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Autore: Sidera_    10/02/2012    1 recensioni
L'Insula Incantii è l'unica scuola di magia d'Italia. Sì, perché ovviamente ne abbiamo una anche qui. Fondata secoli e secoli fa da un famoso poeta latino. Sorge su un'isola nell'arcipelago delle isole Pontine, nel Tirreno. I babbani ovviamente non possono vederla. Vi si arriva tramite un'enorme galeone, la "Fortuna". Questa è la mia scuola. E questa sono io. Una distrattissima quindicenne, piena di voglia di fare e di viaggiare e conoscere. E piena di culo, oserei dire. Già, perché su tutti i non-so-quanti studenti della Insula Incantii... io ho vinto la selezione per andare in scambio culturale ad Hogwarts, la versione inglese della scuola di magia e stregoneria italiana. Cribbio. Per un anno intero. Doppio cribbio.
La storia della mia avventura, che ha intrecciato la mia vita a quella di Hogwarts ed in particolare ai gemelli Weasley.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Fred Weasley, George e Fred Weasley, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Secondo Capitolo
Griffindor VS Slytherin



Due settimane dopo



 

Passeggiavo lentamente per il castello. Non finiva mai di stupirmi. Ogni giorno scoprivo una stanza nuova, un nuovo passaggio o un angolo dove potermi fermare a pensare e scrivere sul mio diario. Secondo gli accordi, gli studenti in scambio dovevano essere smistati nelle Case della scuola ospitante. E così, sul termine della cerimonia di inizio anno, anche io ero salita sullo sgabello ed il preside in persona mi aveva calato il vecchio Cappello Parlante sulla testa. Era stato interessante vedere la reazione della folla all’udire il nome della casa in cui ero stata assegnata. Stavano tutti col fiato sospeso, poi una delle bancate centrali era esplosa in un applauso scrosciante. Sentendomi un po’ smarrita, avevo cercato con lo sguardo le persone sui cui più sentivo di poter fare affidamento. Avevo individuato Fred e George proprio nella bancata più chiassosa. Applaudivano come gli altri, forse un po’ più forte, con più entusiasmo. Soprattutto George. Erano entrambi rossi in viso, accaldati. Vederli festeggiare mi ha tranquillizzato. Avrei potuto frequentarli ancora, non ci stavamo affatto separando. Al contrario.

Fin dal primo giorno di scuola mi erano stati accanto. Correvano da un angolo all’altro della scuola per accompagnarmi nella classe dove si sarebbe tenuta la lezione successiva. Infatti, nonostante condividessimo la stessa Sala Comune e la stessa Casa, io frequentavo il quinto anno scolastico, loro si trovavano al settimo ed avevamo orari diversi. Così capitava a volte che dall’aula di Pozioni i gemelli corressero fino al quarto piano, dove mi trovavo per l’ora di Incantesimi, e da lì mi conducessero correndo fino alla serra, dove si sarebbe tenuto il corso di Erbologia, per poi correre nuovamente all’interno della scuola per frequentare a loro volta la lezione di Incantesimi. Era veramente il massimo.

Fred e George, trenta centimetri buoni più alti di me, correvano avanti gridando “Largo, largo! Fate passare! Permesso…” creandomi un varco tra la folla. Altre volte mi afferravano ciascuno per un braccio, trascinandomi per il corridoio. Una volta addirittura mi accompagnarono in sella ai loro manici di scopa, portandomi a turno. Arrivammo puntuali a lezione, sia io che loro, per una volta, ma questo era costato loro l’espulsione dagli allenamenti per il Quiddich per una settimana. Gazza aveva protestato vigorosamente per lo scompiglio creato in corridoio.

Mi sentivo tremendamente in colpa. Ed era per questo motivo che mi dirigevo tranquillamente verso uno dei miei angoli preferiti del castello, dalle parti del campo di Quiddich: per pensare ad un modo in cui rimediare.

Scesi lo scalone principale in fretta, attraversai l’atrio ed uscii in giardino, nell’aria fresca di settembre. Calpestai l’erba umida e mi infangai la suola delle scarpe, producendo un suono molliccio. Sarei dovuta rientrare con qualche passaggio segreto, o Gazza mi avrebbe rincorso per tutta la scuola lanciandomi dietro alcuni dei suoi epiteti preferiti.

Più mi avvicinavo al campo, più sentivo distintamente delle voci, ma non riuscivo a capire a chi appartenessero. Mi avvicinai ancora ed infine decisi di salire sugli spalti. Al centro del campo c’erano due gruppi di studenti. A giudicare dalle divise, da una parte dovevano essere Grifondoro, dall’altra dei Serpeverde.


- Nott, evapora. Sparisci.
- No Weasley, il professor Piton ci ha dato il permesso di utilizzare il campo per tutta la giornata. Tra l’altro, mi risulta che tu non sia autorizzato ad allenarti a Quiddich.

- E chi si allena? Ci stiamo semplicemente godendo la giornata sui manici di scopa.

- Dando un colpetto ai bolidi per scansarli, di tanto in tanto.

Nott fece una risata priva di emozione. Poi mi vide e mi fece un cenno di saluto. I gemelli si girarono.
- Sidera, anche tu da queste parti?


Agitai debolmente la mano e mi avvicinai al gruppo.


- Ehilà.
- Ehilà. – disse Fred, ma senza sorridere. Mi mise un braccio intorno alle spalle, imitato da George. Mi stupii di quel gesto che, più che calore ed affetto, mi suggeriva protezione e quasi gelosia.
Nott fece uno strano sorriso freddo, a metà tra lo sprezzante e l’amareggiato.
- Come te la passi, Sidera?

- Benissimo. – rispose George per me.

- Goditi la giornata, Nott.

- Sarà meglio andarcene, qui l’aria è irrespirabile.

- Attento a non cadere dalla scopa, Nott. Potresti avere un trauma cerebrale, o romperti qualcosa.
Mi trascinarono lontano da lì in fretta. Mi voltai a guardare Nott, che sorrideva soddisfatto ai suoi compagni di squadra. Per un attimo i nostri occhi si incrociarono, ma Fred mi fece voltare bruscamente.
- Ehi. Ehi, ehi! Ma che vi prende? – sbottai, puntando i piedi. Furono costretti a fermarsi e a guardarmi in faccia.
- Nott non ci piace. – disse Fred dopo un po’.

- È un idiota. – confermò George - E poi il campo è suo, ha il permesso di Piton. Non aveva senso restare ancora a lungo. Ehi, Lee ci aspetta ad Hogsmade alla Testa di Porco, ha detto di aver fatto acquisti da Zonko di recente. Deve avere roba interessante. Andiamo. – aveva cambiato espressione alla velocità della luce, in maniera decisamente poco convincente.

- Andate pure, io… ho delle cose da fare. - George mi guardò con aria delusa.
- D’accordo, allora… ci vediamo in Sala Comune stasera.
- Ok. Ciao ragazzi.
 


 

Un mese dopo.



 

C’era un clima febbricitante tra gli studenti. Da quando Dolores Umbridge aveva consolidato il proprio potere nella scuola grazie al mandato del Ministero, la situazione ad Hogwarts era diventata difficile.

Trovandomi a frequentare lo stesso corso del Prescelto, ebbi anche la sfortuna di incontrarla spesso durante le lezioni. Indubbiamente adorava controllarlo in qualunque momento e luogo. Era inevitabile che spesso fossi presente anche io.

Avevo stretto un discreto rapporto con tutti i miei compagni di Casa. Ogni sera, in Sala Comune, spettegolavo con Lavanda e Calì, Ginny ed Hermione. A volte anche con quella sgualdrina di Vicky Probisher e la sua amica Romilda, se sapevano qualcosa di interessante sugli ultimi espedienti della Umbridge tesi a complicare la vita degli studenti.
- È inconcepibile che gli studenti non ricevano un’adeguata istruzione di Difesa contro le Arti Oscure!

- Dicono che il Ministero ignori completamente cosa fa la Umbridge qui.

- Oh, Caramell non ha la più pallida idea di quello che combina quella vecchia abominevole. Se anche lo venisse a sapere, dubito che farebbe qualcosa.

- Ragazzi, guardate!Si fece largo tra la folla un ragazzino del terzo anno.
- Non posso crederci… un altro. – mormorò Hermione.Il ragazzino tentava di ricacciare coraggiosamente indietro le lacrime, mentre stringeva al petto il braccio sinistro. Tra le dita della mano destra, che reggeva il braccio, affioravano delle lettere rosse, alcune ancora sanguinanti.  Colin Canon invitò suo fratello a mostrare agli altri la scritta sul suo braccio.

Non devo interrompere la lezione con domande inopportune.

- Ho chiesto a Nigel a bassa voce, durante la lezione, se secondo lui i anche i Mangiamorte utilizzano i metodi punitivi della Umbridge. Quella vecchia stronza ha un ottimo udito.
Ebbi voglia di stringerlo forte a me e di coccolarlo. Dennis Canon era ancora più minuto di suo fratello e dall’aspetto fragile. Ma avrei rovinato il suo momento di gloria, così mi limitai a guardarlo con ammirazione, benché fosse stato poco saggio. La folla si strinse ulteriormente intorno a lui ed io poco a poco ne restai fuori. Mi abbandonai su una poltrona, osservando gli altri grifondoro discutere animatamente. Fred e George iniziarono presto a prendere in giro la Umbridge, imitando il suo modo di fare ed il suo ridicolo atteggiamento da rospo, alleggerendo così la tensione e suscitando facilmente il riso. Ma sotto le risate, la preoccupazione per la piega che avevano preso gli eventi tormentava tutti.
 

  
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