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Autore: AthenaSkorpion    09/02/2012    1 recensioni
Guardare la vita nei panni di qualcun altro ci apre gli occhi su particolari mai presi in considerazione. A proposito, l'ho appena modificato in roundrobin, qualora qualcuno volesse mettere dei nuovi capitoli, aggiunga alla fine il proprio nickname, va bene?
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Sotto i raggi del Sole mi stiracchio. Ah, che goduria... Quando ogni giuntura è scrocchiata per bene, mi rialzo e inizio a pulirmi il bel manto nero. Tra di noi il nero è segno di bellezza, e i miei occhi celesti risaltano e splendono. Non sono mai stata una gran vanitosa, ma i miei occhi hanno un che di strano, mi piacciono. Oh, un passerotto!  Ahia, no, l'ho perso! Accidenti, sarò più fortunata un'altra volta, allora...
Le mie zampine morbide e rosee sono sempre pulite, anche se sono randagia mantengo il mio aspetto degno di un animale della mia importanza... Una volta sarei stata venerata, oggi sono disprezzata. Come può la mente umana cambiare tanto in soli duemilacinquecento anni? Insomma, non rinascono e muoiono e rinascono sempre umani? O ogni volta fanno un salto di qualità? A volte qualcuno di loro mi accarezza, ma dato che io sono sempre scacciata e malmenata mi tengo distante e mi innervosisco al loro contatto dopo pochi minuti. Uno strascico di coda, e via, un bel graffio se non mi lasciano in pace. Affilo continuamente le unghie, un po' perché devo mangiare, un po' perché la mia qualità si nota anche da quello. Quando è la stagione degli amori è sempre una confusione, tutti che cercano di avventarsi su di me senza il minimo rispetto... Sembra strano, ma uso di più le mie unghie contro i miei simili che contro altri animali. Con agilità, silenzio e leggerezza salgo sugli alberi, di notte, e aggredisco gli animali assonnati che come addio al mondo possono solo osservare i miei occhi di ghiaccio e il mio pelo che quasi non si vede nel buio. Sono uno spettro, incuto timore e sono rispettata da chi capisce il mio vero valore. Sono stata posta alla guardia di un edificio pubblico, sono incaricata di cacciare tutti i topi dalla circolazione e ripristinare una parvenza di pulito. Che poi siano gli umani a sporcare più di tutti, beh, questi sono dettagli. Quando sono per strada inciampo continuamente in cartacce, gomme da masticare che mi hanno più volte assicurato un doloroso strappo ai peli, cibi che mai in vita mia mangerei se avessi scelta. Puah, alcuni umani sono disgustosi. Una volta ho avuto l'occasione di essere accolta in casa loro. Forse l'unico pregio era il bel calduccio, per il resto non vedevo l'ora di andarmene. Mi riempivano di cibi schifosi che ingoiavo solo per il potere della fame... Sono fuggita nel giro di tre giorni.
L'incontro più strano che ho mai fatto in vita mia è stato con una ragazza. Ogni giorno decine di ragazzi vengono nel palazzo cui sono stata adibita e attendono la sua apertura. Quando ancora i cancelli sono chiusi viene questa ragazza. Viene con quelle cuffie bianche che mai ha dimenticato, si mette in disparte e tira fuori un libro. Le prime volte non mi sono avvicinata, la temevo. Mi facevo accarezzare da altri giovani, più o meno affettuosi, lei era solo un oggetto di osservazione. Ogni espressione del volto mentre leggeva, ogni movimento che faceva con i piedi a suon di musica, lei è un capolavoro. Non è bellissima e non ha un corpo adatto, ma nei suoi occhi ho letto tante cose. Lei non guarda al mio pelo, guarda i miei occhi. Non per apprezzarli, ma per leggerli come io faccio con i suoi. Lei non è umana, è una gatta, come me. E' selvaggia ma colta. Ho iniziato ad avvicinarmi, ogni tanto, invece di entrare al caldo, lei rimaneva per me fuori al gelo, sedendosi sugli scalini di pietra ad attendermi, anche se non mi presentavo. Dopo qualche giorno non ho resistito e mi sono avvicinata. Mi ha osservata per chiedere il permesso e solo quando mi sono stesa accanto a lei ha iniziato a coccolarmi. Ma non come si fa con un essere ingenuo da convincere, bensì con delle carezze lunghe e cariche di rispetto. Presto abbiamo stretto amicizia, mi getto sempre ai suoi piedi per essere accarezzata e quando il portone ancora non è aperto corro da lei attraverso le sbarre troppo strette per il suo corpo, con gioia, da lei che sa che arriverò ma che si sorprende ogni volta che lo faccio. 
   
 
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