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Autore: takingyourgoodbye    08/02/2012    4 recensioni
"perchè diamine continui a ignorarmi?"
"perchè altrimenti dovrei dirti 3 parole che ho sempre avuto paura di pronunciare."
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Lunedì.
La sveglia di lunedì era ancora più fastidiosa. Quel tintinnio fracassante ti rimbombava nel cervello, ti faceva capire che era ora di affrontare un’altra pesante e noiosa giornata e soprattutto di dover passare altre 24 ore a farti stare simpatiche le persone che ti stanno attorno, a fare la socievole.
Mi alzai goffamente e scesi le scale barcollando. Per qualche assurdo motivo avevo dormito in mutande e reggiseno: cercai di capire il perché, ma non ricordavo nulla. Non ricordavo nulla della sera prima.
Maggie, stai meglio?” Mi sorrise dolcemente mia madre.
Avevo la vista completamente appannata, quindi mi limitai ad annuire. Non sapevo se stavo guardando lei o la lavastoviglie.
Bevi un po’ d’acqua, è la migliore amica del dopo sbornia.” Disse porgendomi un bicchiere.
Mi strofinai gli occhi: sbornia? Dove? Quando? Perché?
C-cosa? Ho bevuto? E soprattutto tu come fai a saperlo?” aggrottai la fronte.
Liam e i ragazzi ti hanno dovuta portare in braccio a casa, alle 3 di stanotte. Continuavi a sbattere la testa contro una colonna urlando “Dammi il cinque bello!” e da quello che mi hanno detto questa è la cosa più normale che hai fatto.
Mio Dio. Quelle parole stavano davvero uscendo dalla bocca di mia madre? E davvero avevo combinato tutto questo casino?
Tesoro, sta tranquilla, è una cosa normale alla tua età. Sai che di solito prendo provvedimenti drastici per queste cose, ma mi sono tornati in mente i ricordi della mia adolescenza e ho pensato che ci sono passata anch’io. So che mi sono sempre potuta fidare di te e continuerò a farlo.” Disse sincera guardandomi negli occhi. Le strinsi la mano ancora incredula e le ricordai di volerle bene.
Lei e Liam erano le persone più importanti per me e sapere che si fidavano di me mi faceva sentire al sicuro, era come se mi dessero la forza di andare avanti e non arrendermi.
Ma come facevano loro a credere in me se non ci credevo neanch’io?
Presi dei jeans e li indossai guardandomi allo specchio.
Guardando quelle gambe robuste, quella pancia non piatta, capii di avere qualcosa di diverso da tutte le ragazze della mia età. Sapere che qualcuno mi amava proprio per quelle mie imperfezioni mi rendeva orgogliosa di me stessa.
Dall’episodio di Parker non facevo che evitare Harry. Erano passate quasi tre settimane e non era cambiato niente. Quando lo vedevo cambiavo strada ed espressione. Le cose erano cambiate parecchio tra di noi: era come se ad un tratto qualcuno avesse spezzato quella corda che ci teneva uniti, come se quella sintonia che c’era tra di noi fosse sparita.
Zayn usciva con la cugina di Niall, Eve. Lui negava, ma mi sentivo sempre il terzo incomodo. Era il mio migliore amico ma il nostro rapporto non era più lo stesso e mi mancava passare interi pomeriggi tra le sue braccia a cazzeggiare e ingozzarci di schifezze. Mi sentivo di troppo per tutti.
Anche la scuola era diventata un problema. Non riuscivo a seguire, non studiavo più, non avevo voglia di far nulla. Capitava spesso che mi addormentassi nel bel mezzo di una lezione o che rispondessi ai professori e finivo nell’aula di punizione minimo 3 volte a settimana. Liam, da maggiorenne, veniva sempre avvisato dei guai che combinavo e mi riprendeva, ovviamente non parlandone a mia madre.
Signorina Payne, ora mi ripeta tutto quello di cui ho parlato finora.” Sentenziò il professor Jones con un sorriso bastardo stampato in faccia. Debby e Sophie cercavano di suggerirmi aiutandosi con dei gesti incomprensibili, ma decisi di dire la verità.
Non stavo seguendo professore.” Sbuffai sbattendo nervosamente la penna sul banco.
Bene, faccia un salto nell’aula di punizione.” Continuò strappando un foglietto che poi mi porse.
Per l’ennesima volta.” Biascicai avviandomi verso l’uscita. Debby e Sophie mi strinsero la mano mentre passavo davanti al loro banco.
Aprii lentamente la porta dell’aula e lasciai sulla cattedra il foglio che il professore mi aveva consegnato. Salutai alcuni miei amici con la mano, non mi andava molto di parlare. Misi le mani sul termosifone e appoggiai la testa alla finestra abbandonandomi ai miei pensieri.
La porta si aprii e si richiuse: era entrato qualcuno, ma non mi curai di sapere chi fosse. Rimasi in quella posizione, fin quando non udii una voce. Quella voce.
Cercai di non mostrarmi nervosa e finsi indifferenza come facevo ormai da troppo tempo. La verità era che mi mancava terribilmente.
Meg..” Mi chiamò lui. Il mio cuore cominciò a battere all’impazzata, avevo una voglia matta di baciarlo, invece rimasi appoggiata alla finestra immobile, senza dire nulla.
Quando sei passata davanti alla nostra aula per venire qui in punizione ti abbiamo vista tutti, tuo fratello era molto preoccupato.. Mi sono fatto mandare qui di proposito, per stare con te.” Continuò. Si era beccato una nota solo per stare con me? Mi sentivo così crudele, ma non potevo credere che mi amasse ancora. Sinceramente, non credevo che qualcuno avesse le palle di amarmi ancora.
Non dissi nulla.
Insomma Meg, si può sapere perché diamine continui ad ignorarmi?” Mi chiese nervoso prendendomi il viso tra le mani. Per qualche secondo rimasi persa nei suoi occhi, poi trovai il coraggio di rispondere.
Perché altrimenti dovrei dirti 3 parole che ho sempre avuto paura di pronunciare.
Ecco, gli avevo di nuovo sbattuto la verità in faccia.
Scostai leggermente lo sguardo: non è mai facile guardare qualcuno negli occhi quando confessi qualcosa di importante.
Quelle 3 parole sono tutto ciò che potrebbe farmi star meglio. Sarebbero il rimedio da qualsiasi malattia per me, quindi ti prego pronunciale.” Sorrise lui guardandomi profondamente negli occhi.
Io… Harry, io…Drrrriiiiiiin. Campanella dell’uscita. Tempismo perfetto, eh?
 
Maggie!” Liam ci venne incontro correndo. “Dobbiamo parlare.” Continuò poi, non so perché con uno strano sorriso. Harry se ne andò dicendomi che ci saremmo visti più tardi, io e Liam ci incamminammo verso l’uscita.
Liam, prima che tu mi faccia l’ennesimo predicozzo, volevo solo dirti che mi dispiace.” Dissi abbassando lo sguardo.
Non volevo assolutamente riprenderti, anzi, mi rendo conto di averlo fatto troppe volte. Ecco, ieri hai lasciato sul letto il tuo diario, e non ho potuto fare a meno di leggere qualcosa..” Generalmente tenevo alla mia privacy, ma dopo tutto era mio fratello, era meglio che non si creassero segreti tra di noi.
Fece una breve pausa, poi riprese. “Come caspita ti è passato per la testa che tu fossi di troppo per me? Sei mia sorella e la mia migliore amica Meg, tengo a te più di qualsiasi cosa a questo mondo. Non voglio che tu pensi mai più niente del genere.” Spiegò, guardandomi negli occhi.
Sono una delusione per tutti, è inutile negarlo. Bevo più di quanto dovrei, il mio rendimento scolastico è calato di parecchio, non ho più amici, non ho più quel ragazzo che per me significa ancora tutto.” Mi sedetti a peso morto sulla panchina del parco accanto alla scuola.
A scuola non sarai un asso come prima, ma per il resto non hai niente di cui preoccuparti. Non hai amici? Debby e Sophie ti vogliono un bene dell’anima, Louis chiede sempre di te e dice che gli manchi, Niall vorrebbe passare intere serate a guardare film dell’orrore con te, Zayn si tormenta giorno e notte perché vuole che tornate quelli di prima. Vorrebbe sempre venirti a parlare ma ha paura che tu lo respinga come stai facendo con molte persone. Quando tutto ti appare diverso, forse sei tu che sei cambiata.” Mi fece riflettere lui. Forse non aveva tutti i torti.
Pensai per qualche minuto a ciò che mi aveva detto, rimanendo in silenzio.
Lee, io… Mi dispiace. Ti prego, perdonami se devi sorbirti anche i miei casini. Sono solo un guaio, un guaio ambulante e insicuro.” La verità mi faceva male, così male che cominciai a piangere senza neanche saperlo. Liam mi abbracciò a lungo, uno di quegli abbracci mozzafiato, dove ti senti protetta da tutto e da tutti. “Ti amo sorellina.” Affermò poi dandomi un bacio sul naso.
Finalmente vi abbiamo trovati!” Urlò Zayn seguito da Niall, Louis ed Harry. Mi misi di spalle a loro appoggiandomi alla panchina cercando di allontanarmi a poco a poco, ma Zayn da dietro mi prese la mano e mi portò verso la parte centrale del parco. Era tutto fantastico lì: c’erano fiori e piante dappertutto, era tutto così.. verde.
Ciao.” Mi sorrise Zayn tenendomi il viso con forza per stamparmi un bacio sulla guancia – piuttosto vicino alle labbra- quasi come se avesse paura che lo evitassi.
Ciao a te.” Sorrisi a mia volta, lui fece un sospiro di sollievo. “Spero che dopo questo saluto non mi ignorerai come hai fatto finora.” Aggiunse poi.
Non capisco perché ti importi tanto di me. Insomma, ignoro tutti, faccio del male a chi mi vuole bene, e tu sei ancora qui?” Gli chiesi, stupita. Lui sfoderò uno dei suoi sorrisi più belli, osservandomi attentamente.
Non ti libererai mai di me Margareth. E’ una promessa.” Disse mettendomi le braccia attorno al collo da dietro di me. “Macché promessa, questa è una minaccia.
Mi girai verso di lui, lui rise. I nostri visi si trovavano a pochi centimetri di distanza.
D’un tratto cominciò a battermi forte il cuore. Le nostre labbra si attiravano come due calamite.
‘Non farlo Meg. Hai già combinato troppi guai.’ Il mio cervello mi metteva in guardia, cercava di fermarmi, e avrei tanto voluto seguire il suo consiglio. Il mio cuore, però, continuava a ripetermi ‘Tu non gli vuoi solo bene. Bacialo, prima che sia troppo tardi.’
Cuore vs Cervello. L’eterna battaglia.
Lui si avvicinava sempre di più, e per quanto potessi provare a resistergli non ci riuscivo. Era come se qualcosa mi tenesse incollata a lui.
"O mio Dio.."
Io e Zayn guardammo verso la stessa direzione, senza staccarci.
Harry era lì, a pochi metri da noi, con un’espressione incredula e delusa.
Non dissi niente, non ne avevo il coraggio.
Hai combinato l’ennesimo casino. Brava Meg, brava.
Mi staccai lentamente da Zayn sotto lo sguardo attento di Harry. “Dì a Liam che sono tornata a casa.”
Sussurrai, incamminandomi. Zayn annuì, Harry rimase in silenzio.
Zayn
Rimasi di fronte ad Harry imbarazzato. Era il mio migliore amico e non era certo la prima volta che ci coglieva in momenti ‘intimi’.
Mi dispiace Harry.” Mi limitai a dire guardando nel vuoto.
No tranquillo, qui l’unico che ha sbagliato sono io. Se tutto quel casino con Caroline non fosse successo io non me la sarei fatta scappare e lei non avrebbe avuto bisogno di essere ‘sollevata’ da te. In fondo tu non hai fatto niente di male, è difficile resistere ad una ragazza meravigliosa come lei.
Aveva ragione, cazzo. Io avevo fatto solo del bene a Meg, al contrario suo.
Dai, non ci pensare.” Gli diedi una pacca sulla spalla, lui finse un sorriso e raggiungemmo gli altri.
Meg
Arrivai a casa in circa venti minuti. Tolsi velocemente le cuffie dalle orecchie e sentii il telefono squillare:
papà. Mi scappò un sorriso.
Salve Capitan Genitore.” Lo chiamavo così da quando avevo 6 anni poiché guardavamo insieme un cartone sui marinai e le sirene di cui mi sfuggiva il nome. Avevo sempre avuto un legame stupendo con lui, e mi mancava tanto.
Ehi sirenetta mia, avrei una proposta da farti.
Lo ascoltai con attenzione. Parlammo per circa mezz’ora.
Mi raccomando però, avvisa tua madre!” Mi disse, dopo avermi illustrato la sua idea. “Certo.” Risposi, sapendo che non l’avrei fatto. Chiusi la chiamata e corsi in camera mia a preparare le valigie: mamma non sarebbe tornata prima delle 10 e Liam ci avrebbe messo un’oretta buona per tornare.
Presi tutti i vestiti e li gettai disordinatamente nel trolley, poi andai in bagno a prendere lo spazzolino e il mio beauty. Sciolsi i capelli mettendo l’elastico al polso e scuotendo la testa per dargli volume.
Aprii il cassetto in cui stavano i soldi per le emergenze che mamma ci lasciava – c’erano circa 100 sterline – e li presi, dopo di che scrissi un bigliettino che lasciai sullo scrittoio.
Mamma, Matt, Lee, so che quando leggerete questo sarete già in pensiero,
ma non preoccupatevi. Vado via per un po’, per il mio bene
e soprattutto per il vostro. Non sarete più costretti
a sopportare me e i miei guai per un po’ di tempo, dovreste
esserne contenti!
E state tranquilli, io sono al sicuro. Se non rispondo al telefono vuol dire
che non prende o semplicemente che non mi va, non pensate subito
al peggio.
Vi voglio bene,
la più grande delusione della vostra vita.
Presi un taxi al volo e mi feci accompagnare alla stazione. Ritirai un biglietto per il mio treno: sarebbe passato tra quindici minuti. Approfittai di quel poco tempo per comprare qualcosa da mangiare durante il viaggio, che sarebbe durato all’incirca un’ora e trenta.
Liam
Tornai a casa gettando lo zaino sul divano e decisi di andarmi al piano di sopra per farmi una doccia. Notai un bigliettino sulla scrivania in legno che stava in soggiorno. Immaginai subito che fosse mia madre che ci avvisava di comprare qualcosa, quindi cominciai a chiamare Meg.
Nessuno rispose.
Presi il bigliettino e lo lessi tutto, accorgendomi che stavo piangendo inconsciamente. Incredulo, continuai a chiamare Meg girando per tutte le stanze della casa.
Composi il suo numero e la chiamai, ma niente. Non rispondeva.
Louis passò a chiamarmi e mi feci accompagnare di corsa alla stazione, cercando per tutti i binari e fermando qualsiasi ragazza che avesse i capelli biondi e lunghi.
Di lei non c’era traccia.
Louis mi abbracciò e mi riportò a casa chiamando gli altri, che si offrirono di rimanere a dormire da me per tirarmi un po’ su, ma loro stavano male quanto me. Harry continuava a tormentarsi e a fare avanti e indietro, Zayn piangeva, Louis e Debby cercavano di consolarsi abbracciandosi ma non facevano altro che chiamare e tornare tristi dopo non aver ricevuto nessuna risposta. Niall si portava le mani sul volto sospirando a lungo. Ma nessuno poteva avere la minima idea di cosa voleva dire per me non sapere dove fosse, non avere notizie di lei. Era come se mi avessero staccato un pezzo di cuore, non potevo andare avanti senza.
Meg
Salita sul treno presi il cellulare e trovai 33 chiamate, tutte di Louis, Liam, Debby, Sophie, Zayn e mia madre. Pensai di chiamarli per non farli stare in pensiero, ma poi capii che se li avessi chiamati non avrei fatto altro che peggiorare la situazione e farli stare ancora in ansia, quindi ignorai le chiamate e composi il numero di mio padre.
Maggie?
Sono appena partita. Per le 19:45 dovrei essere lì.
Benissimo, mi trovi davanti alla fermata. Ti voglio bene.
Chiusi il telefono rimettendolo nella borsa e sorrisi.
Andare via voleva dire essere codardi e abbandonare i propri problemi o essere coraggiosi abbastanza da mollare tutto?
Beh, in realtà l’unica cosa da cui volevo scappare era me stessa.
E per cambiare aria avevo bisogno sostanzialmente di una cosa sola: mio padre.



*MySpace*
Salve a tutti!
Questo nuovo capitolo stravolge un po' tutta la storia, lo so ç_ç
Spero comunque che vi piaccia e che siate in tanti a recensire, per dirmi quello che ne pensate e, perché no, per darmi qualche consiglio.
Un bacio, Esse.

  
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