L'opera
Sconvolgimento
Tutti
devono morire prima o poi, senza nessuna eccezione.
Il
destino è un lusso di pochi, solo gli dei hanno questo
potere:concedere un destino alle persone.
Chi
non lo possiede è un semplice essere umano, vive la sua vita, nella
totale casualità degli eventi.
Al
contrario, chi ne possiede uno, non vi scappa, ed inconsapevolmente
porterà a termine il proprio compito.
Sudore, forse febbre, malessere, terrore.
Gli occhi pian piano si riaprono, ancora lucidi, ancora
pieni di uno sconvolgimento totale, diversi, forse addirittura di una
tonalità più spenta, quasi assopita.
Così Matsuda si risveglia dallo shock subito, ora più
che mai intento a capire se ciò che ha visto è pura finzione della
propria mente, o drammatica realtà.
"Hehe, buon giorno Matsuda, vedo che ti sei
svegliato finalmente...mmmh, hai mica una mela in casa?".
Silenzio, nessuna risposta da parte del ragazzo,
sicuramente in preda al delirio per la realizzazione che quello che
aveva poc'anzi fatto non era un sogno bensì la assurda realtà.
"Cosa...cosa sei tu?, uno Shinigami?, mi
ucciderai?, mi trasformerai in un tuo spietato schiavo?, come è
successo con Light Yagami?!", urlate tali parole, forse per quel
poco coraggio che il giovane è riuscito a raccogliere riacquistata
quel poco di lucidità necessaria a tale situazione.
"Eh?, io avrei trasformato Light in ciò che
dici?,...hehe, no Matsuda, per nulla, Light Yagami ha fatto tutto da
solo, io non gli ho imposto proprio nulla, anzi, sono stato solo a
guardare, molto divertito per dirla tutta.", un attimo di
assurdo silenzio, e ancora poi "Ma comunque, hai mica una mela?,
Light me ne dava sempre, ooh, così succose le mele degli umani!".
Incredulità, disperazione, ma anche una sensazione di
sollievo.
"Ok, ok....quindi ne deduco che non mi accadrà
nulla di male...comunque, allora Light era consapevolmente cosciente
di quello che stava facendo."
Ancora silenzio, pensieri sconnessi si palesano nella
mente dell'agente -perchè ho strappato la pagina dal Death Note,
quale' è stato il motivo di tale azione?, precauzione?, forse,
infondo anche Near potrebbe aver fatto la mia stessa assurda mossa-.
"Una mela dici?, in cucina...al piano di sotto,
nessuno a parte me può vederti in effetti giusto?", risposta
affermativa quella di Ryuk che nel frattempo si era già fiondato
nella stanza indicata per riscuotere il bottino.
-Cosa devo fare adesso?, quale sarà la mia sorte con
un arma di tale portata nelle mie mani...-, un sospiro ricco di
disperazione annebbia la vetrata della finestra sulla quale ora si
trovava a poggiare la testa il giovane Tota Matsuda.
-Forse
dovrei discuterne con Near, anche se non smetterebbe più di
interrogarmi sul perchè di tale azione...mmmh, calmati Matsuda,
diamo tempo al tempo, farò passare qualche giorno, vediamo come si
evolverà la situazione.-
Occhi fissi sulla strada al di sotto della propria
abitazione, inespressivi, apparentemente senza un anima, un viso
pallido, come se la vita gli fosse stata tutta ad un tratto
risucchiata dal corpo.
"Hehe, molto gustosa" parole preannunciate da
un gorgoglio sinistro quanto disgustoso da parte dello Shinigami ora
alle spalle del ragazzo.
"Cosa avresti intenzione di fare ora?, se posso
chiederlo ovviamente" faccia inespressiva la seguente, come se
in realtà quasi non gli importasse della risposta.
"Non...non lo so, forse lo comunicherò a
Near...quello che ho fatto intendo...insomma...." il discorso
cessa, immediatamente, mozzato dalla bocca di Matsuda, intento ancora
a scrutare al di fuori della propria finestra.
"Ma si...penso che comunicherò tutto a Near, sono
consapevole della spregevole azione che ho compiuto, e sono pronto a
subirne le conseguenze", con un sorriso, Ryuk ammica ancora alle
sue spalle, divertito dalla situazione in cui si trova il nuovo
"protetto".
Al telegiornale intanto, viene comunicato un caso
singolare, singolare almeno fino a quel momento.
Un uomo ha appena assassinato la moglie e rapito i due
figli, ed ora si sta dando alla fuga più sfrenata in auto, inseguito
dalla polizia lungo la strada principale.
Al tempo di Kira, questo non sarebbe successo, forse
neanche cominciato.
Ed ecco ancora una pusione attagliante nel petto di
Matsuda, cosa gli accade?!, suda, si agita, si contorce ora al suolo.
Urla, urla sconnesse le sue, senza un senso, senza una
apparente provenienza o causa scatenante.
Il volto è cambiato, pallido ancor più del solito; due
pesanti occhiaia si palesano al disotto delle orbite, contenenti ora
due occhi folli, completamente estranei al corpo di Matsuda.
Veloce, senza controllo del proprio corpo e della
propria mente, striscia verso il comodino raccattando nel frattempo
una penna, e, maledettamente, la pagina strappata del Death Note.
"Eliminato!!", un grido di trionfo infine.
Gli occhi rimangono sbarrati fissanti il televisoro che
ha appena trasmesso foto e nome del folle in fuga.
Un viso tremendo il suo, terrificante, carico di
estranea pazzia, di totale smarrimento ma nel contempo controllo
gelido delle proprie movenze.
Torna alla normalità infine, in ginocchio, con la
faccia impregnata da rigolii di lacrime copiosamente uscenti dai
propri or non più folli occhi.
"Un momento!, l'auto sembra essersi fermata!; ora
raggiunta dalla polizia!", suonano sinistre le parole dal
televisore.
"E' morto, si è ufficiale, il signor Takada è
morto!; senza alcun preavviso parrebbe esserersi accasciato senza
vita al volante, andando a schintarsi contro il guard rail."una
breve pausa poi, colma di disperazione, "I bambini stanno però
bene, sono sani e salvi ora, sia ringraziato il cielo."
Occhi ancora persi al suolo quelli di Matsuda.
Cosa ha fatto?, perchè lo ha fatto?, cosa gli sta
succedendo?!.
"Che cosa ho fatto!!" un urlo acuto, carico di
dolore e rammarico, colmo ed impastato da un pianto ora sempre più
ingente.
Ha ucciso una persona, non si torna indietro; ha usato
il Death Note, senza alcun motivo apparente.
Si lascia cascare su un fianco infine, senza forze,
senza opporsi alla propria stanchezza.
E' stremato, non si riconosce, è inrappolato nel
proprio corpo, ora dominato da un forza esterna, da una forza che mai
aveva provato; totalmente estranea, totalmente diversa.
"Hehe, ti stai già dando da fare vedo...eh
Matsuda?"quasi senza farlo apposta, l'angelo della morte
sussurra tali sinistre parole, distruggendo totalmente il ragazzo,
ora in preda ad un terrore mai provato, un terrore per se stesso,
incontrollato, nato senza un reale e razionale motivo.
"Arresto cardiaco...la cosa mi suona famigliare
quanto stramba ed inquetante signori miei" gelide le parole di
Near, rintanato in non si sa quale edificio di Tokio.
Volge uno sguardo vitreo ad uno dei suoi uomini, "Fai
arrivare qui tutti gli ex membri del gruppo di indagine del caso
Kira, abbiamo di che colloquiare..."deglutisce, raccogliendo
l'ex pupazzetto
personificante Kira da un tavolino, "Falli venire
qui dopo domani ,alle ore 16:00 in punto...mentre domani stesso, alla
medesima ora, scorta con la massima cautela...il signor Matsuda".
Uno sguardo di intesa con l'uomo al quale si stava
rivolgendo, "Subito signore, provvedo immediatamente ad avvisare
chi di precisato".
"Una cosa soltanto", lo interrompe ancora una
volta il ragazzino dai capelli candidi; "Abbi una premura
particolare per il signor Matsuda, mi raccomando, è della massima
importanza."