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Autore: Ilmaredentroognicielo    11/02/2012    5 recensioni
Mi aveva incendiata e lo sapevo; il mio problema era il grado di astinenza che avevo indiscutibilmente portato avanti da un anno a quella parte, il che significava che io, avrei potuto scendere nei più fondi piani, presa letteralmente dall'istinto di una donna, comunemente chiamato, uomo. Sapevo che quel ragazzo, conosciuto da solo un giorno aveva il potere di attrarmi come una calamita e non perché fosse bello o attraente, semplicemente perché io, al minimo tocco sbagliato prendevo fuoco. "
***
Hel e Thomas.
Un compito da portare a termine.
Lui, sfacciato, bello da stare male, stronzo e un po' superficiale.
Lei, fragile, innamorata dell'amore; convinta che il mare si trovi dentro agli occhi di tutti.
Costretto a passare del tempo insieme ad Hel, Thomas prova a portarsela a letto. Lei prova, invece, a non cedere, nonostante la strana attrazione che prova nei suoi confronti.
I due giocheranno, si conosceranno, per certi versi si odieranno.
Legati da un compito di filosofia, alla fine, cominceranno ad accettarsi.
Lei farà sesso senza amore o sarà lui a fare sesso, dopo essersi innamorato?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La scommessa


" Ammettilo che ti piaccio. "
Lo guardai mentre cominciavo a prendere fuoco,odiavo questa parte del mio carattere ma da un po' di tempo l'avevo accettata;
benché Thomas mi rendesse parecchio acida e scontrosa e molto, molto sostenuta, il mio carattere era tranquillo e calmo. 
Ero pacifica. 
Sorrisi lievemente e lui se ne accorse, sembrava strano a credersi ma lo sorprendevo, forse erano i miei sguardi, i miei mezzi sorrisi, le mie risposte azzardate;
possibilmente era solo parecchio risoluto perché non cedevo alle sue provocazioni. 
Mi provocava, lo sentivo spesso, anche solo mentre mi guardava o portava una mano vicino alla mia, gli piaceva farmi impazzire. 
Non avevo mai avuto a che fare con molti uomini, da fidanzata diventavo insopportabile, da amica ero flebile e noiosa e questo mi preoccupava, io ero semplicemente me stessa.
Thomas si avvicinò e mi guardò con aria semplice. 
" Neanche se fossi l'ultimo uomo al mondo. " 
" Quindi.. ti attraggo ma non ti piaccio. Quando ti bacio ti gira il mondo e quando non lo faccio, divento improvvisamente l'ultimo uomo al mondo che potrebbe interessarti. " 
" Dobbiamo parlare d'amore, non di piacere, non di attrazione, non di sesso, non di .. "
Mi fermò, col solito ghigno casualmente sexy, in faccia. 
" L’amore platonico va inteso come unione tra gli amanti non sul piano puramente fisico, ma anche su quello interiore, spirituale, perciò si tratta di un’unità profonda, che dura per tutta la vita e che permane dopo la morte.
Il desiderio di vivere con la propria metà è un’aspirazione primordiale presente da sempre nell’essere umano." 
Mi sorprese il suo buon linguaggio e la preparazione: avevo imparato che da Thom ci si poteva aspettare di tutto. 
" Ha fatto i compiti a casa, signor Leocata." 
" Ti sembrerà strano ma anche a me serve portare a termine questa stronzata." Avrei dovuto ritenermi offesa, in quanto io ero una stronzata: io ero il suo compito e lui il mio, eppure mi rendevo conto di non poter aggiungere altro, quella storia era una grandissima stronzata. 
" Perché studi? " Domandai mentre prendevo gli appunti e scrivevo sul quaderno. 
" Perché in questo college, ci stanno le ragazze più belle che abbia mai visto. " Rise malizioso. 
" Perché non lo vuoi ammettere, ma studiare ti piace." 
" Direi di no. Infondo a chi piace studiare? " 
" Thomas ad un certo punto, nella vita si comincia a studiare per se stessi e non per la scuola,per la famiglia o per il caso. " 
" Eppure.. " Si avvicinò. " il caso vuole, che io e tu, adesso siamo qui. " 
" A studiare." Precisai. 
Lo vidi con un lampo di curiosità negli occhi e sentii il suo profumo così vicino che mi girò la testa: talco e menta. 
Pensai che era tutto troppo strano, io.. con un ragazzo a parlare d'amore, a sfiorare l'amore, ad evitare di finirci a letto, soprattutto.
Thomas si era avvicinato e sentii il sapore delle sue labbra sulle mie.
Studiavamo da due ore e neanche a farlo di proposito, non ci eravamo mai avvicinati come adesso. 
" Ora.. " Si staccò, lasciandomi immobile mentre cercavo ancora il suo sapore tra le mie labbra. " si deve studiare, signorina. Non stiamo mica giocando al gatto e al topo, no? " 
Che stronzo, mi stava mandando in bianco, come io avevo fatto con lui. mi stava dimostrando che lo volevo, volevo lui e il suo corpo. 
Mi stava dimostrando che il sesso prevale sull'amore e gli istinti sulla ragione.  
Abbassai lo sguardo e sentii il cellulare vibrare. 
" Pronto? " Risposi esitante, sapevo che dall'altro capo del telefono c'era mia madre;
non avevo nulla contro di lei ma mi rendeva tutto troppo difficile. 
Fin da quand'ero piccola mi aveva spinta a fare delle scelte, come quella di lasciare l'Italia per trasferirmi in America, mi aveva sopraffatta spesso, trascurando ciò volevo e mettendo nei piani alti ciò che lei voleva per me e quando, inconsciamente avevo ribaltato la situazione, il rapporto con me gli era stato stretto. 
" Helen, come stai? Tutto bene? " La sentii mentre chiedeva titubante.
" Mamma, sto bene. Che è successo? " Sussurrai e notai che Thomas mi guardava serio, niente ghigno o sorriso divertito,
era solo molto serio. 
" Il tuo professore mi ha detto che hai un compito importante e che sei finita in coppia con un ragazzo. Non conosci nulla di lui, non sai neanche che intenzioni  ha nei tuoi confronti. "
Oh, invece lo sapevo, lo sapevo eccome. Voleva sedurmi e voleva portarmi a letto. 
Pensai seriamente che quel professore doveva essere soppresso. Non sapevo qual'era il suo scopo ma stava facendo di tutto per mettermi i bastoni tra le ruote. 
" Mamma, non ti è mai interessato del mio rendimento scolastico, qual'è il tuo problema? "
" Volevo sapere il suo nome. Magari conoscevo i suoi genitori.. " 
" Per fare cosa? Non è un drogato, non è un bambino e non fuma." 
Thomas rilassò la sua espressione e portò una mano sulle mie spalle, massaggiandole leggermente. 
" Tesoro, dovrai passarci parecchio tempo.. " 
" E allora? " 
" E allora potrebbe essere un brutto soggetto, il professore mi ha detto che è .. " 
" Scostante, ritardatario, salta le lezioni, blablabla. Non lo conosco bene mamma ma ti prego, smettila di parlare così, neanche tu lo conosci. "
Il ragionamento del professore non mi tornava : mi aveva messo in coppia con Thomas perché lo considerava presuntuoso, sapere che lui era preparato e superava ogni esame senza le sue indicazioni o i suoi appunti lo rendeva parecchio più calcolatore, e poi, come se non bastasse, aveva chiamato mia madre per avvertirla del brutto soggetto che avevo vicino anche se sapeva che non era così,
in quanto Thomas non era così superficiale come pensavano tutti e l'idea che mia madre si preoccupasse del tempo che spendevo con gli altri, mi dava alla testa.
Sentii Thomas allontanarsi e con un gesto svelto mi strappò il cellulare dalle mani. 
Non riuscii a capirlo ma notai semplicemente che aveva cambiato espressione del volto e ne fui infastidita. 
" Salve. " Disse con tono categorico, mentre io provavo a gesticolare rendendomi ridicola. " No, signora, non ho mai ucciso nessuno e non ho mai fatto a botte. " 
Sorrise. " Ho i voti più alti del campus, sono bello e sua figlia è molto attratta da me, pensa che l'altra volta nell docc.. " 
Lo strattonai con violenza mentre rideva con troppa foga e lui, improvvisamente cambiò discorso ed espressione, tanto che mi preoccupai seriamente. 
" Ci vediamo mercoledì pomeriggio, allora. Sarò molto felice di conoscerla. " E chiuse. 
Mi buttai nel letto con le mani sul viso. 
" DIMMI CHE STAVI SCHERZANDO. " Urlai. 
" Tua madre sembra molto simpatica. " Si sdraiò accanto a me e poggiò una mano sulla mia coscia. 
" Dimmi che mercoledì non succederà niente di quello che ho sentito. Dimmi che era uno scherzo." 
In due settimane stava cambiando il mondo e Thom si divertiva a cambiarlo. 
"Se vuoi posso dirtelo ma.. dolcezza, mercoledì andremo a mangiare da tua madre. " 
" E' solo uno stupido compito! Perché devo presentarti mia madre? Non gli piaci, Thomas. " 
Era tutto molto strano.
L'intero campus adorava Thomas, parlava assiduamente di lui, lo venerava quasi, eppure mia madre, affiancata dal mio professore di 
filosofia, sosteneva che era un brutto soggetto, riferendosi anche alla vita scolastica.
" Scommettiamo che alla fine della giornata, tua madre desidererà venirmi suocera? " 
" Ti prego, non scherzare. Questa è la mia fine e la colpa è tua! " 
" Scommettiamo,ti sto facendo un favore, Hel. Tu hai paura di tua madre e noi, che tu lo voglia o no, dovremo essere amici ancora per un po'. "
Era un casino; ultimamente lo pensavo spesso:
se in due settimane, Thomas aveva cambiato la mia vita, aveva dormito con me, studiato con me, avrebbe conosciuto mia madre e mi avrebbe resa irritabile e indisponente, alla fine dell'anno, mi sarei trasformata in un lupo mannaro. 
" Se ci riesco, se tua madre alla fine mi adorerà, tu dovrai spogliarti, davanti a me. " 
Boccheggiai. 
" Sei viscido, Thomas! " 
" E tu non sei sicura di ciò che dici. Ti smentisci sempre.. "
Quella frase mi prese in pieno e mi fermai livida in volto. 
" Ci sto,Ma se vinco io, tu dovrai smettere di alludere al tuo o al mio corpo; niente più battutine sul sesso! "
Thomas si avvicinò e sentii una delle sue mani, roventi, entrare sulla mia maglia e sganciare il reggiseno. 
" Preparati, Helen " E uscì di casa, col solito sorrisetto malizioso. 
 
 
*** 
 
 
Mi sdraiai sulla sabbia fresca e chiusi gli occhi. 
Thomas aveva detto di dover andare a lavorare: aveva trovato un buon lavoro in una fumetteria e visto che, a suo dire, non volveva dipendere dai suoi genitori, aveva provato a mettercela tutta per dividersi tra studio e lavoro. 
Non capivo come mia madre potesse pensare che Thomas fosse un cattivo ragazzo o un brutto soggetto, come lo aveva definito. 
Mi era capitato più volte di prendere la discussione con Celeste e avevo capito con mia sorpresa che Thomera perfetto: 
Suonava la chitarra, aiutava i meno fortunati ogni giovedì, studiava con diligenza e giocava a calcio.
L'unico problema era la sua indole libertina. 
Thomas era stronzo e su questo nessuno avrebbe mai potuto smentire;
sentii la rabbia prendere largo sui miei polmoni, infondo il centro del nostro universo doveva essere l'amore e mentre con me si parlava di lealtà, profondità e rispetto verso gli altri, lui, e ne ero, ahimè, sicura, si portava a letto tutte le ragazze che voleva;
 lo trovavo contraddittorio. 
Le onde si erano colorate di verde e il mare era parecchio mosso, pensai alle cose che avevo imparato sull'amore e questo stranamente mi sollevò; quanto meno, stavamo lavorando sul progetto. 
" Helen! " Sentii il tono scuro di George, che si avvicinava a me e vidi che era in compagnia di una ragazza, sconosciuta. 
" Hei. " Sorrisi, mentre abbandonavo del tutto l'idea di una giornata traquilla senza nessuno che muovesse i miei mondi. 
" Sei ufficialmente invitata al mio compleanno. " Mi disse poi, sedendosi vicino a me e facendo cenno alla ragazza di sedersi dall'altra parte. 
Non mi piacevano i compleanni, troppa musica e troppa gente. 
" Ah.. tu sei la ragazza di Thomas! " Urlò, la ragazza e per poco non mi strozzavo con la saliva. 
" Non è il mio ragazzo! " Dissi, acida e sicura. 
" E'... Thom non è impegnato? Insomma, è single??" La guardai mentre gli si illuminavano gli occhi e per poco non scoppiai a ridere. 
" Che io sappia. " 
" Non potevi dirmi una cosa più bella! Vado a dirlo alla mia migliore amica! " La vidi alzarsi e correre, prima di sparire nel nulla. 
Non riuscii a crederci del tutto; mi sembrava surreale, visto che quell'atteggiamento era stato infantile; 
" Cos'ha? Sei anni? " Sorrisi a George. 
" Oh, quel coglione se le prende tutte. Non riesco a capire che abbia di così particolare, eppure in questo campus le ragazze hanno occhi solo per lui. " 
Sembrava amareggiato sul serio. Io sapevo cosa aveva di particolare Thom, ma non lo dissi ad alta voce e mi ricordaii che anche con me, aveva usufruito del suo fascino sin dal primo giorno, con la differenza che ( e solo Dio sa come) ero riuscita a resistergli. 
" Allora, verrai al mio compleanno? " L'idea che Thomas potesse avere tutto ciò che voleva mi fece arrabbiare parecchio. 
Lo immaginai tra le gambe di qualche ragazza più carina o mentre le baciava il collo,
" Verrò. " Mi ero rincoglionita del tutto, considerato che io odiavo i compleanni, ma ormai avevo accettato e avrei lasciato spazio per nuove conoscenze, visto che il mio compagno di studi si dava da fare. 
Vidi George alzarsi e sorridermi felice; mi salutò con un bacio sulla guancia e si allontanò solenne. 
Era strano come alcune persone, nonostante i miei rifiuti continuavano a cercarmi. 
Mi alzai anch'io intenta a tornare a casa e mi strinsi sulla felpa scura. 
Arrivai quasi subito a casa e mi immersi completamente nell'acqua calda della vasca da bagno; 
pensai improvvisamente a mia madre e al casino che avrei creato tra soltando due giorni, Thomas l'aveva fatta grossa e io ero completamente rovinata. 
" Hel. " Sentii la porta aprirsi e sussultai. " Helen, sono Thomas. Casa mia è completamente allagata e ho preso il tuo secondo mazzo di chiavi e.. " Uscii dal bagno con un telo avvolto all'altezza delle spalle. 
" sei in accappatoio. " sussurrò. 
" E tu sei perspicace. " Dissi, scocciata. 
" E' mai possibile che tu abbia un problema alla volta? E le chiavi sono mie! " Le presi e le gettai sul letto. 
Quel ragazzo mi avrebbe fatta impazzire. 
Lo vidi sorridere e avvicinarsi con passo lento, mentre ogni organo si spostava dal mio corpo; era assurdo ciò che poteva fare con un solo e semplice passo. 
" Parliamone.." Incollò le labbra alle mie e io sprofondai del tutto. 
" Puoi restare, Thomas. " E lo avvicinai al muro prima di tornare a baciarlo. 
Lo vidi ancora più sorpreso mentre si staccava dalle mie labbra e mi baciava il collo; erano baci passionali, niente di calmo o tranquillo, sembrava quasi che in Thomas la tranquillità non esistesse.
Lui era solo molto, troppo passionale. 
Mi ricordai improvvisamente che il mio corpo era coperto solo da un telo e sentii l sua mano su una mia coscia. 
Ansimai e gli sfilai la maglietta. 
Il suo era il torace più sexy del mondo ed era ad un passo da me. 
" Thom. " 
" Mmh." 
" Ok, ok.. fermiamoci. " Lo stavo rifacendo, lo avevo avvicinato e allontanato. 
" Hel,io ti provoco, è vero, ma tu rischi di farmi morire. Alterni momenti di passione latente e altri di castità totale. Sei.. impossibile. " 
" E' solo che.. stai giocando e io non.. " 
" Non sto giocando, Helen." 
" Dobbiamo portare avanti un compito e se.. insomma, se finiamo a letto insieme, sarà tutto più difficile e poi.. " mi fermai, presa dall'ansia. 
" E poi? " 
" E poi tu vai a letto con tutte e.. "
Lo sentii ridere con gusto, prima di fermarsi e mettere una mano sulla mia guancia. 
" Non vado a letto con tutte, Hel. Non sono mica così ninfomane. "
Mi confondeva. 
" Comunque siamo amici e gli amici non vanno a letto, insieme. " 
" Siamo amici? " 
Cos'eravamo noi? Due amici non sono attratti l'uno dall'altro. 
" Non.. non siamo amici? "
" Hai bisogno di etichette, Hel? " 
In realtà, si. 
" Voglio essere tua amica, Thomas.. ma non puoi provocarmi, così, di continuo. " 
Lessi tra i suoi occhi un pizzico di malinconia e ne fui sorpresa; avevo detto qualcosa di sbagliato?
" Che c'è? " Domandai, mentre lo vedevo sedersi un attimo. 
" Non mi piacciono le etichette."  Si sdraiò sul letto e mi accarezzò, con calma e tranquillità.
Poi, improvvisamente lo vidi sorridere e mi attirò con forza. 
" Stronzo! " Sussurrai. 
 " Piccola, noi siamo amici, ok? " 
Era insolito e su questo non potei dire niente. Io e lui eravamo amici, anche se non potevamo ritenerci amici. Il mio mondo in due settimane e poco più era cambiato del tutto, ero attratta da lui e non potevo far finta che non fosse così.
Quando Thomas mi toccava, io mi scioglievo come neve al sole. 
" Va bene. " E sorrisi mentre mi perdevo tra le sue braccia, muscolose e forti. 
Notai, dopo, che mollò lievemente la presa e mi liberai, correndo in bagno a vestirmi. 
" Quando tua madre mi adorerà, e tu ti spoglierai, spero che frenerò l'impulso di farti mia. " Lo sentii urlare, mentre mi vestivo. 
Mi girò la testa e respirai troppo velocemente. 
Avevo dimenticato il particolare di mia madre e non volevo spogliarmi difronte a lui; era imbarazzante, infantile e soprattutto, era molto pericoloso. 
 


Ciao. Premettendo che questo capitolo è molto più corto. 
Il fatto è che i capitoli sono, in originale, parecchio più lunghi e qunidi li ho divisi a metà, per non postare degli scritti troppo lunghi. 
Spero comunque che vi piaccia lo stesso. 
La scommessa si rivelerà più elettrizzante di come i due si prospettano. 
Vi prego, lasciate le recensioni.. 
Un grosso bacio. 
Tiziana. 
  
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