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Autore: Josie Walking_Disaster Vengeance    07/02/2012    6 recensioni
Da dietro l’angolo, Brian, vide un ragazzino correre mezzo sfiatato verso il giardino di casa sua con dietro altri tre ragazzi più o meno della sua età, che se la ridevano di gusto e gli correvano dietro.
“Vai Baker corri!”
“Più veloce o ti raggiungiamo!”
A quelle parole, Brian vide il ragazzino strizzare gli occhi e con enorme sforzo correre più veloce. Una volta svoltato l’angolo arrivò davanti al cortile di casa sua e si nascose dietro un cespuglio, quasi ritrovandosi in mezzo ai rovi per paura di essere scoperto.
[Synacky]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Synyster Gates, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ff avenged sevenfold cap 22 Matt correva con la sua auto per le strade di Huntington Beach a velocità talmente alta che le luci dei lampioni e dei fanali delle altre macchine si mischiavano in un unico turbine di bagliori tutto intorno a lui. Le mani saldate talmente forte al volante -non si sarebbe stupito di vederlo sbriciolarsi sotto la sua stretta- nel tentativo di mantenere la calma.
Quando aveva tirato fuori Zack da quel locale non ci aveva messo  più di un secondo a capire che cos'era successo, anche se il fatto che Haner fosse tornato gli sembrava ancora una cosa talmente incomprensibile che non lo avrebbe creduto finché non lo avesse visto con i propri occhi -e ucciso con le proprie mani.
Infatti proprio in quel momento si stava dirigendo verso casa di Jimmy, il quale, dopo averlo chiamato, aveva confessato che lo stava ospitando a casa sua.
Quel traditore di Jimmy, pensò Matt. Come aveva potuto tenere i contatti con Haner dopo quello che aveva fatto? E soprattutto senza dirgli niente? Probabilmente perché avrebbe tentato di ammazzalo direttamente via telefono.
L'aveva sorpreso e allo stesso tempo anche deluso il  comportamento di Jimmy, insomma non gli importava dei sentimenti di Zack e di tutto quello che aveva passato a causa di quel vile di Haner? Al solo pensiero gli ribolliva il sangue nelle vene, e stava andando dall'amico per chiedere spiegazioni, mentre si preparava mentalmente nel cercare di non strangolare Brian non appena l'avesse visto e il che richiedeva una certa quantità di energia. Diciamo anche un enorme quantità di energia.
Se Jimmy gli aveva tenuto nascosto tutto ciò ci doveva per forza essere un motivo. E in più Haner con Jimmy aveva avuto un rapporto sicuramente migliore di quello che aveva avuto con lui e c'era la possibilità che Jimmy sapesse qualcosa che lui ancora non sapeva.
Tutti questi ragionamenti solo per carcare più motivi che lo astenessero dal mettere le mani addosso ad entrambi.
Era già nervoso perché quando stava per uscire di casa, Zack aveva cercato di fermarlo e di convincerlo a desistere dall'andare da Jimmy. Ma Matt non ne aveva voluto sapere, così si era chiuso bruscamente la porta alle spalle e lo aveva lasciato li, a casa propria, informandolo che sarebbe tornato presto. Zack non aveva fatto neanche in tempo a ribattere e infatti, proprio in quel preciso momento, Matt sentì il cellulare cominciare a squillare, mentre nel display appariva la scritta "Zacky".  Lo ignorò completamente e continuò per la sua strada.

Circa una ventina di minuti dopo, Matt si trovava di fronte alla porta di casa Sullivan. Ovviamente non ci aveva messo tutto quel tempo per arrivare, dato che da casa sua a quella di Jimmy non erano neanche dieci minuti, ma era rimasto per almeno un quarto d'ora seduto in macchina, indeciso sul da farsi.
Per un attimo gli erano tornati alla mente gli occhi di Zack, arrabbiati, che lo intimavano di non uscire di casa. Matt non poteva far a meno di domandarsi quale fosse il motivo. Certo, se invece di  agire impulsivamente come al solito fosse rimasto calmo e avesse ascoltato cosa l'amico aveva da dire, ora non si sarebbe arrovellato il cervello con simili seghe mentali. Invece come di sua abitudine gli erano bastate le parole "Brian" e "tornato" per partire in quarta senza fermarsi a riflettere.
Quello che più lo aveva lasciato scombussolato era il fatto che sembrava che Zack stesse cercando di... proteggere Haner?
Da come aveva reagito, era certo che il più piccolo aveva pensato che   avrebbe di certo tentato di farlo fuori o se non fosse arrivato a tanto di sicuro gli avrebbe fatto molto male. Eppure Matt aveva trovato Zack fuori dal locale sconvolto... perché allora cercava di parare il culo a Haner?
Forse stava giungendo a delle conclusioni troppo in fretta e in realtà Zack aveva tutt'altri motivi per cui non voleva che si recasse da Jimmy. Magari pensava che non erano affari suoi e questo sarebbe stato un ragionamento più che giustificato. Ma Matt aveva dato per scontato che quelli fossero affari suoi. Dopo tutto lo faceva con buone intenzioni, voleva solo aiutarlo.
Così, dopo aver aspettato per un paio di minuti si decise anche a suonare il campanello, rimanendo ad aspettare con le mani infilate nelle tasche dei jeans per proteggerle dall'aria fresca notturna.
"Matt... sei venuto davvero alla fine" lo accolse Jimmy quando gli aprì la porta.
Matt non rispose, lasciando che fosse la sua espressione torva a parlare per lui.
"Come mai così calmo? Al telefono sembrava stessi venendo per uccidermi"
"L'intenzione era quella" si limitò a rispondere.
"Mi fai entrare o no?" domandò quando vide che Jimmy se ne rimaneva impalato sulla porta guardandolo scrutatore.
"Prima vorrei sapere se sei ancora dell'idea di farmi fuori" chiese con quel suo tono diplomatico.
"Credimi, se avessi voluto l'avrei già fatto"
Jimmy sembrò pensarci su un attimo.
"C'è anche lui di la. Mi assicuri che rimarrai calmo?"
Matt sbuffò e fece un cenno d'assenso.
"Entra" fece Jimmy mettendosi da parte.
Entrambi raggiunsero la sala di casa Sullivan dove, seduto in un angolo del divano, si trovava Brian, che scrutava Matt con fare diffidente.
"Chi si vede" fece Matt non appena notò la presenza dell'altro "Quanto tempo. Saranno, tre, quattro anni?"
"Cinque" rispose Brian in cagnesco, che sentendosi sfidato non sentiva più nessun timore, ma solo la voglia di prendere l'altro a pugni. E non erano passati neanche dieci secondi, un record!
Jimmy rifilò una gomitata a Matt come a volergli dire "comportati bene!" e gli fece cenno di sedersi nel divano opposto a quello dove si trovava Brian, mentre Jimmy si accomodava al fianco di quest'ultimo.
"Non sei cambiato affatto" concluse Matt dopo aver scrutato l'altro dalla testa ai piedi "sempre lo stesso"
Brian percepì un tono d'accusa in quell'ultima frase. D'altronde non poteva aspettarsi altro. Era già tanto che non si trovava a terra con il naso sanguinante.
"Senti Matt" iniziò Brian mantenendo un tono di voce calmo "non girarci intorno, vai al punto. Che sei venuto a fare?"
"Che sono venuto a fare?" ripeté l'interpellato con fare incredulo.
"Matt stai calmo" lo ammonì Jimmy.
"Tu mi chiedi di stare calmo? Ma lo sai cos'è stato qui quando te ne sei andato?" domandò poi, rivolgendosi a Brian.
Questo si limitò a distogliere lo sguardo e a passarsi una mano fra i capelli, in evidente difficoltà.
Matt si alzò in piedi evidentemente troppo agitato per rimanere seduto "Mentre tu te ne stavi dall'altro capo del paese a farti bellamente i cazzi tuoi felice e contento,  noi qui passavamo l'inferno, Zack passava l'inferno! E tutto per colpa tua" concluse incenerendolo con lo sguardo.
Brian si alzò a sua volta in modo da poterlo fronteggiare almeno allo stesso livello di altezza.
"Certo, perché io sono stato felice e contento per tutto il tempo!" fece sarcastico.
"Non te ne saresti andato in quel modo. Senza una parola, senza parlaci per l'ultima volta o per chiedere scusa del tuo comportamento!"
Brian non potè far altro che incassare, colpito nel segno.
Era stato il suo tormento per cinque lunghi anni.
"Matt, tu non sai tutto" iniziò deciso, ma nonostante questo, il tono di voce vacillava "non c'è stato un solo giorno in cui non mi sia odiato per quello che ho fatto"
"E non potevi fare una chiamata? Non potevi far avere tue notizie in qualche modo?" domandò l'altro che tratteneva la rabbia a forza.
Altro colpo.
Non sapeva davvero come rispondere. Matt gli stava domandando questioni che lui nel corso degli anni aveva evitato di porsi.  E ora che gli venivano sbattute in faccia si ritrovava a dover fare i conti non tanto con Matt quanto con se stesso. Già, perché non lo aveva fatto?
La fatica di trovare una risposta gli venne risparmiata dal ripetuto suono del campanello, che sorprese i tre ragazzi.
Jimmy aveva dipinta in volto un' espressione confusa, evidentemente non aspettava nessuno.
E di sicuro neanche Matt e Brian si sarebbero aspettati di vedere chi fosse davvero il misterioso visitatore.
Zack se ne stava di fronte a loro con uno sguardo omicida e il fiatone.
A Brian mancò un battito quando si ritrovò il ragazzo di nuovo nella stessa stanza in meno di una giornata. Ma almeno si poteva definire felice di constatare che lo sguardo omicida di Zack sembrava diretto verso Matt, che sembrò perdere un po' della sua rabbia.
"Zack... che fai qui? Non eri rimasto a casa mia?"
"Rimasto a casa tua? Detto così sembra che ci sono rimasto di mia volotà! No, tu mi hai chiuso la porta in faccia e sono venuto fin qui a piedi" Ecco spiegato il fiatone.
Matt sembrava quasi in imbarazzo. Aveva agito impulsivamente come al solito e ora ne pagava le conseguenze.
"Comunque" si intromise Jimmy "cosa sei venuto a fare?"
"Per prima cosa a dire a Sanders di farsi i fottuti affari suoi" disse e lo fulminò con lo sguardo "seconda cosa" riprese "devo parlare con Haner"
Brian, che fin dall'arrivo di Zack si era tenuto in disparte, una volta chiamato in causa si sentì tutti gli occhi puntati addosso. E gli aveva fatto più che strano sentirsi chiamare Haner.
Passò lo sguardo sugli altri fino a soffermarsi su Zack, ma senza guardarlo veramente.
"D-D'accordo" fece con voce appena udibile.
"Bè Matt. Meglio se noi ce ne andiamo di la, prendiamo qualcosa da bere e saliamo di sopra" cominciò Jimmy.
Brian teneva lo sguardo puntato sulla porta della cucina, troppo codardo per girare lo sguardo verso l'altro.
Era ancora voltato quando percepì l'ombra di Zack avvicinarsi. Mezzo secondo dopo sentiva un dolore lancinante alla testa, che aveva appena sbattuto sul muro dietro di sé.
Sentì gli occhi appanarsi di lacrime per via del dolore, prima che poté rendersi conto della mano di Zack che stringeva la stoffa del collo della sua maglia e lo teneva premuto contro la parete, con una forza che non si sarebbe mai aspettato che l'altro possedesse. L'altra mano era appoggiata al muro dietro di sé, all'altezza delle sua testa. Poteva vedere il suo braccio a un centimetro di distanza anche se aveva la vista ancora semi-appannata.
Zack non lo guardava negli occhi, sembrava si fosse appena ripreso da un momento di rabbia eccessiva. Ma non sembrava che quella rabbia se ne fosse andata.
Brian cercava di capire quali fossere le sue intenzioni, ma il dolore alla testa lo distraeva da questi pensieri. E anche l'eccessiva vicinanza all'altro. Erano talmente vicini che sentiva il respiro pesante dell'altro -se per via della precedente corsa o per la rabbia Brian non sapeva dirlo, ma aveva una mezza idea- infrangersi sulla sua pelle.
Cercava di formulare qualche pensiero, di darsi qualche risposta, ma il suo cervello sembrava spento. Furono le parole di Zack a rimetterglielo in moto.
"Perché sei tornato?" soffiò, finalmente guardandolo negli occhi.
Brian non riusciva a far altro che rimanere a fissarlo senza proferir parola. Quanto gli erano mancati quegli occhi che ora lo guardavano con immensa rabbia? Era come se un ombra li avesse avvolti, coprendone la loro solita lucentezza. Non sembrava il Zack che aveva lasciato, che gli era successo? Cosa gli aveva fatto?
Poi Zack fece una cosa che sorprese Brian: abbassò nuovamente lo sguardo e cominciò a ridacchiare.  Ma presto Brian capì che quella bassa risata era completamente priva di gioia, non sembrava affatto una risata.
"Sei solo uno stronzo bastardo, ti avevo dimenticato, sai quanto c'è voluto?"
Zack alzò nuovamente gli occhi su di Brian. Erano lucidi, non rideva più.
Ora erano vicini, ancora più vicini di prima. Zack appoggiò la fronte su quella di Brian e chiuse gli occhi. Sembrava quasi che soffrisse per quel contatto e quella vicinanza. Le labbra che sfioravano quelle dell'altro senza toccarle.
Brian sentiva che le gambe gli stavano quasi  per cedere e sarebbe di certo crollato, se non fosse stato compresso al muro dalla mano di Zack.
Erano passati più di cinque anni dall'ultima volta che erano stati così vicini. Brian ricordava l'ultima volta che l'aveva tenuto così stretto. Erano da Jimmy e Brian non voleva far altro che coccolarselo un po', per distrarsi dall'idea che se ne sarebbe dovuto andare. Neanche immaginava allora che quel che sarebbe successo sarebbe stato peggio che in ogni sua immaginazione. E si ricordava di Zack che gli sorrideva e si stringeva a lui, ma non era pronto a quello che invece fece il ragazzo che era davaanti a sè in quel momento. Mentre la pelle fresca del suo viso ancora accarezzava la sua, sentì il pugno di Zack assestarsi sul suo stomaco e lasciarlo senza fiato per qualche secondo. All'improvviso si sentì di nuovo diciassettenne trasportato con la mente a cinque anni prima.
 Stammi lontano. Non mi fido più di te.  Stammi lontano.
Quelle parole, le ultime parole che gli aveva sentito pronunciare prima di andarse, quella volta gli avevano sferrato un colpo talmente forte che quel pugno assestato e ancora immobile sul suo stomaco glielo avevano ricordato. E si rese conto di quanto dolore invece aveva realmente portato lui nella vita di Zack. Era come se per cinque anni avesse staccato la mente, avesse resettato quei mesi in cui era stato co lui. Si era sentito in colpa per quello che aveva fatto, si era odiato, ma tutto era sempre ricaduto su di se stesso. Perchè lui si odiava e  sapeva di essersi comportato da vero bastardo, perché lui avrebbe voluto agire diversamente, perchè a lui mancava Zack. Ma non si era mai veramente fermato a pensare a quello che l'altro stesse passando.
Un nodo gli si attorcigliò in gola impedendogli quasi di respirare, accentuando il dolore alla testa, che ancora pulsava neanche volesse esplodere.
Cercò di allentare il nodo che lo soffocava per riuscire con sforzo a emettere parole che a fatica lasciarono le sue labbra. Si attaccò con entrambe le mani al braccio che Zack ancora gli teneva premuto addosso.
"Mi dispiace". Quel suono già rotto , venne ulteriormente spezzato da un altro colpo che Zack gli assestò.
Tra il dolore fisico e la confusione che lo avvolgeva come un tentacolo, Brian sentì le gambe cedere definitivamente e scivolo a terra, trascinandosi Zack con sé, che non accennava a mollare la presa sulla sua maglia.
Nonostante la testa gli esplodesse e le forze gli mancassero, Brian si sarebbe fatto colpire altre mille volte e non avrebbe fatto resistenza. Ma dopo un tempo infinito in cui era rimasto immobile, la testa appoggiata al muro e gli occhi chiusi, Zack se ne era rimasto fermo, lo sguardo coperto dalla frangia, una mano nel suo stomaco e una a stringere la stoffa della maglia.
Quante volte Brian aveva visto Zack assumere quella posizione. Se si teneva la frangia a coprire gli occhi era perché voleva nasconderli e solitamente era perché stava piangendo. Non voleva farsi vedere mentre cedeva a quel gesto di debolezza.
Brian portò lentamente una mano fino alla sua fronte e gli alzò piano la frangia.  L'altro non oppose resistenza a quel gesto ma immediatamente chiuse gli occhi.
"Ormai ti ho dimenticato"
Brian avrebbe preferito che lo avesse colpito di nuovo piuttosto che sentire quelle parole. Ma pensò questo solo prima di accorgersi che stava mentendo. E lo capì quando Zack gli ripeté quelle parole.
"Ti ho dimenticato"
Stava cercando di convincere se stesso più che dirgli quello che sentiva. Lo faceva sempre quando mentiva.
 "Vieni qui"
Brian lo afferrò per un braccio e l'altro gli cascò praticamente addosso, mentre lo stringeva a sé cercando di consolarlo. Si lasciò tenere, quasi aggrappandosi alla maglia dell'altro, ma poi con un brusco movimento lo spinse e si alzò velocemente in piedi e per la terza volta lo ripeté, guardandolo serio con gli occhi ancora lucidi.
"Ti ho dimenticato"
Gli diede le spalle, corse alla porta e uscì da quella casa, lasciando Brian buttato contro il muro, con le braccia ancora protese, dove qualche secondo prima si erano trovate a stringere Zack..









Facciamo tutti un applauso alla mia connessione che finalmente è tornata! *ClapClap* Brava connessione *^*
Avevo questo capitolo pronto da tre o quattro giorni ma questo pc non voleva collaborare è___é Ne ho anche un altro di pc, ma li  non riesco a postare le ff per qualche motivo. I miei strani strani computer. E vabbè a parte questo che non so cosa ve ne possa fregare (ok, volevo giustificare il mio solito ritardo ù.ù) volevo solo dire che... che volevo dire? Boh D:
Niente, in questo capitolo Zack sfoga un po' della sua frustrazione su di Brian LOL All'inizio avevo pensato di far fare una bella rissetta a Matt e Brian, ma poi ho pensato che forse ne aveva più bisogno Zackino. Me crudele :3
Passo subito a ringraziarvi dato che ho fatto nuovamente le 3 e mezzo di notte D: Preghiamo tutti insieme appassionatamente che mia madre non se ne accorga.
Ringrazio chiunque abbia letto, messo fra i preferiti e fatto quelle solite cose la.
Un grazie immenso a friem, IWalkAlone, Vengeance_AS, Amy Kiichi Nezumi Vee, Bloody Doll, AlisGee, EchelonDG e Two_Dollar_Bill (Mon Amour <3) *-* Voi lo sapete che vi amo  vero?  <3

Ora che ci penso sta volta non sono stata poi così in ritardo no? *^* Piccole soddisfazioni :') Tanto sono sommersa dalla neve e appena metto un piede fuori casa rischio di morire assiderata -.-"  

Quindi spero di non metterci una vita come al solito ad aggiornare! Ci sentiamo presto, un abbraccio a tutte,

Josie



   
 
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