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Autore: Astrid 5E    11/02/2012    2 recensioni
Questa è una storia di sentimenti.
Sentimenti che possono cambiare e che fanno cambiare.
Sentimenti che crescono e aiutano a crescere.
Sentimenti di una ragazza troppo timida per lasciarsi andare.
E sentimenti di un ragazzo, tanto stupido da non poterlo capire.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Act Two_ Chapter 2:
 
“Everything has been figured out, except how to live. (Jean-Paul Sartre)”
“Ogni cosa è stata compresa, se non come vivere.”


Si trovavano sull’autobus, dopo  un’altra stancante giornata di scuola.
<< Ti piace >> . Non era una domanda. E Dalia rabbrividì.
<< Eh? >> .
L’avevano incontrato. E salutato, per giunta.
<< Ti piace >> .
<< M-ma … ! C-che stai dicendo?! >> . L eguance le si colorarono di un rosso acceso.
Lo aveva salutato lei, per accertarsene.
<< Ti piace quel tipo, non è così? >>
<< Quale tipo, insomma! >> . Qualcuno sull’autobus alzò la testa sorpreso, girandosi verso di loro.
<< Quello alto, l’amico di Francesco … com’è che si chiamava? A … >>
<< Alessio. >> .
Nora alzò un sopracciglio. << Beh? Allora; ti piace, no? >> .
<< N-non dire stupidaggini!  >> . incrociando le braccia al petto, Dalia volse lo sguardo alla vetrata affianco a lei, accigliandosi.
Nora sorrise sotto i baffi.
<< Aha … ? >> .
 
 
Dalia camminava lungo l’acciottolato.
Aprì il grande portone azzurro e entrò a fatica.
Prese l’ascensore, perché si sentiva troppo stanca per fare le scale.
Giunse di fronte alla porta di casa.
Infilò le chiavi nella toppa.
Girò, spalancò, entrò e sbatté.
Si appoggiò alla porta, più stanca di prima.
Non era vero, non le piaceva.
Non le piaceva assolutamente. Assolutamente.
Non poteva piacerle, non poteva lei …
“ Fidanzato” , questa parola cominciò a ronzarle in testa.
Fidanzato. Quel ragazzo era fidanzato.
Non poteva! Non … poteva neanche pensarci! No!

No. Quel ragazzo non le piaceva, assolutamente.
 
 
Il giorno dopo, Dalia era sulla strada per arrivare a scuola.
Era assonnata, più di quanto non lo fosse di solito.
Camminava quasi strisciando i piedi e aveva una strana sensazione di fastidio che le stringeva lo stomaco.
Non prestò attenzione a dove stesse camminando e inciampò su qualcosa.
O per meglio dire qualcuno.
Se ne rese conto solo al sentire una voce dolente.
Una ragazza, pressoché della sua età, se ne stava a terra, di fronte a lei, massaggiandosi la caviglia.
<< Oddio, scusami, mi dispiace; cosa è successo? >> .
Le si avvicinò e scoprì con stupore chi era.
La bionda  portava un vestito verde sgargiante con sopra un giacchetto beige di pelle; al collo la sciarpa color panna faceva pendent con gli orecchini a fiore e le scarpe con il tacco, dello stesso colore. I capelli, infine, erano raccolti in un’alta coda voluminosa.
Claudette, la ragazza alta, magra e bionda  che fra tutte era la ragazza che attirava di più l’attenzione, si trovava in quel momento di fronte a lei, Dalia, una ragazza bassa, mora e di certo non magra per costituzione.
<< Ah, scusami, non guardavo dove mettevo i piedi e ti sono venuta addosso, mi dispiace >> si scusava ridendo la biondina, aiutata ad alzarsi dalla mora.
<< Piacere di conoscerti. Io sono Claudette, e sono al terzo anno; tu, invece, come ti chiami? >> .
La voce di Claudette era leggera, dolce, ma allo stesso tempo acuta, come il cinguettio di un uccello al sorgere del sole.
<< Ah … io … >> . Dalia non sapeva cosa dire, era impacciata: si trovavano a confronto, come le due facce della stessa medaglia, una opposta all’altra e lei, al confronto con Claudette, sapeva di non poter competere.
D’un tratto i suoi occhi vennero colpiti da qualcuno tra la folla che stava entrando dal cancello esterno: fu un attimo, ma lo riconobbe subito.
Alessio.
Spalancò gli occhi per un secondo, per poi riabbassarli subito dopo.
Era lui, senza alcun dubbio.
Inconfondibile. Alto. Con la solita felpa blu indosso.
I capelli scompigliati, lo sguardo annoiato.
In mezzo a tutta quella gente sarebbe dovuto essere impossibile notarlo, eppure, era  stato allo stesso tempo …  così evidente!
Oh, accidenti!
Perché?! Perché era stato così evidente?!
Claudette le si avvicinò.
<< Ehi, tu … stai bene? Tutto a posto? >> .
Dalia la guardò di sottecchi , poi annuì, non riuscendo a rispondere al suo sguardo preoccupato.
La bionda si girò intorno, come in cerca di qualcuno.
I suoi occhi azzurri incrociarono quelli neri del ragazzo in cortile.
Sicché lei, tutta emozionata, si rivolse alla moretta che le stava davanti.
<< Beh, io adesso devo proprio andare; scusami tanto per prima, non volevo! Scusa ancora, ciao! >> .
Si allontanò, ma presto giunse dal cortile il suono della sua voce squillante che pronunciava il suo nome con euforia.
<< Ah, ah, ah! Alessio, certo che tu sei proprio fortunato, eh? Ah, ah, ah! >> .
Gli amici sorridevano e lei insieme a loro.
Dalia decise di rimanere là.
Non voleva muoversi; per nessuna ragione sentiva che doveva fare un passo avanti e poi un altro e poi un altro ancora.
No. Non si sarebbe mossa.
E rimase là immobile, fino a che …
 
<< Forza, andiamo >> . Le aveva toccato la spalla e le aveva fatto prendere un colpo.
<< N-Nora! >> .
Quella si girò, seria.
<< Beh? Su, sbrigati, la seconda campanella è già suonata >>
<< E … eccomi, arrivo! >> .
Un soffio forte di vento invernale le arrivò improvvisamente sulla faccia e Dalia si stupì, di quanto fossero bollenti le sue guance.
D’altra parte la gonna nera svolazzò leggermente al vento e Nora sbuffò, scuotendo impercettibilmente il capo.
Aveva ragione. Sempre.
 
 
Quella giornata non ebbe altri imprevisti e, bene o male, tutti quanti riuscirono a resistere fino alla tanto attesa campanella della quinta ora.
Il ragazzo esile e mediamente alto in quarta fila, con un vispo ciuffo di capelli marrone scuro in testa, fu il primo ad alzarsi dalla sedia sulla quale era seduto.
Al suo seguito il vicino, un ragazzo biondo alto più o meno come il primo, chiuse la lampo del suo zaino rosso.
In men che non si dica tutta la classe aveva già preso cappotti, guanti, sciarpe e zaini ed era pronta ad uscire.
Francesco ed Edoardo, i primi due ad essersi alzati, andarono a parlare con Riccardo, un ragazzo di media statura e con la testa costantemente tra le nuvole.
I tre discutevano vivacemente, fino a che non furono interrotti da Dalia.
<< Ehilà, ragazzi! Che si dice? >> .
Il silenzio calò per pochi attimi.
<< … Sì … >> . Dalia socchiuse gli occhi e inspirò.
Poi urlò.
<< Vedete di scendere giù con noi, questa volta, intesi?!  Ci lasciate sempre da sole!! Che cosa siete, degli insensibili?! >> .
Alzò l’indice destro e lo puntò contro Francesco.
<< Tu vedi di esserci! >> .
Bastò questo, per far deglutire sorpreso il ragazzo, che continuò a fissare la bassa mora finché non uscì dalla classe, insieme alle sue amiche.
Dopodiché, tutti e tre si grattarono la testa, perplessi.
 
 
All’uscita, Dalia aspettava impaziente.
Non era certo tipo da non mantenere gli accordi, ma se non fosse venuto, Francesco l’avrebbe pagata cara.
Quando vide sbucare dal portone d’entrata il gruppetto dei maschi, lo cercò ovunque, muovendo gli occhi a destra e a sinistra.
Stranamente, non lo vide, eppure se ne sentì sollevata.
Francesco, Edoardo e Riccardo si avvicinarono a Dalia e a Nora con altri amici del loro gruppo e tutti insieme  si incamminarono lungo la strada di casa.
Lucia non tornò a casa con loro, perché il padre la venne a prendere in macchina, così il cammino fu molto silenzioso.
Senza le battute della biondo-castana che coinvolgevano sia maschi che femmine, infatti,  Dalia e Nora camminavano  una accanto all’altra avanti, in silenzio, e i maschi dietro, parlavano tra di loro. 
Dalia aveva lo sguardo rivolto verso il basso, immersa nei suoi pensieri, mentre Nora leggeva un libro con la copertina giallo ocra.
Continuarono a camminare tranquillamente e giunsero davanti alla fermata dell’autobus che si trovava poco prima del fioraio.
Alle loro spalle videro l’autobus che pian piano li stava raggiungendo.
D’un tratto Dalia si distolse dai suoi pensieri al sentire in lontananza quella voce stridula che le fece alzare la testa di scatto.
<< Ehi ragazzi! Aspettatemi!! >> .
Tutti si girarono verso di lei, la biondina alta e magra che, oscillando il braccio destro, stava raggiungendo quel gruppo.
Più si avvicinava, più i battiti del cuore di Dalia aumentavano, freneticamente.
Cosicché senza pensarci, prese una decisione impulsiva.
L’autobus si era appena fermato di fianco a loro e con un veloce “ Noi prendiamo questo, ciao!! “ , Dalia ci si fiondò dentro, trascinandosi dietro l’amica occhialuta.
<< Cosa diavolo … ? >>
<< Zitta. >>  la bloccò ansimante.
Nora la fissò, poi si rimise a posto le lenti.
 
 
Claudette raggiunse il gruppo proprio quando l’autobus ripartì.
Quello proseguì lungo la strada, per poi girare a sinistra, trovatosi davanti al solito bivio.
La bionda continuava a fissare l’autobus allontanarsi.
 
<< Chi era? >> chiese poi a Francesco.
<< Chi era, chi? >> le chiese a sua volta Riccardo, con un sorriso ammiccante.
Claudette allungò l’indice della mano destra, fissando il punto in cui la strada si divideva in due.
<< La ragazza che è appena salita sull’autobus >> .
I compagni si girarono verso la direzione indicata loro.
<< Le ragazze >> precisò uno, tra questi.
La bionda annuì.
<< Ah, quelle erano Dalia e Nora; sono due nostre compagne di classe >> le rispose Francesco, poggiandosi un palmo sulla fronte per scostare il ciuffo ribelle.
Claudette avvicinò la mano alla bocca e stuzzicò con i denti le lunghe unghie turchesi, decorate con dei brillantini rosa.
<< Dalia … e Nora, eh? >>
 
 
Chapter two: Finished.
Ed ecco portato a termine anche il secondo capitolo! Non vedo l’ora di scrivere anche il terzo! Per il momento ho buttato giù una scaletta e la trama in sé e per sé, ma comunque non dà l’impressione di una storia troppo lunga! Spero solo di rendere questi “sentimenti” abbastanza reali seppur procedendo a grandi linee. La storia avrà un suo sviluppo, inaspettato o meno! Spero quindi vogliate continuare a seguirmi XD
Ok, si lo ammetto, rompo un po’ le scatole, sumimasén U.U
Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate,  sia in bene, sia in male, non vi preoccupate! Ve ne sarei molto grata! Bene, con questo vi saluto! Ci vediamo nel prossimo capitolo (next week, if i can)!
 
Ciaossu, Astrid 5E.
  
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