Era il momento che Elijah preferiva quello.
Quando la luce del mattino inondava la stanza, riflettendosi sul corpo della bella Elena. Lui non riusciva proprio a trattenersi dal carezzarle la pelle, 
così delicatamente che lei nemmeno si svegliava, ed ogni volta che la vedeva non poteva fare a meno di pensare che non servisse il sole per 
far luce. Elena poteva illuminare quella camera proprio come aveva fatto con la sua esistenza.  
I corpi di entrambi si erano asciugati dalla pioggia della notte prima, anche se il cuscino della ragazza era ancora bagnato. 
Tuttavia nulla importava in quel momento più di lei, ed Elijah non riusciva a smettere di guardarla rapito. Si stupì di come in realtà nel suo viso 
non vedesse le altre doppelgänger, non Katerina e non Tatia. Quella era solo Elena, e lui avrebbe saputo riconoscerla fra mille. 
Forse era lo sguardo. Quello sguardo che risplendeva luminoso come il sole, tanto differente da quello di Katerina che emanava invece un 
pericoloso bagliore fiammeggiante simile ad un incendio. Ricordava che la vampira gli aveva detto una volta che il suo non era vero amore, 
perché non ricambiato, ma Elijah sapeva che si sbagliava. Lui l'aveva amata, sì, ma non nello stesso modo in cui amava ora Elena. 
Era felice di essere ricambiato, incredibilmente felice, ma non era quella la cosa più bella del loro amore. Forse Elena non ne era consapevole 
quanto lui, essendo più giovane.
Elijah al contrario aveva vissuto a lungo ed era stato con abbastanza donne nel corso dei secoli da poterlo dire con sicurezza.
La magia di loro due era che... si completavano. Erano esattamente ciò di cui avevano bisogno, l'uno per l'altro. Ed Elijah lo sapeva bene. 
Era stato con due donne dallo stesso aspetto di Elena, ma nessuna delle due per quanto potessero uguali fisicamente lo aveva fatto sentire 
in quel modo. 
Proprio in quel momento la dolce Elena aprì gli occhi. 
Elijah si ritrovò a sorridere senza neanche poterci pensare, incapace di distogliere lo sguardo da lei. Appena la ragazza si accorse del vampiro 
girò leggermente il viso nella sua direzione e lo stesso sorriso vi si rispecchiò. 
“Da quanto mi stavi fissando?” gli chiese con voce impastata ed espressione ancora addormentata, ma chiaramente divertita.
Il sorriso di lui si allargò. Prima di rispondere Elijah si avvicinò a lei e la avvolse con un braccio, senza smettere di guardarla negli occhi.
“Onestamente non ho tenuto il conto. Dovrei farlo la prossima volta?” 
“La prossima volta dovresti svegliarmi.” ribatté la ragazza senza riuscire a trattenere il sorriso, per poi avvicinare il suo viso a quello di Elijah e 
appoggiare delicatamente le sue labbra su quelle del vampiro. Lui rispose partecipe al bacio e la strinse fra le sue braccia, sapendo che non si 
sarebbe mai trovato costretto a lasciarla andare. 
“Torno subito” sussurrò lei ad un certo punto contro le labbra di lui, gli occhi ancora chiusi. 
“Dove pensi di andare?” protestò lui, non dando segno di volerla liberare dall'abbraccio.
“Un quarto d'ora, una doccia.” gli rispose lei divertita, carezzandogli la guancia col dorso della mano, non riuscendo ad impedirsi di perdersi nella 
bellezza del vampiro.
“Credevo fosse bastata la pioggia di ieri sera.” disse Elijah, che si rifiutava ancora di lasciarla andare. 
“E' proprio per quello che mi devo lavare. Insomma, hai visto i miei capelli?” 
“Sei bellissima così come sei.” ribatté lui, con un tono che chiaramente non ammetteva repliche. La spinse quindi contro il letto incurante delle 
coperte che cadevano ovunque, baciandola sul collo e ascoltando con piacere il meraviglioso suono della sua risata.