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Autore: Medy    12/02/2012    1 recensioni
Ultimo anno ad Hogwarts,e la nostra Hermione Granger è tornata più decisa che mai a dare tutta se stessa. La vita nel mondo magico procede tranquillo, nessuna minaccia incombe sui nostri amici. Ma qualcosa è cambiato. O meglio qualcuno è cambiato. Malfoy. Cosa porterà questa trasformazione!? Un contrasto tra la ragione e il sentimento metterà in crisi l'erede purosangue e per di più il ritorno di un personaggio inaspettato metterà in crisi la dolce Hermione,che sarà costretta a fare una scelta che le cambierà la vita.
La mia prima fanfiction, con la speranza di colpire voi lettori! Grazie!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Malfoy aprì gli occhi e l’immagine che gli si presentò  gli fece tremare il cuore:  La piccola Mezzosangue dormiva beatamente accanto a lui, i capelli le cadevano morbidamente sul viso . La guardò per un tempo indecifrabile , si  mise ad osservare ogni linea del suo viso e del suo corpo e ne percepì solo la perfezione. Era stupenda alle prime luci del sole come lo era stata la notte prima,  quando la luna aveva illuminato il suo corpo nudo, che tremante, gli aveva donato. Le accarezzò il viso, e scostò un piccolo riccio che le copriva gli occhi . Sarebbe rimasto lì, a fissarla in eterno, ma come se qualcuno gli avesse urlato contro si destò da quel sogno e con un balzo si mise in piedi. Cosa ci faceva lì? Aveva dormito con una donna, ma non una qualsiasi , con la Granger la migliore amica del suo acerrimo nemico, una sporca mezzosangue che per anni aveva odiato e disprezzato. Si passò le mani tra i capelli e rimase in piedi in mezzo alla stanza non sapendo  cosa fare. La guardò ancora per un po’. E ripensò alla notte passata insieme, e a quanto fosse stato bello. Si vestì velocemente e si chinò verso di lei.
“ Hermione…” Poggiò una mano sulla piccola spalla e piano cercò di destarla da quel sonno, che pareva eterno. Il cuore iniziò a battere velocemente. Aveva pronunciato il suo nome, trovandolo bellissimo. La richiamò con la stessa dolcezza e non appena lei aprì i grandi occhi ambrati Malfoy si sentì perso.
Hermione rimase a fissarlo e solo quando mise a fuoco il suo viso abbassò lo sguardo imbarazzata. Prese la coperta che la notte prima Malfoy aveva materializzato per lei e cercò di coprirsi. Non sapeva cosa dirgli. Anzi avrebbe preferito non proferire parola.
Malfoy percepì quel suo imbarazzo e senza aggiungere altro si allontanò da lei. “muoviti , che faremo tardi per le lezioni” Aveva mutato tono, adesso era duro. Hermione alzò lo sguardo e guardò Malfoy . Gli avrebbe voluto dire tanto, ma non sapeva da dove iniziare. Gli avrebbe voluto chiedere di rimanere lì con lei,di fregarsi  delle lezioni, e di baciarla di nuovo, di abbracciarla come aveva fatto per tutta la notte e di prenderla ancora e ancora  e ancora. Ma il suo corpo rimase immobile lì per l’imbarazzo, e le parole si bloccarono in gola.  “ Mezzosangue, vestiti.. Non intendo aspettarti” Malfoy stava ritornando quello di sempre, Ed Hermione non poteva far altro che rassegnarsi. “ Non ti ho chiesto di aspettarmi. Se vuoi andare vai. Non ho bisogno di te!” Ringhiò lei, cercando di riacquistare la dignità che aveva perso quella notte gettandosi tra le braccia del malefico Malfoy. Lui assottigliò lo sguardo e senza aggiungere altro uscì dalla stanza , la porta si chiuse con un tonfo che fece sobbalzare la Grifondoro.
 
 
 
 
 
 
 
 
“ Non hai dormito nella tua stanza stanotte .. dove sei stata?” . Harry prese posto accanto all’amica, e prima che la lezione avrebbe preso inizio aveva intenzione di farsi spiegare ogni cosa . Hermione, che aveva saltato la colazione per dirigersi direttamente al dormitorio, per cambiarsi velocemente, aveva sperato di non dover parlare con nessuno dei suoi amici, ma purtroppo per lei, i suoi amici erano perspicaci e nulla passava inosservato . Hermione gli rivolse un sorriso dolce. Non si sentiva pronta a dover affrontare Harry. Sicuramente l’avrebbe compresa, ma le avrebbe anche spiaccicato la verità in faccia.  Le avrebbe fatto capire che si stava avventurando in un gioco pericoloso. Lei tutto questo lo sapeva, ma non voleva ammetterlo. “ Sono stata in giro per il castello… “ Mentì lei, sapendo che Harry non ci sarebbe cascato.
“ Hermione ti conosco da tanto, e so che non mi mentiresti mai… ma adesso lo stai facendo” Harry aveva un tono da rimprovero e questo mise Hermione in agitazione. La Mcgranitt tardava a venire, cosa mai successa, ed Harry era pronto a metterla alle strette.
“ Harry…nulla davvero” .Perché continuava a guardarla così? La stava mettendo con le spalle al muro. Avrebbe dovuto confessare anche se non avrebbe voluto.
“ Hermione, sei strana da un po’..ed io e Ron siamo davvero preoccupati. “
“ Harry, ti sto dicendo che và tutto bene… Ora per favore non chiedermi altro”. Harry la guardò con sospetto, poi rassegnandosi, si voltò verso la professoressa che entrò in quel momento. Hermione sospirò. Aveva passato quel Round, per quel momento non aveva dovuto dare spiegazione. Ma non avrebbe potuto reggere per sempre quel gioco. Si sarebbe giocata non solo la sua salute mentale, ma anche i suoi due amici.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nei giorni seguenti Harry non lasciò Hermione per un solo attimo. Le stava sempre alle calcagne a monitorarne ogni minimo spostamento. Durante gli allenamenti di Quidditch trovava chi poteva sostituirlo. Cosa che mandò Hermione su tutte le furie. Ovunque andava si ritrovava alle calcagne Harry e Ron , che con una scusa o un'altra si avvinghiavano a lei e non la lasciavano andare fin quando non si rintanava nel dormitorio.
“Ragazzi Buona notte… io vado “ Nonostante non fosse molto tardi, Hermione decise di ritirarsi nelle sue stanze. Forse lì avrebbe avuto la possibilità di perdersi nei suoi pensieri senza destare sospetti strani. Harry gli riservò il suo solito sguardo, quello che ormai la seguiva da mesi.
“Cos’hai Herry? Non posso andare a dormire?” chiese lei sarcastica.
“ Certo..anche se è molto presto. Di solito ti dedichi ad altro” Rispose lui.
“ è vero Hermione… di solito rimani con noi a giocare fino a tarda notte” ripetè Ron indicando la scacchiera pronta sul tavolino. Ginny intanto osservava la scena divertita. Sapeva che l’amica odiava essere pedinata, e quella era una scusa per scappare dal suo amico paranoico.
“Ha solo sonno ragazzi… Cosa può esserci di tanto strano?” commentò la rossa , diventando sua complice.
“ Bhe , ultimamente, Hermione è strana …. Quindi… tutto può apparire strano” Esclamò Harry, che ancora sperava di far confessare qualcosa ad Hermione. L’amica si avvicinò, gli scoccò un piccolo bacio sulla fronte e senza aggiungere altro si diresse verso le scale a chiocciola per raggiungere la sua stanza. Non trovò le due compagne di stanza, si sdraiò sul suo letto e iniziò a perdersi nei pensieri.
Da quando avevano fatto l’amore Malfoy ed Hermione avevano alzato un muro tra di loro, cosa che faceva  molto soffrire la Grifondoro. Quello scambio di anime e corpi era stato significante solo per lei, solo lei aveva provato non solo piacere, ma un qualcosa di più. Non avrebbe mai immaginato che si sarebbe concessa con uno come Malfoy, o con Malfoy stesso.  Ogni giorno , per tutto il giorno lui era un pensiero fisso. Lei lo bramava come lo bramavano le sue labbra e il suo corpo. Voleva di nuovo le mani di Malfoy lungo il suo corpo, voleva di nuovo le sue labbra, voleva di nuovo assaporare il suo profumo e voleva di nuovo perdersi nei suoi occhi , in quegli occhi che ormai la perseguitavano. Ignorarsi non era facile, entrambi lo dovevano fare. Lui per non rovinare  la sua reputazione di principe delle serpi e lei per non  perdere i suoi amici. Una lacrima le scivolò lungo la guancia. Aveva bisogno di lui . Aveva un maledetto bisogno di quel ragazzo, che con un semplice bacio aveva scombussolato la sua vita. Ormai aveva rotto la barriera di cristallo che Hermione aveva creato per tener a freno i sentimenti. Chiuse gli occhi con la speranza di non scoppiare in un pianto senza fine.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Malfoy guardava le fiamme danzanti del camino che illuminava la sala comune . Nelle mani stringeva un bicchiere di Wisky incendiario che poco prima gli era stato offerto da Zabini, che sedeva accanto a lui , in silenzio. Non sapeva cosa stesse pensando l’amico, ma non voleva disturbarlo.
“Zabini… cosa faresti se fossi  coinvolto in una storia che non ti piace?”. Quella domanda improvvisa colse Zabini alla sprovvista. Non sapeva a cosa si riferisse e per di più non sapeva come rispondergli.
“Bha…non so, dipende da  che storia si tratta…” Zabini era titubante. Voleva conoscere i pensieri dell’amico, avrebbe voluto aiutarlo, ma non sapeva da dove iniziare anche perché lui non glielo permetteva.
“Draco, se ti spieghi meglio forse… potrei aiutarti” aggiunse lui , sperando di non adirare l’amico.
Il volto di Draco si aprì in un sorriso , un sorriso senza allegria. Era un sorriso sarcastico, colmo di rabbia.
“Non sono in grado di aiutarmi da solo, come potresti farlo tu” disse lui, sorseggiando il suo Drink , che gli portò bruciore alla gola. Era davvero forte, ma in quel momento era la miglior cosa . Era confuso. E il suo pensiero fisso era la Mezzosangue. Cosa che lo rendeva nervoso e deluso da se stesso. Aveva trascorso la notte con lei, e dall’ora non l’aveva dimenticata. In verità, confessandosi con sé stesso, sapeva che dal bacio non aveva smesso di pensarla, ma condividere con lei anche quella notte aveva provocato un maggior danno. Ogni notte pensava a lei e al suo profumo. Ogni giorno sperava di non incontrare il suo sguardo che gli provocava una forte fitta al petto, nel punto del cuore. Lei gli aveva mostrato che anche lui aveva un cuore. Lo aveva colpito, con una violenza che gli provocava dolore. Lui che non aveva sentimenti li aveva trovati con lei. Una mezzosangue. Vederla alle lezioni, durante i pasti. Vederla con Potter. Gli provocava rabbia. Lui avrebbe voluto accompagnarla alle lezioni, lui le avrebbe voluto augurare la buona notte e lui  avrebbe voluto consolarla  nei momenti di sconforto. Era diventato un bamboccio preso per le palle da una donna. E questa situazione non gli andava a genio.
“Qualunque cosa sia…Draco io posso solo sostenerti. Qualunque cosa…” La voce di Zabini lo raggiunse, e ritornò in sé, lasciando i pensieri altrove. Guardò l’amico. Sapeva che Blaise lo avrebbe sempre sostenuto. Fin dal primo anno si era dimostrato un vero amico, e lo dimostrava ogni giorno. Non doveva temere , perché era sicuro che avrebbe avuto alle spalle un grande amico.
 
 
 
 
 
 
Quella mattina Malfoy si svegliò con uno spirito diverso. Rimase a fissare il soffitto prima di decidersi ad agire. Si vestì con grande velocità e senza dare spiegazioni a nessuno uscì dalla sala di ritrovo.
 
Si fermò d’avanti al quadro della signora Grassa. Ora che era lì, cosa poteva fare? Non conosceva nemmeno la parola d’ordine. Poi, come se gli astri giravano a suo favore il quadrò si spalancò e ne uscì Neville Paciok. Malfoy lo prese per il gravattino e puntandogli la bacchetto in mezzo agli occhi gli ordinò di fare uscire Hermione , da sola.
“Non so se mi seguirà” disse lui tremante
“ E tu fa in modo che lo faccia… o ti ritroverai con qualcosa in meno” minacciò il serpeverde spostando la bacchetta verso la parte bassa.
“Ok ok… vado” esclamò Paciok e si spinse di nuovo nel punto di ritrovo dei Grifondoro. Malfoy rimase ad aspettare , marcò il pavimento , e sperando che le parole potessero aiutarlo cercò di trovare cosa dire ad Hermione. Dopo aver camminato allungo d’avanti al ritratto, questo si spalancò e di nuovo Paciok uscì ,questa volta seguito da Hermione, che appena vide Malfoy spalancò gli occhi in un espressione mista tra paura e sorpresa. Neville guardò prima Malfoy, aspettandosi forse un ringraziamento che non arrivò, e poi guardò Hermione preoccupato. Poi senza dire altro si incamminò lontano da quella situazione che non presagiva nulla di buono. Malfoy prese la Grifondoro per un braccio, e senza permetterle di dire nulla la trascinò in uno dei corridoi li vicini. Non appena trovò un aula vuota la fece entrare e seguendola chiuse la porta alle sue spalle.
“Cosa vuoi Malfoy” Chiese lei, dandogli le spalle. Non aveva voglia di guardarlo. Temeva di essere tradita dal suo stesso sguardo.
“ voglio che te ne vada”. Hermione si voltò e lo guardò accigliata.
“dove? …dalla scuola?” Chiese lei sorridendo amaramente.
“ No…da qui e da qui” disse lui puntando la testa e il petto con la bacchetta. I suoi occhi erano tristi e la sua voce tremava.
Hermione rimase allibita. Non capiva cosa volesse da lei.
“ Granger, non faccio che pensarti. Penso a te sempre. In ogni istante..ed è frustante! Odio averti nella mia testa,  odio te! Non so cosa mi hai fatto! Quale maleficio!” . Diede un calcio ad un banco che si trovava nella sua traiettoria e gettò un urlo di rabbia. Hermione assisteva a quella scena impallidita.
“Mi sento una cosa che mi stringe al petto, ogni volta che ti vedo in compagnia di Potter o Weasley.  Sento ancora il tuo profumo. E tutto questo non mi piace. Non è parte di me! Non sono io! “ . si gettò le mani tra i capelli e sul viso c’era ancora rabbia . Hermione non sapeva cosa dire, o meglio cosa fare. Malfoy le stava aprendo il suo cuore, ma questo lo mandava in crisi.
“Draco… io” Era la prima volta che lei pronunciava il suo nome, e a Malfoy bastò questo. Attraversò la stanza e la raggiunse. Si fermò a pochi centimetri da lei. Questa volta non avrebbe sbagliato. Le prese la mano e l’appoggiò sul petto. “ Senti cosa batte qui… ho un cuore. E questo lo hai creato tu! Hermione, non voglio sbagliare con te”. Hermione rimase a fissare quel ragazzo che fino al giorno prima aveva dimostrato di essere vuoto, senza sentimenti. E adesso le stava mostrando che aveva un cuore che batteva, e batteva grazie a lei. La  mano dal petto passò al viso.
“ Ho paura….” Confessò lei.
“Io di più…” aggiunse lui, facendo cadere ogni difesa. Non trovava una motivazione, ma sapeva , anzi era sicuro che con lei non avrebbe dovuto sbagliare. Lei che con poco gli aveva fatto scoprire un qualcosa che non aveva mai creduto potesse esistere. Lei che con i suoi occhi gli aveva aperto un mondo nuovo. Avrebbero dovuto affrontare tanto, ma se lo avrebbero fatto insieme, nulla sarebbe stato impossibile, anzi , tutto sarebbe diventato possibilità.
  
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