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Autore: lavale85    12/02/2012    0 recensioni
Raccolta di one shot su Ino e Shikamaru, che racconta alcuni momenti della loro vita insieme fin dall'infanzia.
"I primi ricordi che aveva della sua vita non erano nitidi e ben definiti, ma erano preziosi.
C’era una mano, paffutella e sudaticcia, che gli offriva una caramella con un sorriso sincero."
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Choji Akimichi, Ino Yamanaka, Shikamaru Nara, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Shikamaru sbuffava sonoramente e le pareti di pietra della piccola grotta facevano rimbombare il rumore, amplificandolo.
Era parecchio scocciato dalla situazione. La missione doveva essere di una semplicità quasi imbarazzante, a quando aveva detto l’Hokage, ma le cose si erano rivelate del tutto diverse.
Mentre scortavano un ricco signore durante un viaggio di lavoro nel Paese del Ferro erano stati colti di sorpresa da un folto gruppo di nemici, interessati ad eliminare fisicamente l’eminente uomo d’affari, che evidentemente intratteneva rapporti poco leciti con personaggi poco raccomandabili.
Una tormenta che non permetteva di vedere ad un palmo dal naso si era abbattuta su lui e Ino, che erano rimasti soli, mentre i loro compagni, Choji e Kakashi-sensei,erano chissà dove là in giro. I nemici erano riusciti a dividerli, poi li avevano inseguiti e, complice la visibilità zero, uno di loro aveva colpito Shikamaru alla coscia destra con un kunai, che era penetrato abbastanza in profondità.
Fortunatamente nemmeno loro avevano una vista a raggi X, così i due shinobi della Foglia erano riusciti a far perdere le loro tracce e si erano ritirati in quella grotta, cercando un po’ di riparo dal gelo e dalla neve.
In quel momento Ino stava curando la sua ferita alla gamba e quello era il motivo per cui il Nara sbuffava senza sosta: odiava essere ferito in battaglia.
Quando la ragazza ebbe terminato la fasciatura lo aiutò ad accomodarsi con la schiena contro la parete di roccia e a distendere la gamba invalida, poi si sedette accanto a lui, portandosi le ginocchia al petto e sospirando, facendo nascere dalla bocca una nuvoletta di condensa bianca.
“Fa molto freddo, eh?” chiese lei sorridendogli, ma con lo sguardo pieno di paura.
Indossava una giacca viola imbottita di pelliccia sopra al solito completo da battaglia, ma la temperatura era davvero polare, e non erano riusciti a racimolare legna asciutta per accendere un fuoco a causa della tormenta.
“Già. Ma non appena smetterà questo tempaccio potremo uscire e cercare gli altri. E poi ormai abbiamo inviato una richiesta di aiuto già da alcune ore. La squadra di soccorso sarà qui al massimo dopodomani, non ti preoccupare.”
Lei fece cenno di sì con la testa, lo sguardo perso verso l’ingresso della grotta.
Tra i due venne a crearsi uno strano silenzio che durò per un bel pezzo, per poi essere bruscamente interrotto dallo stomaco di Shikamaru, che lanciava imbarazzanti ma ben udibili brontolii di fame.
Ino si girò verso di lui preoccupata.
“Hai fame, eh?”
“Non troppo, stamattina ho fatto un’abbondante colazione prima di ripartire dalla locanda”
Anche lo stomaco di Ino emise un rumore.
“Anche il tuo pancino si lamenta, Yamanaka!”
“Ma no, è solo un riflesso incondizionato, sto benissimo!” disse lei sventolando una mano, cercando di minimizzare “Certo, se non avessimo perso il nostro equipaggiamento di sopravvivenza durante la fuga sarei più contenta, ma non si può avere tutto dalla vita, no?”
Si girò nuovamente a fissare i fiocchi di neve che vorticavano a velocità folle e per molte ore ci fu solo silenzio, un silenzio quasi assordante.
“Come ti senti, Shika? La gamba ti fa molto male?”
“Mpf!”
“Loquace come sempre, eh? Io non mi sento più le gambe... moriremo congelati, lo sento!” disse con fare tragico.
“Smettila Ino, non moriremo congelati! I soccorsi arriveranno presto e questa stupida tormenta prima o poi dovrà finire, no?”
Lei abbassò lo sguardo e voltò di nuovo la testa. Altre ore di silenzio.
Shikamaru la guardava con la coda dell’occhio una volta tanto, sembrava persa in chissà quali pensieri.
“Non ho mai baciato nessuno.” esordì all’improvviso.
“Beh, nemmeno io, ma ti sembra questo il momento di parlarne?” rispose lui stiracchiandosi un po’.
“Non voglio morire senza aver dato il mio primo bacio!”
“Ti ho detto che non moriremo!”
“Non prendermi in giro, Shikamaru!” inveì lei alzandosi di scatto e parandoglisi davanti, barcollando un po’ “Non trattarmi come una bambina sciocca! Fa un freddo bestiale, non riesco quasi più a sentire i piedi e le mani, non abbiamo cibo e tu sei anche ferito! E non dire che smetterà di nevicare, perché questo dannatissimo Paese è famoso proprio per le sue tempeste infinite, che durano anche settimane! Non abbiamo la più pallida idea di dove siamo e sappiamo entrambe che, anche se le condizioni meteo fossero favorevoli, i soccorsi non arriverebbero prima di ventiquattro ore! Figurarsi con questo tempo...”
“Ci sono sempre Choji e Kakashi-sensei...” provò, ma in modo talmente debole che nemmeno lui credette alle sue stesse parole.
“Cho e Kakashi-sensei saranno a ripararsi da qualche parte, se sono ancora vivi! E adesso smettila, per favore, il ruolo del perenne ottimista non ti si addice per niente!” prese un respiro profondo, abbassando le palpebre “noi moriremo, Shikamaru, o di fame, o di freddo, o di entrambe le cose....”
Le sue argomentazioni erano più che logiche e inattaccabili e lui non trovò nulla di intelligente con cui controbattere, così lei si rimise a sedere nella medesima posizione che aveva tenuto da quando si erano rifugiati in quel posto, di nuovo chiusa nel suo mutismo. Passarono altre interminabili ore prima che aprisse di nuovo la bocca.
“Shikamaru... tu lo faresti?”
“Cosa, mendokuse?” rispose lui mezzo addormentato.
“Baciarmi...”
Shikamaru rischiò di soffocarsi con la sua stessa saliva e prese a tossire come un pazzo.
“Ma sei impazzita, Yamanaka? Il freddo ti ha dato alla testa!”
Ino si avvicinò lentamente e si mise in ginocchio davanti a lui, in mezzo alle sue gambe.
“Perchè? Mi trovi tanto rivoltante?” chiese con uno sguardo che voleva sembrare innocente, ma sprizzava malizia da tutti i pori.
Lui arrossì come un peperone e il cuore cominciò a battere più velocemente.
“Non.. non è questo... è che noi siamo amici! Che fine farebbe della nostra amicizia se... insomma... se... dovessimo... ecco...”
“Shika, mi sembrava che tu concordassi con me sul fatto che con ogni probabilità non supereremo la notte... che amicizia potremo mai avere da morti? Preferisco godermi gli ultimi momenti di vita, invece...” argomentò la bionda avvicinandosi a lui.
Salivazione azzerata, battito cardiaco accelerato, cervello totalmente in panne.
“E... se invece per caso non dovesse accadere? Se per un qualunque motivo dovessimo riuscire a cavarcela? Cosa faremmo?” obiettò debolmente il ragazzo.
Lei si allontanò un po’ e si mise un dito di fianco alla bocca, portando lo sguardo in alto a sinistra, segno incontrovertibile del fatto che stava riflettendo.
“Beh, se dovesse andare così - cosa che spero, ma ritengo altamente improbabile - faremo finta che non sia mai successo. Sarà il nostro segreto e ti giuro che fra noi non cambierà niente, ok?”
Lo guardò negli occhi e gli regalò uno di quei sorrisi luminosi che tanto adorava, quelli che erano in grado di riscaldarlo anche fra quelle pareti di pietra gelida.
“Oh, insomma!” sbuffò lei, visto che lui non accennava a risponderle “prendilo come un esperimento! Siamo tutti e due inesperti, se sopravviveremo avremo solo fatto pratica per il futuro, e quando ti troverai davanti la donna della tua vita non farai la figura del completo imbranato! E poi, in fondo sei una delle persone a cui voglio più bene al mondo, sarei contenta di dare a te il mio primo bacio...”
Cercò di ragionare sulle sue parole, ma il suo tanto decantato cervello doveva averlo definitivamente abbandonato, dato che si ritrovò a pensare che il discorso della ragazza non faceva una piega.
“Oh, e va bene, seccatura! Facciamolo! Tanto di qualcosa si deve pur morire, no?”
“Appunto!” constatò lei ilare “E meglio con un bacio che di freddo, non credi?”
Shikamaru si stava già preparando mentalmente al destino imminente, quando Ino si tirò indietro, appoggiandosi sui talloni.
“Allora, procediamo per gradi. Prima un po’ di teoria. Ci sono tre tipi di baci: c’è quello a stampo, quello solo con le labbra e poi quello alla francese...” spiegò lei sollevando un dito alla volta per contarli.
“Alla francese? Come scusa?”
“Ma sì! Nel primo, le labbra si sfiorano solo per un attimo, superficialmente. Nel secondo invece ci si sofferma un po’ di più, si dischiudono le labbra e si accarezzano quelle dell’altro un po’ più in profondità e il terzo... bhe, il terzo è il bacio con la lingua, ovvio! Bisogna aprire la bocca e sfiorare con la propria la lingua quella dell’altro!” disse con fare saputello.
Shikamaru era a dir poco sbalordito.
“E tu dove le avresti imparate queste cose, di grazia?”
Lei fece spallucce.
“Noi ragazze parliamo di queste cose, non siamo mica come i maschi! Ora, per cortesia, ti vuoi concentrare? Allora, visto che siamo tutti e due alle prime armi direi di provarli tutti e tre, per te va bene?”
“Ino, è incredibile come tu riesca a far diventare una cosa istintiva come un bacio una questione di stato...”
“Oh, non rompere Shikamaru!” e così dicendo si avvicinò velocemente al suo viso, circondandolo con le mani e poggiando delicatamente le labbra su quelle del ragazzo che, impietrito dalla reazione troppo repentina, rimase fermo come un sasso.
Dopo qualche secondo lei si ritirò e lo guardò inclinando la testa di lato.
“Beh, non male, che te ne pare?”
Lui non rispose, non aveva fatto nemmeno in tempo ad accorgersi del contatto che era già finito, ma aveva lo stesso il cuore a mille.
“Ora passiamo alla fase due!” disse Ino avvicinandosi di nuovo a lui.
Le loro bocche si accostarono di nuovo, poi lei aprì un poco la sua e, con le sue labbra umide, andò a catturare il labbro inferiore di Shikamaru, mentre lui faceva lo stesso con quello superiore di lei. Andarono avanti per qualche secondo, finchè Ino non si allontanò di nuovo.
Aveva il viso arrossato e gli occhi lucidi e riuscì solo a mormorare “Credo che adesso venga la fase tre...”
Questa volta fu il moro a prendere l’iniziativa, si sporse in avanti e catturò di nuovo le labbra della ragazza fra le sue, finchè le lingue non giunsero a toccarsi, accarezzandosi in modo sensuale.
Infilò le mani sotto la giacca di lei e la strinse a sé, accarezzandole la schiena, mentre Ino, poggiata con le braccia piegate contro il suo petto, gli accarezzava il viso.
Il bacio crebbe d’intensità e con lui anche il ritmo dei loro respiri e il battito dei loro cuori, finchè Ino non salì a cavalcioni sulla sua coscia sana mentre lui cercava di portare una mano sotto la sua maglietta. Shikamaru si rese conto che dovevano fermarsi immediatamente se non volevano passare dal “primo bacio” alla “prima volta”.
Portandole una mano sul viso rallentò il ritmo, fino che le loro bocche, dopo qualche bacetto a stampo, si staccarono del tutto.
Si guardarono negli occhi per un istante e lui pensò che era veramente bellissima così scarmigliata e con gli occhi accesi dal desiderio - perché era desiderio quello, no? - poi Ino si accorse della posizione imbarazzante in cui si trovava e si allontanò con un balzo.
Shikamaru strinse gli occhi e la afferrò per un polso.
“Dove vai?”
“Beh, è stato bello, no? Ma è stato solo un esperimento... torno a sedermi...”
“Vieni qui sciocca! Siediti e appoggiati a me, almeno ci faremo un po’ di caldo a vicenda...”
“Ma... ecco... io...”
“Ehi, Inorin, mi hai promesso che tra noi non sarebbe cambiato niente, no?”
Lei lo guardò un po’ stupita, erano anni che non la chiamava così, poi sorrise facendo un cenno di assenso con il capo.
Si avvicinò ed andò ad accoccolarsi fra le sue braccia, la schiena contro il suo petto.
“Hai ragione, Shikkan. In fondo è stato solo un bacio, giusto?” chiese, sbarazzina come al solito.
“Già, è stato solo un bacio...” rispose lui adagiandole il mento sulla testa, felice. Erano anni che non lo chiamava così.

Dopo un tempo indefinito i due furono svegliati da delle voci che provenivano dall’esterno.
La tormenta era finita e la squadra di soccorso era arrivata.
Ino fu subito in piedi e corse all’ingresso della grotta urlando “Ehi, siamo qui! Siamo qui!”
Poi con un enorme sorriso stampato in faccia tornò verso il compagno, aiutandolo ad alzarsi.
“Siamo salvi, Shikamaru! L’avresti mai detto?”
“Beh, in realtà io l’avevo detto, eri tu che credevi che saremmo morti...” commentò lui con la solita aria scocciata.
“Ok, adesso non credo più che moriremo, contento?” rispose lei facendogli una linguaccia.
Lui storse la bocca in un ghigno, la cosa più simile ad un sorriso che riuscisse a produrre, e poi le scompigliò i capelli con una mano.
Ino rise, poi gli si mise davanti, alzando un dito con fare ammonitore.
“E ricordati, Nara, che tutto quello che è successo in questa grotta deve rimanere un segreto. Sai che fine farebbe la mia reputazione se si sapesse?”
“Ma come, non hai detto, e cito, che in fondo sono una delle persone a cui vuoi più bene al mondo e saresti contenta di dare a me il tuo primo bacio?” chiese con tono ironico.
Lei si girò di scatto per nascondere il rossore che le aveva preso le guance, frustandolo con la lunga coda.
“Shika, mi sorprende che un genio come te non sappia riconoscere una dichiarazione fatta in punto di morte!” disse acida.
Shikamaru rise sotto i baffi, per poi avviarsi dietro la compagna verso l’uscita.
  
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