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Autore: Lily_James    12/02/2012    7 recensioni
«Cominciamo. Allora: cara Evans...»
James si sedette sul letto, afferrò una piuma e la intinse nel calamaio, poi cominciò a scrivere ciò che gli dettava Sirius in una pergamena rosa contornata da cuoricini.
«Sono estremamente felice di dirti che ti amo...»
James sorrise, complimentandosi silenziosamente per la genialità di Sirius.
«Da quando avevamo undici anni...»
Appunto.
«Di scegliere me anche se Sirius è più figo...»
Silenzio.
«E che se continui a non calcolarmi, rimarrò vergine per sempre».
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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1. Lettere.

«Vediamo» cominciò Sirius, camminando a grandi passi nel Dormitorio. «Cosa scrivere nella lettera di San Valentino alla Evans».
«Già» rispose James, scompigliandosi nervosamente i capelli corvini già disordinati di loro.
Era il tredici febbraio, e il suddetto ragazzo aveva convinto Sirius ad aiutarlo con la lettera che avrebbe dovuto mandare a Lily Evans. Erano fuggiti mezzora prima dalla noiosissima lezione sulle guerre dei Giganti del professor Ruf senza che nessuno se ne accorgesse, ed erano rientrati in Dormitorio per mettere in atto il piano di James.
«Ma dobbiamo proprio farlo?» domandò Sirius disperatamente.
«Esatto. Così cadrà finalmente ai miei piedi» rispose James con un sorriso compiaciuto.
«Certo» ghignò Sirius. «Quando la Smith comincerà a darla via come il pane».
«Sei disgustoso, Felpato».
Sirius rise. «Cominciamo. Allora: cara Evans...»
James si sedette sul letto, afferrò una piuma e la intinse nel calamaio, poi cominciò a scrivere ciò che gli dettava Sirius in una pergamena rosa contornata da cuoricini.
«Sono estremamente felice di dirti che ti amo...»
James sorrise, complimentandosi silenziosamente per la genialità di Sirius.
«Da quando avevamo undici anni...»
Appunto.
«Di scegliere me anche se Sirius è più figo...»
Silenzio.
«E che se continui a non calcolarmi, rimarrò vergine per sempre».
«Cosa?» gracchiò James, alzandosi dal letto come una molla. «Io non sono vergine!»
«Quella volta con la Bones non conta. Voglio dire, aveva un naso...»
James, indignato, alzò fieramente lo sguardo e parlò con voce forte e chiara.
«E vogliamo parlare della tua prima fidanzatina al quarto anno?» domandò, sorridendo malandrino. «Tracey Abbott, Tassorosso, alta un metro e un tappo».
«Sei una merda, Ramoso».



2. Punizioni.

«Vi rendete conto della gravità della cosa?» sbottò la professoressa McGranitt, osservando duramente due ragazzi sghignazzanti da dietro la spessa scrivania di legno del suo ufficio. «È appena iniziata la scuola e siete già in punizione, per Merlino!»
«Abbiamo fatto una buona azione, Minnie» ridacchiò Sirius.
«Esattamente».
«Infiltrarsi nei dormitori dei Serpeverde e trasfigurare i pigiami degli studenti in mutande rosse e oro non mi sembra un buon modo di iniziare un anno scolastico!» gracchiò la donna, ignorando il soprannome. «Che non capiti mai più, o passerete un mese in... in...» James aggrottò le sopracciglia e si voltò con perplessità verso Sirius, «...punizione!» completò lei, riprendendo fiato. «E ora, prima che cambi immediatamente idea, andate subito-»
«In punizione?» sussurrò Sirius a James, che scoppiò a ridere.
«A letto!» 
«Ah, avresti dovuto immaginarlo, Padfoot» disse James.
La McGranitt li guardò, le labbra sottili contratte in una smorfia arrabbiata e gli occhi più sporgenti del solito.
«Questo è il vostro settimo anno, tra un po’ ci saranno i M.A.G.O., e non ci arriverete se continuerete a mettervi-»
«A letto?»
«In punizione, signor Potter!»
«Ah, avresti dovuto immaginarlo, Prongs» cinguettò Sirius, ridendo.

 

3. Camicie. 

«
James!»
Un ragazzo dagli scompigliati capelli corvini si rizzò su a sedere.  Sua madre non si poteva di certo definire una donna dolce e sensibile, ma urlare alle nove di sera spaventando tutto il vicinato non era un'azione tanto saggia.
«Mamma...» borbottò, incamminandosi all’ingresso, da dove proveniva la voce di Dorea Potter, «ti sembra il momento...»
Si bloccò quando vide Dorea che teneva aperta la porta e Sirius fuori. Reggeva una scopa, e considerando l’aria fresca ed estiva di quella notte, James capì che dovesse avere molto freddo.
Sua madre sospirò e sparì in salotto. James era confuso. Si avvicinò a Sirius.
«Felpato, amico mio, che ci fai qua?»
Sirius fece un profondo respiro e chiuse gli occhi per un istante. Passarono degli interminabili secondi di silenzio, nei quali il ragazzo osservò con aria scettica e interrogativa gli occhi di Sirius, umidi e leggermente arrossati. Abbassò lo sguardo e notò che le sue mani stringevano la scopa con troppa forza.
«Diciamo problemi di famiglia».
«Problemi di famiglia».
«Già».
Bastò un’occhiata per comprendere tutto. James sorrise, gli diede una pacca sulla spalla e lo trascinò dentro casa.
Sapeva che Sirius fingeva di sentirsi bene. I suoi sorrisi tirati e la sua gelida espressione erano solamente la prova del suo infinito orgoglio. Non voleva che James lo vedesse in quello stato.
Mentre salivano le scale, spintonandosi a vicenda, Sirius lo bloccò per un braccio.
«Jamie...» borbottò, gli occhi piantati sul pavimento.
«Se mi chiami ancora una volta così ti tiro un pugno» sorrise lui. «Casa mia è casa tua. Ma lasciati dire che la tua camicia è veramente orrenda».



Note dell'Autrice:
Amo l'amicizia di James e Sirius. Mentre scrivevo la fanfiction non facevo altro che sorridere perché porca puttana, sono stupendi.
Spero che vi sia piaciuta.
Un bacio a tutti! :)
Lily_James.
  
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