Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Lione94    12/02/2012    3 recensioni
Un nome,
una profezia,
una guerra millenaria fra Angeli e Demoni.
Allie Fox, come ogni comune adolescente, ha smesso di credere alla magia dei bambini, ma sarà costretta a ricrederci dopo aver messo la sua firma su un libro incantato: mai sottovalutare il potere delle parole!
Sarà così coinvolta in un conflitto tra Bene e Male e, tra profezie, diavoli guastafeste, gatti parlanti, angeli custodi e un affascinate Principe dei Demoni, la sua vita cambierà completamente.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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10. Il tempo di agire






 I giorni si succedettero tanto
in fretta
che settembre passò per lasciare posto a ottobre e al suo ballo di Halloween da cui tutta la scuola era presa nei preparativi. Layo non si faceva vedere a scuola da qualche tempo, sembrava sparito nel nulla. Tutta quella snervante attesa di qualcosa mi rendeva inquieta tanto che sia mio padre che i miei amici si erano accorti del mio umore cupo, Nathaniel lo associava a quel periodo del mese mentre Genevieve era sempre più convinta che il mio periodo nero fosse collegato all’assenza di Layo (e non che avesse tutti i torti…).
 Intanto tutte le sere mi esercitavo con Salem Zampasaggia per imparare a usare i miei poteri. Riuscire ad ammaliare chi mi guardasse negli occhi era facile, ma evocare gli Occhi di Specchio a comando non era molto semplice. Bisognava avere molta concentrazione. Ogni tanto Gwen assisteva alle lezione e faceva da elemento disturbatore per mettermi alla prova. Purtroppo non avevo fatto molti progressi con le visioni ma almeno avevo imparato a ignorare tutto ciò che mi circondava quando cercavo di utilizzare il mio potere.
 << Concentrati Allie >> mi rimproverò Salem quando vide che la mia attenzione stava scemando. Annuii e presi un respiro profondo. << Riprova >> mi incitò il gatto mannaro, acciambellandosi sul mio letto.
 Chiusi gli occhi e cercai di rallentare il respiro come mi aveva insegnato Salem. Sgomberai la mente da ogni pensiero se non quello di mia madre (avevamo deciso che mi sarai esercitata su di lei). I minuti passarono e proprio quando abbattuta e in preda a un leggero mal di testa, stavo per rinunciare, dietro le palpebre esplosero dei puntini luminosi e aprii di scatto gli occhi.
 Era il momento!
 La palpebra si dilatò e le iridi grigie luccicarono fino a diventare specchi trasparenti e davanti a me apparve la figura di mia madre.
 Ce l’avevo fatta!
 I suoi contorni erano un po’ tremolanti e i colori un po’ sbiaditi ma almeno riuscivo a vederla. L’espressione assorta conferiva al suo volto una luce bellissima. Come sempre alla sua vista provai una grande gioia che aumentò dato che ci aggiungi quella della mia riuscita.
 Ivoene alzò lo sguardo verso di me, come se riuscisse a vedermi, e mi disse: << Ciao tesoro! >>.
 Trasalii sorpresa tanto che caddi dalla sedia su cui ero seduta e finii con il sedere a terra. La visione sparì.
 << Salem, lei mi ha sentito! >> esclamai meravigliata << Sapeva che la stavo osservando! >>.
 << Questo è perché ti sei fatta travolgere dalle emozioni. Devi imparare a rimanere impassibile a ogni visione altrimenti ti sentiranno. E questo non deve assolutamente accadere quando userai i tuoi poteri su Demon, se ne verrà a conoscenza potrà essere pericoloso >> spiegò Salem osservandomi con il suo enigmatico sorriso felino << Comunque sei stata brava! >>.
 Sorrisi: << Grazie, adesso posso riposarmi? >>.
 << Te lo sei meritato >> accondiscese lui.
 Mi sdraia nel letto e, stanca, mi addormentai con un leggero sorriso che aleggiava sulle labbra.


 << Allie! Devi venire subito! >>
 La voce di Gwen d’improvviso così vicina mi rimbombò nelle orecchie. Trasalii e la matita che avevo in mano cadde a terra. Mi chinai a raccoglierla e poi mi raddrizzai a guardare l’angelo seduta sul libro di letteratura che stavo studiando. Notai che aveva un’espressione crucciata.
 << Adesso? >> domandai perplessa << Ma papà tornerà tra poco! >>
 Gwen scosse la testa con veemenza facendo arruffare i suoi biondi capelli e disse: << Non importa, è urgente Al! Devi venire con me da Evangeline >>.
 Mi alzai dalla sedia con un sospiro: addio serata tranquilla!
 << Va bene, andiamo! >>.
 Salimmo in soffitta e aprimmo il passaggio per il Paradiso. Una volta dentro Gwen mi portò in volo verso una grande casa che dall’alto aveva una forma rotonda. Sembrava una grossa meringa di zucchero filato. L’angelo mi lasciò quando fummo all’interno. La costruzione si trattava solo di un’enorme stanza bianca dal soffitto molto alto, chiamata la Sala dei Concili. Al centro vi era un tavolo rotondo e intorno vi erano diversi angeli, alcune fatine, pochi licantropi e fuori da una delle enormi finestre c’era un enorme drago verde che osservava la scena con il suo occhio lucente.
 Tutte le conversazioni cessarono.
 << Allie! >>
 Evangeline mi chiamò vicino a lei e tutti gli sguardi celesti si puntarono su di me mentre attraversavo la stanza, con un leggero rossore che mi coloriva il volto.
 << Che cosa succede? >> chiesi con un tono d’allarme nella voce. Tutte quelle facce serie mi avevano fatto davvero preoccupare e sperai che non fosse successo niente di troppo grave.
 << Le fatine ci hanno informato che Demon ha riunito le creature infernali e che tra poco il suo esercito uscirò dalle terre infuocate >> disse Evangeline e nella stanza ricominciò il brusio delle conversazioni accese tra i presenti.
 << Pensavamo che ci avrebbero messo molto più tempo >> intervenne un anziano angelo dalla lunga barba grigia che gli ricadeva sul petto << I nostri arcangeli non sono ancora pronti >>.
 << Per questo attaccheremo noi per primi >> s’intromise una risoluta voce maschile.
 Nella sala entrò un angelo dai profondi occhi blu e mossi i capelli biondi di cui una ciocca era completamente bianca. Non era molto alto dato che era della mia stessa altezza, ma il suo portamento fiero e il suo fisico ben fatto messo in evidenza dalla camicia azzurra che indossava, rendevano la sua figura imponente. I tratti delicati del suo volto, le labbra carnose e le sopracciglia fine avevano qualcosa di familiare. Lo osservai mentre si dirigeva a grandi falcate vicino a Evangeline.
 Accidenti se era bello!
 Quando si accorse della mia presenza si fermò, mi sorrise e quasi ne rimasi abbagliata.
 << Tu sei la Prescelta >> mormorò e poi si girò verso gli altri: << Li attaccheremo di sorpresa e distruggeremo le loro macchine infernali per indebolire la loro potenza >>.
 << Allie questo è mio figlio Gabriel >> lo presentò Evangeline.
 Li guardai stupita: si somigliavano molto ma non sembravano madre e figlio, caso mai più fratello e sorella data la giovane età che dimostravano tutti e due, specialmente Evangeline.
 << E come faremo a prevedere dove si accamperanno? Sai che l’esercito di Demon quando esce dall’inferno è sempre in movimento e non siamo mai riusciti a trovarlo >> osservò una donna licantropo dai corti capelli rosa.
 << Questa volta sarà diverso perché abbiamo con noi gli Occhi di Specchio >> disse Evangeline indicandomi << Allie prevedrà il momento esatto con le sue visioni >>.
 Tutti gli occhi dei presenti - compreso quello enorme e verde del drago fuori dalla finestra - si rispostarono su di me. Gli sguardi erano animati da trepidazione e attesa.
 << Adesso? >> dissi in un sussurrio agitato a Evangeline e lei asserì << Ma io non so se sono in grado di non farmi sentire >>.
 << Ti aiuterò io >> mi disse Gabriel avvicinandosi e prendendo le mie mani tra le sue. Lo guardai interrogativa. << Grazie al mio potere calmante mi assicurerò che tu non ti faccia sopraffare delle emozioni >>.
 Annuii sentendomi già molto più tranquilla. Le mani di Gabriel erano davvero calde e quel confortante calore si espandeva lungo tutto il mio corpo.
 Allora chiusi gli occhi, usai il mio potere e divinai Demon. Era seduto sul trono nella stanza del suo lugubre palazzo e con in mano un raffinato bicchiere di cristallo pieno di una sostanza rossa (che sperai davvero fosse solo vino) osservava con uno sguardo assorto un angolo della stanza vuota. Sicura che non potesse aiutarmi nella mia ricerca, decisi allora di divinare Layo: essendo suo figlio forse poteva sapere qualcosa.
 Una terra di fuoco esplose di fronte a me e lo intravidi camminare tra i fumi che uscivano dal terreno scuro. La visione era molto confusa. Stava parlando con un diavolo dai capelli violetti e i canini appuntiti che avevo già divinato una volta.
 Alla vista del ragazzo provai una qualche emozione, forse felicità per averlo rivisto dopo tanto tempo, ma fu subito sopita da Gabriel.
 << Davvero pensano che io me ne stia buono ad ascoltare i suoi assurdi ordini? >> diceva con voce irritata, il volto stanco. << Nessuno può dirmi come vivere la mia vita >>.
 << Sei stato troppo a lungo tra gli umani, cugino. Sei davvero lamentoso come loro! >> ribatté il diavolo con un ghigno divertito << Mozar ti sta solo istruendo a dovere: sa che potresti essere l’anello debole della catena >>.
 << Io non sono debole! >> ringhiò Layo tra i denti, scandendo secco ogni sillaba pronunciata. Mai avevo visto sul suo viso un’espressione così cupa.
 Il diavolo accanto a lui sghignazzò forte: << Sta’ calmo cugino. Dimostrerai la tua forza nello scontro contro il Principe degli Angeli e vedremo se sarai alla mia altezza >> gonfiò il petto trionfo << L’altra volta è stato grazie anche alla mia vittoria su di lui che quei perdenti hanno deciso di rinunciare >>.
 Il Principe degli Angeli? Stavano forse parlando di Gabriel? E se Layo era il figlio del capo, come lo era Gabriel, questo faceva di lui il Principe dei Demoni?
 << Non m’interessano queste stupide regole, Evil >> ribatté Layo in un basso mormorio pensoso << Sono io il padrone di me stesso, non Grimorio >>.
 Non ascoltai il resto della conversazione perché decisi di lasciar perdere. Nemmeno loro erano stati utili alla mia ricerca, anche se ero stata contenta di vedere che Layo stesse bene e di ascoltare la loro interessante conversazione. Proprio per quando stavo per rinunciare e riaprire gli occhi, mi venne in mente un diavolo che poteva fare al caso mio: Gilderoy!
 Usai il mio potere su di lui e mi ritrovai in un altro punto dell’Inferno. Lo vidi seduto vicino a un fuoco, intorno a lui l’esercito infernale. Bingo!
 Questa volta Gabriel dovette stringermi forte le spalle per impormi la calma. Mi ero fatta prendere troppo dall’entusiasmo. Feci un respiro profondo e mi riconcentrai sulla figura di Gilderoy e cercai di rimanere impassibile alla vista della piccola cicatrice argentata che solcava la sua mano, che stava osservando corrucciato.
 Sibilò tra i denti un insulto che somigliava molto a un “piccola stronzetta!”. Grazie tante!
 Un licantropo dall’enorme stazza entrò nella visione. << Gilderoy! >>.
 << Che c’è, Sam? >> domandò il diavolo brusco.
 << L’esercito è irrequieto, non possiamo più stare fermi >>.
 << L’ordine è di partire tra tre giorni, Sam. Falli stare tranquilli ho subiranno le ire di Demon >> sbottò Gilderoy alzandosi in piedi e iniziando a camminare su e giù << Dobbiamo aspettare che la nebbia sia nostra alleata e cali sul campo Kalash per uscire allo scoperto senza farci notare >>.
Chiusi forte gli occhi e li riaprii si scatto per trovarmi gli occhi di Gabriel così vicini da poter osservare tutte le sfumature blu delle sue iridi.
 << Hai visto? >> mi domandò a un tratto ansioso.
 << Campo Kalash, tra tre giorni al calar della nebbia >> riportai con un grosso sorriso << Ringraziamo il nostro caro Gilderoy per le informazioni! >>
 Gabriel mi lasciò andare e scoppiò in un trionfante risata.
 << Allora è deciso >> mormorò Evangeline.


  
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