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Autore: Manu75    20/09/2006    5 recensioni
Tutto inizia la notte della Profezia: Severus è un Mangiamorte...riuscirà a redimersi?
(Il seguito ideale della mia prima ff su Severus: "Il Libro e il Falò")
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Narcissa Malfoy, Severus Piton, Voldemort | Coppie: Severus/Narcissa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Ed eccoci alla fine...dedico questo ultimo capitolo a tutte le persone che hanno letto, commentato e, in qualche modo, amato questa ff. Grazie di cuore!
 

 

'Una lunga risalita'


ULTIMA PARTE


L’ufficio di Albus Silente era una bella stanza circolare colma di oggetti curiosi, che emettevano un coro di ronzii sommessi. Severus avanzò seguito da Aberforth, che lo teneva sempre sotto tiro.
Silente, seduto alla propria scrivania, li scorse ed inarcò un sopracciglio con un’aria vagamente sorpresa.
- Alla fine te l’ho portato il ragazzo…ci è voluto un po'!- borbottò Aberforth, con un tono lievemente divertito.
Il Preside si alzò lentamente dalla sedia, girò attorno alla scrivania, e si avvicinò a Severus, che osservava il vecchio mago con aria stravolta, ma vigile. Come avrebbe reagito?
Silente lo osservò per qualche istante, con i suoi brillanti occhi azzurri. Severus si accorse di esserne soggiogato, e anche profondamente sondato, in un modo totalmente diverso da quello usato dall’Oscuro Signore. L'anziano mago non stava usando la Legilimanzia, tuttavia era come se gli leggesse dentro. Non si era mai reso conto di quanto potere emanasse Albus Silente.
- Aberfoth, se non ti dispiace...- mormorò gentilmente il Preside, rivolto al fratello. Non distolse un attimo gli occhi dal volto di Severus, il quale chiamò a raccolta tutto il proprio autocontrollo per non abbassare lo sguardo.
- Mh, come non detto!Ti lascio qui una bottiglia e …- e, dopo aver posato su un tavolino una bottiglia di liquore, mostrò per un attimo la bacchetta del giovane e la poggiò anch’essa sul tavolino. Poi uscì senza una parola.
Il silenzio scese sulla stanza. Severus sentiva male ovunque sul corpo, ma avrebbe preferito cercare di materializzarsi a Hogwarts mille volte piuttosto che reggere lo sguardo e il silenzio di quel mago nel quale sembrava scorrere una potenza bollente e sotterranea.
- Ebbene, alla fine hai ottenuto un colloquio, Signor Snape.- mormorò Silente, con una vena di umorismo.
Severus deglutì. Ora che era arrivato al dunque non trovava le parole. In quell’ambiente così caldo e confortevole, tutti gli avvenimenti di quella interminabile giornata gli sembravano irreali.
- Qualcosa mi dice che non sei venuto qui per cercare di uccidermi, né tanto meno per chiedermi un lavoro.- gli disse con voce calma.
Severus respirò lentamente.
- La Profezia...- sussurrò.
Il Preside ebbe un guizzo, ma il volto si mantenne rilassato.
- C’è qualcosa che io devo sapere?- chiese, con un tono straordinariamente calmo. Tuttavia la voce ora aveva una nota più decisa.
Il cuore di Severus accelerò i battiti. Era così difficile cominciare…
- Il bambino. L’Oscuro Signore…ha capito …ha deciso…che, colui che corrisponde alla descrizione della Profezia, il solo in grado di sconfiggerlo, è il figlio dei Potter.- L’aveva detto.
Il volto di Silente si fece di pietra e gli occhi scintillarono più che mai. Appariva veramente pericoloso ora.
Il giovane si sentì annichilito da quella furia inespressa.
- Al momento non voglio soffermarmi sul perché tu sia venuto a riferirmi questo.- mormorò Silente gelido – Quello che voglio sapere è se ciò che mi hai detto corrisponde al vero. Anche se temo di conoscere la risposta.-
Severus gli gettò uno sguardo. Come poteva dimostrare la sua buona fede?
- Può usare la Legilimanzia…- sussurrò.
Il Preside inarcò nuovamente un sopracciglio.
- Le tue doti di occlumante sono note. Per quanto io mi ritenga un legilimens di tutto rispetto non posso correre alcun rischio. La superbia spesso è cattiva consigliera.- gli rispose, con un tono sempre controllato ma freddo.
Tuttavia Severus avvertiva prepotentemente la sottile condanna che emanava da lui.
Dimostrare di essere sincero? Rimase colpito dalla difficoltà che comportava quella, apparentemente semplice, richiesta.
Il suo passato, recente e meno recente, gli precludeva la possibilità di essere creduto. L’angoscia prese a serpeggiare in lui. Se Silente non gli avesse creduto cosa ne sarebbe stato di lui? Questo aspetto della situazione non l’aveva considerato.
Voleva una prova. Cosa poteva offrirgli?Cosa?
- Accio!- esclamò.
La sua bacchetta gli volò istantaneamente in mano.
Il Preside non fece una mossa. Era disarmato, tuttavia il suo corpo rimase rilassato.
Severus pensò confusamente che se fosse riuscito a eliminare Albus Silente adesso, Lord Voldemort l’avrebbe reso il più potente dei maghi. L’avrebbe elevato al di sopra di tutti.
Avrebbe ottenuto tutto quello che aveva sempre desiderato.
Poi i volti di sua madre, Narcissa e Lily Evans si affacciarono nitidi nella sua mente.
No. Ormai non avrebbe mai più potuto ottenere ciò che desiderava, ciò che voleva veramente. I volti di quelle tre donne che, ognuna a proprio modo, rappresentavano così tanto per lui, si dissolsero lentamente. Tutte e tre gli erano scivolate tra le dita, come fiocchi di neve che si sciolgono sulla mano tesa a catturarli. Non era riuscito a trattenere a sé nessuna delle tre.
Ma forse, per una di loro, poteva ancora fare qualcosa. Poteva aiutarla a sopravvivere.
Afferrò la bacchetta anche con la mano sinistra, tenendola ben visibile davanti agli occhi di Silente e, con un movimento deciso, la spezzò in due. Il legno emise uno schiocco secco, mentre decine di piccole schegge volavano in aria. Un guizzo dorato rivelò il crine di unicorno che vi era contenuto all’interno. Dopo un breve bagliore il crine si annerì e la bacchetta sembrò quasi emettere un sospiro.
'So che ti piace la mia bacchetta, Sev, e anch’io ne sono molto orgogliosa, sai!Il Signor Ollivander, che me l’ha venduta, disse che era una delle più belle che avesse mai fabbricato!'
La voce di sua madre, piena d’orgoglio, gli risuonò nella sua mente.
Il suo sangue.
Lasciò cadere le due metà della sua bacchetta per terra, come se si fosse scottato.
Silente lo osservò, con gli occhi accesi di un fuoco interiore.
Severus cadde in ginocchio e si prostrò ai suoi piedi.
'Sapevo che tu solo mi avresti ripagato. Sapevo che da te avrei ricevuto qualcosa di valore.'
La voce gelida del suo Signore gli rimbombò in testa.
Il suo orgoglio.
-La prego. La supplico con tutto il cuore. Mi creda-
Il bel volto di Narcissa apparve nuovamente davanti ai suoi occhi.
'Perdonami!'
In quella parola, che Narcissa gli aveva sussurrato appena poco prima, c’era tutto. In quell’unica parola erano custoditi la sua tenerezza, il suo desiderio.
Il suo amore.
- Se non mi crederà, allora per i Potter e per il loro figlio, non ci sarà davvero alcuna speranza. Sono già morti…-
' Se non si condivide il proprio dolore con qualcuno, questo finisce col travolgerci.'
Rammentò ancora una volta quella lontana mattina di giugno, quando Lily Evans gli aveva indicato la via e lui, invece di seguirla, le aveva voltato le spalle e aveva intrapreso la strada sbagliata. Precludendosi ogni felicità. Ogni gioia.
Il suo cuore.
Ecco, ora si era spogliato davvero di tutto. Non gli restava nulla.
Sentì un fruscìo: Silente si era inginocchiato davanti a lui. Sollevò la testa e vide il volto del vecchio Preside. Sembrava intagliato con l’accetta.
- Ti credo.- mormorò.
Severus sentì il sollievo che lo invadeva meravigliosamente, come una calda bevanda.
- Tuttavia- proseguì Silente – Ci sono troppe vite in ballo. Troppi destini. Non posso permettermi di sbagliare.- gli occhi gli brillarono più che mai.
Afferrò con la propria mano destra, la mano destra di Severus.
Lui sgranò gli occhi. Capì quello che il Preside intendeva fare.
Aaccettò in silenzio e si preparò.
La Fenice di Silente, che era rimasta ad osservarli, appollaiata tranquilla sul suo trespolo, spiccò un breve volo ed atterrò vicino a loro.
Posò il tiepido becco sulle loro mani allacciate.
- Severus Snape, vuoi tu promettere che proteggerai, con ogni mezzo in tuo possesso, Harry James Potter, finchè avrai vita?-
- Lo voglio- mormorò Severus, stordito.
Dal corpo della Fenice una lingua di fuoco avvolse le loro mani.
- E vuoi tu promettere che ubbidirai ad ogni ordine che vorrò impartirti da adesso in avanti, finchè io avrò vita?-
- Lo voglio- ripetè Severus.
Nuovamente una lingua di fuoco sottile emanò dalla Fenice, stringendosi alle loro mani intrecciate.
- E, infine, vuoi tu promettere di fare ogni cosa in tuo potere per sconfiggere definitivamente Lord Voldemort, finchè egli avrà vita?-
Severus chiuse gli occhi un istante.
- Lo voglio...- sussurrò.
Un’ultima, accecante, lingua di fuoco andò a suggellare quelle promesse, per poi estinguersi dolcemente.
Il Voto Infrangibile era stato stretto.
Silente si rialzò con un sospiro e, con una forza insospettabile in un uomo così anziano e magro, trascinò su Severus, continuando a stringergli la mano.
La Fenice tubò dolcemente e tornò al proprio posto.
Si guardarono negli occhi. Severus scorse biasimo negli occhi azzurri del Preside, ma non era biasimo rivolto a lui, bensì a se stesso.
Silente condannava se stesso per aver posto un così pesante tributo sulla sua vita.
Una vita per un'altra vita. Severus lo capiva e lo accettava.
Doveva pagare.
Silente sciolse la stretta della sua mano e battè un paio di colpetti sulla guancia scarna del giovane.
- Credo che adesso un bicchiere di Whisky incendiario sia d’obbligo.- mormorò stancamente, afferrando la bottiglia che Aberforth gli aveva lasciato.
Severus chiuse gli occhi. Adesso cominciava davvero la sua pena. Era pronto a scontarla.


EPILOGO

Aberforth gettò uno sguardo disgustato alle centinaia di persone che si erano riversate nelle strade di Hogsmeade, urlando e festeggiando alla luce di decine di falò che erano stati accesi per l’occasione.
- Esagitati. Gentaglia! - mormorò infastidito e sputò per terra.
Fece per ritirare l’insegna, quando un’ombra si stagliò nello spicchio di luce che illuminava l’entrata del pub ‘La testa di Porco’.
Sollevò la testa.
- Mh, ragazzo. Sarei in chiusura...- borbottò rassegnato, tuttavia si raddrizzò e si fece da parte per far passare Severus.
Chiuse la porta a chiave.
- La solita Burrobirra?- chiese, sparendo dietro il banco.
- No. Stasera qualcosa di forte!- mormorò Severus con voce roca.
Aberforth nascose il proprio stupore: Severus non beveva mai nulla di alcolico.
Gli mise davanti un bicchiere con del liquore molto forte e ne versò un pò anche per se stesso.
- Alla fine dobbiamo adeguarci e festeggiare, a quanto sembra- borbottò il vecchio barista, con aria poco convinta – Beh, che diamine…Al bambino che è sopravvissuto!- esclamò burbero, svuotando il bicchiere.
Severus fissò il liquido ambrato.
'Harry Potter, ti proteggerò a costo della mia vita, finchè avrò anche solo l’ombra di un respiro. Ma niente e nessuno mi obbliga ad amarti. Stasera faccio voto a me stesso di odiarti con tutte le mie forze!'
Sorrise amaro.
Sollevò il proprio bicchiere e, con un gesto deciso, buttò giù il suo whisky tutto d’un fiato, brindando mentalmente al bambino sopravvissuto e al proprio voto.

FINE



Grazie ancora..la lunga risalita è terminata, spero vivamente che il finale sia stato di vostro gradimento!

A presto con la mia ultima ff, l'ultima della mia trilogia su Severus: dopo 'Il libro e il falò' e 'Una lunga risalita' sarà la volta de 'Il rosso e l'azzurro di una prigionia', grazie!
  
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