Here
we are, ogni tanto mi fa bene al cuore tornare con altre cagatine da
propinare
al sito.
Soprattutto
considerando che l’influenza ha colpito anche me e sono
chiusa in casa da ben
cinque giorni. Decisamente troppi.
Allora.
La mia geniale pensata è questa; quattro storie, e quattro
personaggi. Questi quattro
personaggi hanno delle relazioni tra loro, ovvero ogni
“coppia” di personaggi
rappresenta una delle concezioni dell’amore. Abbiamo
l’Amore platonico, l’Amore
carnale, l’Amore possessivo e il vero Amore. Via, la finisco
qui.
Oh,
aggiornamenti ogni sabato.
(Detto proprio tra parentesi, se qualcuno non è d’accordo con queste concezioni dell’amore non si arrabbi, io sono l’autrice, io scrivo la mia visione del mondo!).
1.
Amore Platonico.
Una
pallina di carta mi colpì proprio quando stavo per
addormentarmi, in bilico tra
sogno e realtà, la testa abbandonata sulle braccia e storia
dell’arte come
ninna nanna. Sbuffai infastidito e mi voltai con aria scocciata,
nonostante
sapessi già benissimo chi mi aveva fatto quel dispetto. Come
sempre, la “banda”
di Deryck mi guardava e rideva. Erano i componenti della squadra di
football
della scuola, e sembravano divertirsi particolarmente
con…beh, con quelli come
me.
Tra
loro, uno in particolare mi metteva inquietudine. Ogni volta che Matt
Sanders
rideva alle mie spalle non potevo fare a meno di pensare ad una
perfida,
stronzissima
iena. E la cosa non faceva altro che eccitarmi.
Non
che non sapessi cosa Matt pensasse di me; un inutile checca,
nient’altro. In
più, girava sempre con quel tizio dagli occhi chiari, che
stava sempre zitto e
lo seguiva come un’ombra. Mi aveva spesso sfiorato
l’idea che potessero essere
una coppia, ma no. Uno come Matthew Sanders poteva solo essere etero. E
quindi,
irraggiungibile più di quanto non fosse già.
Sbuffando,
mi voltai nuovamente, ignorando gli idioti palestrati dietro di me e
dirigendo
il mio pensiero esclusivamente all’oggetto del mio desiderio.
Due,
tre, quattro.
Alla
sesta pallina di carta, finalmente, la campana suonò, e io
mi fiondai con gli
altri studenti verso la libertà. Ero quasi riuscito a
scappare, quando sentii
una voce profonda e sconosciuta.
“Iero!”
Mi
voltai, rimanendo sorpreso, e anche un po’ intimorito, alla
vista dello strano
compare di Sanders. Mi rivolse un sorriso un po’ storto a
causa dei piercings
al labbro e mi porse qualcosa di giallo, che identificai come il mio
quaderno di chimica.
Sorrisi,
un po’ diffidente.
“Wow…grazie,
aehm…”
Un’ondata
di panico e imbarazzo mi travolse quando mi accorsi di non conoscere il
suo
nome. Anche lui parve capirlo, perché perse il sorriso e
abbassò gli occhi con
una smorfia rassegnata.
“Zacky,”
“Oh,
certo. Piacere, io sono…”
“Frank,
lo so,” sorrise lui, incutendomi un certo timore.
“Beh, ti saluto. A domani,”
Lo
guardai correre via ed entrare in una macchina nera, salutandomi con la
mano.
Era davvero gentile, nonché un bellissimo ragazzo, seppure
veramente strano.
Per
tutto il tragitto verso casa provai a convincermi che in qualche modo
mi
piaceva il suo silenzio, i suoi occhi, le sue labbra, ma niente. Quando
quella
sera mi buttai sul letto, ero ancora fottutamente innamorato di Matt
Sanders.
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Gont