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Autore: Nidham    08/02/2012    5 recensioni
Breve elucubrazione della mia ladra nel momento piu' triste del videogioco, quando una scelta porta a tragiche conseguenze. Fatemi conoscere il vostro parere, visto che è anche il mio primo tentativo^^
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Non ha voluto ascoltarti...” la voce di Zevran uscì dall'oscurità al margine del campo, facendolo sussultare.

Solo aguzzando la vista, Alistair riuscì ad intravedere la forma snella dell'elfo, immobile contro il tronco di un albero, le braccia conserte e le gambe appena divaricate.

“Come immaginavo” continuò, sempre in un sussurro.

“Cos'altro avrei dovuto fare o dire?” C'era rabbia nel tono del Custode, una frustrazione talmente profonda che raschiava le sue stesse parole, rendendole feroci. “Le ho detto quanto mi dispiaccia, le ho detto che la amo...”

“Lei lo sa già questo, Alistair”

“E allora che posso fare? Tu sei un esperto di donne, no? Dovresti pur conoscere qualche...”

“Formula magica?”

“Sì!... No! Cosa mi fai dire? Qualche trucco, qualche modo per riconquistare la sua fiducia. I miei sentimenti per lei non sono cambiati”

Zevran si avvicinò lentamente, silenzioso quanto le ombre che lo circondavano, sinuoso come un serpente pronto a balzare sulla preda e altrettanto imperscrutabile.

Per un attimo ebbe l'impulso di allontanarsi senza degnare quello sciocco di una parvenza di risposta, ma uno sguardo al suo volto tirato e triste lo costrinse a cambiare idea e a maledirsi nel frattempo.

Sospirò, rassegnato, e scosse la testa, ma l'espressione di Alistair non mutò. Rimase a fissarlo fiducioso e risoluto, come chi è pronto ad accettare qualsiasi soluzione possibile per raggiungere il proprio scopo.

“Siediti e portami della birra. Sarà una lunga notte, se voglio fare di te un seduttore”

Alistair si voltò di scatto, ma le ultime parole dell'elfo lo richiamarono, lasciandolo con un piede sollevato in aria. “Non è detto che ci sia una soluzione, però!” Si vide costretto ad ammettere Zevran, “Eilin è diversa da qualsiasi altra donna abbia mai conosciuto e ben più testarda di qualsiasi mulo abbia mai avuto la sfortuna di cavalcare”

Un sorriso sfiorò appena le labbra del Custode al pensiero della sua amata con lunghe orecchie pelose, ma si spense nell'ansia di un possibile fallimento.

Non osava rassegnarsi, né all'idea di aver perso il suo cuore, né, tanto meno, all'idea di averla condannata a morte certa. Ma, se per il secondo timore non poteva che pregare il Creatore, per il primo aveva la soluzione a portata di mano: doveva spremere dall'amico qualsiasi espediente potesse balzargli alla mente. Qualcosa avrebbe funzionato, non era possibile altrimenti.

Corse a procurarsi il liquore, mentre Zevran cominciava a chiedersi cosa potessero escogitare perché quella storia, trasformatasi in tragedia, tornasse a tingersi di luce; per il bene di Eilin, se non per altro... meritava di essere felice!

Aveva avuto fiducia in lui quando chiunque l'avrebbe semplicemente ucciso. Aveva riso al suo fianco e pianto tra le sue braccia, senza versare lacrime.

A suo modo, Zevran sapeva di essersi invaghito di lei e non si vergognava ad ammettere di averla anche desiderata, in un primo tempo. Ma poi, ciò che quella piccola, cocciuta, incomprensibile donna aveva saputo creare, tra loro, era diventato ben più di una banale storia di amore o sesso. Eilin gli aveva regalato la sua amicizia e, per la prima volta, l'assassino si era scoperto uomo...

“Insomma, elfo!” si corresse mentalmente.

L'idea che il suo destino fosse segnato e non le rimanessero più di pochi giorni era insopportabile. Quanto poteva essere ingiusta la vita? Le aveva già strappato tutto, cos'altro poteva pretendere da lei? E la consapevolezza che Eilin si fosse rassegnata alla morte lo mandava su tutte le furie.

Se l'unica cosa che potesse spingerla a lottare contro il destino era quel suo patetico Custode, ebbene glielo avrebbe restituito con un grosso fiocco rosso legato al collo e con i suoi migliori auguri...

Una smorfia gli deturpò i lineamenti, ricordando le parole di Riordan, che Alistair gli aveva raccontato solo poche ore prima: “l'unico modo per fermare il flagello...”.

Per quanto lo riguardava avrebbe potuto anche veder perire tutto il Ferelden, piuttosto che immolare la sua unica amica sull'altare sacrificale. Ma sapeva bene che Eilin possedeva un senso del dovere e dell'onore dannatamente forte. Era già stato un miracolo che avesse accettato lo stratagemma di Morrigan!

Ripensando alla stupidità di Alistair, si alzò di scatto, pronto a lasciarlo cuocere nel suo brodo, come il pollo che era, ma così non avrebbe aiutato nessuno, se non la sua rabbia, e quello, adesso, era un lusso che non poteva permettersi.

Quando Alistair ritornò, con due boccali di terracotta colmi di birra calda e poco invitante, lo trovò intento a fissare le fiamme di un piccolo falò che aveva allestito davanti alla sua tenda.

“Sono pronto!” Esordì il Custode, lasciandosi cadere a gambe incrociate davanti a lui.

Zevran annuì impercettibilmente, poi iniziò a spiegare il suo piano.

  
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