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Autore: angelikakiki    07/02/2012    1 recensioni
Come promesso, l'attesa parte seconda de " Lo scopriremo solo vivendo". Ormai la guerra è alle porte e tutti devono scegliere da che parte stare... Vedremo i Malandrini presi da nuove avventure: il loro ruolo nell'Ordine della Fenice, il matrimonio di Lily e James... La paura è palpabile in un mondo in cui non si hanno più tante certezze. Capitolo molto più triste e tenebroso del precedente. Sfortunatamente la fine la conscete tutti. Si può leggere questa storia anche senza aver letto la parte precedente, si capisce lo stesso. Buona lettura!
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, I Malandrini, Severus Piton, Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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“ Silente è un genio” affermò Remus subito dopo la riunione. Eravamo a casa di James, tutti sulle poltrone.

“ Già…” sussurrò Mary. Sirius annuì. Poi guardò l’orologio.

“ Ragazzi, io dovrei andare. Mary, vieni anche tu?” chiese. Mary annuì alzandosi. Peter anche si alzò dal divano di villa Potter.

“ Ragazzi… mia madre…

“ Veramente anche io avrei una cosa da fare…” ammise Marlene. Remus sorrise.

“ E io dovrei medicarmi la ferita che sento che si sta riaprendo” confessò. James si alzò.

“ Insomma ci lasciate qui soli!” disse James. Sirius rise.

“ Vabbè, come se la cosa ti dispiacesse!” disse facendogli l’occhiolino. Malgrado il tono sospetto con cui l’aveva detto, non potetti non ridere. Prese per mano Mary e tutti si Smaterializzarono fuori dalla casa. James si lasciò cadere accanto a me.

“ Allora... considerazioni?” chiese.

“ Sarebbe un interrogazione?” domandai ridendo. Basta interrogazioni.

“ No…” ammise chiudendo gli occhi stancamente. “ Curiosità” affermò.

“ Ok, quello con l’occhio magico mi fa paura, ma per il resto mi sembrano davvero tutte brave persone…” dissi. James annuì. Poi mise una mano sul mio volto.

“ Sai…” disse. “ Silente ha ragione. Siamo in pericolo. Se Voldemort ci scopre…” sussurrò.

“ Già… è così. Ma l’abbiamo voluto noi, no?” chiesi, non sapendo a cosa volesse arrivare. Lui non replicò. Si alzò dal divano, lasciandomi perplessa.

“ Sì, ma… tu l’hai fatto per seguire me?” chiese. Egocentrico.

“ Sei uno stupido egocentrico, Potter!” dissi fingendomi offesa. Lui aspettò pazientemente che andassi avanti.

“ L’ho fatto per vivere in un mondo migliore. E poi, io sono una Nata Babbana. È ovvio che voglio difendere… le persone che vivono nella mia stessa situazione…

“ Anche a costo della vita?” chiese lui, serio. Lo guardai negli occhi. Annuii. Lui sorrise, accarezzandomi il viso.

“ Se è così, devo fare una cosa. Ti prego di non urlare e di non mandarmi a quel paese” affermò. “ Io… un secondo…” disse lui. Puntò la bacchetta verso la cucina.

“ Accio cofanetto!” esclamò. Un cofanetto blu gli arrivò nelle mani. Mi prese per mano facendomi alzare. Io ero confusa e rapita. Cosa diamine stava facendo James? E perché ora si stava mettendo in ginocchio? Non vorrà mica… oh, no… questo era davvero troppo…

“ Lily…” sussurrò imbarazzato. Io quasi non respiravo.

“ Io… non sono bravo in queste cose… e… non mi è mai capitato di… già, wow, che grande scoperta… comunque…” era quasi più imbarazzato di me. Il tempo sembrò quasi fermarsi.

“ Io ti amo, Lily Evans. E te lo voglio dire mille, cento mila volte ancora. E… bhè… l’unico modo per farlo è quello di stare con te ogni giorno della mia vita. In realtà è quello che ho sempre voluto, fin da quando ti ho incontrata su quel vagone del treno. Io… ti amo. E… bhè…” disse aprendo il cofanetto. Rivelò il suo contenuto. Un anello. Un anello bellissimo, grande e brillante, in oro bianco.

“ So che forse non è il momento opportuno, ma… Lily Evans… mi vorresti… tu… ok, em… mi vuoi sposare?” chiese guardandomi negli occhi. Non respiravo. Il mio sguardo era sbigottito. In queste situazioni non c’è una risposta giusta e una sbagliata. In teoria c’era solo una risposta. Sbagliata o giusta si doveva vedere dopo. Ma in quel momento… volevo scappare, morire. Ero davvero pronta per prendere quella decisione? A diciassette anni? Non eravamo troppo giovani? Ma alla fine, troppo giovani per cosa? Io volevo lui. Non l’avrei mai lasciato. E lui non avrebbe mai lasciato me. Di questo ne ero sicura. Dopo ben sette anni di tentativi, si presume che un minimo ci tenga… Quindi che senso aveva aspettare? E poi, Silente aveva detto che essere membri dell’Ordine poteva essere pericoloso. Io e James eravamo pronti a morire per una causa superiore, ok. Ma se fossimo morti prima di esserci sposati? Di provare una nuova esperienza, di unirci finalmente nel matrimonio?  Provai ad aprire la bocca. Ma non mi uscì nessun suono. James stava vivendo attimi di puro panico. Potevo capirlo, ma non riuscivo a spiccicare una sola parola. James decise di riprovare.

“ Sai, Lily, questo è un flashback… ti ricordi l’anno scorso quando ti ho chiesto di metterci insieme? Vuoi tu Lily amarmi e onorarmi finché Piton non mi scagli una Maledzione senza perdono?” sorrise. Io me la ricordavo bene quella scena. Ma non osavo parlare. Cercai di annuire. Niente da fare, anche i muscoli del collo si erano pietrificati. Magnifico…

“ Avanti… dimmi qualcosa… ti prego, Lily, così mi farai morire! Almeno prendimi a cazzotti, non so…” disse cercando di ironizzare. Io proprio non ci riuscivo. Provai a muovere la testa per annuire, cercando di far uscire i miei muscoli dallo stato di tensione a cui erano ridotti. Niente da fare.

“ Lily…” vedevo nei suoi occhiali il mio riflesso. Ero davvero terrorizzata. Povera me… Oh, ma insomma, che mi prendeva? Ero o non ero una Grifondoro? Potevo affrontare una semplice proposta di matrimonio… Ok, forse tanto semplice non era. Ma con uno scatto repentino del collo, annuii. Lui si buttò sul divano:

 “ NON LO FARE MAI Più! MI HAI FATTO MORIRE!” esclamò. Provai a ridere, a fare qualcosa, ma riuscii solo a sedermi sbigottita. Lui mi abbracciò.

“ Grazie…” disse. Io anche lo abbracciai. Poi ripresi il dono della parola.

“ Tu… sei sleale, lo sai? Mi hai colto di sorpresa! ” dissi un po’ offesa. Un lampo malandrino gli passò negli occhi.

“ Sapevi che prima o poi ti avrei convinta, Lily… lo sai che io non mi arrendo mai!” disse. Lo abbracciai.

“ Lo so… lo so…” dissi stringendolo a me. Lui si alzò.

“ Bene, ora se permetti vorrei fare una cosa” ammise. Io annuii. Andò in cucina. Non lo vedevo più, ma potevo sentirlo.

“ SIIIIIIIIIIII!!!!!!!! Sapevo che ce l’avrei fatta, siiii!!!! Ahahahahaha! Alla faccia vostra, studenti che mi prendevate in giro dicendo che non mi si sarebbe filata! AHAHAHAHA!!! ALLA FACCIA TUA, PITOOON! AHAHAHAHAH!!!! CE L’HO FATTA, MA CHI SONO!!!!! ” esclamò. Malgrado la sorpresa e il fastidio che si facevano spazio in me non riuscii a rimanere seria. Lui si riaffacciò dalla cucina, dopo circa dieci minuti abbondanti in cui rinfacciava a tutti il fatto che ce l’aveva fatta.

“ Ok… mi sono sfogato…” ammise sedendosi.

“ Tu sei matto, è diverso!” dissi ridendo. Lui sorrise.

“ Wow, Evans, hai infranto una Regola Principale…” disse sottovoce. Mi voltai. Quell’affermazione mi ricordava qualcosa. Sì, secondo appuntamento, in riva al Lago Nero. Quanto tempo era passato… un eternità.

“ Quando mi trattavi male, volevo morire…” disse. Abbassai gli occhi. Già. E adesso volevo morire io.

“ James… lo sai che non potrei più tornare indietro ora… e poi… sono… em…” la parola quasi mi faceva venire i brividi.

“ Fidanzata” mormorai. Lui annuì felice.

“ Già… ormai sei mia e di nessun altro” annunciò con fare solenne.

“ No… lo sono sempre stata. Anche se non lo sapevo” ammisi sorridendo. Lui mi prese il volto.

“ Posso?” chiese. Altra cosa terribilmente familiare.

“ Aspetta” dissi togliendogli gli occhiali. Mi fissava con quegli enormi occhi castani. Quegli occhi

che qualche anno fa disprezzavo. Ma ora… come vivere senza?

“ Io… posso?” chiesi stavolta provocandolo io. Lui annuì divertito. E lo baciai io. Ero io a dettare legge. E quasi non ci credevo di essere fidanzata con lui, James Potter, l’asso del Quiddich, il bullo di Hogwarts. Mi veniva da ridere a ripensarci. Mi sdraiai sul divano, e anche lui lo fece, mettendosi sopra di me. Cominciammo a baciarci con più foga. Le sue mani erano ovunque, come sempre. Mi levai la maglietta e anche lui lo fece. Ci amammo in quel caldo pomeriggio di luglio. Ed era questo l’importante.

 

  
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