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Autore: SkyScraperI3    10/02/2012    8 recensioni
Ebbene sì. Mi chiamo Cher, mia madre mi ha portato a casa il suo compagno e i suoi figli, ho dei problemi e ho un amico da vedere ogni volta che ho bisogno di sesso. Il meglio? Arriverà. -LA STORIA E' MOMENTANEAMENTE SOSPESA PER MANCANZA DI ISPIRAZIONE
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ciao gente torna dagli abbissi questa FF! Non avevo idea di come farla perciò mi sono presa questa (kilometrica) pausa.
Chi ha già letto i capitoli precendi prima che venissero modificati sa che in realtà la persona che ora è Liam era Harry e che la persona che era Liam ora è Zayn, perchè dovranno accadere delle cose e mi serve così (?)
Ci sono dei flashbacks, due, e altrettanti momenti nel "presente". Grazie mille <3



Four months ago

-Senti rossa, basta- gli occhi nocciola del ragazzo mi trapassarono da parte a parte. Contrassi la mascella, strinsi i pugni facendo diventare bianche le nocche.
-Non capisco- sussurrai. Non rispose, continuò a guardare lontano, poi si avvicinò di un passo.
-Ho detto che è finita, la capisci ancora la mia lingua?- deglutii il groppo che mi si era fermato in gola
-Ma...- provai a parlare e a farmi spiegare cosa era successo, perchè qualcosa era successa, ma il mio cervello non sembrava ragionare. Cosa era cambiato? Zayn mi guardò come se fossi un insetto, con talmente tanto disprezzo che mi pentii di essere uscita quel giorno, mi pentii di aver indossato quei jeans che credevo mi facessero più grassa. Mi guardava con quell'aria che gli avevo visto riservare a troppe ragazze prima di me. Mi ero davvero illusa di poterlo cambiare? Io? Una semplice ragazza, che non era nemmeno tanto bella come tante che lui poteva avere?
Stupida e ingenua ero stata.
-Non ha senso, Zayn- replicai fredda. Rise, beffeggiandosi di me e della mia stupidità.
-Cosa credevi?- scrollai le spalle non riuscendo a parlare
-Senti, per me tu saresti stata soltanto un'altra ragazzina passata sul mio letto. Non me l'hai permesso, perciò non mi torni utile ora- mi passai una lingua sulle labbra secche. -Non sei nemmeno questa bellezza che pensavo, perciò proprio non ho niente di che spartire con te- prese dal pacchetto una sigaretta e l'accese, posandola tra le labbra. Mi sorrise sarcastico, e dopo un segno con la mano si allontanò lasciandomi da sola nel parco. Sola.
Non sei neanche questa bellezza” mi ripetevo nella testa. “Un'altra ragazzina sul mio letto” “Non mi torni utile”.. non capivo. Due settimane prima io ero il suo tesoro, ero l'unica a cui afferrava la mano dopo la fine delle lezioni. Ero l'unica a cui riservava le serate a vedere film. E mi coccolava come una principessa, aveva detto che stare abbracciati a vedere un film gli andava bene, che non pretendeva troppo.
Mi aveva fatto una specie di lavaggio del cervello? Ero riuscita davvero a farmi ingannare in questa maniera?
Mi accasciai su una panchina, consapevole che non sarebbe stato più come una volta.

Four months later

-A presto, dolcezza- mi rivolse un cenno con il capo, allontanandosi. Questo sapeva fare quel ragazzo, allontanarsi e concederti un saluto fugace.
Presi una grossa boccata d'aria, e cercai di respirare e riprendere coscienza di me stessa.
Cosa avevo fatto? Avevo davvero accettato quella parte?
Giulietta non aveva i capelli rossi. Giulietta non aveva delle labbra così piene. Giulietta non aveva un trombamico. Giulietta portava vestiti splendidi che a me non sarebbero mai stati mene.
Io non ero Giulietta.
Presi tra le mani una ciocca dei rossi capelli e la arrotolai al dito. Stavo davvero sentendomi male.
-Cher?- la voce di Erin giunse lontana alle mie orecchie
e non risposi. Non volevo rispondere, chissà come sarebbe uscita la mia voce, continuò – Cher tutto okay?- scossi la testa debolmente.-E' Romeo- la sentii sussultare e fece per abbracciarmi. Amavo Erin. Erin era l'unica persona in grado di darmi forza e di aiutarmi quando il mondo era nero.
Ma in quel momento un suo abbraccio mi avrebbe ricordato quanto poco ero indipendente e quanto ero vulnerabile. Mi scostai leggermente e mi voltai con gli occhi gonfi di lacrime.
-Non ce la farò, Er- sussurrai senza forze. Non era da me perdere la calma in quel modo davanti ad altre persone ma mi sentivo completamente spogliata da qualsiasi tipo di maschera. Eravamo soltanto io e il dolore in quel momento. Io e la consapevolezza che sarebbe stato il periodo più difficile da affrontare.
Probabilmente le cicatrici sarebbero aumentate alla fine di ogni prova dello spettacolo.
-Ce la farai- scossi la testa. -Lui non è più forte di te, Cher- mi abbandonai su una poltrona al limite della sopportazione.
-Cher, fidati di me, non ti farai buttare giù da lui- sentii gli occhi pizzicare di lacrime. Mi morsi la lingua perchè sapevo di stare per scoppiare. Erin conosceva il mio problema, lo conosceva benissimo ma non ne avevamo mai parlato apertamente, almeno non della causa e lei ora mi veniva a dire che non mi avrebbe buttato giù e continuava a ripeterlo e a dire che mi sarei dovuta fidare di lei. Continuai a impormi il silenzio.
-Capito? Lui non ce la farà- mi alzai in piedi, tremando.
-L'ha già fatto Eri!- urlai tra le lacrime -l'ha fatto quattro mesi fa!- mi alzai la manica di un maglione -Guarda come l'ha fatto! Senza ritegno, senza preoccupazione. Mi ha distrutta, mi ha delusa, usata come un fazzoletto e poi mi ha buttato via. Mi ha rovinata già! Già mi ha buttata giù- le sbattei il polso in faccia -GUARDA!- sentivo le lacrime scendermi copiose sul viso, sapevo che stavo esagerando che così la avrei soltanto distrutta ma non potevo trattenere ancora le lacrime e il silenzio.
Erano quattro mesi che non piangevo così tanto.
-E questa è una piccola parte del dolore che mi ha fatto- mi ricoprii con il maglione, pentendomi immediatamente di ciò che avevo fatto.
Mi guardò terrorizzata -Eri scusa non volevo...- dissi seria guardandola negli occhi verdi. Dopo qualche secondo di silenzio assurdamente pesante parlò, con calma.
-No, non fa nulla- mi sorrise debolmente -sapevo che saresti scoppiata un giorno di questi- sentii le lacrime di nuovo pizzicarmi gli occhi
-Scusa- le saltai al collo abbracciandola forte, quasi come fosse lei quella che soffriva. Era lei quella che soffriva ad avere un'amica pessima come me.
Non parlavamo mai dei suoi problemi, ma solo dei miei e mi sentivo tremendamente in colpa.
-Meglio?- mi domandò dolcemente accarezzandomi la massa indomabili di capelli rossi. Annuii e mi afferrò le mani guardandomi negli
occhi.
-Sei forte, e lo sai. Questo – disse agitando un polso delicatamente – passerà e lo sai. E la recita la farei come se fosse una passeggiata per non permettere a quel verme di vederti distrutta. La tua vita non cambierà perchè ci sono io ad impedirlo, nulla prenderà una piega distorta, va bene?- annuii poco convinta e sorrisi con ancora meno convinzione.
-Sei la mia migliore amica, Erin- mi sorrise e annuì. Lo sapeva.
-Anche tu, Cher- uscimmo dall'auditorium essendoci tolte un peso dallo stomaco, uno dei tanti almeno.

Four months ago

-Non mi importa un cazzo, Erin! Vado a quella festa, okay? E mi diverto anche- sbattei la porta talmente forte che temetti di aver rotto il muro. Subito dopo Erin era fuori in giardino, congelandosi nel suo abito leggero.
-Cher!- mi fermai all'improvviso e accesi una sigaretta, rimasi ferma dandole le spalle.
Quella sera stavo ancora bene.
-Charlotte- mi voltai furiosa
-Non chiamarmi così- la rimproverai io a denti stretti -cosa c'è?-
-Sai che andare lì e farti sbattere da qualche idiota non è la cosa giusta- alzai gli occhi al cielo
-Se è questo che vogliono i ragazzi per non farti mollare in un parco, sì lo è-
Erin era sempre stata l'amica ragionevole, quella da cui andare se avevi un problema e evitarlo era l'unica soluzione.
-Perderesti davvero la verginità con uno qualunque solo perchè Malik ti ha mollata?- sussultai, colpita dalla sincerità delle sue parole.
-Non sarà uno qualunque, sarà un amico.- scosse la testa e mi prese per le spalle.
-Non rovinarti in questo modo, Cher- abbassai gli occhi colpevole e buttai a terra la sigaretta spegnendola.
-Non esultare solo perchè l'hai avuta vinta- sorrisi io rientrando in casa. Non sarei andata a quella festa perchè non era la cosa giusta da fare, come aveva detto Eri.

Four months later.

-Erin grazie- sorrise
-Me l'hai già detto un centinaio di volte oggi, non serve ripeterlo- scossi la testa divertita.
Eravamo in camera mia a vedere un film. Con lei potevo permettermi di stare in canottiera, ora.
-Ripensavo alla festa... quella dove mi hai impedito di andare-
-Però non ti ho impedito di...- le feci segno di star zitta
-Guarda che non me ne sono pentita, eh- risi
-Cher, l'importante è che tu sappia quel che hai fatto. Continui a vederlo?- annuii colpevole.
Erin non sapeva che il mio “amico” era Liam
-Sì- dissi debolmente
-Come vuoi- affondò il viso nella ciotola di popcorn e risi vedendo la scena.
-Tuo fratello?- mi chiese distratta
-Non ho fratelli io- dissi andando a prendere un maglione
-Intendo Lou- feci spallucce non rispondendo
-Non lo so- risposi risedendomi sul letto – e non mi interessa- annunciai sorridente prendendo delle patatine dalla ciotola.

Avevo sicuramente una roccia su cui contare, e quella roccia era Erin Bishop.

  
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