Alla
mia Puffetta
che oggi compie 9 anni.
- La ragazzina non ha aggiornato. Sono preoccupato.
Dall’altro capo della stanza, una testa dietro uno schermo grugnì.
- Sta sicuramente bene, una come lei può solo stare bene.
Mark fece quello che faceva sempre negli ultimi tempi. Alzare gli occhi al cielo. Non che fosse particolarmente religioso lui, figurarsi, ma non gli andava più di sprecare fiato inutilmente.
Dopo il colloquio con la “bestia” così gentilmente soprannominata da Andres, Mark non aveva fatto altro che sentirne di tutti i colori su quella “dannata ragazzina alta un metro e un tappo che gli aveva dato filo da torcere al colloquio”.
Se fosse stata una persona meno intelligente non avrebbe dato peso a quegli sfoghi, ma siccome era un fottuto genio, aveva notato quante volte il suo migliore amico bofonchiava a mezza voce sulla nanerottola.
E se la godeva. Oh, se se la godeva.
Viveva in attesa del fatidico aggiornamento della nana, dove avrebbe sputato veleno sul suo amico facendolo andare in estasi e controllava, su per giù, quelle dodici volte al minuto la pagina del blog “Se la fortuna è cieca la Sfiga ha quindici decimi”.
Era in ritardo di una settimana più o meno. Di solito aggiornava con cadenza regolare, ogni volta che gliene capitava una al massimo postava prima il suo intervento, ma di solito faceva una volta ogni sette giorni. Lui, che in gran segreto si era iscritto, sapeva sempre quando il puffo scriveva qualche baggianata, addirittura il suo iphone lo avvisava.
Ma siccome si sa, gli Iphone si potrebbero rompere, continuava imperterrito ad aggiornare quella pagina, in attesa di un articolo che l’avrebbe fatto morire dal ridere e avrebbe messo alla gogna il suo permalosissimo migliore amico.
Se la ricordava bene la nanerottola.
Una pallina impazzita vestita di nero, con un ciuffo rosso, la lingua di una vipera e l’intelligenza propria delle donne.
Le avevano fatto le domande più assurde di questo mondo. Ad un certo punto lei li aveva guardati con uno sguardo che indicava per filo e per segno che pensava che parlare con loro equivaleva a parlare con un decerebrato.
Ovviamente, aveva interrotto immediatamente il colloquio a quel punto, nonostante quell’idiota di Andres premesse per andare avanti.
Un bip al cellulare, lo ignorò e continuò a fissare il suo amico.
Non era brutto, non era bello… era nella norma. Certo, non si poteva dire che fosse un figo atomico come lui, ma d’altronde di quei tempi chi lo era?
Poteva effettivamente vantarsi di avere un sorriso perfetto, dei capelli splendenti, un fisico statuario e una mazza da baseball fra le gambe “provare per credere” ma il fatto che avesse un cervello funzionante lo portava a non riuscire a stare con delle super modelle con in testa il classico criceto che gira sulla ruota.
D’altro canto anche l’occhio vuole la sua parte e in quel posto non poteva assolutamente frequentare nessuno.
Il che era un peccato punibile per legge, secondo Mark, che condivideva il pensiero di molti per il quale il sesso fra colleghi è cosa buona e giusta. Un diritto inalienabile.
Se non fosse stato per il fatto che comunque ne aveva una diversa a notte che arrivavano da tutte le parti avrebbe anche potuto licenziarsi.
Bhè, oddio, non proprio. I benefits che aveva lì glieli potevano concedere solo a Scotland Yard, e a lui di rischiare la vita per il suo paese gliene fregava ben poco.
Un altro bip del cellulare venne ignorato alla grande.
- Allora hai deciso che fare? – glielo domandò pronto a dare battaglia, come suo solito.
- Non so ancora. Se la assumiamo, non sapremo mai se sarà abbastanza intelligente da pensare male dei clienti senza farlo notare.
- Beh, dai, con noi non ha dimostrato così apertamente la sua ostilità. –mentì spudoratamente Mark.
Andres lo guardò interdetto.
- Sono indeciso fra “mi stai prendendo in giro” o “ti sei bevuto il cervello”. Quando se n’è andata ci ha silurati con lo sguardo.
- Eddai Andres, le avevi fatto fare un gioco con le figurine, che ti aspetti che ti dica, grazie per averla scambiata per una bimba di cinque anni?
- Ma che ne sa lei che quel gioco non è uno degli espedienti degli psicologi per capire se davanti ci ritroviamo una psicopatica o meno!?
Ennesimo bip dal cellulare.
- Andres non dire scemenze per una volta. Dalle figurine l’unica cosa che potevi capire era se avesse un minimo di occhio per l’abbinamento di colori e, per l’application che ha fatto lei, questo non è richiesto visto che i set di bottega Veneta sono tutti abbinati fra loro e l’unica cosa che ha da fare è consigliare il borsellino uguale alla borsa.
- Questo non c’entra niente - …bip – il fatto è che le si legge in faccia tutto quello che pensa e se arrivasse la classica-…bip- riccastra che non ha trombato di notte e vuole sfogarsi con la commessa, quella bestia potrebbe anche mandarla a-…bip – quel paese. Potrebbe anche aver ragione ma come giustifico io ai capi l’assunzione di una ragazza capace di mandare-…bip - affanculo i clienti?
…bip.
- E controlla quel cellulare o te lo lancio fuori dalla finestra.
Mark recuperò il suo cellulare e continuò imperterrito a perorare la causa della gnoma.
- Senti, ci ha mandati a farci fottere? No. Ci ha chiesto se siamo decerebrati? No. Ci ha guardati male? Si. Ma non ci sarebbero prove se una cliente si lamentasse di lei e comunque, ha un curriculum invidiabile da quel punto di vista, ha lavorato due anni in un supermercato dove so per esperienza che arriva gente di tutti i tipi a rompere le palle. Si è già fatta le ossa.
Bip.
- Ma che ti frega se la assumo o meno? – si arrese Andres.
Mark sfoderò il suo sorriso migliore.
- E chi mi migliora la giornata se non c’è lei a commentare in maniera sarcastica sul suo blog le cazzate dei nostri clienti?
Il suo amico lo guardò basito.
- Questa è la tua motivazione?
Mark gli mostrò il suo cellulare.
- No, questa è la mia motivazione. Ha aggiornato.
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Caro Crisponzio,
in ritardo di una settimana rispetto al previsto ti
aggiorno su tutti
gli avvenimenti che hanno costellato la mia vita dura e difficile.
Tu ti chiederai “non hai un lavoro,
com’è che hai ritardato
nell’aggiornarmi sulle tue sfighe?”
Credimi se ti si rompe il computer è
abbastanza semplice.
Sono una bassotta alta un metro e una cipolla, ma
evidentemente ho il
braccio di Thor, perché semplicemente infilando lo spinotto
dell’alimentatore
nel mio portatile ho rotto il suo incastro mandandolo dentro e, quindi,
il mio
pc non si poteva ricaricare.
Bella la vita eh?
Beh, la vita è bella quanto un riccio
infilato sotto la pianta del
piede.
Il mio amico informatico mi ha dato buca per due
giorni di seguito. E
io non sapevo minimamente come cazzo si smontasse un dannatissimo
portatile.
Mi domando veramente perché sono
così sfigata. Quando mi si ruppe lo
spinotto che collegava lo schermo alla base del pc mi è
bastato un cacciavite e
mi sono arrangiata da sola.
Il portatile invece no, è diverso.
Il portatile ha quelle duecentottanta viti
incastrate come solo un
diamante può essere incastrato ad un pezzo di roccia e va
smontato su due
livelli.
Prima smonti la parte della tastiera e poi smonti
il dietro.
Tu dirai “e che sarà
mai?”. Prova tu a sfilare un diamante dalla terra
senza un piccone e poi riformula la domanda.
Avevo tre cacciaviti. Uno a stella e due
inclassificabili. Quello a
croce era utile come una betoniera in camera da letto, girava a vuoto,
se lo
infilavi bene era matematico che poi svitavi dalla parte sbagliata, se
non lo
infilavi bene ti prendeva per il culo e ti faceva SEMBRARE che si
stesse per
togliere quella fottuta vite. Ovviamente dopo mezz’ora si
è rotto, aveva un
manico in plastica. E’ evidente che era un cacciavite
inglese, insomma, chi con
due briciole di cervello farebbe un cacciavite così male che
dopo il primo sforzo
si sfila e diventa inutilizzabile?
Gli inglesi, appunto.
Il secondo era piatto con la base larga,
l’ho dovuto infilare dandoci
un colpo sopra e poi girando di neanche 45 gradi… dovevo
cercare di sbloccare
quelle viti che sembravano SALDATE dentro la struttura del pc e poi
usare il
cacciavite di prima che a quel punto non avrebbe potuto NON funzionare.
Era pretendere troppo, dopo dieci minuti quel
cacciavite si è
scheggiato ed è stato tutto inutile.
Dopo TRE ore di imprecazioni, luce che salta, amico
che si mette a
smontarti il pc che si incazza e lancia il cacciavite al muro
riusciamo, non si
sa ancora bene come, a togliere tutte le viti meno una.
Tu dirai “ma si, quell’una non
è così importante”… invece
era quella
che teneva collegata la struttura del pc al suo schermo dalla parte
dell’alimentatore rotto. Senza quella vite non potevo fare un
cazzo.
Mi sono messa a cucinare una pizza, nel senso che
mi sono alzata dalla
sedia per sbatterci in forno un ammasso di roba che solo gli inglesi
potrebbero
definire pizza bestemmiando in aramaico antico per calmarmi, poi con un
sorriso
in faccia torno in salotto pronta a dare DI NUOVO battaglia a quella
vite di
merda.
Potevo evitare, Il mio coinquilino che veniva a
farmi compagnia in
cucina mi ha tirato la porta in testa. Ennesimo bernoccolo che si va ad
aggiungere alla mia faccia da pirla.
In salotto trovo che in quei tre minuti e mezzo che
ho usato per
lanciare la pizza in forno le altre mie due coinquiline hanno spostato
tutto
sul divano perché loro dovevano cenare.
Tu dirai “bhè alla fine il
tavolo serve a quello”.
E io ti dico “evita di fare ste domande
del cazzo perché mi stai
prendendo male”
Il tavolo che abbiamo è per 10 persone,
loro erano in due, mangiavano
un orrore di insalata con lo zucchero, carne e pane. Che cazzo gli
costava
spostare tutto di dieci cm o CHIEDERMI?
Evidentemente tanto. E mentre loro usavano un metro
quadro rispetto ai
duecento del tavolo io pensavo ai diversi modi per ammazzare quelle due
babbuine che nello spostamento di tutto mi hanno perso quelle cinque
viti che
servivano per tenere ferma la tastiera.
Quando dico che sono circondata da un branco di
idioti non faccio il
verso a Scar, dico la verità, che per quanto dolorosa sia
è sempre quella e
immutabile.
Dopo aver tirato giù tutto il panorama
ecclesiastico mi sono rimessa a
cercare di levare quella vite dal pc. Come risultato, mi sembra anche
logico
che abbia carbonizzato la pizza che avevo sbattuto in forno e di cui mi
ero
completamente scordata.
Sono pure dovuta uscire a comprarmi da mangiare.
Dopo un’altra ora riusciamo a
scoperchiare il mio portatile. Lì il mio
coinquilino si mette ad operare la sua magia, scollega l’hard
disk, toglie il
lettore cd, toglie tutto… e si scopre che non sono
semplicemente Thor, sono
proprio Hulk, ho rotto definitivamente quello spinotto. Ci ho messo
quattro
litri di colla sopra e sono rimasta mezz’ora con il dito su
quello spinotto, in
attesa che la colla si decidesse a funzionare.
Poi abbiamo preso una delle mie bacchette del
cinese, l’abbiamo
tagliata e ci abbiamo aggiunto il pezzo tagliato in maniera tale che
premesse
lo spinotto ancora di più verso il fuori,
cosicché sto cazzo di spinotto
potesse ricaricarsi.
Tutti contenti, andiamo a richiudere il pc
e… e niente, lo abbiamo
messo dalla parte sbagliata, andava a fare contatto con la parte di
sopra della
tastiera e lo abbiamo dovuto smontare di nuovo.
Nel frattempo il pezzo della bacchetta (di cui
prima non vi ho detto
che l’abbiamo dovuta tagliare tre volte perché per
tre volte abbiamo sbagliato
le misure) si era già incollato alla colla… una
fatica staccarlo che non vi
dico.
Bene, rimontiamo tutto, vediamo che funziona ma
stacchiamo subito
perché abbiamo voluto attendere che la colla si asciugasse
del tutto.
Ieri mattina pronta a scrivere del mio disastroso
colloquio a
Selfridges vado ad accendere il pc e sto robo (no piccolino, non sei un
robo,
ti voglio tanto bene, non ti rompere più ti prego che
è stato quasi morire di
morte lenta e difficile, fai il bravo, sei il mio piccolino
bello)…
- Eddai, ma come facciamo ad assumere una che parla col suo pc!?
- Stai zitto e fammi leggere, coglione, questa è arte.
…ha deciso che se funzionava lo spinotto
dell’alimentazione non poteva
funzionare anche la ventola.
Dopo cinque minuti si è spento il pc. Ho
tirato giù le ostie e le
madonne e ho aspettato fino a ieri sera perché la ventola
non partiva. Non
partiva. NON PARTIVA CAZZO!
Appena è rientrato Giuseppe il mio
coinquilino l’ho quasi azzannato
perché CAZZO, non funzionava lo spinotto e ora non funziona
la ventola che ha
sempre funzionato?...
- Ma dai Mark, si incazza così per un pc, cosa succede se arriva un cliente che le rompe le palle per 10 minuti e poi non compra?
Mark lo guardò, indeciso se prenderlo a pugni o se mandarlo a cagare e fare di testa sua.
- Ti sembra una a cui gliene frega qualcosa se non le comprano un borsellino?
…Mi ha dovuto rismontare tutto ed
effettivamente il genio non aveva
collegato bene non so che cavo. Quando ha rimesso in sesto il mio pc
l’ho
coccolato per ore mentre pensavo a quanto della mia vita ci sia in
questo pc.
Lo so, è un ammasso di polvere,
briciole, capelli, e chi più ne ha più
ne metta, ma cazzo è il mio pc, l’ho pagato io coi
miei soldi, ci tengo, è la
mia vita al momento e visto che mi manca un ragazzo con cui compensare,
male che
vada mi guardo pornazzi sul mio pc, no?! Mi pare che non faccia una
piega…
- E chi ti dà torto, gioia!
… e no, non scherzo cazzo, voglio che
per una volta anche le femmine
ammettano di aver guardato un pornazzo. Lo pretendo.
E i maschietti dovrebbero ammetterlo senza tante
pippe mentali.
Ho un chiaro ricordo del pc di un mio amico
INTASATO da certe schifezze
(non sono contro il sesso e contro i porno, ma certe cose sono proprio
idiote)
che negava, neanche avesse sul pc video di lui che uccide cuccioli di
koala!
Il sesso è naturale! Fatelo e in
abbondanza, Be safe comunque, usate il
preservativo.
Mi raccomando su questo punto.
… Si vede che mi devono arrivare le mie
cose inizio a sparare minchiate
a tutto andare.
La verità è che settimana
scorsa ho fatto il colloquio più stupido di
tutta la mia vita. Roba che se me lo raccontavano non ci credevo.
La cosa strana sapete qual è?
Che ho incontrato l’uomo più
bello che abbia mai visto e sembrava quasi
conoscermi. L’altro non lo commento neanche o prendo a
mazzate il mio pc.
…no no scherzo bello della mamma, non ti
prendo a mazzate, dopo ti
pulisco per bene, ti passo anche l’aria compressa, visto che
ti voglio bene?
Ecco non farmi più scherzi.
Dicevo, la cosa più strana è
che sono arrivata con 45 minuti d’anticipo
e davanti a me c’erano altre tre ragazze in attesa di
colloquio…
- Ahia, ci ha sgamati…
… e sono durate neanche 10 minuti a
testa.
- Lo dicevo io…
Il mio colloquio, invece, è durato 45
minuti e mi hanno fatto fare le
cose più idiote.
Scusatemi ma ora vi devo proprio lasciare, devo
prendere un aereo, devo
tornare in Italia qualche giorno perché
c’è il compleanno di mia sorella, spero
non mi chiamino proprio in questi giorni da qualche parte per
colloquio/assunzione,(anche se non ci credo che gli asini volano, credo
anche
nella scienza e che ne so io che un giorno non mettano le ali agli
Gnu?) e
rimango sempre nella speranza anche io di essere assunta, e non dal
kebabbaro
sotto casa.
Ma state tranquilli, settimana prossima vi parlo
del demente che mi ha
fatto fare un colloquio con le figurine e che mi ha fatto giocare a
domino…
Che, non lo sapevate che per vendere borse e
portafogli è
INDISPENSABILE riuscire nel gioco del domino?
Io non lo sapevo, non a caso sono una persona
estremamente
intelligente.
Frase del giorno La sfortuna è il grande alibi dei
falliti. Roberto Gervaso (sono in
totale
disaccordo, questa è una stronzata. Sfortuna è
quando ti capita qualcosa di cui
tu non hai una colpa che ti porta sofferenza. Anche perché,
spiegatemi il nesso
fra la mia pitiriasi rosea e il mio essere fallita. Si chiama sfiga,
bello,
drogati di meno.)
Sto ascoltando: She wants Revenge – Up in Flames (Dio che
bella sta canzoneeeeee) decisamente mi stanno per arrivare, sono troppo
lunatica oggi.
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- Ha mentito, aveva detto che non aveva viaggi prenotati per i prossimi tre mesi.
- Che cazzo ne sai tu che la sorella non ha insistito tanto che andasse al suo compleanno?
- E quanti anni ha una che chiede una cosa del genere alla sorella che non lavora e sta cercando lavoro?
Mark si innervosì per la prima volta seriamente, ma continuò a sorridere.
- Senti ma saranno cazzi suoi? Che ne sai tu che quella non ha una sorella di 5 anni?
- E se io la chiamassi oggi per fare l’ultimo colloquio? Come la mettiamo così?
- Non si chiamano le persone per fare colloqui il giorno stesso, quindi sarebbe inutile.
Andres sembrò pensarci su. Poi ebbe l’illuminazione. Prese il telefono compose il numero e davanti ad un Mark basito chiamò la “Bestia”.
- Buongiorno, sono Andres da Selfridges, parlo con Rosa?
Silenzio dall’altra parte. “Ecco, ci siamo”
- Ma certo, buongiorno signor Andres, mi dica.
Questa non se la aspettava. Non si aspettava neanche che Mark mettesse il vivavoce, ma a parte incenerire l’amico non poteva fare più di tanto.
- La chiamavo per chiederle se fosse possibile fissare un secondo colloquio per il sedici di questo mese.
Rosa quasi inciampò quando sentì quelle parole. “Cazzo, proprio il sedici…”
- Ma certo, per che ora voleva farmi il colloquio?
- Per le tre andrebbe bene?
Rosa finse di pensarci un secondo.
- Un secondo che controllo l’agenda. Ecco, come pensavo, il sedici alle due e mezza ho una visita medica, non riuscirei mai ad essere lì in tempo – Andres guardò Mark, trionfante, ma Mark gli fece cenno di tacere - che ne dice se facciamo per le cinque, così siamo sicuri che ho finito?
- Per me va bene. Anche se mi pareva di ricordare che nella sua application non ci fosse scritto di eventuali visite mediche o problemi fisici.
“E vediamo come rispondi a questa!” Mark alzò un cartello con la scritta coglione che lui, bellamente, ignorò.
- Si, sono solo le mie analisi di routine, le faccio due volte l’anno per tenermi sotto controllo, niente di grave, solo che le ho dovute prenotare un mese fa e mi dispiacerebbe doverle spostare di nuovo, magari per un giorno in cui sto lavorando e non posso proprio spostare il mio turno…
Mark alzò il secondo cartello “colpito e affondato”.
- Ma certo, mi scusi, non volevo mettere in dubbio ciò che diceva, ma purtroppo ci capita che persone in sede di colloquio dicano una cosa e poi non è vero. Mentono soprattutto sulla sezione viaggi. Allora ci vediamo il sedici alle cinque. Per qualsiasi problema chiami pure per avvisare.
Mark si mise le mani in testa.
- Guarda che puffetta non è stupida. Lo dimostra il fatto che sia stata così celere nel mentirti. Non provocarla inutilmente.
Ma Andres non si scoraggiò minimamente.
- Non sono io che cerco lavoro.
Mark lo guardò scandalizzato.
- Ma sono io che ho bisogno di un diversivo!
- Il giorno che mi interesseranno i tuoi livelli di noia te lo farò sapere, prima di allora non tediarmi con ‘ste scemenze. – Il tutto accompagnato da vari sbadigli.
- Uomo insensibile.
- Grazie, lo so.
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- Sara non ci crederai MAI, mi hanno appena chiamata da Selfridges, porca puttana ho un secondo colloquio da loro il sedici e mi sono inventata che ho una visita medica.
- Scusa ma tu non rientri esattamente il sedici?
Rosa chiuse gli occhi.
- Si. Quindi andrò direttamente lì dall’aeroporto, sperando che per una volta gli aerei non facciano ritardo.
Silenzio dall’altra parte.
- Si lo so a che stai pensando. Con la sfiga che ha me come meta finale, è sicuro che farò ritardo.
- Ecco, te lo sei detto da sola.
Odino, mi hai fatto passare sta malattia della
pelle, ti prego, ti
supplico, NON mi deludere ora. Fammi ritornare in tempo.
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Scusate il ritardo, probabilmente l'aggiornamento di settimana prossima salta, non posso ancora dire la motivazione perché è una sorpresa per almeno 4 persone che mi leggono, indi per cui... Grazie a tutti quelli che mi recensiscono, quelli che NON mi recensiscono ma leggono, quelli che sono super busy ma trovano il tempo per leggere le mie scemenze, quelli che vanno a letto tardi per me e quelli che rischiano il linciaggio per le troppe risate. Un bacione a tutti!