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Autore: Klaineinlove    08/02/2012    7 recensioni
Kurt e Blaine a tredici anni diventano amici, ma una decisione, sofferta, di uno dei due, la loro amicizia si romperà. All’età di diciassette anni succederà qualcosa in un giorno speciale che porterà Kurt a mandare delle lettere(in segreto) a Blaine.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Kurt non rimase più di un secondo in camera di Blaine, fuggì velocemente a casa sua chiamando suo padre.
Burt era sul divano e quando vide Kurt in lacrime si spaventò. Suo figlio si buttò tra le sue braccia e pianse fino allo sfinimento. Burt non gli chiese cosa fosse successo, lo aveva visto uscire per andare da Blaine quindi poteva intuire da solo che c’era stato qualcosa di brutto tra di loro. Ma per il momento non fece domande e quando venne l’ora di andare a dormire e Kurt chiese se poteva restare nel lettone con lui; suo padre non riuscì a dirgli di no.
 
Il mattino successivo Blaine era sotto il portico di casa sperando di vedere Kurt uscire dalla sua porta e raggiungerlo. Il moro non voleva arrendersi facilmente voleva conoscere le vere intenzioni di Kurt.
Suo padre, Richard, uscì anch’egli e vide suo figlio tremante per il freddo attendere impazientemente.
“Figliolo così farai tardi!” gli disse l’uomo sistemandogli il berretto in testa per coprire la quantità di capelli.
“Sto aspettando Kurt” disse il ragazzo senza nemmeno fissare suo padre in volto. I suoi occhi erano puntati verso la porta di casa Hummel.
“Magari non verrà a scuola, è molto tardi. Vieni ti accompagno”
Blaine sbruffò e si infilò in macchina con suo padre.
“Cosa c’è che non va?” domandò Richard mettendo in moto e avviandosi verso la scuola di suo figlio.
“Kurt dice di non voler essere più mio amico e non so il perché”
Suo padre curvò le sopracciglia “Ma come? Siete così amici”
“Già! Non capisco cosa gli ho fatto”
Suo padre guardò il figlio e sorrise. “Spero vi chiarirete, è un bravo ragazzo. Che ne dici se oggi andiamo a tagliarci questi capelli ometto?” domandò il padre passandogli una mano tra i ricci ma Blaine scosse la testa.
“A Kurt piacciono” disse il piccolo con un broncio e l’uomo scoppiò a ridere.
“A tredici anni e sei già innamorato Blaine?” domandò scherzosamente facendo arrossire il figlio.
Per la famiglia Anderson che Blaine fosse un ragazzo gay non era mai stato un problema. Il ragazzo non aveva avuto nemmeno bisogno di dichiararsi perché i suoi genitori lo avevano intuito da sempre.
Arrivarono sotto scuola e Blaine uscì dall’auto ancora arrabbiato.
“Blaine gli occhiali!” urlò l’uomo facendo tornare indietro il ragazzo con passi lenti e pesanti.
“Non ho bisogno degli occhiali”
“Smettila di fare i capricci e indossali. Quando leggi sei un disastro. Ora fila in classe”
“Ciao pà” disse Blaine prima di allontanarsi ed entrare nell’istituto.
 
Dopo le prime due ore di lezione Blaine uscì dalla classe; sicuramente a Storia avrebbe incontrato Kurt visto che frequentavano quel corso insieme. Ma la fortuna ebbe la meglio su di lui: Kurt era in piedi accanto all’armadietto che prendeva i libri.
“Hey Kurt! Kurt aspettami” Blaine cercò di raggiungerlo ma uno sgambetto lo fece scivolare a terra facendogli cadere gli occhiali e i libri.
“Oh ma guarda, la signorina porta anche gli occhiali” disse Stefan uno dei ragazzi che lo prendeva sempre in giro. Blaine raccolse velocemente i libri e si alzò sotto gli occhi divertiti degli altri studenti e quelli terrorizzati di Kurt.
“Dammeli, sono nuovi mio padre si arrabbia se si rompono” Kurt per la prima volta vide Blaine arrabbiato, lo intuiva dal tono della voce.
“Cosa fa tuo padre?” disse il ragazzo facendo cadere gli occhiali a terra e passandoci un piede sopra.
Sia Kurt da lontano, che Blaine spalancarono la bocca.
“Sei un’idiota!” urlò Blaine spingendo Stefan che era alto almeno più del doppio di lui.
Fu in quel momento che un professore lo richiamò.
“Anderson, dal preside. Adesso”
“Ma io non ho fatto nulla” provò a difendersi il ragazzo.
“Non voglio sentire ma. Seguimi”
Stefan ghignò e fece cadere il restante degli occhiali di Blaine sul pavimento. Il ragazzo non si preoccupò nemmeno di prenderli e seguì il suo professore.
Kurt per tutto il tempo era rimasto in piedi. La campanella era suonata ma lui non era riuscito a muoversi. Si avvicinò agli occhiali e vide che c’era solo una stecca rotta; niente di irreparabile. Così frugò nel suo armadietto e prese della colla liquida che teneva sempre per le emergenze in caso qualche lustrino si staccava da una delle sue giacche e si mise a riparala. Lo lasciò asciugare per tutto il tempo della lezione, dove Blaine non si era presentato perché era stato tutta l’ora dal preside.
Quando l’ora di storia finì, Kurt prese gli occhiali e, conoscendo la password dell’armadietto di Blaine, gli posò gli occhiali riparati. Poi filò via.
 
Quando Blaine tornò a casa, suo fratello dovette correre in garage a causa delle urla di Blaine.
“Che diavolo stai combinando?” Suo fratello Matt si spaventò quando vide sul volto di Blaine uno strano sorriso maligno e la sua bici fatti quasi a pezzi.
“Che hai combinato?” domandò notando anche una mano con sopra un graffio sanguinante.
“Ora Kurt dovrà parlarmi perché deve ripararmi la bici” disse orgoglioso e con affanno Blaine.
Suo fratello scosse la testa e lo tirò con se prendendo il kit medico e mettendogli un cerotto sul palmo della mano.
“Blaine smettila di fare queste cose. Farai arrabbiare mamma e papa”
“MA KURT NON MI PARLA!” Urlò Blaine scoppiando a piangere per la prima volta.
“Ma andiamo, hai tanti amici”
“No Matt, lui è l’amico per eccellenza!”
Matt roteò gli occhi. “Muoviti non farti vedere da papà che si incavola!” gli suggerì il fratello ricevendo un abbraccio da Blaine.
Il moro prese la bici e corse fuori fino ad arrivare sotto la finestra di Kurt.
“Kurt, per favore mi serve un aiuto” urlò guardando la finestra sperando che questa si spalancasse.
“Kurt la mia bici è rotta! Devi aiutarmi a ripararla ti prego, non ti chiederò altro”
Nulla. Dalla finestra non arrivò nessun movimento semplicemente perché Kurt non era in casa. Blaine si sedette nel giardino di casa rimanendo a fissare la finestra di Kurt fin quando sua madre non lo chiamò per la cena.
 
Kurt intanto aveva passato quasi tutto il giorno dalla vecchietta che abitava di fronte a lui. Ormai era abbastanza grande da restare in casa da solo e la donna troppo anziana per uscire fuori con l’aria fredda.
“Quindi non vuoi essere più amico suo perché hai paura che gli fanno del male?” ricapitolò la donna sorseggiando il caffè che Kurt aveva preparato per lei.
“Ragazzo sei abbastanza grande da affrontare questi problemi. Allontanarlo non ti servirà a molto.”
“Ma-ma nella mia scuola continuano a prenderlo in giro a causa mia, non è giusto”
La vecchina poggiò la tazzina di caffè sul tavolo.
“Ti piace davvero tanto eh?”
Kurt annuì senza nessun dubbio. Ed era vero, adorava Blaine con tutto se stesso.
“E preferisci che entrambi stiate male e che non vi sentiate più?Kurt non essere sciocco vi ho visto correre e giocare insieme dalla mia finestra. Siete adorabili”
Kurt scrollò le spalle. Nonostante la donna avesse ragione, non sapeva cosa voler dire stare in quella scuola.
“E’ meglio che vada, devo preparare la cena. Grazie ancora” Kurt si avvicinò e coprì la donna con una coperta e poi uscì.
Si avvicinò velocemente al portico di casa sua estraendo le chiavi di tasca.
“Kurt. Hey Kurt”
Il ragazzo strinse forte i pugni. Non voleva trattarlo male, Blaine non se lo meritava era sempre stato gentile con lui.
“Ti prego Blaine vattene” gli disse provando a fare un tono duro che però non gli riusciva per niente bene.
“No, aspetta!Devi ripararmi la bici, mi sono fatto male per usarla”
Kurt si voltò verso le mani di Blaine notando i vari cerotti e un dito gonfio.
“Sei caduto?” chiese facendo crollare immediatamente la sua faccia da duro lasciando intravedere quella della preoccupazione.
“Beh…in realtà….” Blaine si passò una mano nei capelli ricci scuotendoli in modo imbarazzato “l’ho rotta per farmela riparare da te”
Kurt rimase immobile per cercare di comprendere cosa stesse dicendo l’amico. Ancora una volta si era mostrato per quello che era: un ragazzo estremamente affettuoso.
“Maledizione Blaine perché non capisci? Questi ricci ti bloccano il cervello”
“ma a te piac-“
“NO! Non mi piacciono Blaine. Non mi piacciono i tuoi ricci e non mi piaci tu. Sono stanco che mi stai sempre intorno come un piccolo cagnolino.”
Quando Kurt alzò per incrociare quello di Blaine si sentì ufficialmente morire. Capii che era stato veramente,veramente brusco dal momento che gli occhi nocciola, quegli occhi che sprizzavano sempre felicità e armonia, ora erano coperti di una patina di lacrime.
“No aspetta Blaine io non….”
Non finì la frase perché Blaine lo interruppe.
“Ti odio Kurt Hummel!”
E quelle furono le ultime parole che si scambiarono.
 
Era dicembre e Natale era ormai passato e Kurt era nella sua camera insieme a Rachel che fissavano l’armadio del ragazzo da circa un’ora.
“Andiamo Kurt questi qui perché non vanno bene?”
Kurt roteò gli occhi per poi rivolgersi all’amica.
“Non capisco perché ti ho chiamato per un aiuto sugli abbinamenti. Devo essere proprio in gravi condizioni” sospirò amareggiando togliendo una camicia dalla gruccia.
“No perché sono la tua unica amica visto che in tanti anni siamo sempre stati l’unico gruppo di amici. Duo di amici, un gruppo devono essere minimo tre” rispose la ragazza amareggiata mentre si rigirava una cravatta tra le mani.
“La verità e che io non voglio venirci a questa festa Rachel. Capodanno non si passa in famiglia?”
“Kurt hai diciassette anni, per l’amor di Barbra! Dovresti provare a sfogarti. Non usciamo mai e poi ti ho già detto che c’è questo ragazzo che mi piace moltissimo”
Kurt tirò la cravatta dalle mani di Rachel che la stava torturando. “Si lo so, Finn Hudson. Credo che mio padre si veda con sua madre già da un po’”
Rachel saltò dal letto squittendo “Ecco vedi? Sicuramente con lui entrambi troveremo degli argomenti su cui parlare. Ci sarà dell’alcol e avremo degli accompagnatori quindi non dobbiamo preoccuparci di guidare.”
“Ci sarà tutta la scuola Rachel!” provò a fargli notare il ragazzo.
“Si è vero. Ma basta evitare i tizi che ti spintonano….”
“La fai facile tu, Rachel! Già ho fatto un incubo in cui mi prendevano in giro durante a mensa e sai una cosa? E’ diventato realtà. Non so se ricordi martedì scorso Stefan mi ha fatto scivolare con il vassoio pieno di roba tra le mani!” Sconfitto Kurt si lasciò cadere sul letto sospirando.
Sapeva che il motivo di poca voglia di andare alla festa di Capodanno era un altro. Aveva paura di incontrare lui.
Lui che vedeva ogni giorno nei corridoio e abbassava lo sguardo per non incrociare i suoi occhi.
Lui che a mensa sedeva con un gruppo di ragazzi popolari che gli davano sempre pacche confortanti sulle spalle.
Lui che anni prima gli aveva urlato in faccia di odiarlo. E Kurt in fondo si sentiva felice. Perché mentre lui veniva ancora spintonato nei corridoi e gettato nei cassonetti da quando Blaine non lo frequentava più era molto più tranquillo. Blaine non era stato più preso di mira con scherzi e nessuno più aveva rubato il suo pranzo. Semplicemente perché Blaine non frequentava più Kurt e la felicità di Blaine era l’unica cosa che dava il coraggio a Kurt di restare in quella scuola  

   
 
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