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Autore: xhoran_nandos    12/02/2012    7 recensioni
Ciò che ci trasmettevano era una sensazione indescrivibile: solo ad immaginarci i loro stupendi nomi, Niall, Louis, Liam, Zayn, e Harry, ci tremavano le gambe; sentendo una delle loro canzoni non riuscivamo a trattenere un sorriso; guardando un nuovo video non potevamo fare altro che asciugarci a vicenda i visi rigati dalle lacrime.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ce l’avevamo fatta: finalmente eravamo in Inghilterra, a Londra, la meravigliosa città che da sempre sognavamo. Non sapevamo perché, ma quel luogo ci attirava come nessun’altro. Beh, un perché c’era: ovviamente, dopo la scoperta di quei cinque fantastici ragazzi, la nostra tentazione di arrivare fin là era sicuramente aumentata. Non ci importava più niente, l’importante era essere lì, più vicine che mai alle ragioni della nostra vita, a ciò che ci permetteva di andare avanti giorno dopo giorno, a coloro che ci riempivano il cuore. Speravamo con tutto il cuore di incontrarli, per sentirci dire anche solo un ‘Hi! We are One Direction!’, e svenire tutte e tre contemporaneamente, o scoppiare in un pianto senza fine, o restare pietrificate per il resto della giornata. Beh, non ‘solo’, perché per noi sarebbe stato come morire e poi risorgere grazie a quei cinque angeli.
 
Ciò che ci trasmettevano era una sensazione indescrivibile: solo ad immaginarci i loro stupendi nomi, Niall, Louis, Liam, Zayn, e Harry, ci tremavano le gambe; sentendo una delle loro canzoni non riuscivamo a trattenere un sorriso; guardando un nuovo video non potevamo fare altro che asciugarci a vicenda i visi rigati dalle lacrime.
 
E adesso, che ce li trovavamo finalmente davanti, non sapevamo più che cosa potessimo fare. Era del tutto diverso da come ce lo eravamo immaginate, non riuscivamo a capire come dovevamo comportarci, non riuscivamo a combinare qualcosa, pervase da un’emozione meravigliosa, la più bella che avessimo mai provato, ma allo stesso tempo la più strana; non ci eravamo mai sentite così prima d’ora, erano tutte le sensazioni della nostra carriera da Directioner messe insieme, in un’armonia di sentimenti che facevano a botte tra lo stomaco e il cuore, nel punto delle ‘farfalle’.
 
Noi tre eravamo in uno stato improbabile: ci guardavamo, poi guardavamo loro, stupefatte e felicissime. Zayn ci chiese se volessimo un autografo, o se ci fosse qualcosa che non andava, intuendo il nostro 'avvio alla follia', ma non ottenne una risposta; a quel punto Louis si rese conto dello stato di incoscienza in cui eravamo e, con un'occhiata d'intesa, lo fece capire anche agli altri, che avvinandosi ci strinsero in un abbraccio, l’abbraccio più bello della nostra vita: un abbraccio caldo, sincero, che ci fece provare una sensazione meravigliosa; ci fece capire ciò che significava sentirsi semplicemente bene.
  
 
In pochi secondi scoppiammo a piangere, ma non in un modo qualunque : non erano lacrime di tristezza, né lacrime di gioia. Erano lacrime di orgoglio: orgoglio verso di loro, orgoglio verso noi stesse, che finalmente eravamo riuscite a realizzare il nostro sogno più grande.
 
Stare lì, tra le loro braccia, coccolate dalle loro voci, respirando i loro profumi, guardando i loro occhi con aria sperduta, riportate alla realtà da un sorriso sulle loro labbra. Volevamo che quell’attimo durasse per sempre, avremmo potuto morire felici.
 
Lentamente iniziarono a cadere delle minuscole goccioline, che si depositavano tra i nostri capelli, rendendo quell’attimo ancora più speciale di quanto si possa immaginare.  Le goccioline divennero velocemente più grandi, e scoppiò un temporale. La cosa migliore che potesse succederci in quel momento. Ci strinsero ancora più a sé e ci ripararono sotto le loro giacche, poi ci guidarono verso quello che Harry ci aveva descritto come ‘Un posto ottimo per ripararsi’.
 
Entrammo bagnati come pulcini. Nella stanza il loro profumo, che desideravamo non smettere mai di sentire. Era la loro casa. Non ce la immaginavamo così, così normale: era la semplice, normale casa di cinque ragazzi come tanti altri. Ma non rimanemmo deluse, perché era proprio ciò che la rendeva speciale.
 
 
Ed ecco che Irene svenne tra le braccia di Harry, come aveva sperato che accadesse mentre sognavamo quel momento. Lui, dopo un attimo di incertezza sul da farsi, la adagiò dolcemente sul divano, e si affrettò a metterle un cuscino sotto la testa, scostandole delicatamente i capelli.
 
 
Loro cinque, Mary ed io eravamo accerchiati sopra di lei. Mary stava impazzendo: aveva proprio di  fronte, a meno di  dieci centimetri dalla sua faccia, Liam, del quale era ormai pazza. Il suo cuore batteva a razzo; dovetti riportarla alla realtà quando Irene si svegliò. Certamente prima dovetti sforzarmi tantissimo per restare con i piedi per terra - sarei letteralmente saltata addosso a Niall; i suoi capelli sfioravano il mio viso, e quando sollevò lo sguardo, i suoi occhi incrociarono i miei, e mi sorrise. Andai in tilt per qualche momento, poi la voce di Irene che si stava svegliando mi fece smettere di pensare a quel perfetto irlandese che riusciva a farmi diventare romantica e dolce, cosa più o meno impossibile per tutto il resto dell’umanità.
 
 
-         E’ tutto ok?- chiese Harry a Irene.
-         S-sì…credo di sì, grazie…- rispose Irene ancora intontita.
-         Vado a preparati qualcosa?- chiese Zayn.
-         No, grazie… sto bene così…-
 
Gli occhi di Harry erano persi dentro ai meravigliosi occhi azzurri di Irene, ed i suoi in quelli di lui. Si guardarono in quel modo a lungo, ed io, seduta accanto a Niall, e Mary, sulle gambe di Liam, ammiravamo in silenzio quella scena così romantica.
Nel frattempo Louis aveva telefonato ad alcuni alberghi, ma non avevano camere libere in quel periodo di affollamento turistico. Allora Harry si affrettò a precisare che avevano un divano letto che poteva ospitare le tre arrivate;  gli altri approvarono l’idea, e stabilirono che saremmo restate là per una notte, in attesa di trovare una nuova sistemazione.
 
-Si è fatto tardi, cosa volete per cena?- chiese Zayn.
- Andiamo da ‘Nando’s’?- chiese Niall speranzoso.
- Niall, ragiona: sta diluviando, e quel fast food è dall’altra parte della città; in più lei è ancora debole… a proposito, come si chiamano lei e le sue amiche ?- rispose Liam.
- Io sono Mary!-  esclamò al solo suono della voce di Liam.
- Oh, già, non ci siamo ancora presentate… mi chiamo Claudia.- dissi io.
- Ed infine, ma non meno importante c’è… ?- disse Harry.
- Ahah… Irene, piacere!
 
 
Liam non sembrava disturbato dall’atteggiamento di Mary nei suoi confronti, anzi, era quasi divertito; quella ragazza gli piaceva, con la sua simpatia, i suoi capelli scuri e un po’ disordinati sciolti sulle spalle.
 
-Ok, preparo qualcosa io, ho in mente un bella ricetta che mi insegnò mia nonna quando ero piccolo.- proclamò Louis.
- Hahaha!!! L’arrosto di Nonna Tomlinson colpisce ancora!- disse divertito Zayn.
-Sì, d’accordo… è buono quell’arrosto, ma non abbiamo la carne…. ED IO HO FAME!- disse Niall, in disappunto.
- Ho capito- disse Harry- Vado a comprare qualcosa… Qualcuno viene con me?-
-Vengo io, ho bisogno di una boccata d’aria… - disse Irene
- Non se ne parla, ti sei ripresa da troppo poco!- rispose Harry premuroso.
- Davvero, sto meglio adesso- ribatté Irene.
- Uhm… se insisti, ti porto con me, ma se ti senti poco bene me lo devi dire immediatamente!-
-Va bene… -
 
Fuori, oltre a diluviare, aveva anche iniziato a tirare vento, e Harry ed Irene uscirono stretti sotto un ombrello. Arrivarono al supermarket, e presero le cose per la cena; poi si divertirono a fare le corse sul carrello tra i corridoi del negozio.
 
 
Arrivati davanti a casa, a causa del vento forte, si ruppero alcune stecche dell’ ombrello, e loro furono bagnati dalla pioggia; allora Harry fece quello che avrebbe voluto fare dal primo momento in cui l’aveva vista, di fronte a sé, nelle vesti di fan esaltata quale era: la guardò, con il suo sguardo intenso, e lei ci si perse dentro. La baciò: fu un bacio appassionato, lungo, reso ancora più romantico dalla pioggia che bagnava i loro visi, il loro capelli, le loro labbra.
 
 
Nel frattempo Niall mi aveva fatto conoscere la statua di Obama che avevano sulla panchina in terrazza, ma la osservammo dal vetro della portafinestra, a causa della pioggia. I nostri respiri appannavano il vetro. Io scrissi nella zona appannata ‘We love 1D’, e questo fece sorridere Niall; i suoi sorrisi, anche nei video, mi facevano sempre tremare le gambe: i suoi occhi diventavano ancora più belli quando era divertito. A quel punto ci rendemmo conto di Harry ed Irene fuori sotto la pioggia.
 
 
Erano arrivati anche gli altri quattro. Rimanemmo in silenzio ad ammirarli fino a che non si diressero verso la porta di casa. Allora Louis andò ad aprire. Nessuno di noi riuscì a trattenere un sorriso quando entrarono in casa. Zayn portò loro degli asciugamani, e dei vestiti. Non sapendo cosa portare ad Irene, le diede una felpa di Harry. Lei ne fu felicissima, perché era impregnata del suo profumo.
 
 
Avevamo deciso che non gli avremmo detto che li avevamo visti, volevamo che ce lo dicessero loro.
 
 
Louis uscì dalla cucina con un vassoio, nel quale aveva accuratamente posizionato la pasta precotta che Harry, con poca fantasia, aveva comprato al supermercato.
Ci mettemmo a tavola, ed iniziammo a mangiare. Per noi italiane quella pasta precotta era davvero orribile, ma con quei cinque vicino ci sembrò il pasto migliore della nostra vita.
 
Liam, Louis, Zayn, Niall, Mary ed io aspettavamo una dichiarazione, in silenzio. Spesso ci guardavamo, stufi dell’attesa. Si guardavano anche Harry ed Irene, seduti uno di fronte all’altra, per poi sorridere.
 
 
Trascorremmo velocemente la cena; una volta finito di riordinare la cucina, non sapevamo cosa fare nel resto della serata.
 
-         Perché non ci mettiamo in pigiama, e poi ci conosciamo un po’?- propose Louis.
-         Se alle ragazze va bene, per me è ok- disse Liam.
-         A noi va benissimo, anche se, da brave Directioner, sappiamo già molto di voi…- dissi io.
 
 
Eravamo tutti d’accordo. I ragazzi erano saliti nelle loro camere a mettersi il pigiama, mentre noi ci eravamo appropriate del salotto, ed avevamo aperto il divanoletto, sul quale ci sistemammo dopo tutti insieme a sedere.
 
 
Louis aveva, anche di notte, la sua immancabile maglietta a righe blu, e dei pantaloni dello stesso colore; il pigiama di Liam aveva una casacca a quadretti, con i pantaloni abbinati; Zayn uno con dei trenini, simpaticissimo ma un po’ ridicolo; Niall aveva una maglietta con un trifoglio stampato e dei pantaloni corti a quadri ed infine Harry un pigiama celeste.
Io avevo  una maglietta verde, con i pantaloni larghi e lunghi a quadretti rossi e verdi; Mary aveva un pigiama blu, con delle bolle disegnate; Irene  ne aveva uno con una maglietta lilla, molto semplice, e dei pantaloni a quadretti fitti viola scuro.
 
Ogni volta che provavano ad aprire bocca, una di noi tre finiva sempre la frase prima di loro.
Harry disse :- Però sono certo che non sapete che una volta, a scuola, sono stato sorpreso a tagliare l’assorbente di una mia compagna!-
-         No, lo sapevamo…
Harry diventò incredibilmente rosso.
-         Ok, adesso tocca a voi! Claudia, dicci qualcosa di te!- disse Niall, curioso.
-         D’accordo… Che vuoi sapere?- risposi.
-         Boh…Quando sei nata?
-         Il 19 luglio, a Firenze… Già, forse non vi eravate accorti che siamo italiane…
-         Italiane? Allora che cavolo di figura abbiamo fatto a farvi la pasta...!- disse Zayn.
-         Effettivamente non era il massimo…- disse Mary.
     -    E voi invece, quand’è il vostro compleanno?- disse Liam, cambiando discorso.
-         Io sono nata il 27 novembre!- disse prontamente Mary.
-         Io invece il 25 maggio- disse Irene.
 
Parlammo un po’ di noi, poi calò il silenzio. Noi non resistevamo più, dovevamo dirgli che li avevamo visti. Louis cedette per primo :
-Ehm… Harry, Irene… dobbiamo dirvi una cosa…- tutti gli sguardi si posarono su di lui.
- Sì… di che si tratta?- rispose Harry, titubante.
- Vi abbiamo visti. Dalla finestra che dà sulla strada. Però volevamo che foste voi a dircelo… per questo non vi abbiamo detto niente.- concluse velocemente.
Harry ed Irene divennero rossi, e alla fine lui farfugliò qualcosa:
-         Non so perché, ma è stato automatico non dire niente… anche se non avevamo motivo di nasconderci.- disse Harry, togliendo ad Irene il peso di rispondere.
Il discorso terminò lì. Nessuno voleva aggiungere niente. Si era chiarito tutto, ma il punto era : che sarebbe successo poi?
Intuii che tutti stavamo cercando una soluzione a questa domanda. Rimanemmo in silenzio a lungo, senza guardare nessun’altro negli occhi.
 
Niall ad un certo punto propose di cantare qualche canzone,  distogliendo tutti da quel pensiero.
Ovviamente gli dicemmo immediatamente di sì; lui prese la chitarra ed iniziò a suonare Gotta Be You.
 Quanto poteva essere meraviglioso quando suonava? Era fantastico quando si concentrava, era un tutt’uno con la sua musica, e questo la faceva diventare migliore di quanto non fosse già.
Lentamente iniziammo tutti a cantare. Eravamo tutti persi nella canzone, e alla fine dovemmo cominciare subito con un’altra canzone, perché ormai eravamo presi dalla musica.
 
Alla fine andammo tutti a letto, ci salutammo, loro salirono nelle loro camere, ma dopo poco Harry tornò giù, scendendo di corsa le scale, e diede il ‘bacio della buonanotte’ a Irene -che divenne immediatamente rossa- , per poi risalire in un attimo su.
 
Noi tre non riuscivamo a dormire, stavamo realizzando di essere in casa degli One Direction. In più Mary ed io punzecchiavamo Irene, che era più rossa di un peperone.
Alla fine riuscimmo ad addormentarci, e passammo la notte migliore della nostra vita. 
   
 
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