Mummy, it’s cold outside

Etciù. Ti svegli con uno starnuto. La testa pesa, il naso gocciola, le orecchie scoppiano, gli occhi bruciano, le spalle tremano, le ossa scricchiolano di dolore.
Maledici i malanni di stagione in inglese, francese, tedesco e cinese mandarino.
La tavola rotonda, ti ripeti. Tenti di importi un po’ di ordine mentale: tre giorni, solo tre giorni e mancano gli accordi con i goblin, bisogna decidere il luogo di incontro di modo che i centauri non si sentano esclusi. Alzati, Hermione, alzati.
Il letto è così caldo e comodo, protettivo e morbido. Solletica…
Scatti in posizione seduta. Un attacco di tosse ti scuote le spalle.
“Hermione,” biascica la voce di Harry ancora impastata dal sonno. “Cosa credi di fare?” Due braccia forti ti acciuffano per i fianchi e ti ristendono sul letto, sotto le coperte, dentro il suo abbraccio, contro il suo petto.
“I centauri…”
“No, no,” ti sussurra nell’orecchio, convinto e mezzo addormentato. “Niente centauri. Hai la febbre, l’hai scordato? Riposa.”
“E poi fa freddo fuori.” Una vocina molto più acuta ti fa presente, facendosi largo nelle coperte. Ecco cos’era che ti solleticava.
“E tu che ci fai qui, bollicina?” Le accarezzi i riccioli.
“Freddo,” borbotta lei e si rannicchia ancora di più contro di te.
Tiri un grosso sospiro rumoroso, e ti stringi forte tra i tuoi due amori. Sarà il caso di dormire un altro po’.
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