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Autore: Kagome_86    10/02/2012    5 recensioni
Ashley è in viaggio per passare l'estate con sua zia Sam in Italia. Durante uno scalo a Heathrow conosce un gruppo di cinque ragazzi che saliranno sul suo stesso volo. Con quali conseguenze?
Dal primo capitolo:
«Amo i voli per l’Italia. Per quanto ti impegni saranno sempre più in ritardo di te!» mi volto verso l’autore della battuta e mi rendo conto che è un ragazzo castano con gli occhi chiari che sembra sia stato buttato giù dal letto proprio ora e che si sta rivolgendo al suo amico, un biondino tutto spettinato che sta prendendo la chitarra dalla custodia.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2 - Rivelazioni

Dopo aver mangiato una quantità industriale di dolciumi, Harry si addormenta in una posizione scomposta sul sedile dell’aereo, il che mi lascia il tempo di tirare fuori il libro che stavo leggendo anche durante il volo da Boston a Londra e cercare di finirlo. Gli altri sembrano abbastanza presi in una partita a carte – che non so come riescano a giocare, tra le altre cose.
«Che leggi?» alzo gli occhi dal libro e mi trovo di fronte Niall. Ma hanno già smesso di giocare? Un urlo sul sedile posteriore – prontamente sedato dalla vecchia bisbetica della fila opposta – mi dice di no.
«Me ne sono tirato fuori. Quando quei tre mettono in palio i dolci di Harry mi sembra sempre di fargli un torto» abbassa gli occhi sul nostro compagno di viaggio. «Dormirebbe persino in mezzo a un campo di battaglia.»
«Ma non è che sono i dolciumi a fargli male? Mio padre dice sempre che -»
«Non suggerire mai ad Harry di vivere senza i suoi dolci, potrebbe ucciderti» afferma serio.
«Comunque mio padre, che è medico, dice sempre che quando si alza lo zucchero nel sangue aumenta il sonno.»
Per un po’ cala il silenzio, tra di noi, interrotto solo dal lieve ronzio proveniente dal naso di Harry. Povero, sta in una posizione scomodissima, non deve essere facile respirare, così.
«Fai sempre quello che dicono i tuoi?» mi chiede, buttando lì la frase come se niente fosse, ma nascondendoci chissà quali significati.
«Quasi. E comunque, considerando che il novanta per cento delle volte dicono cose opposte l’uno all’altro, diventa difficile fare qualcosa che loro non dicano» sbotto, un po’ infastidita da questa sua affermazione.
«Non mi hai ancora detto cosa stai leggendo» dice, cambiando di nuovo argomento.
«Hunger Games. Ho visto il film un po’ di tempo fa e mi sono incuriosita, così ho deciso di comprare il libro. E mi sta piacendo un sacco, anche se so già come va a finire.»
«Sì, è stato un gran film. E Jennifer e Josh sono simpaticissimi!»
«Li conosci?»
«Ce li hanno presentati alla premiere qui a Londra. Ancora stento a credere che ci invitino a certi eventi» mi risponde.
«Ma che lavoro fate? Sempre che tu possa dirmelo» chiedo, curiosa. I loro nomi non mi dicono niente.
«I cantanti» borbotta Harry. Con le nostre chiacchiere dobbiamo averlo svegliato.
«Buon risveglio, Hazza!» gli dice Niall.
«Buono mica tanto visto che a svegliarmi è stata la tua voce, Horan» dice mentre si ricompone i capelli e si siede decentemente. «Mica hai un dolcetto?»
Si è girato verso di me con un sorriso speranzoso. Ha le guance rosse e gli occhi lucidi di uno che si è appena svegliato. Sembra un orsacchiotto, mi viene voglia di fargli le coccole.
Ma a che pensi, Ashley! Mi rimprovero e mi affretto a rispondere ad Harry, che ancora mi guarda con gli occhi da bimbo sperduto.
«N-no. N-non a portata di mano» cacchio, ho balbettato. Adesso si accorgeranno tutti che sono in imbarazzo. Ma perché prima ho detto quella cosa a Liam? Perché? Ecco, adesso sono anche arrossita.
«Pace, comprerò qualcosa quando saremo all’aeroporto.»
«Conoscendoti avrai la valigia piena di quella robaccia!» Liam infila la testa tra i nostri sedili per prendere in giro Harry. Poi mi guarda e sorride. «Spero tu non ti sia annoiata troppo.»
«No, ho letto un po’ e poi Niall è venuto a farmi compagnia. Chi ha vinto i dolci di Harry?» gli chiedo, con una nota di rimprovero nella voce.
«Io, ovviamente» mi risponde, con un sorriso ancora più grande. Harry mi pare stranamente tranquillo, per essere uno che sta per perdere tutto ciò a cui tiene.
«Non mi sembra carino vantarsene» affermo. Lui mi guarda per un attimo, poi scambia un’occhiata con Harry e Niall e scoppiano a ridere.
«Harry, spiegale, per favore» dice Liam, mentre continua a ridere.
«Non può aver pensato che lo faceste senza il mio permesso!» risponde lui e io lancio un’occhiataccia a Niall.
«E va bene, ammetto di aver calcato un po’ la mano sul ‘mi sento in colpa’, ma volevo parlarti e non sapevo come giustificare il fatto che avevo smesso di giocare» dice, preso in contropiede.
Proprio in quel momento, una voce dall’altoparlante ci chiede di sederci ai nostri posti e di allacciarci le cinture perché stiamo per iniziare le manovre di atterraggio. Niall torna a sedere vicino a Louis ed Harry ne approfitta per spiegarmi che i ragazzi usano i suoi dolci come fiches per il poker, ma solo quelli che mette a disposizione. Non gli hanno mai mancato di rispetto. Qualche volta gli nascondono le confezioni, ma alla fine gli ridanno sempre tutto.
Mi ritrovo a stringere la mano nella sua, quando l’aereo inizia la discesa. Ho sempre paura che possiamo schiantarci a terra. La sua voce roca, però, mi aiuta a rilassarmi, e quasi non mi accorgo di quando le ruote dell’aereo toccano terra.
«Quando saremo a terra sarà meglio che tu non stia troppo vicina a noi» mi suggerisce Harry, poi mi supera e raggiunge Niall, Louis e Zayn sulla passerella. Un po’ mi sento offesa. Abbiamo passato tutto il viaggio insieme e non vuole che mi vedano insieme a loro? Una mano calda si infila nella mia, c’è un foglietto di carta nel suo palmo, che rimane nel mio quando il secondo dopo lascia di nuovo la mia mano.
«È il mio numero di telefono, Ash. Fanne buon uso» dice, un istante prima di allungare il passo per raggiungere i suoi amici. Sembra ripensarci per un istante e infatti si volta verso di me e mi sorride. «Ash, non prendertela per quello che ti ha detto Harry. Capirai subito che è meglio per te!»
Quando arrivo nella zona accessibile al pubblico, capisco che i ragazzi avevano ragione. Se tutto questo caos è per loro – non mi chiedo perché non li conosco, dato che non ascolto mai musica moderna – qualcuna di quelle pazze avrebbe potuto attentare alla mia vita o rintracciarmi su twitter, o su facebook oppure ancora… le urla si fanno più acute e assordanti e capisco che anche i ragazzi sono usciti. Mi dispiace non poterli salutare per bene, sono stati davvero carini durante il viaggio, ma è meglio che li lasci alle loro fan. È il loro lavoro, d’altra parte.
Inizio a cercare mia zia con lo sguardo, sperando di riuscire a trovarla in mezzo a tutta questa gente. Quando la vedo le corro incontro, trascinandomi dietro le mie valigie pesanti.
«Zia Sam!» urlo. Poi mi accorgo che sta parlando con cinque uomini enormi. Tutti vestiti di nero, con degli auricolari e gli occhiali da sole. Cinque guardie del corpo.
Lei si volta verso di me e accenna un sorriso, mentre alza una mano per salutarmi. È bella come sempre, con i capelli biondi raccolti sulla nuca e quegli enormi occhi verdi messi in evidenza da un tratto sapiente di eyeliner nero.
«Ciao, tesoro!» mi dice, quando la raggiungo. «Ancora cinque minuti, che quei testoni fanno un po’ di foto con le fan, e ce ne andiamo.»
La guardo stupita. Testoni? Fan? Il primo a raggiungerci è Zayn, gli altri si attardano un po’ di più con le ragazze. Zia Sam assegna uno di quegli armadi ad ognuno di loro e ci fa caricare le valigie su un carrello.
«Da adesso alla macchina non ci si ferma più, siamo d’accordo? Louis, non ti fare impietosire dalle ragazze. Hector, assicurati che non si fermi neanche per allacciarsi le scarpe» è così autoritaria mentre parla. Non l’avevo mai vista in questa veste, la zia Sam è quella che mi porta in giro per negozi e mi aiuta a fare scherzi alla mamma. «Ah, Ashley, puoi metterti in mezzo al gruppo? Vorrei evitare che tua madre ti veda su un tabloid proprio il giorno in cui arrivi in Italia. Le prenderebbe una crisi isterica» mi sorride con fare complice. Ecco, questa è la zia Sam che conosco.

* * *

«E così, la tua zia Sam è la nostra Sam» mi dice Harry, con quel sorriso tutto fossette che farebbe sciogliere anche un ghiacciaio.
«Potresti raccontarci aneddoti divertenti su di lei. Magari possiamo ricattarla un po’» urla Louis, che sta facendo non so cosa con Niall sul sedile del furgoncino con i vetri oscurati su cui siamo saliti.
«Non è che sappia molto di lei. Ci siamo viste dal vivo tre volte con questa, il fatto che lei sia in Italia non ci aiuta, ma è la mia zia preferita e le voglio un sacco di bene» rispondo.
«Ma tua zia non vive in Italia, Ash» mi dice Zayn «Era qui prima di noi solo per finire di sistemare le ultime cose per le tappe del tour.»
«Esatto, Zayn. E stasera devo aggiornarvi, perché ci sono delle novità. Scusami, tesoro, se non ti ho raccontato che la casa discografica mi ha mandata a Londra a curarmi degli affari di questi qua. Tuo padre non mi ha mai permesso di parlarti del mio lavoro per paura che spiccassi il volo come me. Ragazzi, sapete che Ashley è una bravissima pianista? Ha vinto un sacco di concorsi e quest’anno andrà alla Julliard. E poi spiccherà il volo.»
Arrossisco per le parole della zia. È vero, con il pianoforte me la cavo bene. Più che bene. E forse la mia estrema timidezza è dovuta al fatto che passo troppe ore sul piano in compagnia di Chopin, Bach, Beethoven e Mozart.
«Ah, e non chiedetele se conosce le vostre canzoni, perché dubito che sappia chi siete – ed è il motivo per cui mi sono permessa di farla volare con voi – e soprattutto perché in casa sua si ascolta solo musica classica. Ma quest’estate cambieranno un sacco di cose. Capito, Ashley? Domani tra l’altro ti porto a fare un po’ di spese, i vestiti che compra tua madre non fanno al caso nostro. Ho delle idee grandiose per te, vedrai.»
«Zia, ma dov’è ‘casa’ esattamente?» chiedo. Se si è trasferita non può avere ancora la sua casa, no?
«Beh, la villetta al lago di Garda l’ho tenuta come casa delle vacanze. Ci sono tre camere da letto e due bagni e siamo in un paese di duemila anime dove il settantacinque per cento della popolazione supera i sessant’anni. Perciò, niente possibilità di fare danni, per voi, e niente possibilità che le fan vengano a rompere le scatole a me e mia nipote. E il primo di voi che posta una foto su Twitter o dà un’indicazione sul posto dove vi trovate prima di essere tornato in Inghilterra perde l’uso dell’iPhone per il resto del mese.»
«Un mese? Ma la promozione del nuovo singolo non doveva durare una settimana?» chiede Liam, stravolto.
«E infatti durerà una settimana. Le altre tre settimane ve le farete in vacanza sorvegliata. Vorrei evitare che diventiate il bersaglio del gossip durante le vacanze, perciò staremo tutti insieme in allegria. Che ne dite?»
Le facce dei ragazzi non mi sembrano così entusiaste e mi viene da ridere.
«Beh, almeno non avrò bisogno di usare il tuo numero di telefono» sussurro a Liam, che risponde con un sorriso.
«Hai ragione» mi sussurra di rimando.

***

Dunque, ribadisco che non so come si chiami la/il manager dei ragazzi, e che spero che la storia stia piacendo a quelle quattro anime che hanno letto il primo capitolo. Se mi lasciate un pensierino non mi offendo, eh ^^

Spero di ripassare presto

   
 
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