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Autore: phazzadihazza    08/02/2012    2 recensioni
Amber è un'adolescente Londinese con gravi problemi familiari. Scappata di casa per sfuggire da un padre violento, si è rifugiata da alcuni suoi amici che l'hanno poi portata sulla cattiva strada. Incontra Zayn per casualità, dopo che il ragazzo le salva la vita portandola a casa sua. Da lì inizierà un'amicizia tramutata poi in amore. Riuscirà il misterioso Zayn Malik ad innamorarsi della ribelle Amber Stoner ?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-------- Never Stop Believing --------

Point Of View Of Zayn

Erano ormai le undici passate e Londra sembrava dormire da un pezzo, o almeno in quel quartiere.
Le prove erano durate più del previsto e i ragazzi avevano deciso di andare a divertirsi in un qualche club,
mentre io avevo preferito tornare a casa a riposarmi.
Misi su il cappuccio della felpa per non farmi riconoscere
ed imboccai la solita scorciatoia grazie alla quale sarei arrivato prima a Avenue Street,
dove risiedevamo. Quella sera ero più nervoso e malinconico del solito.
Tutta colpa di Perry, che mi aveva chiesto una pausa di riflessione.
Diceva che aveva bisogno di tempo e che la sua carriera le stava sottraendo le energie:
le solite cazzate che sparano le ragazze per mollarci.
Dei lamenti provenienti da un vicoletto mi distolsero dai miei pensieri.
Per istinto mi ci precipitai, forse anche per curiosità.
Dinanzi a me si aprì una scena raccapricciante:
un ragazzo, moro e col viso pieno di pircing, stava prendendo a calci con violenza una ragazza,
raggomitolata a terra a mo' di riccio.
Mi precipitai immediatamente sul ragazzo e cercai di bloccarlo,
ma lui mi sferrò un pugno sul labbro che iniziò a sanguinare.
Non demorsi e lo afferrai per la t-shirt spingendolo a terra,
notai così che la ragazza aveva il viso totalmente ricoperto di lividi e un taglio sulla fronte.
Lui si rialzò e blaterò qualcosa come un offesa, per poi sputare sangue a terra e andar via.
«Stai bene ?» le chiesi porgendole una mano.
Lei non rispose e cercò di rialzarsi da sé.
« Hai bisogno di medicarti quelle ferite prima che facciano infezione » le dissi ancora sperando in una sua risposta.
Lei si limitò ad annuire.
La vidi andare via; "una persona davvero simpatica" pensai tra me e me.
Poi barcollò e le corsi subito in contro prendendola sotto braccio.
In un certo senso mi faceva pena, odiavo la violenza sulle donne e lei ne era stata vittima.
Decisi così di portarla da me: aveva bisogno di riposare.

Point Of View Of Amber

« Ti ho detto che non voglio finire nei casini, Marc » gli ripetei in tono acido.
« ...è già la seconda volta che i poliziotti ci danno la caccia, non ne posso più ».
Lui non mi diede retta e mise nella mia borsa il cortellino e alcune bustine di cocaina.
« Sta' zitta Amb, sei l'unica che riesce a passare per quel quartiere senza essere malmenata »
rispose lui accendendo l'ultima sigaretta rimasta: stronzo, l'avevo tenuta da parte per me.
Marc era il mio migliore amico, la mia famiglia.
Dopo la mia fuga da casa mi era rimasto solo lui, l'unico di cui potermi fidare.
Non era però un tipo molto tranquillo. Era infatti un narcotrafficante.
A parte questo, era tutto per me.
Quella mattina c'era stato un litigio tra lui e la sua ragazza, Pixie,
che fungeva da mezzo di trasporto per la droga.
Vi era infatti una sorta di passaggio obbligatorio: quello per Avenue Street,
ove risiedeva il clan di James, il bullo della città. Quel ragazzo mi faceva paura, e molta.
Per questo, ed anche per paura di essere ribeccata dalla polizia, cercai di persuadere Marc a non mandarmi,
ma lui era convinto che James e la sua banda non mi avrebbero fatto nulla.
Così, verso le dieci e trenta decidemmo di incamminarci per Down Street, la strada che precedeva Avenue Street.
« Marc, io ho paura » gli dissi facendo gli occhi dolci « Non possiamo aspettare che Pixie si calmi? »
« Non fare la bambina Amb, sono mesi che vedi come funziona e fidati, te la caverai » ribatté lui.
Era facile parlare quando non eri tu quello che doveva scontrarsi con un bullo drogato e violento quale James.
« Bene, da qui dovrai proseguire a piedi » disse aprendomi lo sportello dell'automobile.
Scesi e mi feci coraggio. Lui da dietro mi salutò facendomi cenno con la mano.
Attraversai tutta Down Street senza riscontrare alcun pericolo, ma non appena imboccai Avenue Street,
mi ritrovai faccia a faccia con James. Il viso nettamente scavato e deturpato da droghe pesanti ed alcool,
mi si prestò dinanzi come un muro e sussultai. « Dove vai bellezza ? » il suo alito era pesante e intriso di alcool e fumo.
Mi trattenni dal vomitare e mi feci coraggio.
« Vado da una mia amica. Abita subito dopo questo vicolo » mentii sorridente, speranzosa di averla fatta franca.
Lui si spostò e mi fece segno di proseguire. E' fatta ! pensai tra me e me.
Fin quando non mi diede una sberla sul sedere.
Lì sbraitai e mi rigirai improvvisando un pugno, che lui trattenne tra le sue forti mani.
Se non mi avesse lasciato il polso giuro che l'avrei perso per la forza che vi aveva impresso.
« Ehi bella, placa la tua ira e dammi un bel bacio » disse prendendomi per i fianchi e avvicinandomi a lui.
Cercai di liberarmi in tutti modi, ma riuscì a scoccarmi un dannato bacio sulle labbra.
In quel momento sentii un saporaccio di birra e fumo scorrermi giù per la gola.
« Lasciami pezzo di merda ! » esclamai tutto d'un fiato scalciando come un puledro impazzito.
« Come hai detto ?! » mi sferrò un pugno in pieno viso.
Caddi a terra col viso ricoperto totalmente di sangue. Ricordai così i mesi passati nella mia famiglia.
Le botte di mio padre, la sua violenza su me e mia madre, la mia fuga...
Ero fuggita dal purgatorio per finire nell'inferno.
James iniziò a prendermi a calci. Per il dolore non riuscii neppure ad urlare.
La mia mente era lucida, ma il mio corpo era impietrito dinanzi a tale violenza.
Proprio quando per me sembrava essere arrivata la fine, arrivò un ragazzo.
Pensai subito si trattasse di un amico di James, dato il viso totalmente ricoperto dal cappuccio della felpa,
ma lui gli si gettò addosso e cercò di fermarlo. Mi stava difendendo...
James però non si fermò e gli sferrò un pugno sulla bocca per poi continuare a prendermi a calci.
Il ragazzo gli si gettò nuovamente addosso e mi liberò dalla sua violenza.
Avevo la vista offuscata e la testa che scoppiava. Lui mi disse qualcosa, ma io non capii.
Mi alzai e cercai di andare via, fingendo che non fosse accaduto nulla.
Ma barcollai e tutt'un tratto tutto divenne nero.
Riaprii gli occhi e vidi soltanto un ciuffo castano di capelli ricci.
« Dovevi portarla in ospedale Zayn, così i media ti prenderanno di mira » disse il cespuglio di capelli.
Poi il ragazzo bruno si girò verso di me: si era accordo del mio risveglio.
« Ti fa male ancora la testa ? » chiese portandomi un bicchiere d'acqua.
Io cercai di alzarmi, ma barcollai ritornando al mio posto.
« Non devi sforzarti, sei ancora molto debole... » disse sorridendomi appena.
Il riccio iniziò a fissarmi con sguardo pietoso e commiserevole.
Non osai immaginare in che stato ero.
« Sei stata fortunata ad aver incontrato Zayn, lo sai ? » disse sorridendomi.
Notai appena il moro sorridere. Poi iniziò a frugare nella mia borsa.
« S..stai fermo ! Quelle sono le mie cose » dissi con un filo di voce.
Il moro trovò le bustine di coca e si girò verso il riccio.
Poi mi guardarono in sincrono, quasi come per chiedermi di chi fosse la roba.
Sospirai « Non sono una drogata...»
« Non l'ho mai detto questo » disse il moro avvicinandosi a me.
« Sta' tranquilla, non faremo la spia » aggiunse il riccio.
Tornai così a sdraiarmi e richiusi gli occhi.
Il ricordo di James che mi picchiava con violenza riaffiorò nella mia mente e sussultai.
Qualcuno mi prese la mano, ma non ci diedi peso. Ormai ero persa nei miei sogni.

-------- To Be Continued... --------

  
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