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Autore: Slab    10/02/2012    5 recensioni
– E per te? Anche per te il mondo è troppo rumoroso, lì dentro?
-Il più delle volte. E io odio il rumore di sottofondo. È insopportabile.
-Lo penso anche io.
-Oddio Granger, siamo d’accordo su una cosa.. questo è il giorno più brutto della mia vita!
-Smettila Malfoy! Chi ti dice che io stia godendo a restare qui seduta a parlare con te?
-Beh, puoi sempre andartene..
-O puoi sempre andartene tu..
Si guardarono, incoscienti dei pensieri dell’uno e dell’altra, quasi irritati dall’insolenza reciproca. Lui distolse lo sguardo da lei e iniziò a strappare l’erba che gli stava intorno, delicatamente, un filo alla volta, come un rito che gli donasse tranquillità e calma. Lei invece abbassò lo sguardo sul libro e iniziò a colorare gli spazi tra le lettere con la matita, per ignorare l'essere che aveva davanti, senza, tuttavia, molto successo.

Cosa succederebbe se Harry Potter decidesse di non partire con Ronald Weasley ed Hermione Granger per la ricerca degli Horcrux? Cosa succederebbe se Hermione Granger decidesse di aiutare da sola l'amico? E ancora, cosa c'entra in tutto questo Draco Malfoy?
ATTENZIONE: La storia, non tiene conto degli avvenimenti del 7° libro, o almeno della ricerca degli Horcrux da parte del trio delle meraviglie, ma avrete modo di capirlo molto velocemente non appena leggerete il primo capitolo :)
Un solo piccolo avvertimento : la storia non è una Dramione classica, è un po' più lenta perchè ho voluto mantenere nei loro ruoli e nei loro caratteri Herm e Draco,quindi devono prima smettere di odiarsi ( e se ne vedranno delle belle xD ) :D
Ciau :*
Slab*
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Dimmi con chi vai e ti dirò se vengo anch'io.

- Marcello Marchesi

C’erano cose che la magia non poteva risolvere. Anzi, spesso e volentieri, la magia ne era l’artefice. Artefice silenziosa e inanimata. Quando aveva varcato la soglia di quell’immenso castello  era convinta che la magia potesse tutto. Che si trattasse di una grande cavolata, lo aveva scoperto a sue spese nel corso degli anni. La magia non poteva tutto. Poteva grandi cose. Molto belle. O anche molto brutte. Ma non poteva tutto.

A questo pensava Hermione Granger, seduta sul pavimento gelido di una stanza che a lei pareva un immenso salone. Ma non riusciva a capire dove si trovasse e chi ce l’aveva portata. Era leggermente intontita e si sentiva piccolissima in uno spazio tanto grande.

Si guardò intorno senza comprendere, fece per alzarsi ma una fitta all’addome le fece capire che forse era meglio se restava a terra. Per quel che ne sapeva lei, poteva avere lo stomaco lacerato.  Aveva un ricordo sbiadito di quello che era successo prima del suo risveglio. E quindi prima del suo svenimento.  Perché da allora in poi era stato buio pesto.

Quel luogo era deserto e non sapere cosa ci facesse lì le dava un senso di smarrimento. Si guardò intorno per un paio di minuti quando d’improvviso si ricordò tutto. Draco, il sotterraneo, Lucius. La maledizione Cruciatus. La paura.

Un senso di angoscia la pervase. Si alzò di nuovo, l’addome teso e dolorante. Un’altra fitta. Ma qualcuno l’aveva portata lì e quel qualcuno non poteva essere lontano. Se fosse tornato avrebbe potuto ucciderla, questa volta. Forse era stato Lucius. Probabilmente, era stato lui. Si convinse di quella cosa e iniziò a girare per il salone. C’erano dei lampadari interamente di cristallo e molti specchi in quella sala. Un’ombra grigia a terra le fece intendere che un tempo c’erano anche dei divanetti, dei sofà e che erano stati spostati, scomparsi nel nulla. Probabilmente quella era una casa vissuta e che ora era diventata disabitata.

Rettificò subito quell’idea quando uscendo dal salone si ritrovò in una stanza adiacente. Sempre molto grande, ma con un lungo tavolo al centro e tante sedie intorno. Sul tavolo c’erano varie copie de “La Gazzetta del Profeta”  e ce n’era una risalente a due giorni prima.. più in là, delle tazze vuote ed una semi piena. La sedia posta a capotavola era più grossa, le altre tutte di misure diverse, alcune appaiate, altre probabilmente prese da altre stanze. Tutto questo le fece pensare che forse quella casa non era proprio disabitata. Questo le diede un motivo in più per essere circospetta. Si ritrovava da sola, fuori dalle mura di Hogwarts, senza i suoi amici, in territorio sicuramente nemico, senza Draco.

Draco. Il ragazzo era letteralmente scomparso da qualche giorno. Lo sapeva bene lei. Quello che aveva visto non era il vero Draco. Era suo padre. Un senso di  ansia invase il suo cuore. Voleva rivederlo, aveva bisogno di parlare con lui. Doveva dirgli di stare attento. Doveva dirgli molte cose. Da quando avevano confessato l’un l’altra i propri sentimenti, non avevano avuto un attimo di pace. Non che lei se l’aspettasse, la pace. Erano stati giorni di tumulto e scalpore. Era successo tutto troppo velocemente ed i vari avvenimenti avevano perso la loro importanza. In una settimana aveva trovato un’intesa con lui, aveva fatto scappare Harry, aveva seguito dei corsi per i mezzosangue, aveva sviato Lucius ed infine era stata torturata a morte nella sala comune dei Serpeverde. Effettivamente, aveva messo in conto che frequentare un Malfoy non sarebbe stato poi tanto facile. Ma non aveva pensato che sarebbe successo tutto e subito. In fondo si frequentavano soltanto. Frequentare, poi. Non aveva idea di quello che stessero facendo. Si vedevano, parlavano. O meglio, avevano parlato per molto tempo. E avevano litigato, tanto. Come al solito. Ma litigavano in modo diverso. Senza rendersene conto, avevano cambiato il loro modo di litigare, trasformandolo da un litigio per disgusto reciproco ad un litigio necessario per scambiarsi anche due parole. Parole che facevano andare avanti entrambi. Come aveva potuto pensare solo per un momento che doveva lasciar perdere Draco e tornare alla sua normale vita? Come aveva potuto solo immaginare una cosa del genere. Non capiva come, ma Draco le era entrato dentro . Le era entrato dentro senza che lei se ne accorgesse. Non capiva il motivo e non capiva nemmeno quando era successo. Era successo e basta.  Sapeva solo che era una cosa strana e che mai si sarebbe aspettata tutto questo. Era una cosa strana. Ma giusta, in qualche modo. Il modo doveva ancora trovarlo, ma sapeva che c’era. Lei e Malfoy. Lei e Draco. Draco. Disperso. Draco , probabilmente torturato. Draco. Sostituito da quel pazzo di suo padre. Ma come fare a smascherarlo? Come ritrovare il vero Draco? E soprattutto, cosa voleva Lucius? Cosa voleva da lei?

D’improvviso, un’onda di ricordi le tempestò il cervello. E fu come risentire un vecchio disco ad un volume altissimo.

Nella foresta proibita.

Dimmi dov’è!

Era successo così in fretta che se l’era dimenticato. Aveva detto a Lucius Malfoy il nascondiglio di Harry. Era finita. Lo avrebbero trovato. E lo avrebbero ucciso. Un senso di colpa e di angoscia si associò alla paura che stava provando.  Pr colpa sua Harry era in grave pericolo. Draco era scomparso e lei non aveva la minima idea di come fuggire da lì. Era in trappola e aveva segnato a morte il suo migliore amico.

Con quella confessione, Hermione Granger aveva ucciso Harry Potter.

Per un momento le si raggelarono i pensieri. E se Draco ne fosse stato al corrente? In fondo, era un Malfoy.

un Malfoy, ma solo di nascita’

Draco era un Malfoy, ma aveva varie volte fatto intendere che con suo padre non c’erano quei rapporti idilliaci di un tempo, sempre ammesso che questi rapporti idilliaci fossero veramente esistiti. Come avrebbe potuto. Era la causa della morte della madre.

‘.. è sempre un Malfoy e Lucius è sempre suo padre’

Era  sempre suo padre. Raggelò ancora. Rieccola, la piccola Hermione. Quella personcina nel suo cervello che ricominciava a blaterare senza darle il tempo necessario di controbattere e di trovare una giustificazione alle sue accuse.

 Sperò con tutta se stessa che quei brutti pensieri le stessero invadendo l’anima perché si trovava lì da sola. Decise di ignorare la vocina. Non ci avrebbe creduto. Non ci avrebbe creduto perché non ci voleva credere. Sapeva che Draco era cambiato davvero.

‘Lo sai o lo speri?’

 Lo sapeva. Draco era un altro. Non era più Malfoy. Adesso era Draco e doveva fidarsi di lui.

*

Trovare un momento per fuggire da quella cerchia non sarebbe stato facile, soprattutto per il sorvegliato speciale del Signore Oscuro in persona.  Lo avrebbe semplicemente ucciso a sangue freddo. Caduto insieme alle altre vittime. Cosa importava? Uno in più, uno in meno.  Non stava lì a far i conti. Ma questo non poteva permetterlo. E non perché ci teneva troppo alla propria vita. Ormai era giunto alla conclusione che era più un danno che altro, ma era l’unico che sapeva dove fosse Hermione. L’unico dei buoni, ovviamente. Buoni. Che strana parola. Non si era mai classificato come tale. Draco Malfoy, uno dei buoni. Sembrava così strano a pensarci. Ma d’altronde, chi è che decideva cosa era giusto, chi era buono e chi no? Per anni a credere chi quelli giusti erano loro.

I Babbani sono stupidi!

Giusto!

I mezzosangue sono indegni!

Vero.

Ed ora? Mezzosangue. Una parola che solo ora iniziava a comprendere a pieno. Era dispregiativo, una pura calunnia. Lo sapeva da quando era piccolo. La usava spesso. Era stato educato per questo, per portare avanti il nome della famiglia Malfoy e la sua casata di eterni Purosangue. Ma solo ora comprendeva quanto potesse far male essere chiamati in quel modo quando tutto il disprezzo ti viene sputato in faccia. Solo ora capiva. Anni. Ed adesso era dall’altra parte, dalla loro parte. E se avesse sbagliato ancora? Chi diceva che i buoni stavolta erano loro. Che Voldemort e la sua cerchia fossero quelli fuori dalla logica e dalla morale? Sarebbe stato considerato come un servo, come uno stupido, come qualcuno che aveva bisogno di stare dalla parte del vincitore. Agli occhi degli altri sarebbe diventato 'Draco Malfoy, il ragazzo a cui non importava con quale fazione schierarsi, ma solo che fosse la fazione vincitrice'. Questo pensiero gli fece drizzare la mascella e stringere i pugni. Lui non voleva essere un codardo. Non era un codardo. Lo avrebbero creduto tale, però. Da fuori tutto quello che alla fine si vedeva, era un ragazzo con troppa paura che non era riuscito nemmeno a portare a compimento le piccole opere assegnategli dal Signore Oscuro. Piccole opere, come uccidere Albus Silente. Piccole opere, come consegnargli Harry Potter. Da fuori sarebbe trasparita solo sua paura. La sua fragilità, la sua codardia. Avrebbero potuto biasimarlo? Gli avrebbero puntato il dito contro per aver avuto paura del più grande mago Oscuro di tutti i tempi? Per aver avuto paura di Voldemort? Voldemort. Un mago potente. Un mago Oscuro. Fissato con la purezza del sangue e con la sua immortalità. Voldemort, un mezzosangue.

Non aveva più paura. La paura lo aveva abbandonato quando il mangiamorte aveva preso di peso Hermione e l'aveva portata al Manor. Sapeva che lì sarebbe stata più al sicuro che a scuola. Aveva rabbia. Per tutti quegli anni che gli erano stati portati via. Rabbia per quel marchio, per quelle volte che aveva dovuto sopportare le scelte di suo padre, per quelle volte che avrebbe detto  no ed invece avevano detto sì al suo posto. Rabbia, solo questa.

*

Cercando tra la folla di studenti che si accalcava a prendere posto nelle lezioni di “Educazione sociale alla vita pratica del mago”, Ronald Weasley non poteva credere di essere stato ‘smistato’ nella cerchia dei rinnegati. Erano in dieci, a lezione. E venivano trattati peggio dei nati Babbani. Perché loro erano i traditori del loro sangue, ovvio. E i Weasley centravano in pieno il concetto.

“Educazione sociale alla vita pratica del mago”. Che cretinata. Solo Lucius Malfoy aveva potuto ideare una materia più stupida di Divinazione.  Eppure ci era riuscito. Ma la cosa migliore era che il Ministero gli aveva dato corda. Rimase sbigottito nel vedere quello che avevano da dire a quella lezione. Parlavano di oneri, di responsabilità. Essere un mago è una responsabilità. Ma lo è ancora di più essere un Purosangue. E voi non avete capito bene cosa significa. Ron lo aveva capito benissimo. Parlavano di punizioni, di leggi. Ma cosa stavano dicendo? Volevano creare una divisione di classe. Possibile che avevano la mente ancora così “antica”. Un brivido risalì verso la schiena. Un brivido di paura. Dopo la morte di Silente era andato tutto storto. Niente era più come prima.. niente di niente. La società, la scuola, Hermione.

Ovviamente, non poteva accusare Silente di aver fatto cambiare Hermione. Ronald sorrise mesto. No . Hermione Granger aveva fatto tutto da sola. Con lo zampino di Draco Malfoy. Ormai erano passati giorni da quando lui ed Hermione non si parlavano e non si vedevano. L’aveva cercata dappertutto, ma di lei nemmeno l’ombra. Inoltre non vedeva nemmeno più Malfoy in giro quindi sospettò che stessero insieme da qualche parte. L'idea di Hermione che bidonava le lezioni, però, non riusciva ancora a digerirla. Per non parlare della scomparsa di Harry. L’amico era scomparso senza lasciare nessuna traccia alle sue spalle e per lui averli persi entrambi in un sol colpo era stato un trauma non indifferente. Capiva benissimo che quella era una situazione di emergenza, forse Harry era semplicemente scappato per non farsi trovare da Lucius. Era chiaro che il mangiamorte voleva trovare il ragazzo, magari per guadagnare qualche punto a suo favore tra le file dei suoi colleghi. Tuttavia, quello che non capiva era il perché Harry non aveva accennato minimamente alla cosa. Un pensiero iniziò a frullargli in testa, mentre uscendo dall’aula si accorse che non aveva seguito nemmeno un minuto di quella stupida lezione. Harry era scomparso nello stesso momento in cui era scomparsa Hermione. Stessa cosa per Malfoy. E se fossero? Cercò di togliersi quell’idea malsana che gli torturava le meningi, deciso ad ignorare anche la sola possibilità che Harry Potter avesse preferito Draco Malfoy alla sua compagnia. Non era possibile. Molte e molte volte in realtà, Harry aveva cercato di ammonirlo per il suo comportamento da ‘capra’ nei confronti di Hermione e quel furetto. Ma una cosa era sicuro. Nonostante Hermione lo avesse sostituito, per Harry non sarebbe stata la stessa cosa. Harry non gli avrebbe mai fatto un torto del genere.

Girovagando in quella che per lui era una scuola vuota senza i suoi amici, capì quanto era importante avere qualcuno di cui fidarsi. Certo, rimanevano ancora Ginny, Neville e Luna. E chissà quanti altri studenti a cui era simpatico e che gli erano simpatici. Ma lui aveva bisogno delle uniche due persone che lo facevano sentire a casa. E che proprio in quel momento, mancavano all’appello.

Stava per superare il ritratto di una grande dama quando sentì parecchio movimento davanti a sé. Non riuscì a capire cosa fosse, vide solo un lungo gruppo di gente passargli davanti senza riconoscere chi fossero. Era chiaro fossero Mangiamorte, ma perché così furtivi? Aveva quasi deciso di seguirli e capire cosa stessero facendo in quel modo rigido e silenzioso quando lo vide. Draco Malfoy. Tra gli ultimi dell’ultima fila. Lo sapeva. Harry non l’aveva tradito. Hermione era un’ingenua. E Draco Malfoy era esattamente il Draco Malfoy dell’anno prima. Con un sorriso colmo di gratitufìdine verso la sorte che gli aveva fatto capire la verità, si avvicinò di qualche passo, intento a fermare il ragazzo.

-MALFOY!

Il ragazzo accigliato si voltò e la sua espressione sorpresa di vederlo lì, trasparì sul suo volto scarno e pallido. Ronald lo vide diverso da qualche giorno prima. Sembrava che non dormisse da molto tempo. Le occhiaie profonde solcavano le sue guance e il suo colorito era ancora più pallido. Non stava bene. Il ragazzo per contro, disse a quelli che stavano vicino a lui di andare avanti e restò indietro.

*

Forse Lenticchia può essere la mia salvezza, per una volta.

Draco macinò i passi che lo dividevano da Ronald Weasley come un condannato a morte. Ma aveva capito che forse il rosso era la sua unica speranza per salvare Hermione. I mangiamorte dell’ultima fila lo guardarono, lui gli aveva fatto cenno di andare avanti, ma sembravano non volerlo mollare per niente al mondo. Probabilmente si erano affezionati a lui, oppure,  era semplicemente il sorvegliato speciale, ancora una volta. Il gruppo davanti aveva ormai lasciato il piano. Erano tutti raggruppati per nascondere il Signore Oscuro che per qualche strana ragione non voleva farsi vedere in giro. Draco ci pensò un po’ su. Probabilmente si sarebbe scatenato il panico. Ma dubitava che Voldemort si interessasse a tutto ciò. Si chiese che era andato a fare ad Hogwarts se poi doveva nascondersi. Ma il piano del Signore Oscuro era quanto di più logico potesse esistere nel mondo magico. Voleva comparire solo in un preciso istante. E quell’istante coincideva con la cattura di Harry Potter. Diretti verso il giardino del Castello, Voldemort ed i suoi seguaci stavano abbandonando il castello.

Si avvicinò a Weasley con fare riluttante.

-Cosa vuoi lenticchia?- non poteva sembrare troppo amichevole, lo stavano guardando tutti.

-Dimmi dov’è Hermione! – però, pensò Draco, ha fatto tutto da solo!

-Cosa vuoi che ne sappia Lenticchia, Granger e Potter sono tuoi amici! – rispose beffardo. A sentir nominare il nome di Potter i due mangiamorte dietro aguzzarono le orecchie.

D’altro canto, Ron non se lo fece ripetere due volte. Prese per il colletto della divisa Draco e lo tirò in avanti come se volesse dargli un pugno.

-Dimmelo adesso dove sono, stupido platinato! Sapevo che non eri cambiato, ho cercato di avvertire Hermione prima che facesse qualcosa di stupido invece sono stato etichettato come lo stupido geloso.

Draco restò impassibile a quelle parole. Nonostante avesse promesso ad Hermione di cercar di comprendere i suoi amici, era comunque scettico sull’esistenza del cervello in Ronal Weasley.

Prese il polso di Ron, quello che gli arpionava il colletto della divisa. Cercando di liberare la morsa cercò di parlare al ragazzo tralasciando le riserve che aveva su di lui. Era davvero la sua ultima speranza.

-Lenticchia smettila di fare l’idiota ed ascoltami bene.

I due mangiamorte percependo un probabile azzuffamento richiamarono Draco –Tutto bene lì, Malfoy?

Draco si voltò quasi a scusare quell’interruzione –Certo. Lenticchia aveva voglia di esprimere le sue perplessità sul suo ceto sociale.

Tornò a Ron, che strinse ancor di più il pugno intorno alla divisa.

-Ascoltami Lenticchia. Fai finta che io ti stia dicendo qualcosa di completamente brutto .. fai.. il solito insomma.. parla ad alta voce!

-MA SEI IMPAZZITO MALFOY! – urlò Ronald.

-Non così. – era davvero un idiota –fai come se ti stessi dicendo qualcosa contro il tuo rango, contro la tua famiglia.. dovresti essere abituato a questi scambi di battute, in fondo..

-Non capisco dove vuoi arrivare – lo guardò torvo Ron.

-Fallo e basta , quei due ci stanno guardando.

Ron alzò lo sguardo verso i due mangiamorte ed effettivamente era vero, li stavano guardando. Poi si voltò verso Draco ancora una volta –Cosa vuoi?

-Sì, ma stai sussurrando. – gli rispose secco il biondo.

-COSA SIGNIFICA CHE LA MIA FAMIGLIA è DI RANGO INFERIORE?

-SIETE DELLE FOGNE WEASLEY E TE NE ACCORGERAI MOLTO PRESTO! – Draco aveva in mente una cosa che avrebbe salvato la vita a Potter, ma prima di tutto ad Hermione – ascolta attentamente e fai finta di arrabbiarti.

-MALFOY MA IO TI AMMAZZO!

-Hermione è stata portata al Manor da sola. Lì è al sicuro ma non vorrei che tornassero e le facessero del male.

-COME OSI PARLARE COSì DI MIA SORELLA! GUARDA CHE TE LA FARò PAGARE!

-Io per ovvi motivi non posso lasciare il gruppo. Verrei seguito e porterei con me il pericolo. Devi farlo tu. Il Signore Oscuro è nel castello.

Ronald sbiancò. –COOOOOOOOOOOOSA?

Malfoy gli diede un calcio. –Non così idiota.

I due mangiamorte dietro guardavano la scena senza capire. Vedevano solo due persone che litigavano sul rango delle proprie famiglie. Tipico dei Malfoy, insomma.

-Ti ho detto sii credibile!

-ABBIAMO LO STESSO SANGUE CHE AVETE VOI MALFOY! NON IMPORTA QUANTI SOLDI POSSIATE POSSEDERE!

-Bene. Allora, il piano è questo. Vai nella foresta Proibita e cerca Potter.

-HAAAARRY!?!?

I due mangiamorte si avvicinarono di un passo.

Draco diede un altro calcio a Ronald.

-Mi hai fatto male! – si indignò il rosso.

-SEI UN IDIOTA LENTICCHIA! TU E QUELLO SFREGIATO FARETE UNA BRUTTA FINE QUANDO CADRETE NELLE MANI DEL SIGNORE OSCURO, VEDRETE!- cercò di rimediare alla situazione. –Lenticchia. Vai alla foresta e prendi Potter. Poi andate al Manor e portate via di lì Hermione. Nascondila Lenticchia. Sei la sua unica speranza. La mia unica speranza.

Se Ronald Weasley credette a quelle parole fu solo perché era troppo logico, anche per un piano diabolico di Malfoy. Annuì col capo.

-Ok allora. Finiamo questa scenetta.

Ronald iniziò a stringere il colletto e Draco a stringergli il polso.

-MALFOY POTREI UCCIDERTI ALL’ISTANTE!

-E perché NON LO FAI? PAURA LENTICCHIA?

-DI TE? MAI.- Diede un calcio a Draco sull’addome.

Draco meravigliato da quella piega che aveva preso la conversazione rimase un attimo sbalordito prima di sentire il dolore. Poi rialzò il capo e furente si buttò addosso a Ronald, dandogli un pugno in faccia che lo fece barcollare e piegare a terra.

Si avvicinò al rosso –RICORDATELO WEASLEY. NON HAI ANCORA CAPITO CON CHI HAI A CHE FARE.

Ronald alzò il volto . Draco lo guardò e con gli occhi gli fece un accenno di fuga. – Devi sempre esagerare Weasley. Ora muoviti.

Ronald mantenendosi la guancia iniziò a scappare in direzione opposta.

Draco lo guardò andare via. Era messo proprio male se doveva fidarsi di pel di carota.

Si voltò verso i due mangiamorte che lo accolsero festanti.

-Bella mossa Draco. Gliele hai suonate!

-Niente di che. Weasley ha bisogno di essere ridimensionato una volta a settimana.

E continuarono verso la direzione precedente.

*

Hermione Granger nel frattempo, aveva capito dagli araldi dell’antica casa, che si trovava nella dimora dei Malfoy. Nella casa del suo ragazzo. Tutto questo non era sicuro.

L'angolo dell'autrice:

Ebbene, ecco a voi!

Come promesso, ho aggiornato anche questa settmana e addiritturacon mezza giornata d'anticipo! Spero sia di vostro gradimento, ormai ci stiamo addentrando nella vicenda e sono curiosa di sentire le vostre opinioni al riguardo! Questo capitolo ci introduce a dei momenti davvero unici per Draco ed Hermione che lottano per salvarsi e per salvare il loro rapporto, precario e soprattutto alla mercè di chiunque. Devono aver fiducia l'uno nell'altra oppure devono dubitare fino alla fine? Malfoy è sempre un Malfoy , dopotutto.. ma Hermione?

Spero vi sia piaciuto.. e sarei felice di leggere i vostri commenti, anche se critici sulla questione!

Al prossimo capitolo!

un bacio a tutte,

Slab*

  
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