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Autore: Khira    09/02/2012    1 recensioni
Kira, il Dio del nuovo mondo, morto, sconfitto.
La sua opera però non è destinata al fallimento, anzi, al suo completamento.
Scenderemo nei panni del povero Tota Matsuda, in preda ad una follia più sfrenata senza un apparente causa scatenante, la suspance è assicurata!! .
Il Death Note di Ryuk è rimasto sulla terra e sarà la causa di ogni sventura azione che il povero agente Matsuda compirà...ma non aggiungo altro, a voi scoprire il seguito!.
Premetto che è la mia prima "Long" su Death Note, e la mia seconda fanfic, siate buoni!! :-).
Ogni critica è ben accetta ovviamente, sono sicuro che avrete tanto da correggermi anche se spero che la storia piaccia!.
Ho utilizzato il trattino per i pensiere perchè mi dava dei problemi con la visualizzazione una volta caricata la storia (è la stessa che avevo caricato, solo ovviamente corretta).
E con questo, buona lettura a tutti!.
Genere: Angst, Dark, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito, Near, Ryuuk, Tota Matsuda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sconvolgimento

L'opera




Sconvolgimento




Tutti devono morire prima o poi, senza nessuna eccezione.   
Il destino è un lusso di pochi, solo gli dei hanno questo potere:concedere un destino alle persone.
Chi non lo possiede è un semplice essere umano, vive la sua vita, nella totale casualità degli eventi.
Al contrario, chi ne possiede uno, non vi scappa, ed inconsapevolmente porterà a termine il proprio compito.




Sudore, forse febbre, malessere, terrore.
Gli occhi pian piano si riaprono, ancora lucidi, ancora pieni di uno sconvolgimento totale, diversi, forse addirittura di una tonalità più spenta, quasi assopita.
Così Matsuda si risveglia dallo shock subito, ora più che mai intento a capire se ciò che ha visto è pura finzione della propria mente, o drammatica realtà.
"Hehe, buon giorno Matsuda, vedo che ti sei svegliato finalmente...mmmh, hai mica una mela in casa?".
Silenzio, nessuna risposta da parte del ragazzo, sicuramente in preda al delirio per la realizzazione che quello che aveva poc'anzi fatto non era un sogno bensì la assurda realtà.
"Cosa...cosa sei tu?, uno Shinigami?, mi ucciderai?, mi trasformerai in un tuo spietato schiavo?, come è successo con Light Yagami?!", urlate tali parole, forse per quel poco coraggio che il giovane è riuscito a raccogliere riacquistata quel poco di lucidità necessaria a tale situazione.
"Eh?, io avrei trasformato Light in ciò che dici?,...hehe, no Matsuda, per nulla, Light Yagami ha fatto tutto da solo, io non gli ho imposto proprio nulla, anzi, sono stato solo a guardare, molto divertito per dirla tutta.", un attimo di assurdo silenzio, e ancora poi "Ma comunque, hai mica una mela?, Light me ne dava sempre, ooh, così succose le mele degli umani!".
Incredulità, disperazione, ma anche una sensazione di sollievo.
"Ok, ok....quindi ne deduco che non mi accadrà nulla di male...comunque, allora Light era consapevolmente cosciente di quello che stava facendo."
Ancora silenzio, pensieri sconnessi si palesano nella mente dell'agente -perchè ho strappato la pagina dal Death Note, quale' è stato il motivo di tale azione?, precauzione?, forse, infondo anche Near potrebbe aver fatto la mia stessa assurda mossa-.
"Una mela dici?, in cucina...al piano di sotto, nessuno a parte me può vederti in effetti giusto?", risposta affermativa quella di Ryuk che nel frattempo si era già fiondato nella stanza indicata per riscuotere il bottino.
-Cosa devo fare adesso?, quale sarà la mia sorte con un arma di tale portata nelle mie mani...-, un sospiro ricco di disperazione annebbia la vetrata della finestra sulla quale ora si trovava a poggiare la testa il giovane Tota Matsuda.
-Forse dovrei discuterne con Near, anche se non smetterebbe più di interrogarmi sul perchè di tale azione...mmmh, calmati Matsuda, diamo tempo al tempo, farò passare qualche giorno, vediamo come si evolverà la situazione.-
Occhi fissi sulla strada al di sotto della propria abitazione, inespressivi, apparentemente senza un anima, un viso pallido, come se la vita gli fosse stata tutta ad un tratto risucchiata dal corpo.
"Hehe, molto gustosa" parole preannunciate da un gorgoglio sinistro quanto disgustoso da parte dello Shinigami ora alle spalle del ragazzo.
"Cosa avresti intenzione di fare ora?, se posso chiederlo ovviamente" faccia inespressiva la seguente, come se in realtà quasi non gli importasse della risposta.
"Non...non lo so, forse lo comunicherò a Near...quello che ho fatto intendo...insomma...." il discorso cessa, immediatamente, mozzato dalla bocca di Matsuda, intento ancora a scrutare al di fuori della propria finestra.
"Ma si...penso che comunicherò tutto a Near, sono consapevole della spregevole azione che ho compiuto, e sono pronto a subirne le conseguenze", con un sorriso, Ryuk ammica ancora alle sue spalle, divertito dalla situazione in cui si trova il nuovo "protetto".
Al telegiornale intanto, viene comunicato un caso singolare, singolare almeno fino a quel momento.
Un uomo ha appena assassinato la moglie e rapito i due figli, ed ora si sta dando alla fuga più sfrenata in auto, inseguito dalla polizia lungo la strada principale.
Al tempo di Kira, questo non sarebbe successo, forse neanche cominciato.
Ed ecco ancora una pusione attagliante nel petto di Matsuda, cosa gli accade?!, suda, si agita, si contorce ora al suolo.
Urla, urla sconnesse le sue, senza un senso, senza una apparente provenienza o causa scatenante.
Il volto è cambiato, pallido ancor più del solito; due pesanti occhiaia si palesano al disotto delle orbite, contenenti ora due occhi folli, completamente estranei al corpo di Matsuda.
Veloce, senza controllo del proprio corpo e della propria mente, striscia verso il comodino raccattando nel frattempo una penna, e, maledettamente, la pagina strappata del Death Note.
"Eliminato!!", un grido di trionfo infine.
Gli occhi rimangono sbarrati fissanti il televisoro che ha appena trasmesso foto e nome del folle in fuga.
Un viso tremendo il suo, terrificante, carico di estranea pazzia, di totale smarrimento ma nel contempo controllo gelido delle proprie movenze.
Torna alla normalità infine, in ginocchio, con la faccia impregnata da rigolii di lacrime copiosamente uscenti dai propri or non più folli occhi.
"Un momento!, l'auto sembra essersi fermata!; ora raggiunta dalla polizia!", suonano sinistre le parole dal televisore.
"E' morto, si è ufficiale, il signor Takada è morto!; senza alcun preavviso parrebbe esserersi accasciato senza vita al volante, andando a schintarsi contro il guard rail."una breve pausa poi, colma di disperazione, "I bambini stanno però bene, sono sani e salvi ora, sia ringraziato il cielo."
Occhi ancora persi al suolo quelli di Matsuda.
Cosa ha fatto?, perchè lo ha fatto?, cosa gli sta succedendo?!.
"Che cosa ho fatto!!" un urlo acuto, carico di dolore e rammarico, colmo ed impastato da un pianto ora sempre più ingente.
Ha ucciso una persona, non si torna indietro; ha usato il Death Note, senza alcun motivo apparente.
Si lascia cascare su un fianco infine, senza forze, senza opporsi alla propria stanchezza.
E' stremato, non si riconosce, è inrappolato nel proprio corpo, ora dominato da un forza esterna, da una forza che mai aveva provato; totalmente estranea, totalmente diversa.
"Hehe, ti stai già dando da fare vedo...eh Matsuda?"quasi senza farlo apposta, l'angelo della morte sussurra tali sinistre parole, distruggendo totalmente il ragazzo, ora in preda ad un terrore mai provato, un terrore per se stesso, incontrollato, nato senza un reale e razionale motivo.

"Arresto cardiaco...la cosa mi suona famigliare quanto stramba ed inquetante signori miei" gelide le parole di Near, rintanato in non si sa quale edificio di Tokio.
Volge uno sguardo vitreo ad uno dei suoi uomini, "Fai arrivare qui tutti gli ex membri del gruppo di indagine del caso Kira, abbiamo di che colloquiare..."deglutisce, raccogliendo l'ex pupazzetto
personificante Kira da un tavolino, "Falli venire qui dopo domani ,alle ore 16:00 in punto...mentre domani stesso, alla medesima ora, scorta con la massima cautela...il signor Matsuda".
Uno sguardo di intesa con l'uomo al quale si stava rivolgendo, "Subito signore, provvedo immediatamente ad avvisare chi di precisato".
"Una cosa soltanto", lo interrompe ancora una volta il ragazzino dai capelli candidi; "Abbi una premura particolare per il signor Matsuda, mi raccomando, è della massima importanza."

  
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