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Autore: Magic_Life    20/09/2006    4 recensioni
Non chiamate il medico perchè pensate di avere le allucinazioni. Sono davvero io in penna e inchiostro che vi posto un nuovo chap. Finalmente ritorno all'attacco.

Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Lavanda Brown, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I suoi passi risuonavano più forti che mai, era solo, come lo era sempre stato

Buonanotte a tutti miei cari lettori…ed eccomi di nuovo qua col 4° chapter…so che è brevissimo e davvero mi mette tristezza vedere un chapter così breve e mettendomi in ginocchio vi chiedo perdono, ma l’ho scritto dopo aver finito filosofia e l’ho postato immediatamente perché incominciavano a venirmi i sensi di colpa per avervi interrotto il terzo capitolo sul più bello. Quuuuindi ecco a voi questo capitolo fresco fresco. Come al solito i commenti sono ben graditi e ne approfitto per ringraziare con tutto il cuore chi commenta e mi sprona a continuare questa storia. Buona lettura. J

 

 

 

 

 

I suoi passi risuonavano più forti che mai, era solo, come lo era sempre stato. Durarono a lungo quei metri che lo separavano dalla sua meta, il tempo passa molto più lentamente quando si vuole che passi velocemente. Con la sua consueta flemma arrivo al settimo piano, fermandosi a metà del corridoio dinanzi a una nuda parete di roccia. Quasi febbricitante d’impazienza, cominciò a camminare su e giù pronunciando parole sconnesse. “Granger……io……appuntamento…” sembrava un povero matto pronto per la camicia di forza. Eppure, a vederlo così, nessuno avrebbe mai riconosciuto in quel figuro losco e un po’ fuori di testa l’affascinante persona di Draco Malfoy. A un occhio estraneo sarebbe potuto sembrare un individuo dalla doppia personalità…un po’ come il dottor Jekyll e il suo Mr. Hyde; ma forse in questo caso entrambe le indoli si potevano definire parti dell’oscuro.

Finalmente una porta di legno, finemente intagliata, dal pomello d’ottone apparve dinanzi ai suoi occhi. Mentre un impercettibile brivido gli percorse la spina dorsale strinse le dita attorno alla maniglia e ruotò in senso orario: la serratura scattò e con un macabro cigolio la porta si aprì. La stanza era in penombra, rischiarata soltanto dalla fioca luce di qualche candela sorretta da bugie in argento lucido; in un angolo spiccava un tavolino a cui erano accostate due poltroncine di morbido velluto. Riluttante avanzò un passo oltre la soglia della stanza, turbato da quel senso d’inquietudine che quest’ultima gli trasmetteva.

In un tonfo sordo la porta si richiuse sbattendo alle sue spalle. Nella stanza calò una semioscurità densa di silenzio interrotto solo dal regolare respiro del biondo. Improvvisamente un braccio si avventò sul suo collo con la rapidità d’un falco, bloccandolo da dietro. Il respiro divenne più affannoso e irregolare. “Buonasera Granger” disse però mantenendo un tono di voce freddo e controllato. “Come l’hai capitò?” esclamò la ragazza sorpresa dall’essere stata scoperta. “Hai il respiro pesante, mi sono accorto di te non appena s’è aperta la por….Ma smettila, e non dire stupidaggini.” disse secca la mora, lasciando basito per l’ennesima volta il ragazzo. Draco Malfoy zittito per la seconda volta in meno di un paio di settimane dalla stessa persona, per di più mezzosangue…il mondo forse girava al contrario?! Eppure la cosa non l’aveva infastidito, anzi, al momento era concentrato a fissare i riflessi ambrati che la tremolante luce delle candele creava sui morbidi boccoli della Grifondoro. “Ehm…ecco…”disse poi risvegliandosi dalla momentanea trance e ricordandosi il motivo per cui era lì. “ecco…come dire……...grazie” aggiunse poi sussurrando e rivolgendo lo sguardo alle travi del parquet, accorgendosi di quanto il pavimento fosse attraente in quel momento. “non credo d’aver capito” disse Hermione che non era riuscita a captare l’ultima parola di Draco. “Uff…grazie” ripeté con un tono quantomeno scocciato, ma non arrabbiato, mentre il suo viso assumeva l’espressione di un bimbo che non vuole fare ciò che la mamma gli impone. “E di cosa?” rispose semplicemente la mora regalandogli un sorriso dolcissimo che lo colpì dritto al cuore. “Ora so di non essere da solo” dichiarò mentre le sue candide guance s’imporporavano appena. Hermione non poteva quantificare quanta tenerezza gli facesse in quel momento il suo nemico di sempre. D’impeto lo abbraccio.

 

Oh mamma…cosa stava succedendo?? La Granger che lo abbracciava? Indubbiamente ora poteva affermare che quel giorno il mondo girava al contrario. Rimase immobile e rigido come un ciocco di legno per 2 minuti buoni. Poi, riprendendosi, le poggiò le mani sulle spalle e s’avvicinò un poco. Subito le sue narici si riempirono d’un inebriante fragranza che sapeva di pesca e vaniglia.

Perché piangeva ora? Forse lui aveva fatto qualcosa di sbagliato? La allontanò un po’ da se prendendole gentilmente il viso tra le mani e fissandola nei profondi occhi color del miele al sole. Due grossi lacrimoni le solcavano le guance ma su quelle labbra piene e morbide il sorriso non se n’era andato “Lacrime di gioia”.

 

Senza rompere il filo invisibile che incatenava i loro occhi, la mora cautamente s’avvicinò di una spanna al volto del biondo temendo che lui potesse respingerla, le loro labbra quasi a contatto. E fu proprio lui ad annullare i sospiri che li separavano, suggellando qull’attimo con un dolce ma voluttuoso bacio mentre la grifondoro gli buttò le braccia al collo.

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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