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Autore: Ledi_    10/02/2012    0 recensioni
La Dama Blu è la locanda più popolare di tutta la città Bassa. E' frequentata sempre dagli stessi avventori, affezionatisi al posto e alla proprietaria, nonostante in molti si siano accorti degli angeli bellisimi e dalla pelle candida come la neve che visitano spesso la locanda.
In piena rivoluzione, una rivoluzione voluta proprio dagli stessi vampiri, si svolge questa storia. I vampiri vogliono deporre il re che siede sul trono di Anagor per motivi noti solo a loro e gli uomini, che ignorano la vera identità di questi non-morti, farebbero di tutto, anche allearsi con uomini che non sembrano tali, per liberarsi del malvagio tiranno.
-Dal capitolo 4
L’uomo fece un passo in avanti, così che la luna potesse illuminare il suo volto color avorio e gli occhi più scuri che avessi mai visto. Mi scrutavano divertiti tra i ciuffi di capelli corvini che gli piovevano sulla fronte, le labbra incurvate in un sorrisino lasciavano scoperto il canino destro, insolitamente lungo.
P.S. E' la prima storia che scrivo, quindi per favore siate clementi! Se non riceverò nè commenti negativi nè positivi lascerò la storia una One-shot. Enjoy it!
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando mi ero svegliato avevo trovato Euphemia seduta ai piedi del mio letto, che leggeva nella poca luce della stanza, un libro che aveva prelevato dalla mia esigua collezione.
<< Finalmente ti sei svegliato >> mi disse con un sorriso, chiudendo di scatto il libro che teneva in grembo.
<< E’ successo qualcosa? >>chiesi sollevandomi a sedere.
<< Solo che Dedalus vuole vederti >> rispose alzandosi e riponendo il libro.
Imprecai e mi alzai di scatto, affrettandomi a vestirmi: quando era Dedalus che veniva da me, non c’erano mai buone notizie.
Euphemia mi sorrise e prima di chiudersi la porta alle spalle mi disse << E’ giù che ti aspetta >>
In meno di 5 minuti fui pronto e dopo essermi dato una rapida occhiata nello specchio, scesi in tutta fretta le scale.
Dedalus, un antico vampiro, stava seduto al bancone, osservando un bicchiere che tenaeva in mano che conteneva un denso liquido rosso. Mi avvicinai e mi sedetti al suo fianco.
<< Come va? >> mi domandò lui per salutarmi.
<< La missione è andata bene. Il nobile che finanziava gli scavi a Whitepearl è morto. Finalmente Arabell starà più tranquilla. >> spiegai io, con tono pratico.
<< Bene, ma non era questo di cui ti volevo parlare >> disse, facendo un cenno ad Euphemia, che subito mi diede un bicchiere identico a quello che teneva in mano Dedalus.
Sorrisi, lievemente << Vuoi proprio apparire normale, vero? >>
<< Dovresti anche tu >>.
<< Certo, ma non sembreremo normali se beviamo sangue e qualcun se ne accorge >> dissi mentre annusavo il contenuto del bicchiere.
<< Nessuno se ne accorgerà se non lo urli >> mi ammonì il vecchio << Dobbiamo almeno provare ad essere normali e quello di apparire come comuni mortali è il modo migliore >>.
<< Facciamo a modo tuo allora >> mi arresi, prendendo una sorsata di sangue: era veramente buono, chissà a chi l’avevano preso?
<< Comunque, di cosa volevi parlarmi? >> chiesi dopo un attimo, vedendo che Dedalus non si decideva ad andare avanti: odiavo le conversazioni che si protraevano all’infinito.
<< Andrò subito al sodo, Lyon >> Bene pensai << stiamo perdendo >>
Mi andò di traverso un po’ di sangue.
<< E’ impossibile! >>esclamai, un po’ troppo forte << Mi avevano detto… >>
<< Ti hanno informato male se ti hanno detto che andava tutto bene. Negli ultimi quattro giorni sono stati catturati ben tre vampiri. Non so se ti rendi conto della gravità della cosa >> mi interruppe il vecchio, in tono grave e lievemente arrabbiato.
<< Vi serve un vampiro? >> domandò Euphemia, tornando al bancone, e rivolgendo un sorrisino a Dedalus.
<< Non è il momento >> borbottò Dedalus, quasi impercettibilmente, così la ragazza tornò al suo lavoro.
<< Hanno parlato? >> chiesi allora io, riferendomi a i vampiri catturati.
<< uno è morto, mentre gli altri … chi lo sa. Venivano dalla foresta a nord, per conto del loro capo, quindi non so quanto sapessero sul nostro conto. Dopotutto hanno solo un debole legame di amicizia con noi, quindi tu capisci la situazione… >> cominciò a borbottare Dedalus a bassa voce, seguendo il filo dei suoi pensieri.
Notai che ogni tanto Euphemia ci rivolgeva uno sguardo preoccupato, così le rivolsi uno dei miei rari sorrisi per tranquillizzarla.
D’un tratto un vampiro con arruffatissimi capelli arancioni caracollo giù dalle scale che portavano alle stanze e si diresse nella nostra direzione.
<< Dedalus! >> esclamò mettendogli una mano sulla spalla.
<< Che c’è Romeo? >> domando il vampiro al mio fianco.
<< Basil >>.
Dedalus imprecò.
<< Come sta? >>
<< Credo bene adesso. >> Romeo fece un sorrisino tirato << E’ morto >>.
Incredibilmente mi venne da ridere ed Euphemia doveva essersene accorta perche mi lanciò un’occhiataccia.
Dedalus definì Basil con un epiteto così colorito che alcuni clienti si voltarono a guardarci.
<< Perché è morto? >> domandai dopo un attimo di silenzio, poco interessato alla sorte del vampiro.
<< Non lo sappiamo. >> sbottò Romeo << Probabilmente ha avuto la fortuna di mordere l’unica persona ammalata di tutta Anagor. >>
In meno di un secondo mi resi conto di sapere perché Basil era morto. 
<< Impossibile >> cominciò Euphemia pratica  << un vampiro può morire solo tentando di trasformare qualcuno e quindi, non dissanguandolo completamente>>. 
Oh, cavoli. Questa era la volta buona che Dedalus mi uccideva con le sue mani.                        
<< Basil ha trasformato una ragazza ieri notte >> cominciai, mentre i tre mi guardavano sbalorditi. Così dovetti spiegare cosa era successo e mi beccai pure la ramanzina da parte di Ddedalus, che mi rimproverava di averlo interrotto. Mantenni lo sguardo basso e un’aria contrita, quando in verità morivo dalla voglia di tirare un pugno sul naso a Dedalus e insultare Basil. Mi fu dato l’orribile compito di andare a cercare la ragazza e portarla qui, perché sicuramente era viva.
Perfetto. Pensai mentre sfogliavo pigramente un libro trovato sul bancone e abbandonato da chissà chi. Ora mi toccherà anche occuparmi di questa seccatura.     
Non appena fece buio uscii dalla Dama Blu, altrimenti chi l’avrebbe sentito quel vecchio rompiscatole.
Avevo corso per tutta la notte, per tutta la città bassa ma non avevo trovato nessuno. Chissà dove si era cacciata quella seccatura.
Stavo quasi per abbandonare le ricerche, quando vidi, dall’alto del palazzo su cui mi trovavo, una ragazza avvolta in un lungo mantello, accasciata ai bordi della strada.
Mi calai del tetto e miavvicinai. Era lei. 
Maledicendola, la presi in braccio e mi avviai, sempre più debole, a causa del sole nascente, verso una locanda vicina. Dentro non c’era nessuno, a parte il proprietario. Mi ero gia costruito un alibi decente, quando quello si avvicinò e mi caccio in mano una chiave.                            
 << Al secondo piano. L’ultima in fondo a destra >> bisbigliò l’uomo, per poi tornare a sonnecchiare al bancone, come se niente fosse. Non dissi nulla e salii subito le scale. Appena entrai in camera adagiai la ragazza sul letto e tirai in fretta le tende. Fatto ciò mi sedetti a terra, ai piedi del letto, con le gambe tese e la testa appoggiata al materasso.
Ansimavo e se avessi potuto sudare l’avrei fatto. Avevo terribilmente sete e mi stavo pentendo di non aver approfittato durante la notte del ladruncolo che mi era capitato a tiro. Sbuffai impercettibilmente e rilassai i muscoli della schiena. Avrei anche potuto dormire. Guardai la ragazza sul letto, girata su un fianco che dormiva.
Si, potevo dormire tranquillamente un paio d’ore.
  
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