?-
La rossa sorrise, alzando la mano a V in segno di vittoria.
-Eccomi qui! Mancavo solo io!-
Fece, gioiosa.
Una mano chiara scivolò lesta sulla tastiera traslucida, riscrivendo quel
codice che aveva già danneggiato parte del sistema.
Sorrise, fissando i numeri scorrere rapidi sul riflesso chiaro dei suoi occhi e
con una mano scostò i lunghi capelli.
Poi, improvvisamente, una mano forte fermò la sua e la voce chiara di Seto Kaiba risuonò chiara nel
riconoscerla:
-Re… REBECCA?!-