Gianluca sembrava esasperato.
-Ma si può sapere cosa diamine devo fare con te?-
Federica sentì le vertigini. Era sicura due secondi prima era stata presa in netto da un motorino ed ora era tranquilla in camera sua.
-Non riesco a capire se lo fai apposta oppure no, lo sai che non ti posso stare perennemente accanto? Ho anche la mia vita io- il ragazzo la aggredì poco dopo.
-Non sono io che ti ho chiesto di salvarmi- sbottò lei fievolmente -Come hai fatto stavolta?-
-Domanda errata- con un suono nasale accompagnò la frase, come quello dei programmi televisivi quando si sbaglia la risposta.
-Piuttosto chiediti che ore sono, si ricomincia...- sospirò -Di nuovo.- aggiunse quasi esasperato. Aveva il viso completamente stravolto ma come sempre pieno di sè.
-Che ore sono?- rispose lei di rimando, senza pensarci, sperando che potesse starsene un po' da sola per riprendersi.
-Le sette. E' lunedì vedi di non fare tardi di nuovo- fece una smorfia.
-Ma..- stava per ribattere quando Gianluca la interruppe.
-E ti prego sii gentile e spiegami queste dannate locuzioni che voglio sembrare preparato.- disse con tono di voce gentile e persuasivo, un secondo dopo scomparve dalla sua vista.
Federica si prese il viso tra le mani. Non riusciva a sopportare più niente.