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Autore: Sidera_    08/02/2012    4 recensioni
L'Insula Incantii è l'unica scuola di magia d'Italia. Sì, perché ovviamente ne abbiamo una anche qui. Fondata secoli e secoli fa da un famoso poeta latino. Sorge su un'isola nell'arcipelago delle isole Pontine, nel Tirreno. I babbani ovviamente non possono vederla. Vi si arriva tramite un'enorme galeone, la "Fortuna". Questa è la mia scuola. E questa sono io. Una distrattissima quindicenne, piena di voglia di fare e di viaggiare e conoscere. E piena di culo, oserei dire. Già, perché su tutti i non-so-quanti studenti della Insula Incantii... io ho vinto la selezione per andare in scambio culturale ad Hogwarts, la versione inglese della scuola di magia e stregoneria italiana. Cribbio. Per un anno intero. Doppio cribbio.
La storia della mia avventura, che ha intrecciato la mia vita a quella di Hogwarts ed in particolare ai gemelli Weasley.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Fred Weasley, George e Fred Weasley, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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Ehm ehm.

Salve :]

Il 90% di questa ff è autobiografico
(immagino siate in grado di riconoscere cosa lo è e cosa è frutto della mia fantasia);
non aspettatevi una fic chissà quanto impegnativa
è più che altro un sogno ad occhi aperti
su cui ho fantasticato tanto, prima di decidermi a scriverlo :3
è la prima ff che pubblico, ma non vi chiedo di essere clementi,
tutt'altro, assoluta sincerità nelle recensioni, grazie :)

 


 

 

Prologo.
 


- Sidera de Simone, della casa della Fenice, quarto anno.

Un applauso scrosciante esplose alle parole del preside. Le mie migliori amiche ululavano "Sidera, ce l'hai fatta!". Qualche invidioso mormorava alle mie spalle "Stronza". Ma ero troppo sconvolta per ribattere, come avrei fatto di norma. Avevo superato tutte le selezioni, per le quali avevo sudato e pianto. Avevo vinto. Vinto! sarei andata in scambio culturale in un'altra scuola. Non potevo crederci. Anzi sì, cazzo! Avevo dato il meglio di me, nel superare quelle prove. Ora stavo ricevendo la mia ricompensa.
Mi alzai dalla panca e mi diressi verso il tavolo dei professori. La preside Acciaia mi strinse vigorosamente la mano e mi consegnò solennemente il Lasciapassare che l'anno dopo mi avrebbe permesso di entrare alla scuola straniera a cui sarei stata spedita.

- Hogwarts, Regno Unito.

Altro boato festoso. Mi resi a malapena conto di quello che stava dicendo la vecchia Acciaia. La scuola del Bambino Sopravvissuto. Il caso aveva voluto che, pescando nel recipiente, la preside tirasse fuori proprio il bossolo d'orato con incise le parole: Hogwarts, Regno Unito.
Respirai a fondo la gloria del momento e fantasticai sul futuro sbrillucciante che mi si presentava davanti.
 



 

Primo Capitolo
King's Cross.




Stazione di King's Cross. Tra il binario 9 e 10.
Iniziai a pensare che si trattasse di uno scherzo.
"Molto divertente. Che diavolo vuol dire binario 9 e tre quarti?"
Maledizione. Erano le otto meno cinque. Ero lì, ferma, da tre quarti d'ora. Mamma e Papà li avevo salutati a casa, ero arrivata a Londra con un'accompagnatore della mia scuola, che però mi aveva smollata là davanti senza spiegarmi nulla su come arrivare al treno. Che sarebbe partito presto. Senza me sopra.

- Maledizione! - imprecai.

La mia gatta, Spuma, miagolò. Sapevo che in quel momento mi stava odiando, perchè l'avevo rinchiusa nella gabbietta. Lei non lo sopportava.

- Sto pensando, va bene? Sono furiosa quanto te, al momento. Quell'incapace mi ha abbandonata qui... se perdessi il treno farei una figuraccia... ti immagini fare ritardo il primo giorno nella scuola in cui sarò ospite per tutto l'anno? "Sono mortificata, professor... uhm... ah, già! Silente, ma non sono riuscita a trovare il suo fottutissimo treno!"

Un gruppo di pendolari babbani mi superò affrettando il passo, guardandomi con un misto di compassione e divertimento. Tra loro, non credo sia comune vedere una ragazzina inveire contro un gattino rinchiuso in una gabietta, con un ingombrante carrello carico di baule e borsone.
Mi sedetti per terra, in preda allo sconforto. Per rialzarmi di scatto, nell'udire la frase:

- L'Espresso per Hogwarts partirà a momenti! Allunga il passo, Ginny!

Mi rialzai immediatamente e mi vidi venire incontro un drappello di teste rosse.
Feci un respiro profondo e chiamai a raccolta tutte le mie forze per esprimermi nel miglior modo possibile in inglese:

- Mi scusi - dissi rivolgendomi a quella che sembrava essere la madre di famiglia - sto cercando l'Espresso per Hogwarts e non... riesco a trovarlo.
- Oh, certo cara - disse sorridendo - non devi fare altro che camminare verso il muro - lo indicò - tra i binari 9 e 10, dritto davanti a te. Anche i miei ragazzi sono diretti lì.

Guardai i "suoi ragazzi". Avevano tutti i capelli rossi, tranne uno, che li aveva neri ed arruffati. Uno era alto e robusto, la ragazza doveva essere la più piccola del gruppo e gli arrivava alla spalla. Gli ultimi due erano assolutamente identici, sembravano l'uno il riflesso dell'altro.

- Ragazzi, mostratele come fare. - disse la donna.

I primi ad attraversare il muro furono i due gemelli, un dopo l'altro.

- Oh... credo di aver capito. La ringrazio. -spinsi il carrello ed anche io, finalmente, riuscii a raggiungere il binario. Dall'altra parte del muro era tutto un gran casino. C'era una marea di gente che si salutava o tentava, come me, di farsi strada fino al treno.

Riuscii a mettere in equilibrio il borsone e la gabietta sul baule e spinsi quest'ultimo sul treno.
Vagai per il corridoio per un po', sentendomi una completa idiota, non riuscendo a trovare un solo scompartimento libero, intralciando il cammino degli altri. Un ottimo modo per iniziare l'anno in una scuola dove non mi conosceva ancora nessuno.
Esasperata, quando sentii che il treno stava per partire, aprii la prima porta che mi trovai davanti, spinsi dentro il baule ed entrai.


- Salve. - sbuffai, rossa in faccia. Caricai la mia roba nella rete sopra i sedili, senza guardare in faccia nessuno dei presenti e mi abbandonai sul sedile, guardando di lato. Poco a poco girai lo sguardo verso l'interno dello scompartimento e riconobbi immediatamente i due gemelli della stazione.
- Oh... salve di nuovo. - sorrisi, imbarazzata - gli altri scompartimenti sono tutti pieni ed io...

I due gemelli non sembravano troppo turbati dalla mia entrata brusca. Mi sorrisero e mi porsero contemporaneamente la mano.

- Fred.
- George.

Non sapendo quale stringere per prima, le presi entrambe, una con la sinistra, una con la destra, incrociando le braccia.

- Sidera. - dissi sorridendo, sentendo il rossore sulle mie guance affievolirsi. - spero che non sia occupato, gli altri scompartimenti...
- Nessun problema. - disse il gemello affianco al finestrino, Fred.
- Tra poco arriverano i nostri compagni di corso. - disse il gemello seduto di fronte a me, George
- Ma non credo ti costringeranno ad andare via. - riprese Fred.
- Forse sarai piuttosto tu a non poterne più di noi, tra poco. - ridacchiò George.
- Bene. Non ho alcuna intenzione di rimettermi a vagare in cerca di un posto libero. Se pure dovessero infastidirmi, me li farò piacere.
- Ottima risposta. Ehi, Angelina! Katie! da questa parte! - George attirò l'attenzione di due ragazze nel corridoio.

In poco tempo lo scompartimento si riempì. Nel vero senso della parola.
In tutto dovevano esserci almeno venti persone, là dentro. Probabilmente, in tutto il treno quello era lo scompartimento più rumoroso.

-Lee, devi provare questa. - George schiaffò nelle mani di Lee Jordan quella che sembrava una caramella rossa.
- Magari un'altra volta Weasley. - rifiutò lui, ridendo.
- Come? non ci sarà una prossima volta, Jordan! devi provarla ora. - insistette Fred.
- Avanti Lee, e che sarà mai? - rise Alicia Spinnet dandogli una spintarella.

Lee rivolse un'ultima occhiata suppichevole ai gemelli, che scossero insieme la testa.
Un po' ridendo, un po' nervoso, Lee ingoiò la caramella.

- Come ti senti? - domandò Fred.
- Ti gira la testa? - chiese George.
- No... mi sento... bene. Molto bene.

Guardai i gemelli sogghignare. Per un momento incrociai lo sguardo di George, che ammiccò verso di me.
Mi girai di nuovo verso Lee, che all'improvviso sembrava diverso, sembrava... i suoi capelli stavano scolorendo, anzi... diventavano rossi, rosso fuoco, più acceso del rosso della locomotiva. Anche il suo viso gradualmente diventava rosso, e le sue mani, e infine i suoi vestiti. Poi cambiò colore: divenne tutto giallo, poi tutto verde, infine di nuovo tutto rosso.

- Cosa... Cosa... - balbettava Lee, tra le risate dei compagni di scompartimento.
- Sei un semaforo Lee!

Fred e George non sembravano particolarmente soddisfatti.

- Mi è sembrato più divertente, quando lo abbiamo provato su Ronald. - osservò Fred.
 - Forse perchè lui sembrava davvero sconvolto, non si limitava a balbettare "Cosa-cosa".- replicò George, annoiato.
- Sei una delusione, Lee. - disse Fred, fingendosi amareggiato.

In quel momento la porta dello scompartimento si aprì. Le risate cessarono, l'atmosfera mutò bruscamente. Alla porta stava appoggiato un ragazzo alto e magro, dai capelli neri e cortissimi. Dietro di lui un paio di ragazzi dallo sguardo truce.

- Weasley. Jordan. – fece un sorriso sprezzante nel vedere Lee cambiare colore gradualmente. I suoi occhi indagarono per la stanza e si soffermarono un momento più a lungo su di me - Grifondoro vari.
- Nott. - salutò Lee, freddamente.
- Hai perso di nuovo l'orientamento, Nott? Lo scompartimento dei Serpeverde non è difficile da trovare. - Osservò Fred.
- Basta seguire la scia maleodorante. - proseguì George
- La risata stridula della Bulstrode.
- O potresti avvicinarti ad ogni scompartimento e controllare...
- ...quello in cui senti dire più stronzate. - completò Fred.

Nott lanciò loro un'occhiata sprezzante. Poi, inaspettatamente, si rivolse a me:

- Non ti ho vista in giro prima. Sei tu quella dello scambio culturale?

Annuii, sentendo gli sguardi di tutti puntati su di me.
Nott sorrise e fece un cenno a quelli che lo accompagnavano.

- Ti va di seguirci in uno scompartimento più largo?

Lo fissai qualche secondo.

- Sto bene qui, grazie.

Mi guardò storto.

- Preferisci stare tra questi...
- Assolutamente sì. - Il mio tono non ammetteva repliche. Mi stupii di quanta forza avevo infuso in quelle parole. Nott uscì dallo scompartimento e gli occhi di tutti ripresero a fissarmi.
- Scambio culturale?
- Da dove vieni?
- Starai ad Hogwarts tutto l'anno scolastico?
- Chissà in quale casa la sistemeranno!
- Onestamente ragazzi - esclamò George circondandomi le spalle con un braccio - Qualunque sia la tua provenienza, credo che sarai sempre la benvenuta nel club Weasley. In segno di apprezzamento per il modo giustamente brutale con il quale ci hai liberati velocemente dal parassita, eccoti un dono della ditta Weasley.

Mi porse la sua mano aperta. Al centro del palmo spiccava una caramella rossa.
 

  
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