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Autore: Melanto    11/02/2012    6 recensioni
Prima Classificata e Premio Giuria al Contest "La magia dei colori" indetto da Ria-chan
Estratto dalla prima flash: “Di sé, invece, poteva dire di essere un quarantenne ancora troppo infantile e impaziente che cercava, nella lava dei vulcani, quel colore che la vita non era riuscita a dargli. Non come voleva. Non con chi voleva. Cercava l’oro caldo sotto l’onice fredda”
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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L’Oro di Efesto

II – L’Oro di Efesto

Claudio sospirò, distendendo le gambe lunghe e appoggiandosi meglio al fuoristrada. La lava scorreva lenta sopra la terra e davanti ai suoi occhi ormai da ore. Disegnava onde e corde e si era spinta fin quasi ai loro piedi. Faceva un caldo boia, ma lui non lo notò.
«Efesto e il suo oro» disse. «Non trovi sia poetico?»
Paul abbassò la macchinetta. «La lava non è un metallo.»
«Ma ha gli stessi riflessi. L’incandescenza delle alte temperature è dorata. Luccica.» Gli occhi guardavano lontano e le labbra erano coperte dalla barba folta e curata. «Stanotte la vedremo brillare, con quelle venature preziose, come lunghi capelli d’angelo. Il suo cuore fuso forgerà una nuova calotta su questo scudo(1).» Sospirò di piacere. «I vulcani sono enormi fucine naturali.»
Paul non rispose, ma Claudio aveva quella voce che sapeva rapirlo e incatenarlo alle sue parole, alla sua vasta cultura, e anche se a separarli avevano solo cinque anni, a volte sentiva di non poter competere.
Distolse lo sguardo, ferito. «Te l’ha detto Antonia?»
«No.»
Si sentì infantile nel nominare sua moglie, e pure un po’ masochista. Perché, sì, Claudio era sposato e non c’era spazio per lui. Non c’era mai stato.
Ricordarlo a sé stessi in ogni occasione era proprio da sciocchi, dopo un po’, ma era tutto ciò che riusciva a farlo restare con i piedi per terra per non perdersi in fantasie che erano troppo inverosimili, anche per lui. Ormai non era più un ragazzino, non aveva più le energie necessarie per correre dietro l’irraggiungibile; non riusciva nemmeno a scorgerlo, in lontananza. Bastava la lava a fluire al suo posto, dal cuore della terra e verso l’infinito. La lava non si stancava mai, mentre lui era a pezzi. Poteva fermarsi, no?
Claudio lo batté sul tempo. «Ho chiesto il divorzio.»
Gli venne un colpo.
«Antonia ha accettato.»
Gliene venne un altro.
Non ricevendo risposta, Claudio lo guardò da sopra gli occhiali, con quella calma fuori dal mondo. «Beh, non dici niente? Pensavo fossi contento.»
Quello fu il terzo.
Con-Contento? Claudio pensava che lui… e perché stava sorridendo… in quel modo?
«Oh, un’altra bolla di gas. Attento che te la perdi.»
Il gomito dell’uomo lo pungolò e lui, distratto dalle troppe cose e dai loro mille significati, si fece prendere dalla foga, sollevò di scatto la compatta e questa gli sfuggì dalle mani. A nulla valsero i suoi acrobatici tentativi di afferrarla; Paul la vide piombare con un sonoro ‘ploff’ all’interno della colata pāhoehoe(2). La superficie grigia, e non ancora solidificata del tutto, si ruppe, collassò e mise a giorno il suo cuore fluido che, ora sì, poteva vederlo bene anche col sole, era d’oro. Oro meraviglioso, quel colore lucente e metallico, prezioso, pieno di riflessi che cangiavano a ogni momento.
L’oro di Efesto, l’oro di Claudio. Il suo. Il loro.
Boccheggiò. Guardò l’uomo, guardò la lava e non seppe che dire tranne uno stupidissimo: «E adesso?»
Claudio rise; come sempre, aveva già la soluzione a portata di mano. «Vuoi il cellulare?»




[1]SCUDO: riferimento al tipo di vulcano, poiché il Kilauea è un vulcano a scudo.

[2]PAHOEHOE: è un tipo di lava caratterizzata da una superficie liscia e ondosa. La pahoehoe permette di poter camminare sulla colata anche subito dopo l'emissione senza problemi, poiché si raffredda molto velocemente creando una superficie con sfumature che vanno dall'onice all'antracite.


Fine

   
 
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