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Autore: MeiyoMakoto    10/02/2012    1 recensioni
‘ Portarlo qui è stata una scelta avventata, Principe: è pur sempre un Grifondoro. Garantisci per lui?’
Severus ridacchiò.
‘Io? Per lui? Non ci penso neanche. Voleva venire e io l’ho portato, ecco tutto; mi aveva seguito fino all’ingresso segreto la scorsa volta che sono venuto alla riunione, ha capito chi siamo e ha mostrato interesse.’
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Peter Minus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Scusate, scusate, scusate, lo so, l’altro capitolo faceva un po’ pena… Però eccomi qui, spero che questo mi sia uscito meglio.
Toodles!
Meiyo
 
 
Peter stava attraversando il corridoio da solo, per la prima volta in molti anni.
Non aveva più incrociato i suoi amici da quando li aveva lasciati a discutere di ideali e società segrete e pericolo, il giorno prima; né ci teneva particolarmente a incontrarli.
Ad un certo punto si sentì il fiato di qualcuno sul collo.
‘Seguimi.’, sibilò Severus prima di allontanarsi un istante dopo.
Peter obbedì, tentando di distinguere il Serpeverde tra la folla.
Presto però questo non fu più un problema: mentre gli studenti si sparpagliavano nelle varie aule, Severus continuò a guidarlo finché non furono gli unici due a percorrere il corridoio. Solo allora si fermò ad aspettare il piccolo Grifondoro, che lo raggiunse ansimando.
‘Come mai tutta questa fretta?’, si lamentò il ragazzo.
‘Dimmelo tu.’ -rispose Severus- ‘Non eri quello che aveva una certa urgenza di incontrare me e Regulus?’
L’altro annuì, chiedendosi se fosse stata una mossa saggia, in fin dei conti, mandargli quel bigliettino.
‘Dove mi hai portato?’ -domandò poi- ‘Non mi sembra di essere mai stato qui…’
‘Probabilmente è così, dato che stiamo andando nel bagno delle ragazze.’
Peter si bloccò.
‘Quello in disuso, stupido, quello di Mirtilla Malcontenta.’
‘Oh.’
Effettivamente, più si avvicinavano, più si sentiva chiaramente una stridula voce femminile echeggiare per il corridoio:
‘Oh, per non parlare, poi, dell’igiene di questo bagno; è veramente disgustoso in che ambiente mi lascia vivere Silente. Dippet non avrebbe mai permesso una simile trascuratezza, te l’assicuro… Ma ormai nessuno si interessa più di dove vivo o dove non vivo. Davvero, se non fossi già morta, ti assicuro che la farei finita…’
‘Capisco perfettamente.’,  rispose una seconda voce in tono comprensivo.
Mirtilla stava per continuare, ma proprio in quel momento soggiunsero i due ragazzi.
Peter non fu sorpreso di vedere che la voce comprensiva apparteneva a Regulus.
‘Ah, Severus, Peter!’, li accolse questi, visibilmente sollevato.
‘Che succede?’ -chiese Mirtilla- ‘Perché li hai invitati qui? Dovete forse dirvi qualcosa? Qualche segreto, qualche pettegolezzo?’
Peter non avrebbe mai pensato che gli occhi di un fantasma potessero scintillare di curiosità, eppure Mirtilla ne era la prova vivente.
‘Oh, niente di particolare.’ -rispose Regulus con studiata noncuranza- ‘Stavamo solo commentando l’ultimo tiro di Pix… I resti dovrebbero esserci ancora, nell’ufficio di Gazza.’
Mirtilla fece l’ombra di un sorriso.
‘Immagino che vedere la fonte di divertimento altrui potrebbe distrarmi momentaneamente dal vuoto che domina la mia esistenza.’, borbottò andandosene.
Regulus si voltò verso gli altri due.
‘Ok, dovrebbe stare fuori per un po’.’ -bisbigliò- ‘Allora, Pete, si può sapere che c’è?’
‘Avete presente l’Ordine della Fenice?’
Regulus annuì.
‘Non è quel gruppo di pazzi terroristi che ha come scopo ostacolare il Signore Oscuro?’
‘Beh… Stiamo parlando della stessa cosa, questo è sicuro.’
Il ragazzo sgranò gli occhi.
‘Non dirmi che mio fratello…’
‘Purtroppo sì; e anche gli altri.’
Regulus si mise le mani tra i capelli.
‘Mio Dio, ma è pazzo?!’
‘Di che ti sorprendi, Reg?’ -intervenne Severus freddamente- ‘Le missioni suicide sono la specialità di quei tre imbecilli.’
Peter lo guardò torvo.
‘Già.’ -commentò- ‘Solo che stavolta c’è anche Lily.’
Severus impallidì e si accasciò al muro.
‘Non possono farlo!’ -mormorò- ‘La uccideranno! Peter, devi fare tutto ciò che è in tuo potere per convincerli ad abbandonare questa pazzia!’
‘No.’, intervenne Regulus.
Severus lo guardò come se lo vedesse per la prima volta.
‘Che stai dicendo, Reg? È pericoloso, non si scherza col Signore Oscuro!’
L’amico fece un respiro profondo.
‘Lo so benissimo,’ -esordì lentamente, tentando di trovare le parole adatte- ‘Ma Sirius e gli altri hanno scelto il loro percorso.’
‘Ma loro non hanno idea di quello che stanno facendo!’
‘Invece credo proprio di sì. Ho sempre saputo che mio fratello era di quell’idea; si è sempre rifiutato di vedere la verità, andando contro tutto quello che ci hanno insegnato fin da piccoli. È sempre stato la mela marcia, e mi odia perché io glielo ricordo.’
‘Ma tu non odi lui! Come fai a vederlo rischiare la vita senza battere ciglio?!’
‘Credimi, ho fatto di tutto per evitare che questo succedesse, e se potessi morire io al posto suo lo farei; ma resta pur sempre una mela marcia, e come tale è condannato a morte fin dalla nascita. Però ora, per la prima volta, la sua stupidità può essere un vantaggio per noi: immagina quanto potrebbe essere utile al nostro Signore, se potessimo procurargli valide informazioni sull’Ordine!’
‘Ma è tuo fratello!’ -urlò Severus, con le lacrime agli occhi- ‘Non ti rendi conto che verrà torturato e ucciso, se si scopre che appartiene all’Ordine?! Lo sai cosa succede ai nemici del Signore Oscuro! Vuoi davvero che lui debba fare la stessa fine?!’
Regulus esitò.
‘Io non lo voglio, ma tu sì.’ -mormorò- ‘Se non fosse per Lily…’
‘Sì, hai ragione, se non fosse per Lily sarebbe tutto diverso! Ma io voglio proteggere quelli che amo, e so che anche tu vuoi fare lo stesso!’
‘È solo una ragazza… Nata Babbana, per di più.’
Severus gli puntò la bacchetta alla gola.
‘Non ti azzardare mai più a dire una cosa del genere. Lei non è come le altre della sua specie.’, ringhiò.
Sembravano essersi completamente dimenticati della presenza di Peter.
Regulus sospirò.
‘Perché non riesci a dimenticarla, Sev?’
Severus abbassò la bacchetta.
‘Ti prego.’, mormorò.
Nessuno parlò. Il tempo si era fermato.
Poi Regulus mormorò con un filo di voce:
‘Non lascerò che gente come Malfoy metta le mani su mio fratello. Puoi stare tranquillo, né Lily né quei tre scapestrati corrono rischi.’
Severus rise di sollievo, stringendogli la mano con entrambe le proprie e uno sguardo più eloquente di qualsiasi discorso.
‘Però devi comunque tenerci informati, Pete.’ -continuò il ragazzo voltandosi a guardarlo timidamente, come se si fosse reso conto all’improvviso che aveva sentito tutto- ‘La Causa prima di tutto.’
Severus si rabbuiò.
‘Vorranno sapere come otteniamo queste informazioni.’, osservò.
‘Con chi credi di avere a che fare, Sev?’ -lo rimproverò Regulus sorridendo- ‘Non lo sapranno mica che le abbiamo ottenute noi! Farò un paio di magheggi, spargerò qualche voce alla Testa di Porco…’
‘Aspetta un secondo.’ -intervenne Peter- ‘Anche se avessi intenzione di infiltrarmi nell’Ordine, e sappiate che non ho la minima inclinazione a farlo, dovrei rischiare la pelle quotidianamente senza che il Signore Oscuro sappia mai che sono io a procurargli informazioni preziose?’
‘Si chiama sacrificarsi per la Causa, Pete.’ -rispose Regulus freddamente- ‘comunque non ti preoccupare, nessuno ti sta chiedendo di fare niente di pericoloso: basta che i tuoi amici ti diano qualche informazione, tutto qua. Quanto al tuo momento di gloria, ci saranno altre occasioni per averlo; oltretutto pare che Malfoy ti abbia dato un compito molto importante durante le vacanze.’
Peter tremò impercettibilmente al ricordo.
‘Più o meno…’, rispose.
‘Non avere fretta, Minus.’ -fece Severus- ‘Tu dicci quello che vogliamo sapere, e un giorno il tuo momento arriverà.’
Lui annuì.
‘Bene, adesso è meglio se ce ne andiamo a lezione.’, concluse Regulus.
 
 
 
‘Dove sei stato tutta l’ora?’,  chiese Remus.
‘In infermeria.’ -rispose Peter- ‘Ho un po’ di febbre…’
‘Oh. Mi dispiace.’ -commentò l’amico- ‘Comunque pare che siamo nello stesso workshop, e c’è anche Lily. Sei contento?’
Peter sfoderò il sorriso più allegro che gli riuscì ed annuì energicamente.
L’altro fece un sospiro di sollievo: era chiaro che si era aspettato una reazione molto più fredda dopo la sfuriata del giorno prima.
‘Allora, che si fa in questo workshop?’, domandò Peter.
Arrivarono in  cortile chiacchierando, e lì li raggiunse Sirius.
‘Come è andata, ragazzi?’, li salutò.
Prima che potessero rispondere, attaccò a parlare del workshop dei futuri Auror, cantando le lodi di un certo Crumple che era venuto a parlare del suo lavoro.
‘Mi sembra che tu ti sia divertito, quindi.’ -tagliò corto Remus- ‘E James che fine ha fatto?’
‘E che fine può aver fatto? È con Lily da qualche parte, naturalmente. Spero solo che stiano progettando il mio regalo di compleanno, altrimenti stasera si ritrova una Caccabomba sotto il cuscino.’
I due risero.
‘Perché?’, chiese Remus.
‘Perché non è rimasto a far finta di essere interessato a Cornelius Crumple insieme a voi.’, rispose con un mezzo sorriso.
‘Comunque hanno tutto il tempo di pianificare il tuo regalo.’ -commentò ancora Remus- ‘Al tuo compleanno manca ancora un mese!’
‘Già… Ci pensate? Fra poco è il grande giorno!’
‘Che fate?’, chiese James trotterellandogli accanto.
‘Stavamo litigando: Remus sosteneva che saresti apparso con Lily sottobraccio, mentre secondo Peter sareste stati mano nella mano. Quanto a me, ero sicuro che sareste arrivati a passo di danza.’ -rispose Sirius facendo una piccola piroetta- ‘Ma mi sa che ci hai fregato a tutti: l’hai nascosta sotto il Mantello, vero?’
‘Ha ha.’ -fece James- ‘Veramente è andata a dividere con Mary e Alice una scatola di cioccolatini che le ho regalato, e probabilmente anche a sfogarsi con loro: è veramente furiosa per essere stata piazzata nel gruppo degli Indecisi.’
‘Beh, d’altra parte che potevano fare, organizzare un workshop sulle scuole Babbane per una persona sola? E poi chi l’avrebbe tenuto?’
‘È quello che le ho detto anch’io, ma sapete come è fatta…’
‘Comunque avrebbe dovuto cederti in ogni caso questo pomeriggio.’ -disse Sirius- ‘Stasera è il plenilunio, ve ne eravate scordati?’
‘E come facevamo?’, borbottò Remus.
‘Anche le lezioni del pomeriggio sono sospese?’, si informò James.
Peter ci pensò un attimo, poi annuì.
‘Beh, allora che aspettiamo? Andiamo in dormitorio e programmiamo l’itinerario per stanotte!’
 
 
Così il mese passò, fra orientamento, lezioni, e, per alcuni, riunioni equivoche.
E passò di gran lunga troppo velocemente per Peter.
Il ventuno febbraio arrivò con la prima pioggerellina di primavera, di quelle irritanti che sembrano leggere e invece durano ore; il tempo sembrava assecondare il suo umor nero.
Quando Sirius aprì gli occhi quella mattina, trovò il dormitorio deserto.
Balzò giù dal letto, si vestì in tutta fretta, tentò di annodarsi la cravatta più velocemente possibile, rinunciò, e scese le scale di gran carriera, diretto in Sala Grande per la colazione.
‘Dove credi di andare?’, lo fermò una voce dietro di lui.
Sirius si voltò di scatto, ma non c’era nessuno.
Sorrise.
‘Fammi un po’ di posto, Jim.’, disse, infilandosi anche lui sotto il Mantello dell’Invisibilità.
Si incamminarono per una strada che ormai conoscevano bene e giunsero nella Stanza delle Necessità.
‘Signore e Signori!’ -esordì Remus appena ebbero posato la mano sul pomello della porta- ‘Direttamente da Mielandia -e con un ringraziamento speciale al signor Florian Fortebraccio-, il modo più spettacolare di iniziare bene questa tetra giornata di febbraio! I signori Lunastorta, Ramoso, Codaliscia e… ehm… Evans sono orgogliosi di presentare la torta di compleanno del pregevole signor Sirius Black, meglio noto come Felpato!’
Così dicendo spalancò le braccia, indicando un gigantesco orologio dorato che dominava un tavolo al centro della stanza. ‘Il signor Potter ci tiene inoltre a precisare che questa meraviglia è stata ottenuta dalla fortunata unione di Cioccorane e Api Frizzole, i due dolci preferiti del signor Black.’, aggiunse James.
‘Un orologio vero non era adatto alle nostre tasche.’ -spiegò Lily raggiante- ‘Ma non ci sembrava corretto non rispettare la tradizione, e così eccone uno commestibile!’
Sirius si avvicinò ed ammirò il suo regalo da tutte le angolazioni -e per farlo dovette fare il giro della tavola-.
Poi si voltò raggiante verso i suoi amici.
‘Come cavolo avete fatto ad infilarla nel tunnel per tornare a scuola?’
‘Diciamo solo che avvolte è utile avere un cervo ammaestrato per fare da trasportino.’, rispose Remus dando una pacca di scusa a James.
Lui scrollò le spalle.
‘Questo e altro per il mio migliore amico… E oltretutto immagino che il suddetto migliore amico abbia la bontà di ricompensare il mio sacrificio con la fetta più grande, eh?’
‘Ti dirò, ho una mezza idea di mangiarmela tutta io.’
‘Sì, certo, così invece di un cane diventerai un elefante al prossimo plenilunio.’
‘Sì, è un rischio che non posso correre… Grazie, ragazzi, è meravigliosa.’
‘E ci voleva così tanto a dirlo?’ -rise Lily tirando fuori un vistoso coltello- ‘La prima fetta al festeggiato, alla maniera Babbana!’
 
La torta, incredibile ma vero, alla fine finì.
I ragazzi stavano giusto accarezzando l’idea di farsi un pisolino, quando Lily ebbe un sussulto.
‘Guardate l’ora!’ -esclamò scoprendosi il polso, dove il fratellino minore del loro pasto ticchettava perentoriamente- ‘Sono quasi le tre e mezzo!’
‘Immagino che la tua preoccupazione non derivi dal fatto che abbiamo saltato il pranzo.’, osservò Remus.
‘Abbiamo saltato anche tutte le lezioni!’, continuò la ragazza, ormai sulla soglia dell’isteria.
‘Già.’ -commentò Sirius- ‘Sapete che significa?’
‘Che siamo sulla buona strada per la sospensione?’, guaì Lily.
‘No; significa che è ora di andare a trovare Silente.’
 
 
‘Avanti.’, chiamò la professoressa McGranitt.
Sirius stritolò il pomello della porta e precedette gli altri nell’aula di Trasfigurazioni.
‘Ah, eccovi qua.’ -li accolse l’insegnante squadrandoli ad uno ad uno- ‘Mi aspettavo una vostra visita; non vi preoccupate, ci ho pensato io a giustificarvi con gli altri docenti… Ho -diciamo- dedotto dalla vostra assenza che eravate in Infermeria… Buon compleanno, signor Black.’
‘Oh. Grazie, professoressa. Però noi…’
‘Tranquillo, Black, non mi sono completamente bevuta il cervello: vi ho tolto venti punti a testa per l’assenza e altri quaranta a testa per avermi costretta a mentire agli altri insegnanti. Spero solo che sappiate riguadagnarli al più presto, la Coppa delle Case si avvicina.’
James impallidì.
‘Ah… Buono a sapersi… Credo.’ -continuò Sirius- ‘Ma noi non siamo qui per questo.’
La McGranitt alzò le sopracciglia.
‘A no?’
‘No… Vede, noi… Avremmo bisogno di incontrare il professor Silente.’
‘Sapevo che hai una gran faccia tosta, Black, ma avanzare richieste nella posizione in cui vi trovate è veramente troppo.’
‘Lo so, professoressa, ma è questione di vita o di morte.’
‘Non parlare di morte così alla leggera.’
‘Non mi permetterei mai, professoressa; è dalla Vigilia di Natale che aspettiamo di vedere Silente. Sa, la notte in cui ho dormito da mia cugina Andromeda.’
‘Hai dormito dove?!’ -esitò un secondo, poi si alzò in piedi- ‘D’accordo, penso che Albus dovrà lasciare i suoi impegni per qualche minuto e darvi ascolto… Comincio a pentirmi di non avervi fatto sospendere per stamattina. Seguitemi.’
 
 
‘Scusa il disturbo, Albus, c’è una visita fuori programma…’
‘Mia cara Minerva, quando raggiungi una certa età, quasi nulla è fuori programma; puoi far entrare il signor Black, il signor Lupin, il signor Potter, immagino -Potter e Black sono l’uno l’ombra dell’altro…- e c’è qualcun altro con loro?’
La McGranitt non si stupì granché che la visita non fosse inaspettata: si era da tempo abituata all’idea che vedere Albus Silente sorpreso fosse raro quanto una nevicata a Ferragosto; tutt’al più si sorprese che la sua previsione non fosse completamente esatta.
‘Sì, c’è anche Lily Evans.’
‘Ah, bene. E Peter Minus?’
‘Non so perché non sia venuto.’
‘Me l’aspettavo, probabilmente non se la sarà sentita. Potresti cortesemente far entrare i ragazzi, Minerva?’
‘Certo, arrivano subito.’
‘Grazie, gentilissima.’
Poco dopo i quattro erano nell’ufficio, guardandosi intorno con gli occhi sgranati.
Silente si schiarì la gola.
‘Allora, che posso fare per voi?’
‘Professor Silente,’ -cominciò Sirius- ‘Oggi faccio diciassette anni, e James, Lily e Remus li hanno già compiuti.’
Si interruppe, incerto su come continuare.
‘Signore,’ -intervenne Remus vedendolo in difficoltà- ‘Siamo venuti a parlarle di quello che è successo alla Vigilia, in casa Tonks.’
‘Capisco. Non posso dire che non me lo aspettassi: ero sicuro che non ve ne sareste stati buoni in camera con Ninfadora, conoscendovi.  Però è una faccenda molto complicata, ragazzi, come avete avuto modo di sentire voi stessi.’
‘Ma noi siamo pronti!’, lo interruppe James.
Il Preside sorrise sotto la lunga barba.
‘Siete tutti ottimi ragazzi, non lo nego: la signorina Evans, che dire, massimo dei voti per sette anni, Prefetto, Caposcuola e chi più ne ha più ne metta; Remus, sai quanto sono fiero di te;’ -qui il ragazzo chinò il capo- ‘Signor Black, ho sempre apprezzato la sua capacità, per non dire ferma decisione, di mettere in discussione l’ordine costituito, ovviamente non senza James Potter al suo fianco. È proprio per questo che non ho nessuna intenzione di privare il mondo di quattro persone come voi prima del tempo.’
I quattro rimasero in silenzio, assolutamente presi alla sprovvista.
‘Ma signor Preside,’ -fece timidamente Lily- ‘Noi potremmo aiutarla, potremmo darle un valido contributo…’
‘Lo spero vivamente, signorina Evans, ma a suo tempo. Prima diplomatevi, trovatevi un lavoro, fatevi una vita; e poi, se crederete che valga la pena di rischiare il tutto per tutto, sarò felicissimo di accogliervi nel nostro Ordine.’
‘Ma abbiamo tutti l’età per decidere adesso!’
‘Signor Black, lei stamattina si è svegliato, si è vestito, ha percorso la scalinata che conduce alla Sala Comune del Grifondoro, ed è sparito per mezza giornata senza il benché minimo al fatto che gli adulti responsabili della sua sicurezza avrebbero potuto pensare che eravate in serio pericolo. Può dirmi, in tutta onestà, di sentirsi più maturo di quanto non fosse ieri, quando era ancora minorenne?’
Sirius rimase in silenzio.
‘Professore, le assicuro che sia Sirius sia James sono pronti per correre qualsiasi rischio.’, fece Remus con una vocina fioca.
 ‘È la mia ultima parola, almeno fino al diploma. Arrivederci, ragazzi.’
I Malandrini fecero per andarsene, ma Lily non si mosse.
‘Può fidarsi di noi, Preside.’, disse.
‘Lo so benissimo, signorina Evans.’ -rispose Silente- ‘Se non ritenessi di potermi fidare, potete star certi che in questo momento il signor Black e il signor Lupin sarebbero in Sala Comune a cercare di ricordarsi come hanno passato la Vigilia di Natale.’
 
 
Hehe, colpo di scena! Non mi era passato neanche per l’anticamera del cervello che Silente permettesse a quattro ragazzini di entrare nell’Ordine, per quanto non siano quattro ragazzini qualunque.
Meiyo
  
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