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Autore: mysticmoon    18/09/2006    2 recensioni
E' trascorso ormai un anno dal giorno in cui Hitomi è tornata nel suo mondo, lasciando Van al suo destino di monarca del regno di Fanelia.
Ma il destino è dietro l'angolo e presto un nuovo nemico farà la sua comparsa minacciando tutto ciò che amano.
Riusciranno a sconfiggere anche questo nuovo nemico?
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Nota del 18/09/2006

Nota del 18/09/2006

Ringrazio tutti quelli che hanno recensito.

Questa era la mia prima fanfiction, datata 2001, che adesso sto epurando da errori di ortografia e strafalcioni vari.

E’ completa, non preoccupatevi, ma il lavoro di revisione va un tantino a rilento.

Piano piano aggiungerò tutti i 22 capitoli di questa storia ed i 15 del seguito.

 

Capitolo 2

Il Treno

Del Destino

 

Ben presto una fitta pioggia aveva preso ben presto il posto del sole nei cieli sopra la città dove abitava Hitomi, costringendo le ragazze a interrompere l’allenamento prima del solito.

Yukari, che abitava non molto lontano dalla scuola, aveva atteso che Hitomi finisse di cambiarsi poi, dopo averle ricordato a quale ora dovesse presentarsi a scuola il giorno dopo, era tornata a casa di corsa, lasciando l’amica da sola.

Hitomi, abitando non così vicino alla struttura, aveva deciso di tornare a casa in treno, per evitare di bagnarsi come un pulcino durante il lungo tragitto che la separava da casa sua. Nonostante la distanza tra casa e scuola potesse essere coperta anche con l’autobus, Hitomi preferiva la ferrovia, che era un pochino più costosa ma che la trasportava a minor distanza da casa sua ed in un tempo minore.

Seduta su una panchina della stazione, Hitomi ripensò alla serie di eventi che l’aveva costretta a partecipare a quella gara.

Era guarita dall’influenza poco più che una settimana prima, ma questo non sarebbe stato un problema se si fosse trattato di una banale influenza.

Era stata ricoverata in ospedale per qualche giorno per via della febbre altissima e dei problemi a livello respiratorio, ma era accaduto quando era già stata iscritta, e, avendo preso un impegno con Yukari, non poteva tirarsi indietro.

Come spesso le ripeteva l’amica, era lei la punta di diamante della squadra d’atletica leggera, ed anche se non era in ottima forma aveva buone possibilità di vincere.

Appena arrivò il treno Hitomi, ancora soprappensiero, salì meccanicamente sul primo vagone che trovò, l’ultimo del convoglio.

A quell’ora non c’era nessuno in giro ed il vagone era completamente vuoto, solo per lei, così si sedette su un sedile accanto ad un finestrino e chiuse gli occhi, sperando che la sua mente si decidesse a calmarsi.

Hitomi si era allenata duramente per tutto il pomeriggio, sia per testare le sue possibilità sia per non pensare troppo a Van.

Purtroppo sia allora sia nel tragitto tra la scuola e la stazione dei treni che in quello stesso momento, pensava intensamente al giovane re di Fanelia.

Erano trascorsi pochi minuti dalla partenza quando Hitomi aprì gli occhi e si voltò verso il finestrino.

Fu allora che vide qualcosa d’orribile all’esterno della carrozza.

- Fa che sia una visione… Fa che possa intervenire…- si disse tra sé e sé immediatamente Hitomi.

Davanti ai suoi occhi c’era un’immagine mostruosa. Vedeva un luogo a lei familiare, la sua città, mentre pioveva fitto. Quella, però, non era normale acqua piovana, ma sangue, molto sangue, che ricopriva tutto di un vermiglio strato di morte, mentre delle fiamme continuavano a salire su per i tetti delle case. Dal treno non riusciva a udirle ma, vedendo tanti esseri umani muoversi in fretta con il volto contratto, comprese che in molti stavano gridando. 

Hitomi toccò il vetro freddo e in quel momento, quasi il freddo la destasse dal torpore, la visione finì ed Hitomi si ritrovò di nuovo nel normale vagone, tremante e madida di sudore freddo, con il cuore che balzava con forza contro le costole.

- Nnnnnnnnnnnnnnnnnnnoooooooooooooooooooooooooooooooooo!

Il grido di Hitomi era udibile solo da lei, chiuso nella sua mente, ma non per questo era meno straziante guardare i suoi occhi, specchi di quella muta disperazione.

La pioggia cadeva a catinelle mentre il treno proseguiva il suo viaggio sopra un ponte che attraversava un’insenatura della costa, percorrendo sul mare per circa duecento metri.

Le grandi onde che sbattevano contro i piloni di legno erano alte e forti a causa della pioggia.

Fu allora che uno dei piloni cedette.

Il pilone in questione in quel momento sorreggeva la parte posteriore del treno, così questa parte del convoglio fu la prima a sprofondare verso il mare, che si trovava almeno venti metri più in basso. 

Hitomi sentì uno schianto tremendo dall’esterno ed improvvisamente il pavimento del vagone le mancò da sotto i piedi mentre s’inclinava e fu solamente grazie ad i suoi pronti riflessi ed al suo sangue freddo che riuscì ad aggrapparsi ad uno dei sostegni, prima che il vagone finisse in verticale.

I vagoni che ora penzolavano nel vuoto erano ancora attaccati alla parte anteriore del treno, ma il punto di connessione era troppo sottile per riuscire a sorreggere il peso dei vagoni.

Hitomi, aggrappata a quel palo, era terrorizzata. Dall’esterno le giungevano i rumori cigolanti del metallo che si stava spezzando lentamente, mentre il vagone dondolava sempre più.

Ad un tratto vi fu uno scatto improvviso del vagone verso il basso, mentre il metallo continuava a lacerarsi come se fosse una semplice striscia di stoffa. Ormai la caduta dei vagoni nella fredda acqua marina era questione di pochi minuti, se non di secondi.

Quell’improvviso scossone fece allentare la presa di Hitomi sul palo, ma non lo lasciò andare, decisa a resistere fino a quando l’ultimo briciolo di forza non fosse svanito.

La situazione sembrò farsi stazionaria per quanto riguardava lo staccarsi del vagone ma Hitomi oramai era stremata e sapeva che non sarebbe riuscita a resistere ancora per molto né sarebbe riuscita a muoversi verso l’alto, in direzione del portello.

- E’ la fine per me - si disse, ormai completamente demoralizzata e con le spalle ormai a pezzi  – Tra poco sarò soltanto un ricordo.

Lentamente le dita scivolarono via e, dopo un ultimo sforzo disperato, lasciò completamente la presa.

Hitomi cominciò a cadere nel vuoto e in quel momento le passò davanti ai suoi bellissimi occhi verdi la vita che aveva vissuto, ma l’immagine che le si fermò davanti agli occhi fu quella più appropriata: il ricordo di Van che le salvava la vita nella cava dei drag energist, il giorno in cui, per salvarla mentre cadeva giù in una profonda voragine, Van aveva spiegato le sue candide ali, rivelandole di essere un discendente della stirpe d’Atlantide.

- Van, ti prego, aiutami. Solo tu puoi salvarmi- sussurrò Hitomi mentre precipitava verso l’ignoto.

Una sola lacrima solcò il volto della ragazza a quel pensiero.

Sicuramente sarebbe morta schiantata contro il portellone del vagone o, se fosse sopravvissuta al duro impatto, sarebbe affogata dentro al vagone quando questo fosse precipitato in mare.

Hitomi non avrebbe avuto scampo se una colonna di luce azzurra non l’avesse portata lontano da quel luogo.

 

  
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