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Autore: jas_    12/02/2012    32 recensioni
«Visto che le piace così tanto fare l’insegnante, credo che non le dispiaccia se dovrà dare ripetizioni di matematica a Malik che non ha ancora preso una sufficienza dall’inizio dell’anno» osservò Miss Barely, con uno strano sorriso dipinto sul volto, come se fosse fiera dell'idea che aveva appena avuto.
«Sta scherzando spero!» sbottai alzandomi di scatto dalla sedia.
Avrei dovuto spendere il mio prezioso tempo a spiegare a quello lì, che si atteggiava come se fosse Dio sceso in terra, perchè qualcunque numero moltiplicato per zero facesse, appunto, zero?
Pensai tra me e me indignata.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aprii con ben poca energia il mio armadietto, restando ad osservare per alcuni secondi il disordine che ci regnava sovrano all’interno, prima di scorgere il libro di storia che stavo cercando.
Quella notte non avevo dormito per niente bene, un corvo aveva deciso di trovare rifugio sull’albero che c’era nel giardino su cui si affacciava la finestra di camera mia dandomi il tormento con i suo gracchii acuti.
Per non parlare del gatto che mi aveva occupato il fondo del letto, costringendomi a stare con le gambe rannicchiate in posizione fetale, cosa che odiavo.
Io avevo bisogno di muovermi nel sonno, ero sonnambula, parlavo e mi agitavo sotto le lenzuola, così tanto che mi era capitato ben più di una volta di cadere dal letto, e se qualcuno disturbava tutti i miei movimenti, dormivo male, cosa che mi segnava per tutta la giornata.
Il mio umore era molto suscettibile in base agli avvenimenti che mi accadevano, potevo scendere dal letto col piede sbagliato diventando intrattabile ma se succedeva qualcosa di bello, cambiavo completamente.
Ero difficile da capire, e non obbligavo nessuno a farlo.
Raccolsi la borsa che avevo appoggiato per terra dirigendomi a passo di zombie verso l’aula, un mal di testa acuto faceva si che le tempie mi pulsassero e il chiasso causato dagli altri studenti nel corridoio non mi aiutava per niente.
Aggrottai le sopracciglia e arricciai il naso in segno di disapprovazione aumentando ulteriormente il passo così che quella sofferenza finisse presto.
Svoltai a destra avvicinandomi sempre di più all’aula quando scorsi, appoggiato a uno dei tanti armadietti, Zayn che chiacchierava allegro con la sua tribù di arretrati.
Spostai immediatamente lo sguardo altrove così da non incrociare casualmente quegli occhi ed essere costretta ad affrontarlo. Quel giorno avevo avuto a malapena la forza di trascinarmi fuori dal letto, figuriamoci se ero in grado di concepire battutine acide che avrebbero zittito Zayn all'istante.
Sgattaiolai velocemente in classe tirando un sospiro di sollievo quando vidi il professore entrare subito dopo di me e chiudersi la porta alle spalle. Aprii il libro di storia ad una pagina a caso prima di appoggiare le braccia sul banco e la mia testa sopra. Quella materia non mi aveva mai attirata, un po’ a causa dell’insegnante che aveva una voce così cauta e atona che provocava la sonnolenza, un po’ proprio per gli argomenti trattati che non mi interessavano per niente. In più, quel giorno, il mal di testa lancinante che avevo mi permetteva a malapena di tenere gli occhi aperti, ogni minimo rumore era amplificato il doppio nella mia testa e ringraziai mentalmente il professore quando richiamò il silenzio in classe.
 
Non appena il suono dell’ultima campanella mi risvegliò dal mio pisolino nell’ora di letteratura, chiusi il libro che non avevo toccato per la bellezza di sessanta minuti prima di uscire dall’aula. Per tutta la mattinata non avevo fatto altro che desiderare di tornare sotto le coperte, anche con il corvo che mi faceva la serenata e Giuliano che mi occupava metà letto. L’importante era sdraiarmi, quel mal di testa mi stava distruggendo e non avevo nemmeno alcun medicinale a portata di mano così da poter sopravvivere almeno fino a casa. Quando i corridoi ricominciarono ad affollarsi fu come stare davanti a un impianto audio di un rave party: le orecchie mi rimbombavano e mi sentivo come estraniata dal resto del mondo. Le voci degli altri studenti mi arrivavano alle orecchie ovattate ma allo stesso tempo assordanti, depositai i libri nell’armadietto prima di dirigermi a grandi passi fuori dalla scuola ma qualcosa, o meglio, qualcuno, mi bloccò.
In un certo senso mi sentii sollevata quando vidi che l’individuo che ostacolava la mia strada indossava delle ballerine, e, a meno che Zayn non avesse deciso di cambiare sponda improvvisamente, non poteva essere certamente lui.
Quando alzai gli occhi rimpiansi ciò che avevo pensato, preferivo un miliardo di volte confrontarmi con Zayn che con quell’ochetta celebrolesa meglio conosciuta col nome di Elise.
«Dove scappi?» mi domandò con quel tono di superiorità che non l’abbandonava mai.
In un certo senso lei e il suo compare si assomigliavano, pensai. Tutti e due erano alquanto presuntuosi, arroganti, egocentrici e chi più ne ha più ne metta, ma c’era una linea molto sottile – e allo stesso tempo importante – che li rendeva diversi.
Elise oltre che a essere vanitosa, era anche cattiva, mentre Zayn, per quanto potessi non tollerarlo aveva sempre quel pizzico di umorismo e allegria che lo rendeva diverso dalla gente che frequentava.
Nonostante non si tirasse mai indietro dal mettersi in mostra si notava lontano un miglio che sotto sotto era buono, ma Elise.. Era il diavolo fatto a persona, nonostante i capelli biondo grano e gli occhi blu le donassero un’aria da angioletto. Non ci si doveva dimenticare, però, che anche Lucifero era un angelo, ma la fine che aveva fatto non era esattamente angelica.
«Che vuoi?» le chiesi acida, fulminandola con lo sguardo.
«Niente» squittì lei mostrandomi un sorriso falso, mi fu impossibile notare i suoi denti perfetti e bianchissimi, anche un cieco avrebbe capito che faceva visita al dentista quasi tutte le settimana per avere quel colore, oserei dire, accecante.
«Devi solo stare lontana dal mio ragazzo» osservò, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Sospirai sontuosamente contando fino a dieci prima di risponderle, onde evitare di metterle le mani addosso e strozzarla nel giro di pochi secondi. Possibile che fosse così scema? Beh, in realtà sì, dato che era l’unica della scuola a non aver notato che Zayn non mi andava leggermente a genio e che se fosse stato per me avrei mantenuto una distanza di sicurezza da lui.
Purtroppo, però, gli astri quel mese non erano allineati secondo i miei voleri ed ero stata costretta ad aiutarlo in matematica. 
Ero tentata di dirle realmente ciò che pensavo, sperando che lei mi credesse, ma era da quando avevo cominciato a frequentare la scuola che ero circondata da individui come lei, fatti con lo stampino.
Avrebbe continuato a complicarmi la vita indipendentemente da cosa le avrei detto, così decisi di approfittare della situazione per vederla arrabbiarsi come una furia. Ero curiosa di vedere se il colorito paonazzo che avrebbe preso la sua pelle sarebbe trasparito dal chilo di fondotinta che si era messa sul viso e che creava un ridicolo contrasto con la pelle chiara del suo collo.
«Mi dispiace ma per i prossimi giorni dovrai condividerlo con me» le dissi semplicemente, sorridendole con la stessa espressione strafottente con la quale Zayn si rivolgeva a me, «e non credo ci sia molto che tu possa fare. Prega soltanto che non capisca con che razza di essere sottosviluppato si trova e non ti lasci per passare ad una razza più evoluta.»
Scrutai per alcuni secondi la faccia scioccata di Elise, il suo cervello probabilmente stava andando a mille per cercare di tradurre ciò che le avevo detto e concepire una risposta sensata che però non arrivò prima che girassi i tacchi uscendo dalla scuola.
La testa mi stava letteralmente scoppiando, avrei dormito per tutto il pomeriggio, decisi mentre mi incamminavo verso casa.
 
Sentii un rumore lontano irrompere nel sogno che stavo facendo. Collegai il cervello senza tuttavia aprire gli occhi per capire se quel tintinnio che mi disturbava fosse reale o frutto della mia immaginazione. Ci misi alcuni istanti per rendermi veramente conto che qualcuno stava suonando il campanello. Scostai con molto dispiacere le coperte prima di dirigermi, trascinando i piedi, all’entrata. Aprii la porta senza pensare allo stato obbrobrioso in cui mi trovavo fino a quando non notai la faccia spaventata che assunse Zayn quando mi vide.
«Stai bene?» domandò preoccupato.
Stropicciai gli occhi ancora intorpidita dal sonno e senza rispondergli tornai in salotto. Lui, senza troppi complimenti, mi seguì chiudendosi la porta alle spalle.
Nonostante il mal di testa mi fosse passato, ero ancora troppo frastornata per urlargli dietro chiedendogli cosa ci facesse a casa mia quando doveva essere ovunque tranne che lì. Se quel pomeriggio era in vena di fare matematica, beh, io non ne ero in grado.
«Giuliano ti ha mangiato la lingua?» domandò sorridendo divertito mentre prendeva il gatto in braccio prima di sedersi accanto a me.
«Non sto bene» bofonchiai quando riuscii a mettere insieme alcune parole, «tu che ci fai qua? Non dovevamo incontrarci oggi..»
Zayn continuò a giocare con Giuliano - che gradiva la sua presenza - ancora un po’,  prima di voltarsi verso di me.
«In realtà non ci siamo messi d’accordo su quando ci saremmo dovuti rincontrare» mi fece notare lui, con una punta di soddisfazione nella voce.
Sospirai constatando che aveva ragione, ma ciò non lo autorizzava a presentarsi a casa mia senza avvertire né niente, soprattutto quando non ero nella condizione di ricevere visite.
«Cos’hai? Sembri tornata dagli inferi» continuò lui, alludendo allo stato in cui ero.
Osservai il mio pigiama rosa con uno strano tema ad orsacchiotti prima di guardarlo in cagnesco, «che c’è? Hai paura degli orsetti?» gli domandai.
Lui scosse la testa divertito, «più che altro ho paura dei panda, in particolare quelli talmente spettinati che sembra abbiano toccato la spina della corrente con le mani bagnate.»
Gli tirai un pugno sul braccio con tutta l’energia che avevo in quel momento, senza tuttavia notare segni di cedimento sul suo viso, stando ad indicare quindi che ero allo stremo delle forze.
«Non aspettavo nessuno» cercai di giustificarmi stringendomi nelle spalle e accendendo la tv.
Zayn probabilmente si accorse  della nota di dispiacere che c’era nella mia voce perché si voltò a guardarmi con un’espressione intenerita che non gli avevo mai visto assumere.
«Ma non facciamo matematica?» chiese poi, cadendo dalle nuvole.
Scoppiai a ridergli in faccia abbassando il volume della televisione quasi al minimo, «mi reggo a malapena in piedi e tu vorresti fare matematica?»
Zayn alzò le spalle, «sei tu il capo. Meglio per me, odio quella materia.»
Alzai gli occhi al cielo, capitan ovvio, pensai.
«Anche se la mia nuova insegnante di ripetizioni me la sta facendo disprezzare sempre meno» aggiunse.
Ammutolii all’istante, con il telecomando a mezz’aria ancora puntato verso la televisione, «hai fatto indigestione di miele stamattina per caso?»
Zayn scosse la testa, «sei tu semmai, che è andata a fare visita a un alveare.»
Aggrottai le sopracciglia non capendo a che cosa si riferisse.
«Un battibecco con Elise non passa inosservato» mi spiegò lui, notando il mio smarrimento, e con un fastidioso sorriso dipinto sul volto.
Sospirai senza riuscire tuttavia a trattenere un sorriso, davvero credeva che le cose che avevo detto a quella gallina le pensassi davvero?
Insomma, erano alquanto incredibili e, se anche le avessi pensate veramente, non sarei di certo andata a dirle alla sua ragazza.
«Cosa c’è di divertente?» domandò leggermente infastidito, o meglio, sorpreso dalla mia reazione.
Scossi la testa ancora divertita, «stai tranquillo che non sono innamorata di te. Le ho detto quelle cose giusto per farla rimanere male, non volevo farle sentire ciò che si aspettava» spiegai.
«E non hai pensato che così facendo avresti anche causato un litigio tra me e lei?»
In realtà.. «no.»
Un silenzio imbarazzante calò tra noi due, rotto soltanto dal volume ancora basso della tv.
«Ma non capisco questo tuo comportamento» osservai poi, «fino a cinque minuti fa eri tutto allegro e ora sei arrabbiato con me? Scommetto che se non fosse saltato fuori l’argomento “Elise” non te la saresti nemmeno presa. Quindi smettila di fare quella faccia da cane bastonato che mi fai sentire in colpa. Se avessi veramente litigato con lei non saresti stato così sereno fino ad ora.»
Presi un grande respiro mettendomi a braccia conserte e osservando la tv nonostante le immagini trasmesse mi passassero davanti agli occhi senza che io prestassi la minima attenzione ad esse.
Mi sorpresi di me stessa per non aver pensato a quel piccolo sconveniente, prima di dire tutte quelle cose ad Elise, non che mi dispiacesse per lei, ma per Zayn.. Dovevo ammettere che sentivo una strana sensazione che sarebbe potuta essere definita senso di colpa.
Nonostante la maggior parte del tempo fosse vanitoso, egocentrico, altezzoso e narcisista non potevo riconoscere che sotto a quella lista di difetti era un ragazzo.. piacevole.
Sentii le tempie ricominciare a pulsarmi, cosa che mi succedeva o quando ridevo troppo, oppure quando parlavo troppo velocemente e senza prendere respiro. Proprio come avevo fatto. Mi maledii mentalmente per non aver pensato al mio precario stato di salute ma quando il nervosismo si impossessava di me mi era impossibile parlare normalmente e cominciavo a blaterale, e blaterare, e blaterare, dimenticandomi anche quasi di respirare, appunto.
«Senti, se devi fare l’offeso puoi anche andartene» ribattei dura, notando che Zayn si ostinava a non aprire bocca.
«Non faccio l’offeso, penso soltanto che tu ti sia comportata da egoista. Per quanto dt possa stare antipatica Elise non dovevi dirle quelle cose, insomma, da come ti atteggi sembra che tu rappresenti la giustizia, ma allo stesso tempo l’eccezione a tutte le regole che vigono in quella scuola. Poi però ti abbassi a noi “stupidi ragazzi normali” – imitò le virgolette con le mani, mentre parlava – con quelle parole, direi malvage. Non me l’aspettavo da te, semplicemente. Pensavo che alla fine, nonostante tu mi maledica mentalmente, avessimo trovato un certo equilibrio nella situazione che siamo costretti a vivere. E invece..»
Zayn lasciò cadere la frase nel vuoto, con un sospiro.
Poggiò Giuliano per terra alzandosi dal divano prima di andarsene sbattendo la porta violentemente, lasciandomi lì, inerme, ad osservare un punto indefinito davanti a me.

 

***
 


Buona Domenica a tutte! :D
Eccomi qua con un nuovo capitolo, direi abbastanza movimentato!
In realtà alla fine quando Zayn irrompeva da Amanda io avevo in mente che si sarebbero tipo quasi baciati ma poi mi è venuto lo schizzo improvviso di farli litigare AHAHAHA
Non uccidetemi vi prego çwç Ve l'ho detto che scrivo tutto di getto come mi viene, di conseguenza non posso anticiparvi niente anche perché non riesco ad anticipare nulla nemmeno a me stessa (?)
Fatemi sapere che ne pensate come al solito, grazie per tutte le recensioni e per i complimenti che mi fate su twitter, mi riempite il cuore di gioia, davvero. E non sono parole buttate lì a caso <3
Vi ricordo che se volete sapere quando aggiorno, non esitate a chiedermi di menzionarvi (sono @xkeepclimbing) che a me non fa che piacere uù
Grazie di nuovo per tutto,
siete stupende
Jas

 

   
 
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