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Autore: MiaBlack    12/02/2012    3 recensioni
Ogni anno si tiene il consueto ballo per la festa dei Fondatori; quest'anno però sarà il destino a scegliere le coppie. E mentre il fato muove le sue ignare vittime, c'è chi il destino se lo costruisce da solo, legando a sé una persona solo per il gusto perverso di vederne soffrire altre. 7°contest "dolci tentazioni"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 6

Inizia la Festa!

 

La mattina di sabato la scuola era più in subbuglio del solito: le decorazioni erano già appese, e ovunque cascasse l'occhio c'erano striscioni e coccarde dei colori delle quattro case.

In Sala Grande la festa era l'argomento sia delle ragazze che dei ragazzi, anche se con commenti diversi: i ragazzi, infatti, speravano in una compagna carina e possibilmente facile da conquistare, le ragazze invece erano curiose di scoprire chi sarebbe stato il cavaliere che le avrebbe fatte danzare per tutta la sera.

Ginevra era rimasta a letto per quasi tutta la mattinata, rifiutandosi di scendere a colazione: non voleva sentire le chiacchiere sulla festa e sui fantomatici dolci che le “fortunate” avrebbero fatto.

Quando si era decisa ad alzarsi aveva trovato un barbagianni della scuola appoggiato alla finestra che l'aspettava

- E tu da dove salti fuori? – Chiese aprendo la finestra e facendo così in modo che lui entrasse.

L’animale si fece slegare il pacchetto e volò via.

- E' tempo di regali... – Commentò aprendo il pacchetto, privo di biglietto.

All'interno c'era un ciondolo di smeraldo con una catenina in oro giallo.

- Carino.. – Commentò, prendendola in mano.

Sotto il ciondolo c'era un cartoncino con poche parole.

 

Un pensiero che non potrà mai competere con i tuoi occhi.

 

Arrossì leggendo quella frase, poi sorrise e mise al collo la pietra: era troppo bella per non metterla subito.

Con quel nuovo gioiello scese le scale dove incontrò Luna: quella ragazza era ovunque, nemmeno la stesse pedinando.

- Ehi Gin! Finalmente è arrivata la festa! Sarai contenta: da domani tutto sarà perfetto e potrei dedicarti ad Harry. Anche se non ho capito cosa avevi di tanto urgente da fare in questi giorni. -

- Lasciamo stare Luna. Stasera tutto sarà finito. Odio questa festa. -

- Dal tuo tono di vece deduco che stai per squagliartela di nuovo! -

- Deduci bene amica mia, ma per l'ultima volta! – Sorrise e se ne andò verso il secondo piano, dove il quadro con la frutta l'avrebbe condotta nelle cucine dove avrebbe dovuto fare il dolce.

Quando la porta della cucina si aprì, Ginevra entrò e un piccolo elfo le andò in contro.

- Signorina Weasley che ci fa lei qui? Oggi non può stare qui, ci sono le ragazze che devono preparare i dolci! – Squittì l'elfo, servizievole: la piccola creatura portava un buffo berretto di lana, una sciarpa e un paio di scarpe distrutte, e addosso uno straccio bianco tutto rovinato.

- Ciao Dobby, sono qui per fare il dolce. – Rispose lei: l'elfo sorrise alla notizia e la prese per mano, trascinandola verso un lato della cucina dove c'erano alcune tende che nascondevano la zona.

- Venga signorina, qui troverò tutto l'occorrente che le serve, e se vuole una mano la posso aiutare io! Sarei molto onorato di aiutare la fidanzata del signor Harry Potter! -

- Beh una mano mi piacerebbe averla, ma vorrei che mi supervisionassi: non sono molto brava, ma vorrei riuscirci da sola. -

- Certo vengo subito! - I due si chiusero dentro un quadrato dove gli elfi avevano allestito una specie di cucina improvvisata.

Con molta attenzione e precisione iniziò a immergere i biscotti nel latte: Dobby le dava paziente indicazioni per fare la torta al meglio.
- Sa signorina, quando ero a servizio dei Malfoy, la signora Narcissa la faceva spesso al signorino Draco. Ne era molto goloso, era l'unica cosa che la signora faceva con le sue mani. -
- E a Draco piaceva? – Chiese, non si rese nemmeno conto di aver chiamato il ragazzo per nome.
- Signorina, ma fra lei e il signorino c'è confidenza? – Chiese sorpreso il piccolo elfo, guardandola attento.
- Assolutamente no! Tra noi non c'è nulla: quel viscido serpente dovrebbe bruciare all'inferno! -
- Deve stare attenta! I Malfoy sono persone cattive, subdole, e non fanno nulla senza un secondo fine... – La mise in guardia Dobby: non voleva che una brava ragazza come lei finisse nelle grinfie di quel serpente velenoso, ma non poteva immaginare che ormai la piccola Weasley era già stata morsa, e il veleno era già in circolo.
- E' perfetto! – Sentenziò, vedendo il risultato.

Nessuna delle precedenti torte era venuta così bene: i biscotti erano appena umidi e tenevano perfettamente la loro forma, lo strato di torrone era perfetto e anche la cioccolata era pari.

Sul sapore non poteva pronunciarsi, ma l'aspetto era perfetto.
- Ora dove la metto? – Chiese lei, contemplando la perfezione di quel dolce.
- Lo dia pure a me, ci penso io a impacchettarla e a sistemarla al suo posto. -
- Allora io andrei, ti ringrazio Dobby, mi sei stato di grande aiuto. – Guardò l'elfo portare il suo dolce nell'altra stanza, poi uscì di soppiatto dalla cucina e andò alla ricerca di Hermione, che le aveva promesso a che si sarebbe preparata con lei.
- Gin ti ho cercato ovunque... dove sei stata? – Chiese Herm quando la vide comparire in Sala Grande.
- Un po' qua un po' là... -
- Amore prima di andare a cambiarti ti va un giro per il parco? – Le chiese Harry speranzoso.
- Certo Harry andiamo! - Passeggiarono nel parco, mano nella mano, parlando del più e del meno e godendosi quel momento che avevano per stare assieme.

La ragazza sorrideva felice, anche se nel profondo della sua mente c'era qualcun altro ad occupare i suoi pensieri, e non poteva farci nulla.

Una parte di lei non vedeva l'ora che lui ricevesse il dolce, voleva sorprenderlo fargli vedere che le era riuscito e che le era riuscito bene; se ci pensava in modo razionale non capiva perché ci tenesse tanto alla sua approvazione, non c'era motivo per cui lei volesse le sue malate attenzioni eppure in quella settimana si era ritrovata più volte rispetto al solito nella stanza delle necessità sperando nel suo fastidioso arrivo.

Era saccente, petulante e aveva un modo di fare da perfido bastardo viziato rampollo di ricca famiglia che le dava sui nervi, ma quando la fissava negli occhi il suo cuore batteva alla velocità della luce, doveva concentrarsi su qualcos'altro per non arrossire alle sue attenzioni: credeva di essere migliore di tutte quelle petulanti ragazzine che appestavano la scuola le quale sbavavano per il biondo serpe verde, e invece ci era cascata anche una parte di lei.
- Amore, a che pensi? – Chiese Harry, vedendola pensierosa.
- Ho paura per stasera. E se il mio accompagnatore fosse brutto o pericoloso? – Chiese lei; ovviamente non era questo a renderla inquieta, bensì quei sentimenti che le vorticavano dentro e quella speranza che si rifiutava di ammettere, la quale era invece scolpita nel suo cuore.

Doveva essere malata, dovevano chiamare il San Mungo, prenotare una camera nel reparto di psichiatria e chiudercela dentro per poi buttare la chiave, perché nessuna Weasley sana di mente avrebbe potuto desiderare un Malfoy come cavaliere per il Ballo dei Fondatori.
- Tranquilla, durerà poco, verrò io a salvarti. – Rispose lui premuroso, ignaro che lei avrebbe voluto che fosse un altro a correre in suo aiuto.

Rise al solo pensiero di quella scena assurda.
- Scusa Harry sei così dolce. Ti amo tantissimo! - Rimasero ancora fuori stesi sul prato a farsi le coccole e a sognare il loro futuro fuori dalla scuola.
- Ti sposerò e ci ameremo per sempre! – Predisse lui, sicuro che quello fosse davvero quello che sarebbe successo.
- Per sempre. Ora però rientriamo, ho freddo! -
- Va bene Amore, entriamo! – I due non si erano accorti di essere stati seguiti per tutto il pomeriggio: qualcuno li aveva osservati e aveva origliato le loro conversazioni, per nulla contento di quello che aveva sentito.

Ginevra Weasley doveva essere sua, avrebbe rovinato per sempre i piani romantici di quel fesso di Potter e se la sarebbe portata via per sempre solo per fare un dispetto.

 

- Ginevra finalmente! Ma quanto tempo sei rimasta con Harry? – Le chiese Hermione appena questa entrò in camera: la castana era già lavata e si stringeva un accappatoio addosso.

- Ultimamente non ci siamo visti spesso! -

- Sì, sì... Fila sotto la doccia! -

- Sì capo! – Rispose, facendole il saluto militare per poi correre dentro il bagno appena in tempo per evitare la spazzola che le era stata lanciata contro.

- E muoviti! -

- SI’! – Rispose dalla doccia la rossa.

I preparativi furono lunghi, ma divertenti: le due bisticciavano e si lanciavano dietro le cose come due bambine, e così facendo i preparativi si erano prolungati all'infinito.

- Herm le buste! – Urlò Ginevra, vedendo le buste rosa che erano appena comparse sui loro abiti appoggiati sul letto.

- E' così tardi? – Chiese Hermione, buttando un occhio al suo orologio da polso: le lettere dovevano arrivare nelle otto e alle otto e trenta sarebbe iniziata la festa, per poi cenare alle nove tutti insieme.

- Sono già le otto? Herm muoviamoci. – Ginevra buttò la busta sul letto e prese il vestito.

- Non sei nemmeno un po' curiosa di vedere chi sarà il tuo accompagnatore? -

- L'accompagnatore che voglio è solo uno! E ci saranno un milione di ragazzi e quindi le possibilità che io vada con quella persona è una su un milione. Perché guardare il biglietto, tanto non sarà mai lui. – Fece Ginevra, rassegnata e arrabbiata.

Hermione le sorrise compressiva, non sapendo però che la rabbia di lei non era per la situazione del biglietto, ma solo perché anche se aveva iniziato il discorso pensando ad Harry era finita a pensare a Malfoy.

- Vieni, ti chiudo il corpetto. – La incoraggiò Hermione, e facendola voltare, iniziò a tirare i lacci del bustino con forza per far aderire l'abito in modo perfetto.

- Ahi! Cavolo Herm io voglio respirare! – Esclamò Ginevra dopo l'ennesima strattonata.

- Vai, ora sei perfetta. Chiudi anche il mio per favore. – Hermione indossava un vestito di un blu notte, e come voleva lo stile dell'epoca anche il suo aveva un corpetto che si chiudeva dietro.

- Ecco fatto Herm: il blu ti sta davvero bene. – Commentò Ginevra, guardandola.

Hermione sorrise al complimento e si mise la maschera, una semplice maschera di pizzo blu che le copriva gli occhi.

- Tu sei una favola, la maschera poi è bellissima! Ma Gin, quello è un vero smeraldo? – Chiese la castana, vedendo solo in quel momento il ciondolo che l’amica portava al collo.

- Mmm. No ma che, è soltanto un gingillo che ho comprato al Villaggio l'altra settimana. –

Rispose lei: non aveva alcuna intenzione di dirle che era un regalo di chissà chi, ricordava bene cosa era successo con la scopa che Harry aveva ricevuto per il suo terzo anno a Natale. No, la pietra le piaceva e l'avrebbe indossata, incurante di quello che poteva pensare l'amica.

- Molto carino! Dai prendiamo le buste e andiamo. - Arrivate sulle scale le due si separarono.

Ginevra rimase un attimo indietro e guardò l'amica scendere e guardarsi attorno: aveva aperto la busta e con loro orrore avevano scoperto che non c'era scritto il nome, ma solo un modo per distinguere l'accompagnatore.

 

Riconoscerà il suo cavaliere quando il braccialetto si illuminerà.

 

La ragazza alzò un sopracciglio: dentro la busta c'era un braccialetto in perle bianche.

Lo mise al polso e con un sospiro entrò in Sala Grande.

La sala era completamente trasformata: non c'erano più i lunghi tavoli dove solitamente consumavano i pasti.

Ora c'erano tanti piccoli tavolini per due, con sopra una candela.

Ad alcuni c'erano già le coppie che parlavano tranquille, altri invece erano vuoti.

Le solite candele che illuminavano la sala erano sparite, sostituite da lanterne di carta che rendevano l’atmosfera più suggestiva. Girovagò per un po' fino a che qualcuno non le andò in contro.

- Scusi sono mortificata. – Fece lei imbarazzata: non solo dovevano vestire in quel modo, ma anche parlare e atteggiarsi come se fossero davvero al tempo dei Fondatori.

- Nessun problema, signorina. – Rispose con cortesia il ragazzo.

Le pietre si illuminarono, e la rosa che il ragazzo aveva in mano cambiò colore, da bianca divenne improvvisamente rossa.

- Quindi è lei la mia dama? – Chiese lui, dandole il braccio e porgendole la rosa.

- A quanto pare. Grazie. –

Ginevra gli prese il braccio e accettò con piacere la rosa che lui le porgeva, poi lo squadrò con attenzione: era più alto di lei di tutta la testa, non era grasso, ma nemmeno magro, e sembrava ben in forma.

I suoi occhi erano di un azzurro stranissimo, e i suoi capelli erano neri.

I lineamenti del viso erano delicati e sofisticati, e le labbra fini si stendevano in un sorriso sghembo ed estremamente sexy.

Sedettero ad un tavolo senza perdersi troppo in convenevoli, chiacchierarono per un po' del più e del meno, ma rimanendo sempre sul vago.

- Sai, non ho idea di chi tu sia. – Fece di punto in bianco Ginevra, mentre beveva un sorso di idromele.

Lui rise, guardandola attentamente negli occhi, la sua attenzione però scese alla scollatura del vestito.

- Bella pietra. -

- Grazie, me l'hanno regalata. – Sorrise ancora lui: c'era qualcosa di famigliare nel suo modo di sorridere, ma non riusciva proprio a capire chi fosse.

Lo guardava negli occhi e sentiva come se qualcosa le stesse sfuggendo, ma la serata era troppo piacevole per iniziare un qualsiasi interrogatorio o rovinarla scoprendo chi c'era sotto la maschera.

- Sai, concordo con te. -

- Su cosa? – Chiese, stupito da questo commento inaspettato.

- Non mi interessa chi sei, mi sto divertendo e non ho voglia di pensare ad altro. -

- Perfetto e la serata è solo all'inizio. –

Il ragazzo si alzò e le tese la mano, lei la prese e si lasciò guidare in pista.

Ballarono stretti l'uno a l'altra.

- Sei maledettamente bravo. – Commentò sorpresa lei: ricordava bene come tutti i suoi fratelli fossero tutti pessimi ballerini, ma lui, Merlino, lui era un ballerino provetto.

- L'etichetta vuole che si balli a questo tipo di festa, soprattutto se in compagnia di una dama come te... Stanno per servire la cena forse è meglio tornare a sederci. -

- Certo. -

 

Il tempo volò per la giovane ragazza, che non si accorse nemmeno del tempo che passava: mangiava e parlava tranquillamente, e tutto le sembrava strano, come se fosse perfetto.

- Assaggia l'aragosta è deliziosa. – Fece lui, portando la sua forchetta alle labbra della dama.

- Mhmm è deliziosa, ma non credo che ci stiamo comportando come all'epoca dei Fondatori.. - Constatò lei, intercettando lo sguardo disgustato del professor Piton.

- Non badare a lui, è solo geloso perché noi ci divertiamo e lui no.. –

Rise ancora, e Ginevra si sorprese di quanto fosse facile ridere con quel ragazzo.

Possibile che non l'avesse mai visto? Uno come lui doveva essere popolare tra le ragazze, perché allora non riusciva a capire chi fosse.

- Non spremere troppo quella testolina, non è arrivato ancora il momento per sapere chi sono. Torniamo in pista? –

La cena era finita, e i tavoli stavano scomparendo, lasciando libero lo spazio per ballare.

Mentre volteggiava tra le braccia del suo cavaliere, intravide suo fratello ed Harry che la guardavano in malo modo: non si stava comportando bene nei confronti di Harry, ma alla fine non stava nemmeno facendo chissà quale torto al suo ragazzo.

Per quella sera era lui il suo accompagnatore, ed erano ad una festa, quindi si sarebbe divertita.

Gli eventuali problemi erano destinati al giorno seguente.

- Ti vedo nervosa. -

- Beh, c'è il mio ragazzo che mi guarda male, è geloso. -

- Allora forse è meglio se ti lascio andare da lui, non vorrei che litigaste per colpa mia... Io vado a prendere una boccata d'aria in giardino. A tra poco. – La ragazza lo vide uscire poi, sospirando, si avviò verso il suo Amore.

- Ciao Harry... – Lo sguardo di lui non preannunciava niente di buono.

 

Il vento fresco che soffiava nel parco gli provocò un brivido lungo la schiena: in quella sala faceva un caldo tremendo.

Si sfilò la maschera, spezzando così l'incantesimo che aveva imposto su di essa.

I capelli tornarono biondi, e gli occhi assunsero la solita sfumatura di ghiaccio.

Draco Malfoy aveva appena gettato la maschera.

A passo veloce si avviò verso il bordo della Foresta Proibita: il braccio gli bruciava, segno che lo stavano chiamando, l'ora doveva essere vicina.

Le attenzioni di quel fesso di Potter erano arrivate al momento opportuno: aveva faticato non poco a condizionarlo, segno che l'effetto della pozione stava svanendo.

- Finalmente sei arrivato... -

- Gli studenti sono tutti in Sala Grande, a mezzanotte ci sarà il brindisi.

Vi consiglio di attaccare in quel momento. -

- Perfetto Draco, siamo tutti molto fieri di te, soprattutto il nostro Lord. -

- Grazie zia Bella... -

 

Nel frattempo in Sala , qualcosa non andava: non era tutto rose e fiori come si poteva immaginare. Anche in paradiso c'erano problemi, ed erano anche molto grossi.

- Harry sei completamente pazzo? Io non ci ho fatto nulla con lui. – Si difese lei, ma Harry non era capace di ascoltare, era troppo arrabbiato, e il fratello bolliva come una pentola a pressione per il suo comportamento da “puttana”, come lui l'aveva definita, non aiutava a sistemare quell'assurda situazione.

- Ti sei strusciata tutta la sera a lui! – Commentò Harry, acido.

- Ho solo ballato! E cenato tranquillamente con il mio cavaliere, non ho idea nemmeno di chi sia e nemmeno mi interessa. – Esclamò inviperita lei: Harry era diventato tremendamente ottuso e stupido e, in quel momento, la gelosia era davvero una cosa stupida e insensata.

- Eravamo rimasti d'accordo che ci avresti solo cenato poi saresti venuta da me! -

- Harry, non posso piantare il mio accompagnatore. L'avrei fatto se avessi avuto una scusa valida, ma è stato carino e la serata piacevole, perché vuoi rovinare la festa? Non ci ho fatto nulla, e tu sei qui con Cho! Secondo te io sono felice di questo? No, eppure io, al contrario di te, mi fido! – Con questa conclusione, la ragazza si allontanò e uscì dalla Sala.

Improvvisamente, la stanza era diventata troppo piccola per contenere sia lei che Harry.

Uscì nel parco, e una ventata gelida la investì: rabbrividì, ma non si lasciò abbattere, si guardò attorno alla ricerca del suo cavaliere.

Non era rientrato.

Aveva tenuto un occhio sulla porta per tutta la discussione con Harry, quindi doveva essere ancora fuori.

Afferrò la gonna e iniziò a camminare verso il lago.

Percorse con attenzione le pietre scivolose per colpa dello strato di ghiaccio.

Si guardò attorno, ma non scorse nessuno.

La luna piena illuminava il parco, rendendole facile vedere chi ci fosse.

Continuò a scendere verso il lago, e alla fine lo scorse o almeno, scorse una figura che immaginò fosse lui.

Nessuno era tanto pazzo da mettersi a passeggiare per il parco con quel freddo.

Ginevra si avvicinò velocemente.

- Ehi che ci fai qua? – Il ragazzo si voltò verso di lei: si era tolto la maschera e ora poteva vederlo in viso, ma la luce della luna gli metteva il volto in ombra, impedendole di vedere chi fosse.

- Come è andata con il tuo ragazzo? – Chiese lui, cercando di non farsi riconoscere.

- Male, abbiamo litigato.. – Rispose lei, facendo un passo avanti.

Aveva già vissuto quella situazione, erano giorni che sognava quel momento, e tutto le fu chiaro quando riuscì a vederlo in viso.

Il mondo sì congelò: il destino aveva agito, e lei nemmeno se ne era resa conto.

I sogni avrebbero dovuto metterla in guardia da quel fatto, e invece lei ci si era buttata di testa.

- Non è possibile, Malfoy... – I rintocchi dell'orologio in cima alla torre sud segnarono la mezzanotte.

In un attimo, lui le fu accanto, bloccando ogni suo movimento, mentre i Mangiamorte uscivano silenziosi dalla foresta.

- Molto bravo Draco, ci vediamo a casa... – Fece uno degli uomini incappucciati.

- Certo... – Ginevra contò almeno una trentina di uomini.

Cercò di allontanarsi e correre via da lui, ma non ci riuscì.

- Ah ah, dove credi di andare, piccola Weasley? Stai ferma. Immobile. – Il suo corpo si blocco come fosse una statua di pietra.

Inutili furono tutti i suoi sforzi per cercare di rompere l'incantesimo.

- Sei proprio ingenua, sei caduta nella mia trappola... gli occhiali, il dolce e pure la collana.

Ti facevo più furba, e invece sei solo una sciocca ragazzina. – Ginevra non capiva cosa stesse succedendo. Come faceva solo la sua voce ad avere un potere così forte su di lei?

- Tu sarai per sempre soggiogata al mio volere, e non potrai mai liberarti di me. Tu non mi tradirai mai, perché tu mi ami! – Fece lui, con voce pericolosa.

- Io non... – Cercò di dire lei, ma le parole le morirono in gola.

- Ah ah... non conosci questa pozione? Bastano solo poche gocce per farti fare quello che voglio io.

Molto ingenuo da parte tua indossare qualcosa che non sai da chi arriva. Non potrai mai toglierla. – Sibilò lui, toccando la pietra.

Ginevra poté solo maledirsi mentalmente, mentre lui le accarezzava i capelli.

- Sei quasi accettabile, e ti userò per divertirmi: sarai la mia schiavetta e accetterai di fare tutto quello che io vorrò, perché tu mi ami. Lascerai Potter e la tua famiglia, tradirai tutti e verrai via con me. -

- Io... Verrò via con te... – Mormorò lei, mentre lacrime amare rigavano il suo viso.

Guardò il castello esplodere e sentì le urla dei suoi compagni, ma non poteva farci nulla.

Qualcuno aveva cercato di metterla in guardia, e il destino le aveva dato la possibilità di non essere li in quel momento... quanto era stata stupida, quanto era stata ingenua.

E ora, proprio come la professoressa le aveva predetto, le ali nere delle tenebre la stavano avvolgendo.

- Andiamo, e l'ora di essere marchiata. – Ginevra annuì debolmente e sparì con il male in persona.

 

Il destino aveva aperto la sua porta e l'aveva condotta dal suo malato e pericoloso “Amore”.

 

 

Fine

 

FINE! Che ne dite? Lo so forse l'ultimo capitolo è stato un po' affrettato, ma non sono troppo brava a scrivere i finali soprattutto questo tipo di finali.

La storia è finita, proprio finita finita. Almeno quando l'ho scritta non avevo in mente di fare un seguito e tutt'ora non ho in mente nessun seguito quindi mi spiace ma è proprio finita.

Ho dato a Draco un ruolo che non gli avevo mai assegnato, lo stronzo bastardo che la Row gli ha dato mi dispiace, nemmeno a me piace troppo, ma per una volta può passare.

Un bacio

alla prossima storia.

 

VI PREGO COMMENTATE IN TANTI!!

 

MiaBlack

   
 
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